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Nota delle Stampe esistenti nell'Eccma Casa Barberini disegnate, ed intagliate da celebri Artefici Analisi di un catalogo di vendita

LE MATRICI BARBERINI NEL MERCATO DELLE STAMPE A ROMA TRA XVIII E XIX SECOLO

3.1 Nota delle Stampe esistenti nell'Eccma Casa Barberini disegnate, ed intagliate da celebri Artefici Analisi di un catalogo di vendita

Le ricerche sui cataloghi di vendita delle incisioni Barberini prendono avvio dalla matrice VIC 1839/67 che fa parte della medesima raccolta, sulla quale è incisa una Nota delle Stampe esistenti nell'Eccma Casa Barberini disegnate, ed intagliate da celebri Artefici (scheda 265). Ma anche altri indizi, emersi attraverso lo spoglio dei manoscritti barberiniani e del materiale d’archivio riferiti alla Biblioteca e al Museo Barberini, testimoniano come la tiratura delle matrici continuò anche nel corso del XVIII e XIX secolo. Nello specifico nelle pagine che seguono si farà riferimento ad un Registro de’ Rami… Dell’Eccmo Signor Principe Palestrina225, e ad altri documenti relativi all’attività del bibliotecario Luigi Maria Rezzi, che decise di tirare delle stampe dalle lastre conservate nella Biblioteca e di metterle in vendita, come testimoniato la Nota delle Stampe di pertinenza della Biblioteca Barberini vendute226 e la Nota delle Stampe tirate con i Rami di pertinenza della Biblioteca Barberini227, le cui spese e guadagni sono riassunti nella Dimostrazione Dell’Introito, e Spese… Da Decembre 1821, a tutto Giugno 1835228.

La lastra VIC 1839/67 era già nota alla studiosa Anna Grelle che la cita nel suo sommario sul fondo Barberini nella Guida illustrata della Calcoteca e in una nota dell’Indice delle stampe De’ Rossi229. Ma al di fuori di tali riferimenti, mancano ad oggi degli studi che

mettano in piena luce la valenza di questa matrice. Inoltre, mentre per tutti gli altri rami della raccolta è possibile consultare le relative stampe di campionario nel settore della Calcografia, della lastra VIC 1839/67 non è presente nessuna tiratura: l’unico esemplare ad oggi noto, è affiorato attraverso questa ricerca e proviene dal manoscritto Barberiniano latino 3166230, di cui ho già avuto modo di discorrere nel primo capitolo a proposito di un inventario dei rami Barberini231.

La Nota delle Stampe… Barberini desta particolare interesse perché non si tratta di un semplice inventario. Dal momento che sono presenti annotazioni di natura economica a fianco alle incisioni elencate, è verosimile supporre che si tratti di un catalogo di vendita.

225 BAV, Arch. Barb. Indice II, 322, cc. 390r.- 393v. L’inventario è scritto fino a c. 392r. 226 BAV, Arch. Barb. Indice II, 322, cc. 89r.-90v.

227 BAV, Arch. Barb. Indice II, 322, c. 97r./v. 228 BAV, Arch. Barb., Indice II 322, cc. 5r.-6r.

229 La calcoteca dell’ING 2004, p. 103 e Indice 1996, p. 78, nota 41. 230 BAV, Barb. lat. 3166, c. 133.

231 L’inventario Descriptione ed inventario de’ Rami esistenti nella Biblioteca Barberini, datato tra il 1816 e il

Ovviamente, la scelta di incidere su una lastra una lista delle stampe disponibili, offriva l’opportunità di tirare diverse copie del catalogo, che era possibile far circolare tra i librai e i venditori ambulanti che facevano da tramite per i Barberini.

Si riporta un’immagine della matrice e di seguito la relativa trascrizione con in aggiunta l’indicazione delle undici edizioni nelle quali sono state pubblicate le stampe, tre delle quali sono affiorate da questa ricerca, mentre le altre erano già note attraverso le ricerche di Franca Petrucci Nardelli:

Nota delle Stampe esistenti nell'Eccma Casa Barberini disegnate, ed intagliate da celebri Artefici

Anacoreti diseg. da Mart. De Vos ed intag. dal Cavazza in 25. Mezzi fogli...* _: 60 Arco di Settimio Severo int.to inacqua

forte da Pietro Santi Bartoli in 6. fogli reali...*_: 80 [in SUARES Joseph Marie, Arcus L. Septimii Seueri Aug. Anaglypha, Roma, Barberini, Michele Ercole, 1676]

