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CAPITOLO 9 Il ruolo degli indicatori nella gestione ambientale

9.2 Il modello DPSIR

La maggior parte degli indicatori attualmente in uso da gruppi nazionali e internazionali si basa sul modello DPSIR dell’UN-CSD (United Nations Commission on Sustainable Development), nel quale il sistema conoscitivo e dei controlli in campo ambientale si fonda su una relazione causale fra gli elementi “Azione – Pressione – Stato – Impatto – Risposta”. Negli ultimi tempi tale modello è diventato un vero e proprio standard operativo, oiché questi rapporti esprimono un sistema di analisi nell’ottica delle relazioni tra sistema ambientale e umano (fig.28).

Figura 28: Struttura del DPSIR per i Reporting nelle tematiche ambientali (da: Gli indicatori ambientali

e di sostenibilità. G. Bollini)

Secondo questo sistema di analisi, le attività sociali ed economiche esercitano Pressioni sull’ambiente e, di conseguenza, determinano cambiamenti sullo Stato dell’ambiente, sullo stato e disponibilità delle risorse naturali rinnovabili e non e sulla biodiversità. Infine tutti questi cambiamenti inducono Impatti

negativi sulla salute umana, sugli ecosistemi e sulle risorse naturali, che possono far emergere una Risposta politica e/o sociale che agisca da feedback sui gruppi Dirigenti, o direttamente sullo stato o sugli stessi impatti, mediante azioni di adattamento o di miglioramento.

Ovviamente, il mondo reale è più complesso di quanto possa essere schematizzato nelle semplici relazioni di causa – effetto espresse in un sistema di analisi. È del tutto arbitraria la distinzione tra sistema ambientale e sistema umano. Soprattutto molte delle relazioni tra questi due sistemi non sono sufficientemente comprese o sono più complesse per poter rientrare in un struttura così semplice.

Nondimeno, da un punto di vista politico vi è la necessità di chiarire e specificare una informazione su:

1) Elementi Guida

2) Pressioni ambientali di risulta 3) Stato dell’ambiente e

4) Impatti derivanti dai cambiamenti sulla qualità ambientale 5) Risposte sociali a questi cambiamenti sull’ambiente.

Per poter ottenere le informazioni necessarie, gli indicatori ambientali dovrebbero riflettere tutti gli elementi di una concatenazione causale che unisce le attività umane ai relativi impatti ambientali e le risposte sociali a tali impatti.

La struttura del DPSIR è utile per la descrizione delle relazioni tra origini e conseguenze delle problematiche ambientali, ma per la comprensione delle loro dinamiche occorre anche mettere a fuoco il legame tra i diversi elementi del DPSIR stesso. Al momento, la relazione tra “D” (azioni) e “P” (pressioni) derivanti da attività economiche è funzione dell’eco-efficienza della tecnologia ed è relazionata ai sistemi in uso: un abbassamento di “P” a fronte di un maggiore “D” evidenzia il miglioramento della stessa.

Similmente, la relazione tra Impatti sull’uomo o sugli ecosistemi e la “S” (stato dell’ambiente) dipende dalle capacità portanti (carriyng capacities) e dalla soglia di questi sistemi. La possibilità di Risposte della società dipende da come questi impatti sono percepiti e valutati; il risultato di “R” su “D” dipende dall’ efficacia della Risposta (fig.29).

Figura 29: Indicatori e informazione che unisce gli elementi del DPSIR (da: Gli indicatori ambientali e

di sostenibilità. G. Bollini)

Questi indicatori descrivono la situazione attuale con riferimento ai principali temi ambientali, quali cambiamenti climatici, acidificazione, contaminazione da sostanze tossiche e rifiuti dovuti ad un’attività estrattiva e in relazione alle situazioni geografiche nelle quali queste tematiche si mostrano.

