CAPITOLO 6 Il recupero e la riqualificazione ambientale dei siti di cava
6.2 Schema generale di analisi ambientale per il recupero di siti estrattivi
È sempre opportuno che la definizione dell’ipotesi progettuale di un intervento di riqualificazione ambientale di un’area di cava sia preceduta da una rilevazione dello stato di fatto attuale, da diversi punti di vista (ambientale, paesaggistico, storico e ricettivo). Del territorio su cui insiste e da un’analisi dell’uso del suolo e dell’ecologia del paesaggio. Questo permette di studiare l’area in esame come un sistema costituito da differenti livelli di organizzazione: biotica (vegetazione, animali, ecc.) e abiotica (aria, acqua e suolo), che interagiscono fra loro secondo i principi ecologici di base.
In particolare, dal punto di vista paesaggistico gli interventi volti a ridurre le cause e le conseguenze dello “stress” ambientale di un’area (nel caso specifico un’area a valenza estrattiva) si devono avvalere innanzitutto di informazioni che derivano da un opportuno studio delle caratteristiche dell’ecosistema presente nella stessa e della valutazione del suo stato di salute. Tali informazioni risultano essenziali per indirizzare le future decisioni e le azioni nel quadro di un’adeguata pratica gestionale. La conoscenza approfondita dei vari ambienti rappresenta il fondamento della gestione adattiva, una componente chiave del Sistema Gestionale Basto sull’Ecosistema (SGBE). Secondo tale sistema, che è finalizzato alla protezione e alla conservazione dell’ecosistema, la definizione di stato di salute dipende dalle necessità, dai valori e dalle preferenze di una comunità e da un’ampia prospettiva socio- culturale ed economica. In questo tipo di valutazione vengono incluse le leggi, le regolamentazioni e le altre istituzioni designate per proteggere le risorse ambientali di una determinata zona (R. Danovaro, 2001).
Per quanto concerne l’analisi e la valutazione delle problematiche ambientali riguardanti interventi di recupero e riqualificazione dei siti di cava dimessi, qui di seguito viene proposto uno schema generale basato essenzialmente sui principi e concetti dell’Ecologia del Paesaggio. L’iter metodologico si snoda attraverso l’analisi del sistema di ecosistemi, una fase di diagnosi che rileva i caratteri territoriali, le forme di degrado, le necessità ambientali e una fase di valutazione della compatibilità del territorio con le istanze socio-economiche.
La sua versatilità è tale da poter essere applicato a diverse tipologie di cave con caratteristiche estrattive differenti e differenti territori con altrettanti caratteri paesaggistici.
Alla base di uno studio di Ecologia del Paesaggio, fondamentali risultano le analisi preliminari, che consistono soprattutto nell’inquadramento biogeografico del territorio e nella definizione di almeno tre livelli di scala spazio-temporale ai quali riferire lo studio dello stesso (gerarchia di scala). Tali livelli, conformemente al concetto gerarchico degli ecosistemi, rappresentano altrettanti livelli di interazione tra gli elementi del paesaggio. La scelta della scala spaziale dipende dalle caratteristiche del problema: dopo aver fissato il livello intermedio o d’intervento e aver prescelto la scala, si passa a definire i livelli spaziali superiore ed inferiore con le rispettive scale, sulla base delle caratteristiche paesaggistiche.
Le soglie temporali vanno scelte in riferimento ai livelli e alle scale spaziali: le trasformazioni a scala superiore generalmente si svolgono in intervalli temporali maggiori rispetto a quelle adottate a livello intermedio e, ancor più, a livello inferiore. Generalmente a livello superiore vanno individuate le condizioni che hanno determinato i fenomeni alla scala d’intervento e che, nello specifico, andranno a porsi come dei veri e propri vincoli.
In definitiva l’area di studio si trova in una porzione di territorio considerato come un ecomosaico (biocomprensorio di studio) e questo rappresenta un sistema ambientale di livello superiore costituito da diversi sottoinsiemi, ciascuno caratterizzato da nicchie ecologiche e habitat distinti. L’ecomosaico risulta strutturato nelle diverse tipologie di paesaggio presenti e delle loro caratteristiche: naturaliforme, seminaturale, agricolo-rurale ed urbano. Ciascun paesaggio raccoglie più tipologie riferibili all’uso del suolo, così come mostrato nella tabella seguente (tab.3)
Ecologia del paesaggio Uso del suolo Paesaggio naturale Paesaggio seminaturale Paesaggio agrario-rurale Paesaggio urbanizzato Boschi di latifoglie Aria ripariale Prati e preti-pascoli
Colture agrarie con spazi naturali Seminativi
Sistemi particellari complessi Oliveti
Tessuto urbano discontinuo
Infrastrutture primarie e secondarie Aree estrattive
Infrastrutture lineari
Tabella 3. Corrispondenza tra ecologia del paesaggio ed uso del suolo.(da: Recupero e riqualificazione
ambientale per la salvaguardia e lo sviluppo di aree di pregio paesaggistico. Earthouse, ambiente e territorio)
- Analisi a livello superiore.