S. Brunone del Lanfranco in foglio imperiale...*_: 10 Conclusione dis.ta da Carlo Maratti

ed int. da Pietro Aquila 2. fog. Imperiali...*_: 15 Consesso Sinodale tenuto in Subiaco

dall'Emo Carlo Barberini intag. dal Barriere in foglio papale..*_: 10 [in ABBAZIA DI FARFA, Synodus dioecesana insignis abbatiae sublacensis nullius dioeceseos, Roma, Barberini, Michele Ercole, 1674] Deposito di Luca Olstenio esistente

nella Chiesa dell'Anima... *_: -5 [in HOLSTENIUS Lucas, Vetus pictura nymphaeum referens commentariolo, Roma, Michele Ercole, Barberini, 1676 e in HOLSTENIUS Lucas, Annotationes in

geographiam sacram Caroli à S. Paulo, Roma, Giacomo Dragondelli, 1666] Fuoco di Castel S. Angelo, ed altre

vedute teatrali diseg. dal Grimoldi ed int. dal Galestruzzi in 5. fogli imper………...*_: 50 [in MARAZZOLI MARCO, La Vita humana overo il Trionfo della pietà, Roma, Mascardi, 1658]

Funerale di Gio. III. Rè di Polonia diseg. da Seb. Cipriani, ed int. da Pietro, e Fran.co

Bartoli…...*_: 10 [in HOZJUSZ, Stanisław, Descriptio exequialis pompae in templo D. Stanislai, Roma, Domenico Antonio Ercole, Barberini, 1697]

Monte Pincio illuminato, ò machina di fuoco fatta nella nascita del Delfino di Francia dall'Emo. Ant.o Barberini diseg. da Scor

ed int. da Barriere in foglio

papale...*_:20 Ornati, o finali varj da Libri, in

piccolo, tra quali sono varj monumenti di antichità intag. da Santi Bartoli, e da altri celebri

autori……...* [in PACHYMÉRÈS Georgius, Georgii Pachymeris Michael Palaeologus, sive Historia rerum a Michele Palaeologo, Roma, Barberini, Fabio de Falco, 1666 (?) e PACHYMÉRÈS Georgius, Georgii Pachymeris Andronicus Palaeologus, sive Historia rerum ab Andronico seniore, Roma, Fabio de Falco, Barberini, 1669 (?)]

*Pianta della Villa di Adriano Imp. in Tivoli diseg. dal Contini ed intag. dal Morone in 10.

Fogli imperiali, senza la sposizione stampata...*1. 20 [in CONTINI Francesco, Dechiaratione generale della pianta della Villa Adriana, Fabio de Falco, Roma, 1668]

Pianta, ed alzata dell'edifizio antico di S. Gio. Laterano intag. dal Rouhier in 2. fogli im =

periali...*: 20 [in RASPONI Cesare, De basilica et patriarchio lateranensi libri quattuor, Roma, Ignazio Lazzari, 1657] Prospetto dell'Esposizione del

Santissimo fatta dall'Emo Fran.co

Barberini in S. Lorenzo in Dama = so in foglio imperiale...*: 10 Scheletri di varj Animali, opera

del Liagno, in ottavi 20. di fo = glio imperiale...*: 50 [in DI LIAGNO Teodoro Filippo, Horarum fallax mors incertissima

Funerale dell'Emo Fran.co Barberini

in Pesaro diseg. dal Cassio, ed int. da Santi Bartoli...*_: 10 [in MUSANTI Giovanni Domenico, In funere eminentissimi, et reuerendissimi principis Francisci cardinalis Barberini, Pisa, Fratelli Gotti, 1680]

Funerale di Giacomo II. Rè d'Inghilterra diseg. dal Cipriani, ed intag. dallo Specchi, in foglio papale, colle pertinenze al med.o in

3. mezzi fogli, e 15. quarti papali...*_: 70 [in AQUINO Carlo d', Sacra exequialia in funere Jacobi II Magnae Britanniae, Roma, Domenico Antonio Ercole, Barberini, 1702]

Geografia de luoghi soggetti alle Badie

di Farfa, e di S. Salvatore maggiore,

in fogli 3. imperiali...*_: 30 [in ABBAZIA DI FARFA, Synodus dioecesana insignium abbatiarum s. Mariae Farfensis, et s. Salvatoris maioris ord. s. Benedicti, Roma, Barberini, Domenico Antonio Ercole, 1686]

