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Innovazioni singolari di Hr

Il testimone è mutilo: la narrazione della Relatio si interrompe in esso all’inizio del capitolo VIIIG; dopo i primi passi di tale sezione si trovano la seconda metà del capitolo VII e

7 Il testo di riferimento utilizzato in questo paragrafo è quello di Ca1.

8 In questo passo i testimoni di γ non sono concordi nel trasmettere la lezioni, ma rappresentano tutti una variante errata del testo: quinque Ca1; quadraginta una Me; quadraginta Hr; quatuor Ar.

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invocantis: invocantes Hr.

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Le varianti 2 e 6 non compaiono nel testimone Hr, poiché quest’ultimo si interrompe con il capitolo VIII, come segnalato nel successivo paragrafo ad esso dedicato; tuttavia la presenza delle altre varianti ci permette di ipotizzare che anche esse siano ascrivibili allo snodo γ.

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alcune frasi conclusive in inglese. La perdita del resto dell’opera non è attribuibile a un guasto meccanico su tale codice, poiché le ultime frasi si trovano nella parte superiore del folio che per il resto è bianco: dunque non si può ipotizzare una originaria presenza dell’intera Relatio in tale codice, ma o l’assenza dei capitoli VIIIH-XXXVIII anche nell’antigrafo di Hr (presupponendo dunque nello stemma codicum uno snodo intermedio tra Hr e γ) o una scelta consapevole del copista di interrompere il suo lavoro a quest’altezza; in questo secondo caso restano però ancora ignoti i motivi che avrebbero spinto l’esecutore del manoscritto a tale decisione11.

Hr è caratterizzato poi da innovazioni singolari, che lo collocano in posizione indipendente dagli altri apografi di γ e che fanno escludere l’esistenza di suoi discendenti conservati.

Omissioni:

1. Que regia civitas [...] et nobilis (Cap. IV,2) [Ar et β: civitas est et];

2. Hec habundat [...] vino et omnibus multis aliis bonis (Cap. IV,4) [Ar et β: habundat pane vino];

3. Iuxta eam sunt [...] pascua multa pro animalibus (Cap. VI,2) [Ar et β: sunt montes in quibus sunt pascua];

4. Om. (Cap. VII,34) [Ar et β: Multe novitates sunt ibi, quas pulcherrimum esset audire];

5. Om. (Cap. VIIIA,13) [Ar et β: Et adducti sunt isti quatuor fratres];

Aggiunte:

6. Nam ad eam per terram et navigio quasi totus mundus [...] confluere potest (Cap. III,8) [Ar et β: Nam quasi totus mundus pro mercimoniis ad eam confluere potest]; 7. Ibi sunt pulcherrimi senes et sunt in reverentia; ubi homines nent et filant et femine

non (Cap. VI,5) [Ar et β: senes ubi homines];

Sostituzioni:

8. Quas ipse duxit ad quoddam castellum dictum Zarrena (Cap. I,11) [Ar et β: castrum];

9. Ab hac civitate tres Magi Ierusalem miraculose infra duodecim dies pervenerunt et Domino nato munera detulerunt que fuerunt triginta magne diete infra dictas civitates. De miraculis seu mirabilibus huius civitatis dum esset enarrare, ideo pertranseo (Cap. IV,6) [Ar et β: Et multa mirabilia sunt in hac civitate que pertranseo];

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Certamente è da escludersi un motivo legato al contenuto, giacchè il testo si interrompe prima della conclusione dell’episodio dei martiri di Tana.

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10. De ista sunt saraceni quod in ea nullus Christianus ultra annum vivere unquam potest (Cap. V,7) [Ar et β: ista dicunt saraceni];

11. In Ormes fecerunt pactum cum quodam nauta ut deportaret eos usque Polumbrum (Cap. VIIIA,1) [Ar et β: navi];

12. Tunc cadi undique turbatus clamavit dicens: «Iste sanctus non est» (Cap. VIIIC,1) [Ar et β: cadi cepit clamare dicens];

13. Quos illi armati et mirantes accesserunt et illos devote in servitio Dei occupatos ibidem (Cap. VIIID,5) [Ar et β: Quos illi saraceni, qui missi fuerant, invenerunt].

Tali innovazioni singolari sono piuttosto numerose e ascrivibili a diverse tipologie: Hr presenta alcune lacune dovute a errori meccanici (varianti 1, 2) o a salto per omeoteleuto (variante 3), ma allo stesso tempo anche alcune modifiche che richiedono un intervento invasivo del copista, che, ad esempio, modifica un termine dell’antigrafo con un sinonimo (varianti 8, 11, 12).

Si segnala che alcune lezioni di Hr sfuggono a una precisa classificazione; se dunque quella proposta sembra la collocazione più probabile per il testimone, tuttavia rimane aperta la possibilità che esso si trovi in una posizione differente all’interno dello stemma codicum della redazione. Essendo Hr però un codice molto innovativo e che trasmette solo una parte dell’opera, l’incertezza relativa alla sua collocazione non inficia la ricostruzione del testo. In particolare si segnalano alcune lezioni innovative comuni a Hr e Me12 e altre varianti comuni a Hr e alla redazione E13; si ricorda però che quest’ultima versione della Relatio sicuramente doveva essere facilmente accessibile nell’area in cui ebbe diffusione la redazione A2, come testimoniano le contaminazioni con essa certamente avvenute in Ar e ε.