Gli indicatori Forze Guida (D) descrivono gli andamenti sociali, demografici ed economici nella società ed i corrispondenti cambiamenti negli stili di vita, specialmente per quanto attiene ai livelli di consumo ed ai modelli di produzione. Gli indicatori Guida riguardano in primo luogo la crescita della popolazione, quindi i bisogni e le attività dei singoli individui. Questi indicatori primari determinano modificazioni su tutti i livelli della produzione e dei consumi. Dalla lettura di questi cambiamenti, gli indicatori Guida consentono di definire la pressione esercitata sull’ambiente.

Gli indicatori di Pressione (P) descrivono gli sviluppi in relazione alle emissioni, gli agenti fisici e biologici, l’uso delle risorse e l’uso del territorio. Le pressioni esercitate dalla società vengono trasportate e trasformate in una varietà di processi naturali che si manifestano nei cambiamenti delle condizioni ambientali. Esempi di indicatori di pressione sono le emissioni di

CO2 per settore, l’uso di materiali da cava e sabbie per le costruzioni ed il territorio trasformato in strade.

Gli indicatori di Stato (S) danno una descrizione della quantità e qualità dei fenomeni fisici (quali la temperatura), dei fenomeni biologici (stocks di pesce) e fenomeni chimici (concentrazioni di CO2 atmosferica) in una determinata area. Gli indicatori di stato consentono, ad esempio, di fotografare e descrivere in un determinato momento le risorse presenti in una foresta, le concentrazioni di fosforo e zolfo nei laghi, i livelli di rumore nelle vicinanze di un impianto di frantumazione di inerti.

I cambiamenti sullo stato dell’ambiente sono dovuti alle pressioni esercitate su di esso. Questi cambiamenti hanno impatti sulle funzioni sociali ed economiche, sull’ambiente, così come sulle previsioni di particolari condizioni per la salute umana, sulla disponibilità di risorse e sulla biodiversità.

Gli indicatori di Impatto (I) sono utilizzati per descrivere questi impatti. Essi si succedono secondo una certa sequenza: l’inquinamento dell’aria è causa del riscaldamento globale (effetto primario), che può essere causa di un incremento della temperatura (effetto secondario) che a sua volta determina un aumento del livello dei mari (terzo effetto) che può prodursi in una perdita di biodiversità.

Gli indicatori di Risposta (R) riferiscono delle risposte attuate da gruppi o singoli individui, così come i tentativi governativi per prevenire, compensare, migliorare o adattare i cambiamenti avvenuti nell’ambiente. Alcune risposte della società possono sia riguardare forze guida negative sia ispirare e indirizzare trends prevalenti nei consumi e nei modelli di produzione. Altre risposte aspirano ad innalzare l’efficienza dei prodotti e dei processi, attraverso la promozione e l’introduzione di tecnologie pulite. Esempi di indicatori di risposta sono la percentuale di auto dotate di sistemi catalitici e la quantità di rifiuti di cava riciclati. Un indicatore di risposta molto usato è quello che descrive le spese ambientali.

9.2.1 Il modello DPSIR applicato al settore estrattivo

Il modello concettuale entro il quale si sviluppa la definizione degli indicatori, proposto dalle stesse Linee Guida per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), è il modello Pressione-Stato-Risposta originariamente sviluppato dall’OCSE ed in seguito modificato dalla United Nations Commission on Sustainable Development (UN-CSD) con l’introduzione dei determinanti e degli impatti (Driving Forces, Impact, DPSIR), che ricomprende indicatori di tipo descrittivo, di prestazione, di efficienza e (ma meno usati) di benessere totale, attualmente in uso nel campo della valutazione ambientale (European Environmental Agency, Environmental Indicators: Tipology and Overview, tech report 25, 1999).

Esso, infatti, si basa su una struttura di relazioni casuali tra sistema ambientale ed umano (nell’eccezione economica, politica e sociale) che legano i seguenti elementi.

- Determinanti (settori economici, attività umane); - Pressioni (emissioni, rifiuti, ecc.);

- Stato (qualità fisiche, chimiche, biologiche);

- Impatti (su ecosistemi, salute, funzioni, fruizioni, ecc.);

- Risposte (politiche ambientali e settoriali, iniziative legislative, azioni di pianificazione, ecc.).