Imbarco della Regina d'Ungheria nel porto di Ancona l'an. 1632. diseg. da Vin.o Ricci Anconitano, fogli 4 papali...*: 80 Memorie antiche del Tempio della

Fortuna Prenestina espresse in 11. Tav. di differente grandezza delin. dal Castelli...*_: 70 [in SUARES Joseph Marie, Praenestes antiquae libri duo, Roma, Angelo Bernabò, 1655]

rerum attamen horarum cur tibi cura datur […], Firenze (?), 1620 (?)] Varj fiori, e figure di Pietro da

Cortona intag. dal Greuter in 48. mezzi fogli...*1. 20 [in FERRARI, Giovanni Battista, De Florum cultura Libri IV, Roma, Stefano Paolini, 1633 e FERRARI, Giovanni Battista, Flora ouero Cultura di fiori, Roma, Pietro Antonio Facciotti, 1638] Varie favole virtù &c. intag. da

Bloemart, da Greuter &c.

in 16. mezzi fogli... *_: 80

[in DA BARBERINO Francesco,

Documenti d'amore di m. Francesco Barberino, Roma, Vitale Mascardi, 1640]

Viaggio di Alessandro Magno per l'Egitto, tratto da un Mo = saico antico di Palestrina diseg. da Giuseppe Sincero ed

intagliato dal Frezza in

5. fogli papali...*1.20 [in PIERALISI Sante, Osservazioni sul musaico di Palestrina, Roma, Tip. Salvucci, 1858]

Ma vediamo nel dettaglio. Si tratta di un elenco di stampe riferite ad alcune delle lastre del fondo Barberini232, e sulla base di alcuni inventari nei quali è citato il rame è possibile datarlo tra il 1721 e 1821233.

La lista è strutturata in due colonne, e le stampe sono raggruppate sulla base dell’edizione di riferimento o per “serie”, ossia per corpi, costituiti dalle grandi composizioni divise su più fogli e da quelle incisioni che presentano una pertinenza, non necessariamente tematica. Accanto alla breve descrizione del soggetto e all’indicazione del nome del disegnatore, dell’incisore e talvolta dell’inventore, che le hanno realizzate, è riportato il numero dei fogli e il formato (quarto papale, mezzi fogli, reale, imperiale e papale). Tale informazione era un elemento ricorrente nei cataloghi di vendita, sia perché giustificava il prezzo di una stampa234, sia perché offriva al cliente un’idea precisa sulla dimensione dello

stampato. Lo stesso criterio era utilizzato anche nei cataloghi dei librai. I formati più piccoli, che nel caso dei Barberini erano le matrici realizzate per illustrare i libri, erano facilmente trasportabili e avevano ampia diffusione; mentre le stampe su fogli reali, imperiali e papali potevano essere riunite in album o appesi alle pareti come quadri235. È il caso ad esempio

232 Tra le stampe scelte per il catalogo Barberini, mancano alcune incisioni sebbene realizzate prima del 1721.

Sono escluse dall’elenco: la Facciata di San Girolamo della Carità (VIC 1838 scheda 222); le sei lastre (VIC 1839/9-14, schede 117-122) per i Viaggi di Moscovia del 1658; le due matrici (VIC 1822 scheda 23 e 1823, scheda 34) di Claude Mellan su disegno di Gian Lorenzo Bernini per i Poemata del 1631; i dodici rami (VIC 1839/25-30 schede 20-25, 1839/34 scheda 26, 1839/51 scheda 28, 1839/53 scheda 29, 1839/56 scheda 27, 1839/58 scheda 30, 1839/59 scheda 31) realizzati per De Lateranensibus parietinis del 1625; il ritratto del gesuita Giacomo Sirmondi (VIC 1839/36 scheda 97) per Oratio in obitum Iacobi Sirmondi soc. Iesv Presbyteri del 1652; le due lastre raffiguranti il ritratto di Suora Francesca Farnese (VIC 1839/38 scheda 210, 1839/39 123), una delle quali pubblicata nell’edizione del Nicoletti del 1661; il Frontespizio architettonico (VIC 1839/66 scheda 208) di Dominique Barrière; il ritratto del Cardinale Antonio Barberini inciso da Robert Nanteuil (VIC 1833, scheda 125) e la relativa cornice (VIC 1839/57, scheda 209); le due lastre (VIC 1839/31 e 1839/32, schede 155 e 156) per Vita Angeli Colotii Episcopi Nvcerini del 1673. Mancano inoltre le

