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CAPITOLO 9 Il ruolo degli indicatori nella gestione ambientale

9.1 Indicatori di prestazione ambientale

La salvaguardia, la tutela ed il miglioramento della qualità dell’ambiente, della protezione della salute umana e dell’uso razionale delle risorse naturali possono essere perseguiti anche attraverso l’adozione volontaria di Sistemi di Gestione Ambientale (SGA) da parte delle società, delle aziende, delle imprese e delle autorità o istituzioni pubbliche.

Quando si parla di sistema di gestione ambientale (SGA) si fa riferimento a quella parte del complessivo sistema organizzativo (comprensivo delle risorse umane, economiche ed infrastrutturali) dedicata alla gestione delle interrelazioni tra le attività industriali ed il contesto ambientale (naturale e antropico) in cui esse operano. L’esigenza di organizzare in maniera strutturata e sistematica il rapporto attività industriale – ambiente deriva dalla crescente rilevanza sociale ed economica della variabile ambiente e dalla conseguente complessità normativa che regolamenta tale rapporto.

Il modello organizzativo di SGA riferisce alle problematiche ambientali i tradizionali principi di buona gestione, vale a dire pianificazione, attuazione, controllo, adeguamento, che costituiscono le quattro fondamentali fasi di funzionamento di ogni sistema organizzativo. Tali fasi sono di solito rappresentate in successione circolare (il cosiddetto “cerchio di Deming”, dal nome dell’autore di tale modello organizzativo). Un’ interpretazione aggiornata di questo modello aggiunge la fase di miglioramento, derivante dall’adeguamento e/o dalla riformulazione dei piani/programmi per correggere le deviazioni registrate in fase di controllo e trasforma il cerchio in spirale, in una prospettiva dinamica.

Infatti, l’obiettivo di lungo periodo del SGA consiste nel miglioramento continuo dei propri risultati (in termini di efficienza e di efficacia). Le fasi fondamentali in cui è articolato lo standard di SGA sono: l’esplicitazione delle linee strategiche del settore considerato nella politica ambientale con la fissazione degli obiettivi da raggiungere (fermi restando i due obiettivi di ottemperanza agli obblighi di legge e di perseguimento del miglioramento continuo), la pianificazione/programmazione delle azioni da realizzare per raggiungere tali obiettivi, con l’individuazione delle risorse umane e finanziarie, la realizzazione di queste azioni, la registrazione dei risultati raggiunti, la verifica del buon funzionamento del sistema organizzativo implementato (audit) e della sua capacità di raggiungere gli obiettivi, l’affinamento/taratura del sistema (riesame della direzione) rispetto agli obiettivi da raggiungere e all’evoluzione del contesto settoriale ed esterno di riferimento.

In tale contesto, gli indicatori ambientali classificano e sintetizzano i dati sugli aspetti ambientali raccolti dal sistema informativo per fornire un quadro immediato e rappresentativo del settore considerato in ambito ambientale, confrontabile con il contesto temporale e territoriale in cui esso è inserito e con gli obiettivi che si è prefissato. Nel settore industriale, l’esigenza di poter usufruire di questo tipo di informazioni, sintetiche e rappresentative, nasce essenzialmente da:

- motivazioni interne, per facilitare l’attività di controllo e valutazione dei risultati ambientali conseguiti da parte del management aziendale

(gestione a consuntivo) e programmare i conseguenti obiettivi di breve e medio periodo, sulla base di quanto riscontrato (gestione a preventivo);; - motivazioni di ordine esterno, per comunicare agli interlocutori esterni al

settore i termini dell’impegno dell’amministrazione pubblica in campo ambientale e valorizzare i risultati conseguiti nella riduzione degli effetti negativi che il tipo di attività produce sull’ambiente.

Perché si faccia un uso corretto degli indicatori di prestazione ambientale, occorre stabilire con cura il giusto tipo il necessario numero di indicatori per poter ottenere informazioni adeguate, in modo da raggiungere i traguardi definiti senza spreco di tempo e denaro. Va curata con attenzione la qualità dei dati raccolti, poiché deve garantire l’affidabilità, la validità, la verificabilità ed il controllo.

Gli indicatori di prestazione ambientale per la comunicazione con l’esterno possono essere classificati in quattro categorie, a seconda degli aspetti che rappresentano:

- indicatori di misurazione degli sforzi settoriali per il controllo e la minimizzazione degli impatti ambientali, che sintetizzano informazioni come l’entità degli investimenti effettuati, il numero di addetti dedicati, il livello di razionalizzazione gestionale e organizzativa conseguito;

- indicatori diretti di tipo fisico, che sintetizzano dati riguardanti tipo e livello delle emissioni inquinanti prodotte e l’utilizzo delle risorse naturali da parte delle imprese estrattive;

- indicatori di relazione con il territorio, indicanti il numero di controversie, reclami o incidenti verificatisi in un determinato periodo di riferimento;

- indicatori di tipo economico, che sintetizzano gli eventuali costi sostenuti per la bonifica o il ripristino di aree inquinate, per il riciclaggio di materiali o per l’eliminazione dei rifiuti.

Gli indicatori usati a fini di gestione interna al settore e controllo degli aspetti ambientali che caratterizzano le attività aziendali si possono invece suddividere in due macro-categorie:

- indicatori di performance ambientali, che forniscono valutazioni qualitative e quantitative relative all’efficienza e all’efficacia del settore considerato nell’uso del fattore ambiente;

- indicatori di impatto ambientale, che valutano gli effetti negativi delle attività sull’ambiente naturale.

Tra gli indicatori di performance ambientale si possono ulteriormente distinguere:

- indicatori di processo, che valutano l’efficienza in termini di uso delle risorse naturali e di impatto sull’ambiente;

- indicatori eco-finanziari, che correlano gli interventi effettuati per il miglioramento delle prestazioni ambientali con i relativi costi di gestione ed investimento;

- indicatori di gestione, che valutano invece la capacità di raggiungere gli obiettivi di prestazione ambientale in termini di mantenimento della conformità normativa, di corretta applicazione del SGA, di integrazione con le altre funzioni aziendali (ricerca e sviluppo, formazione del personale); in questa categoria si trovano anche indicatori che valutano la capacità del settore di rispondere ad imprevisti e incidenti di natura ambientale.

Tra gli indicatori di impatto si possono individuare:

- indicatori di tipo fisico, per misurare il contributo delle attività aziendali al mutamento delle condizioni ambientali locali e globali (acidificazione delle piogge, effetto serra, assottigliamento dello strato di ozono, produzione di fotosmog, produzione di campi elettromagnetici, deforestazione, riduzione della biodiversità, …);

- indicatori di tipo economico, per convertire in termini economici i cambiamenti nell’ambiente naturale provocati dalle attività aziendali; questi indicatori consentono un facile inserimento del fattore ambientale nei tradizionali processi decisionali, basati solo su considerazioni economico-finanziarie.

In entrambi i casi (indicatori di gestione interna ed esterna), gli indicatoridevono garantire una valutazione accurata delle prestazione ambientale del settore considerato, devono essere comprensibili e privi di

ambiguità, devono consentire un confronto nel tempo al fine di evidenziare la valutazione dell’andamento del settore ed inoltre un confronto con i risultati di riferimento regionale o nazionale e con i requisiti normativi.