Il gruppo β

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Il gruppo β comprende tre manoscritti, Me, Ca1, e Ot15, che condividono numerose innovazioni che li isolano rispetto al resto della tradizione; inoltre tutti e tre presentano alcuni

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Si vedano le seguenti varianti esemplificative: Casseri Hr: Cassari Me: Cassan cett. (Cap. IV,1); screphe Hr: scrophe Me: scepi So: scerpi cett. (Cap. VII,30); Virginis gloriose Marie Hr et Me: Virginis gloriose cett. (Cap. VIIB,24); om. Hr et Me: sic Ca1: eos sic cett. (Cap. VIIF,4); om. Hr et Me: interfectis cett. (Cap. VIIIF,12); provincia Hr et Me: terra cett. (Cap. VIIIF,19).

13 Si vedano ad esempio le seguenti lezioni: sunt formosi Hr et E: formosi A2 (Cap. VII,3); om. Hr et E: et homines vadunt compti criibus et ornati ut hic mulieres A2 (Cap. VII,4; si tratta di salto per omeoteleuto); domi

Hr et E: om. A2 (Cap. VIIIA,15); fides vestra vera et bona Hr et Ar: fides vestra vera E: fides vestra bona A2

(Cap. VIIIB,9); et Hr et E: ubi A2 (Cap. VIIIC,16). In numerosi altri casi, che non segnalo in quanto a mio parere meno significativi, Hr e E omettono gli stessi termini.

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errori singolari, tali da lasciar ipotizzare una stessa discendenza da un antecedente comune non conservato, β appunto.

Aggiunte:

1. Et vidi tot corpora mortua ibi quod nullus crederet michi nisi mecum vidisset (Cap. XXXVII,7) [Ar: Ubi tot corpora mortuorum vidi quod nisi aliquid vidisset quasi incredibile videtur; ε: Et vidi tot corpora mortua ibi quod nullus crederet nisi videret];

2. Que ita terribiliter me respexit et tantum timorem michi incussit quod omnino credidi ibi fuisse mortuus (Cap. XXXVII,8) [Ar: Que in tantum erat terribilis quod; ε: Que ita terribiliter me respexit quod];

Sostituzioni:

3. In quem libenter ascendissem, si mea societas me prestolari voluissent (Cap. II,3) [Ar et Hr: voluisset];

4. In ea tantus calor est, ut virilia hominum exeunt corpus (Cap. VII,16) [Ar et Hr: quod];

5. In quo tam viri quam mulieres signant se ferro calido in facie, in quindecim (Ca1) / tresdecim (Me) partibus (Cap. XII,14) [Ar et ε: duodecim];

6. Et distat a mari per unam dietam, posita super flumen, cuius aqua propter mare cui contignatur, ascendit super terram per quindecim dietas (Cap. XX,2) [Ar et ε: duodecim dietas];

7. Nec in ea vidi spatium unde bene inhabitaretur; immo vidi multas domos habentes decem vel quindecim solaria unum super aliud (Cap. XXIII,3) [Ar et ε: decem vel duodecim];

8. Et decem vel tresdecim (Ca1) / quindecim (Me) superlectiles faciant unum ignem et sic pro uno igne solvent (Cap. XXIII,13) [Ar et ε: decem vel duodecim];

9. Iste dominus kanis imperium suum divisit in tresdecim (Ca1) / quindecim (Me) partes (Cap. XXVIC,19) [Ar et ε: duodecim partes];

10. Extra Cambalech ad quinquaginta dietas est una foresta (Cap. XXVIII,2) [Ar et ε: viginti];

11. Tunc accedit magnus kanis super tres elefantes et duas sagittas emittit in totam illam multitudinem animalium (Cap. XXVIII,10) [Ar et ε: quinque sagittas];

12. Aliud terribile michi ego vidi ibi (Cap. XXXVII,1) [Ar: Aliud etiam magnum terribilem ibi vidi; ε: Aliud terribile fuit quod ego vidi ibi].

Le innovazioni comuni a Ca1, Me e talvolta anche Ot consistono soprattutto in modifiche per sostituzione del dettato dell’antigrafo; sono inesistent le omissioni ed esigue le

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Data la ridotta porzione di testo conservata dal manoscritto Ot, come si segnala nel paragrafo ad esso dedicato, solo per le innovazioni contenute nei capitoli I,1-I,21 e XXXIII,8-XXXVII,14 possiamo affermare che sono condivise anche da tale testimone (si vedano le varianti 1, 2 e 12).

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aggiunte. In particolare la maggior parte delle varianti comuni a questi due codici sono relative alle indicazioni di quantità (varianti 5-11).