Conclusioni Logico-metafisiche e Fisiche e l’Apoteosi di Giovanni III Sobieski del 1684, incise in tre matrici

(VIC 1829/1-3 schede 226-228) da Jacques Blondeau e Arnold van Westerhout su disegno di Augusto Scilla; le due lastre raffiguranti l’Effige di Pio IV (VIC 1839/62-63 schede 200-201), di cui una datata al 1561; lo

Scudo per stemma (VIC 1839/46 scheda 202) di Aloisio Giovannoli (1550-1618), e i due Stemmi Barberini, di

cui uno di papa Urbano VIII (VIC 1839/42 scheda 211) e l’altro del cardinale Antonio Barberini (VIC 1839/43 scheda 212); un Vetro cimiteriale Petrus Paulus (VIC 1839/33 scheda 217), una Lince (VIC 1839/35 scheda 213), una Moneta dell’imperatore Massenzio (VIC 1839/52 scheda 214); una Moneta greca (VIC 1839/55 scheda 216); una Moneta Successa Vivas (VIC 1839/54 scheda 215).

Anna Grelle Iusco identifica gli Ornati, o finali varj da Libri, in piccolo, tra quali sono varj monumenti di

antichità intag. da Santi Bartoli, e da altri celebri autori, citati nella Nota... delle stampe Barberini, con le

stampe tirate dai rami realizzati da Pietro Santi Bartoli per i due volumi del Pachimere [Georgii Pachymeris

Michael Palaeologus, sive Historia rerum a Michele Palaeologo del 1669 e Georgiou tou Pachymere Andronikos Palaiologos del 1672 (matrici VIC 1839/1-8, schede 129-136; VIC 1839/64, scheda 124; VIC

1839/44, scheda 128)] (si veda Indice 1996, p. 80, nota 60). A mio avviso, le informazioni riportate nella Nota

delle Stampe… Barberini non sono di per sé esaustive per riferire tutte le stampe indicate nella nota alle matrici

per le edizioni del Pachimere.

233 Per la datazione si veda p. 30 di questa trattazione. 234 Fuhring 2000, pp. 74-82.

delle grandi composizioni suddivise in più fogli come le Conclusioni236 disegnate da Carlo Maratta e incisa da Pietro Aquila su due fogli imperiali, l’Imbarco della Regina d'Ungheria nel porto di Ancona 237 su quattro fogli papali, la Pianta della Villa di Adriano in Tivoli 238 disegnata da Francesco Contini e incisa da Baldassarre Morone su dieci fogli imperiali, e il Viaggio di Alessandro Magno per l'Egitto239 disegnato da Baldassarre Morone e inciso da Girolamo Frezza su cinque fogli papali. Accostando lungo i bordi le tavole era possibile ottenere dei giganti formati murali.

Infine, per ciascuna stampa è riportato il costo in scudi e baiocchi romani. Il prezzo di un’incisione è calcolato sulla base di molteplici fattori. Innanzitutto, come abbiamo visto, rivestono una notevole importanza le dimensioni e la qualità della carta, alle quali normalmente andrebbero sommate anche le spese per la manodopera e la matrice, ma nel caso delle stampe Barberini, dato che si tratta di lastre riutilizzate, questi ultimi due elementi non incidono in maniera rilevante. Sono determinanti invece i nomi degli artisti che hanno firmato le incisioni, come si può ben vedere nella Nota delle Stampe… Barberini dove, ad eccezione di due stampe per le quali non vengono indicati gli autori, per le altre sono puntualmente segnalati. Ma influiscono anche l’usura del segno delle matrici, che determina la “forza” dell’inciso, come sottolinea Anna Grelle parlando delle stampe vendute dalla stamperia De Rossi alla Pace, e se si tratta di lastre firmate da artisti contemporanei o del passato. Al contrario incideva molto poco sul prezzo il giudizio estetico e critico240. Eppure esistono anche altri fattori esterni che possono far oscillare il costo delle stampe, come la domanda espressa dagli acquirenti. Negli anni giubilari, ad esempio, quando migliaia di pellegrini raggiungevano la città papale, era ovvio aspettarsi un rialzo dei prezzi delle stampe241.