A tal fine è opportuno:
1. studiare lo scheletro del sistema di ecosistemi attraverso le analisi litologiche, morfologiche ed idrogeologiche (inquadramento geologico ed idrogelogico del territorio);
2. studiare la struttura dei sistemi di ecosistemi attraverso l’analisi e l’individuazione delle macro-configurazioni strutturali, dell’ecomosaico (degli elementi che costituiscono il paesaggio), dell’Habitat naturale – seminaturale – antropico, delle configurazioni strutturali (matrici, macchie e corridoi), delle configurazioni funzionali (apparati di HN e HU) dell’eterogeneità del sistema di ecosistemi, della grana, della frammentazione, ecc;
3. studiare le funzioni del sistema di ecosistemi attraverso l’individuazione e l’analisi dei flussi di energia, di materiali e specie; delle interazioni fra gli elementi spaziali, delle connessioni interne ed esterne al biocomprensorio, l’analisi della Biopotenzialità territoriale, la connettività, la circuitazione, ecc;
4. studiare le trasformazioni strutturali e funzionali del sistema di ecosistemi attraverso la diNarnica degli apparati funzionali;
5. effettuare la sintesi delle condizioni individuate a livello superiore ed influenti sul livello inferiore, per individuare le corrette linee di intervento. - Analisi a livello intermedio o d’intervento.
Per questa tipologia di analisi è opportuno invece delimitare l’area di studio (sito estrattivo), comprese le aree più prossime e soggette a potenziali interazioni, e individuare i tipi di ecotessuto presenti (l’insieme delle unità del paesaggio), analizzandolo da un punto di vista strutturale e funzionale. A tal fine si renderà comunque necessario:
1. individuare l’ecomosaico, ovvero gli elementi che costituiscono il paesaggio dal punto di vista prettamente strutturale;
2. studiare la struttura paesistica, attraverso l’individuazione dell’eventuale matrice paesistica e definire origine e configurazione delle macchie (dimensioni, densità e forma), caratteristiche dei corridoi (larghezza, connettività, curvatura, interruzioni, nodi, effetto barriera), porosità, connessioni;
3. studiare le funzioni e le trasformazioni del sistema di ecosistemi con l’individuazione e l’analisi dei flussi di energia, di materiali e specie, le interazioni fra gli elementi spaziali, le connessioni interne ed esterne all’ecotessuto;
4. studiare i margini, gli ecotoni, per definire meglio i rapporti di scambio con l’intorno;
5. studiare gli eventuali disturbi, da valutare in base alla dimensione, all’intensità e alla frequenza;
6. effettuare la sintesi delle caratteristiche riscontrate, individuando quelle influenti a livello inferiore.
- Analisi a livello inferiore.
A tale scopo sarà invece opportuno:
1. individuare le caratteristiche locali che determinano le potenzialità e i fattori limitanti del luogo, ossia le caratteristiche idrogeologiche, pedologiche, le nicchie ecologiche, i biotopi, le emergenze storico- culturali, ecc;
2. individuare i processi che, originatisi a questo livello, si ripercuotono su quello intermedio;
3. effettuare la sintesi delle caratteristiche riscontrate, ponendo particolare attenzione a quelle influenti sul livello intermedio, valutando un loro eventuale riesame ai fini di una più corretta e particolareggiata definizione;
In ultimo la fase diagnostica costituisce un momento di sintesi dei dati rilevati con le suddette analisi. A supporto possono essere utilizzati dei modelli a scheggia che si basano sullo studio delle variazioni degli indicatori nel tempo e nello spazio, per una migliore rappresentazione delle dinamiche in atto. Tale fase si articolerà in:
1. individuazione degli ISR. 2. scelta degli indici significativi.
3. realizzazione di modelli per la rappresentazione delle dinamiche in atto (modelli a scheggia).
4. individuazione degli squilibri strutturali e funzionali del sistema di ecosistemi, alle diverse scale spaziali in base agli standard di riferimento redatti sia per l’ambito regionale che per la zona di studio.
5. determinazione della qualità ambientale delle unità di paesaggio considerate.
6. determinazione del modello evolutivo dell’ecotessuto considerato.
7. sintesi diagnostica, con l’elenco degli squilibri e dei deficit, per ogni scala, con indicazione dei valori corretti applicabili al sistema da adottare a livello di piano.
8. individuazione degli obiettivi per un intervento di recupero ambientale e studio dettagliato con il trasferimento delle conoscenze nel campo.
Sulla base delle considerazioni emerse dall’analisi condotta, ponendo quali obiettivi da perseguire la ricostruzione della continuità ecologica ed il miglioramento della qualità della vita locale attraverso la promozione di una fruibilità sostenibile dell’ambiente, gli interventi di risanamento ambientale per un sito di cava possono essere suddivisi in quattro moduli di intervento:
- ripristino della vegetazione naturale; - ripristino del soprassuolo ad uso agricolo;
- rimodellamento morfologico; - recupero ad utilizzo antropico.
In una concezione di tipo ecosistemica, qualsiasi intervento di miglioramento ambientale deve poter essere controllato, verificato e valutato nella sua incidenza sul sistema per verificarne l’efficacia.
Si tratta quindi di uno studio diacronico, in quanto analizza tutte le componenti in diverse sezioni di tempo, attraverso lo studio ante operam, stato di fatto e progettazione con prospetti reali sul ripristino. Esso vuol essere un tentativo di ricostruire un equilibrio che è andato perduto sia a livello di microcosmo che macrocosmo, di ricreare uno spazio naturale in modo tale che non sia in antitesi con la realtà urbana vicina ma che anzi la completi