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Individuazione delle edizioni illustrate con stampe barberiniane

LA MATRICE, LA STAMPA E IL LIBRO

2.1 Individuazione delle edizioni illustrate con stampe barberiniane

Come già evidenziato dalla studiosa Anna Grelle Iusco nella guida illustrata La Calcoteca dell’Istituto Nazionale per la Grafica56, una cospicua parte delle matrici Barberini

erano state realizzate allo scopo di dotare di apparati illustrativi le edizioni finanziate dalla famiglia Barberini. Alcuni di questi volumi erano già noti attraverso gli studi condotti sull’editoria barberiniana da Franca Petrucci Nardelli, mentre altri sono emersi durante le ricerche di dottorato.

Sin dall’inizio dunque è stato affrontato il problema di individuare degli strumenti d’indagine che consentissero, partendo dalla matrice, come in questo caso, di rintracciare le edizioni illustrate con le stampe tirate dai rami Barberini.

È risultato pertanto opportuno espandere le indagini in più direzioni, esplorando diversi canali di ricerca sia da un punto di vista bibliografico che storico-artistico, di cui si rende conto nei paragrafi che seguono.

Anzitutto sono state verificate tutte le edizioni citate nel saggio Il cardinale Francesco Barberini senior e la stampa a Roma del 198557 di Franca Petrucci Nardelli, che sono affiorate dall’analisi dei registri amministrativi del cardinale Francesco Barberini (1597- 1679). Il suo saggio è risultato particolarmente utile ai fini di questa ricerca, poiché ha consentito di reperire 33 edizioni i cui corredi illustrativi sono pertinenti alle matrici del fondo Barberini.

Mentre un ulteriore volume è emerso da altri studi della Petrucci Nardelli sul cardinale Francesco Barberini junior (1662-1738) e la stamperia di Palestrina, pubblicati in I Barberini a Palestrina del 199258.

Ma, come la stessa studiosa scrive nel suo saggio del 1985, alcune delle spese sostenute dai Barberini nel campo tipografico ed editoriale erano state omesse dai conteggi della famiglia, e per questo motivo alcune edizioni sfuggono dalla sua analisi documentaria. Un elemento innovativo di questa ricerca consiste nel fatto che le Giustificazioni di tesoreria dell’Archivio Barberini che allora non erano consultabili, perché non ordinate, oggi sono accessibili ed è possibile fare un riscontro tra le note di pagamento individuate dalla studiosa

56 La calcoteca dell’ING 2004, pp. 103-107. 57 Petrucci Nardelli 1985, pp. 133-198. 58 Petrucci Nardelli 1992, pp. 179-195.

e le Giustificazioni59. Inoltre, è necessario sottolineare che le ricerche condotte dalla Petrucci Nardelli sono incentrate sui prodotti editoriali del Seicento, mentre le lastre del fondo, seppure la maggior parte di esse appartenga al XVII secolo, giungono fino al Settecento con alcune estensioni anche all’Ottocento.

In primo luogo mi si sono avvalsa dei vari strumenti online per la ricerca bibliografica e ho utilizzato anche alcune raccolte digitali disponibili in rete. Attraverso il nome dell’incisore, il disegnatore, l’inventore, che in alcuni casi hanno firmato la lastra, oppure tramite la citazione del dedicante e del dedicatario, talvolta presente nelle iscrizioni, o ancora mediante il titolo dell’opera o l’identificazione del soggetto, sono stati interrogati i seguenti strumenti: il metaOPAC KVK, realizzato da Karlsruhe Institute of Technology, l’OPAC

SBN, la sezione Grafica del Discovery EDS di EBSCO, le biblioteche digitali BDI, Gallica, e il portale Europeana, nonché le realizzazioni di Google Books e di Google Project Art.

Tuttavia, sin dai primi tentativi è risultato evidente che le schede di catalogazione delle edizioni non sempre fornissero indicazioni sugli apparati illustrativi. Ad eccezione dei volumi che hanno avuto più fortuna, nella maggior parte dei casi la descrizione è molto carente ed è affidata ad alcuni termini standardizzati, che, però, non rendono giustizia agli apparati illustrativi di un libro. Risulta pertanto piuttosto complesso conoscere quali incisioni siano presenti all’interno di un volume, e l’unica possibilità concreta consiste nella verifica diretta dell’edizione.