Detto ciò, per avere un’idea più precisa dei costi, potremmo fare riferimento a quanto scrive la Grelle242 a proposito del rapporto fra i prezzi e le dimensioni delle singole stampe,

236 Matrici VIC 1816/1-2 (schede 224-225). 237 Matrici VIC 1835/1-4 (schede 218-221). 238 Matrici VIC 1836/1-11 (137-147).

239 La serie completa del Mosaico nilotico è costituita da sette lastre che corrispondono alle matrici 1813/12-

17 (schede 229, 185-188) e VIC 1839/60-61 (schede 230-231). È probabile che le due matrici escluse da questo catalogo siano le VIC 1839/60-61 che raffigurano il bassorilievo marmoreo sul quale poggiava tutta la composizione.

240 Indice 1996, p. 51.

241 Per maggiori approfondimenti si rimanda a Coen 2013a, pp. 233-250.

242 Si riporta la trascrizione integrale da Indice 1996, p. 51: “[…] per i fogli papali si va dai venti baiocchi,

prezzo prevalente, ai venticinque delle incisioni di Pietro Testa, ai trenta di altre di Charles de La Haye, ai quaranta di alcune di Francesco Aquila; per i fogli imperiali da un prezzo poco applicato di dieci baiocchi a quello più frequente di quindici o venti fino ai trenta baiocchi di alcune incisioni di Giovan Battista Vanni, di Pietro Aquila, di Cornelis Bloemaert, di Nicolas Dorigny e ai quaranta di altre anch'esse di Pietro Aquila, di François Spierre, di Charles Allet. Massima appare l’oscillazione per il formato reale: dai cinque/dieci baiocchi,

basata sull’analisi degli Indici della stamperia De Rossi alla Pace, che ebbero varie pubblicazioni e aggiunte a partire dal primo volume del 1677 fino all’ultimo del 1735243.

Innanzitutto la Grelle sottolinea che nei cataloghi De Rossi i prezzi delle stampe rimasero invariati tra il 1705 e il 1797, inoltre afferma che rispetto alla vendita dei fogli sciolti, per le serie e per le stampe di libri venduti insieme, veniva applicato un costo inferiore. Alla luce di tali considerazioni, se si confrontano le stampe vendute nei cataloghi De Rossi con quelle della Nota delle Stampe… Barberini – prendendo come campione di riferimento solo le stampe di XVII secolo, di uno stesso incisore e che presentano il medesimo formato – è possibile giungere ad interessanti deduzioni. Ad esempio il prezzo dell’Arco di Settimio Severo int.to in acquaforte da Pietro Santi Bartoli stampato su sei fogli

reali e venduti ad ottanta baiocchi (circa 13,33 per foglio) nella Nota delle Stampe… Barberini, è pressappoco in linea con i quindici/venti baiocchi per foglio indicati nei Cataloghi De Rossi. Ed ancora per la Conclusione dis.ta da Carlo Maratti ed int. da Pietro Aquila su due fogli imperiali, per la quale i Barberini richiedono quindici baiocchi, la Grelle stima un valore oscillante tra quindici/venti/trenta, talvolta anche quaranta, per le stampe di Pietro Aquila. Mentre si scende a dieci baiocchi per un’incisione di Pietro e Francesco Bartoli raffigurante il Funerale di Gio. III. Rè di Polonia diseg. da Seb. Cipriani, stampato su un foglio papale, quindi appena sotto il valore di quindici/venti rilevato nei cataloghi De Rossi. Allo stesso prezzo viene venduto il Funerale dell'Emo Fran.co Barberini in Pesaro diseg. dal Cassio, ed int. da Santi Bartoli su foglio imperiale. Più complesso è stabilire invece se Varie favole virtù &c. intag. da Bloemart, da Greuter &c. su sedici mezzi fogli, che costano in tutto 80 baiocchi, ossia 5 a foglio, siano in linea con quelli dei cataloghi De Rossi. È vero che le stampe del Bloemaert risultano più costose rispetto alle altre, ma si tratta in questo caso di sedici stampe riferite ad un libro, i Documenti d’amore di Francesco da Barberino del 1640, pertanto il prezzo, come si è detto, tende ad essere più basso.

frequentissimi per stampe tra l'altro di Marcantonio, Bonasone, Ghisi, Beatrizet, Thomassin, Falda, ai quindici/venti baiocchi per stampe di Francesco Giovane, Giov. Cesare Testa, Lambert Visscher, François de Louvemont, Nicolas Laigniel, del Dorigny, del Blondeau, di Benoit Farjat, di Pietro Santi Bartoli, di Francesco Aquila, François de Poilly, Nicolò Billy, Jakob Frey, Jean Baron, Charles Allet, Charles Audran, sino ai picchi di venticinque, trenta o quaranta baiocchi riservati a qualche incisione del Bloemaert.