Sull’OPAC di SBN, ad esempio, sono state svolte delle indagini mirate inserendo nel canale di ricerca appropriato i nomi degli editori romani che erano soliti collaborare con la famiglia Barberini, “Roma” come luogo di pubblicazione, e l’intervallo cronologico “1620- 1750” che interessa maggiormente la mia ricerca, ad esempio: Mascardi, Roma, 1620-1750.

La stessa verifica è stata applicata anche in maniera più circoscritta con il nome “Barberini” nel campo della parola chiave. L’obiettivo era di estrarre una lista di volumi pubblicati da editori romani in un determinato periodo di tempo, e attraverso le descrizioni e le note della scheda bibliografica rilevare se per caso ci fossero delle illustrazioni tratte dai rami Barberini. Va subito detto, però, che questa strategia di ricerca presenta due limiti: il primo riguarda il numero dei volumi da esaminare, in quanto le liste il più delle volte sono molto lunghe, e devono essere analizzate una scheda per volta; il secondo è dato dalla descrizione stessa che viene fornita dall’OPAC. Alcune schede, infatti, specie quelle delle edizioni che hanno avuto più successo, presentano delle informazioni più dettagliate e

59 L’inventario delle Giustificazioni Barberini è stato curato da Luigi Cacciaglia, si vedano Le giustificazioni

forniscono indicazioni circa le illustrazioni, l’autore o il soggetto, ma nella maggioranza dei casi invece, le descrizioni risultano estremamente sommarie, e ricchi apparati illustrativi sono spesso affidati alla generica, e forse un po' riduttiva, indicazione “ill.”. Anche per le vignette e gli stemmi sui frontespizi talvolta non è specificato se si tratta di una xilografia o una calcografia. Pertanto, per avere un’idea più precisa delle illustrazioni presenti in ogni edizione, è stato necessario procedere sempre ad una verifica diretta del volume60. Neanche utilizzando la sezione Grafica di SBN è stato possibile risalire dalla stampa all’edizione di appartenenza, dato che questo strumento è stato realizzato su base volontaria dell’invio di dati da parte delle singole biblioteche, e risulta ancora in fase di allestimento.

Per quanto riguarda l’ambito degli studi artistici, è vero che attualmente molti dei più grandi istituti che conservano stampe sono entrati nell’ottica della digitalizzazione, ma al momento si è ancora lontani dall’includere le incisioni edite come illustrazioni in un’edizione dai progetti di digitalizzazione di arte grafica. L’Istituto Centrale per la Grafica di Roma, ad esempio, ha inserito le sue collezioni di stampe, disegni, matrici incise, opere fotografiche, nel sistema CalcoGRAFICA che, con le sue 190.000 schede e 70.000 immagini, e per le caratteristiche intrinseche del sistema, è uno tra i progetti di digitalizzazione d’arte grafica più rilevanti nel panorama nazionale e internazionale. Anche il fondo di matrici Barberini è stato inventariato su CalcoGRAFICA, ed è quindi accessibile on-line. Cliccando sulle collezioni della Calcoteca attraverso il numero d’inventario è possibile consultare la scheda descrittiva della matrice, e talvolta visualizzare anche l’immagine della relativa stampa di campionario della Calcografia. Ma, eccetto le lastre che godono di maggiore notorietà, di cui viene indicata anche l’edizione di riferimento, le informazioni sono molto carenti e molto spesso si rifanno ai dati descrittivi inseriti nella prima registrazione della collezione del 1960, che si ricorda, è piuttosto incoerente e non rispecchia la composizione reale dei vari nuclei di appartenenza delle matrici.

È dunque possibile affermare che si tratta in un certo senso di un campo di studi poco coltivato.

A questo punto la ricerca si è snodata in più direzioni andando ad esplorare diversi canali che hanno richiesto lunghe indagini, e non sempre hanno portato ai risultati sperati.

60 Per i volumi disponibili presso le biblioteche di Roma, le verifiche sono state effettuate direttamente, mentre

per le edizioni presso altre biblioteche d’Italia sono state richieste informazioni bibliografiche aggiuntive via e-mail.

Sempre con la finalità di individuare i volumi stampati dalla famiglia Barberini, nei quali erano state impiegate le lastre del fondo, sono stati consultati gli annali a stampa pubblicati dei tipografi romani del Seicento61.