Fra le stampe mediamente più costose, a parità di formato del foglio, risultano quindi, oltre le carte geografiche e le piante di Roma, le incisioni di Pietro e Francesco Aquila, del Bloemaert, del Blondeau, del Dorigny, di Charles de La Haye, del Farjat; appena inferiore il costo di quelle di Pietro Santi Bartoli. Ed è un andamento pienamente confermato dal prezzo delle serie integrali e dei libri – tenuto conto delle riduzioni che, come s’è accennato, risultano attuate per i corpi – ma non sempre, come vedremo, in sintonia con quello delle corrispondenti matrici”.

243 L’intera collezione calcografica di Lorenzo Filippo De Rossi fu acquistata nel 1738 da parte della Camera

Ovviamente si tratta di un paragone che presenta dei limiti. Innanzitutto è necessario premettere che i Barberini non erano degli stampatori, e che esiste una sostanziale diversità, in quanto a consistenza, tra il catalogo dei De Rossi e quello Barberini. Ciò nonostante può essere interessante avere una panoramica sui prezzi che correvano tra il XVIII e XIX secolo e rilevare ad esempio che la differenza tra il prezzo richiesto per una stampa su foglio reale di Pietro Santi Bartoli dei Barberini non era poi così tanto diverso da quello domandato dai De Rossi244.

Qualche precisazione sulla stampa Nota delle Stampe… Barberini, conservata nel manoscritto Barb. lat. 3166: le stampe riferite all’Arco di Settimio Severo, al Tempio della Fortuna di Palestrina, alla Villa di Adriano a Tivoli ed infine quelle per l’edizione del Ferrari del 1633, sono contraddistinte da un segno manoscritto. È probabile che si tratti delle serie che si intendevano stampare o di cui si possedevano delle tirature già pronte alla vendita nella Biblioteca Barberini. A dar forza a quest’ultima ipotesi, è uno stimolante particolare emerso da un manoscritto barberiniano latino 3105245, nel quale è riportato un inventario

delle stampe conservate della Biblioteca Barberina, con la specifica dei “tiratoi” dove era possibile trovarle. Tale catalogo, il cui titolo è citato nell’articolo Due inventari della Bibliotheca Barberina di Cinzia Fortuzzi246, venne redatto sicuramente dopo il 1702, poiché all’inizio dell’elenco sono indicate le stampe per le esequie di Giacomo II realizzate per le Sacra exequialia in funere Jacobi II Magnae Britanniae. Si trascrivono di seguito, per la prima volta, le cc. 164r.- 195v. del manoscritto barberiniano 3105.

244 La bibliografia sui cataloghi di stampe appare ancora oggi povera di contributi. I cataloghi esistevano sin

dal tardo cinquecento ed era un fenomeno comune fino ai primi del XX secolo in molte città europee. Agli studi sul catalogo cinquecentesco di Lafrery (Giannone 2000, pp. 3-5; Parshall 2006, pp. 3-28; Alberti 2011, pp. 75-116, 513), a cui aveva fatto seguito nel 1614 quello della stamperia di Andrea e Michelangelo Vaccaro all’“Insegna della Palma d’oro”, si sono aggiunte le ricerche di Francesca Consagra e Anna Grelle sui cataloghi pubblicati dalla stamperia De Rossi alla Pace a Roma, in particolare su quello del 1735, che è una riedizione ampliata di un catalogo più modesto apparso nel 1677 (si vedano Consagra 1996; Indice 1996). Ulteriori contributi provengono da alcuni saggi pubblicati in Il mercato delle stampe a Roma XVI – XIX secolo a cura di Giovanna Sapori, in particolare dalle ricerche di Valentina Federici sul catalogo dello stampatore Carlo Losi, attivo a Roma con la sua bottega in via Condotti a partire all’incirca dal 1770 (Federici 2008, pp. 95-115). Per