In seguito, tenendo presente che tra le matrici sono presenti anche stemmi e piccole calcografie, che in alcuni casi sono state utilizzate per i frontespizi dei volumi di vari ambiti, ad esempio medico, giuridico, religioso ecc., è stato effettuato lo spoglio dei cataloghi di alcune Biblioteche di Roma62, circoscrivendo la ricerca alle sole edizioni pubblicate tra il 1620 e il 1750 a Roma. Particolare attenzione è stata riservata al catalogo dei libri della biblioteca Barberina Index bibliothecae qua Franciscus Barberinus edito in due volumi da Michele Ercole, “Typis Barberinis” nel 1681, nella quale sono elencati tutti i libri conservati nella biblioteca Barberina fino a quella data.

La ricerca è stata inoltre estesa ai cataloghi cartacei e on-line delle case d’asta Christie’s, Minerva Auction, Philobiblion, Casa d’aste Babuino, Sotheby’s d’asta, ponendo attenzione anche a quelli delle più piccole case d’asta o librerie antiquarie romane, la maggior parte dei quali sono consultabili nella sala manoscritti e rari della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma63. Ciò nonostante da questi tre canali di indagine di cui si è riferito sopra non sono emerse nuove edizioni, ma solo volumi già noti alla mia ricerca attraverso gli studi di Franca Petrucci Nardelli.

Neanche gli approfondimenti sulle biografie, utilizzando i dizionari e i cataloghi di incisori, oltre che i cataloghi monografici di tutti gli artisti che hanno firmato le lastre Barberini, hanno portato ai risultati sperati. I dati ricavati hanno restituito informazioni soltanto sulle incisioni del fondo che godevano di maggiore notorietà, mentre le altre di minore pregio artistico, sono state tralasciate dalla bibliografia storico-artistica.

Le indagini sono state indirizzate anche verso i manoscritti barberiniani che elencano cataloghi della Biblioteca Barberini o liste di libri posseduti da Antonio, Carlo e Francesco Barberini. Lo spoglio di tutti i codici64 che mostrano attinenza con la biblioteca e con il mio argomento di ricerca, è stato utile per rintracciare un’edizione con stampe Barberini. La

61 Gli annali consultati sono i seguenti: Carosi 1962; Esposito 1972; Ceresa 2000; Ceresa 2009; Cancedda

2000. Sono state visionate inoltre le tesi di laurea sullo stesso tema presenti nel Dipartimento di Scienze Documentarie, Linguistico-Filologiche e Geografiche.

62 Istituto Superiore di Sanità 2010; La biblioteca 2009; BiASA 1983, BiASA 1986; BiASA 1994; Biagetti

2008 e Biagetti 2012.

63 Per questa ricerca si è tenuto conto delle indicazioni di Flavia Cristiano in L'antiquariato librario in Italia

(Cristiano 1986).

64 I manoscritti esaminati durante le ricerche di dottorato sono i seguenti: BAV, Barb. lat. 2585, 3097, 3104,

3105, 3110, 3111, 3112, 3113, 3117, 3119, 3121, 3122, 3124, 3125, 3126, 3127, 3128, 3129, 3130, 3132, 3133, 3134, 3135, 3137, 3140, 3141, 3142, 3152, 3153, 3154, 3155, 3156, 3157, 3158, 3159, 3160, 3161, 3162, 3163, 3164, 3165, 3166, 3171, 3172, 3173, 3174, 3175, 3176, 3178, 3186, 3187, 3189, 3192, 3193, 3194, 3195, 3196, 3197, 3198, 3199, 3200, 3201, 3202.

medesima analisi è stata svolta anche sui documenti dell’Indice II dell’Archivio di famiglia65, conservati presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, da cui è affiorato lo stesso volume.

Nel corso delle ricerche, alcuni suggerimenti, che si sono rivelati molto utili ai fini del mio progetto, provengono dai censimenti delle stampe pubblicate in libri antichi di cui è stata rilevata la presenza in alcune biblioteche di Roma. Si fa riferimento agli schedari consultati presso la Biblioteca di Archeologia e Storia dell’arte, la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e a quello della Biblioteca Universitaria Alessandrina66. Pur trattandosi di lavori parziali, che riguardano solo i monumenti e i luoghi più importanti di Roma e dintorni, è stato possibile risalire ad un’edizione le cui stampe sono riconducibili alle matrici Barberini. Lo schedario della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, ad esempio, è un lavoro di censimento avviato molti anni fa, ma non portato a termine, che in sette piccoli fascicoli con ordinamento topografico, riporta indicazioni sui volumi nei quali è stata pubblicata ogni singola stampa.