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Ricostruibilità della redazione e interventi editoriali

Ai fini della ricostruzione della forma testuale della redazione A2 non sono stati tenuti in considerazione, come ovvio, i codices descripti (Ro, Hak, Pa, Hn, Go), dei quali non vengono riportate le varianti neppure in apparato. Si sono omesse anche le lezioni di Ar, in quanto codice contaminato, tranne nei luoghi in cui esse concordassero senza possibilità di dubbio con la redazione A2 (e non con E) e fossero decisive per la scelta delle varianti. Lo stesso comportamento è stato adottato nei confronti di Ot: dato che si è conservata solo una piccola parte del suo testo e quest’ultima non è sempre leggibile, le sue varianti sono state tenute in considerazione solo qualora determinanti per la scelta della lezione di β. Infine, sono state riportate in apparato le varianti di Me2 per completezza di informazioni e per consentire di individuare la tipologia e la consistenza degli interventi effettuati dal correttore.

Dunque, per ricostruire la facies testuale dell’archetipo della redazione x, poi emendato secondo le modalità che saranno illustrate a breve, si sono confrontati i subarchetipi ε e γ; qualora anche con l’ausilio della resto della tradizione manoscritta non sia possibile riconoscere la lezione più aderente alla forma di A2 si sono seguiti i consueti criteri della selectio, in particolare la lectio difficilior e l’usus scribendi.

Nella valutazione delle varianti si è tenuto altresì conto che a livello dello snodo ε il testo della Relatio è stato interessato da un accurato lavoro di controllo e revisione, dato che, quando disponibile il confronto con altre redazioni, la lezione di γ si dimostra tendenzialmente quella corretta. Per quanto riguarda la sezione dell’opera che segue il cap. IX, per la quale non si dispone più della testimonianza di Hr, il confronto è stato effettuato tra ε e β; per la scelta delle varianti si è osservato che, se ε tende ad innovare frequentemente,

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Si veda anche quanto si legge nella descrizione del codice di Göttingen (Verzeichniss der Handschriften im

Preussischen Staate, 1: Hannover, 3: Die Handschriften in Göttingen Bd. 3. Universitätsbibliothek, Berlin 1894,

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anche con interventi di sostanza, β è più conservativo relativamente al contenuto ma maggiormente invasivo nella resituzione di uso grammaticale più classico della lingua42.

Scendendo ai piani inferiori dello stemma, una valutazione dei testimoni è stata necessaria anche per ricostruire il dettato di ε, di β e di γ. Nel primo caso, quello dello snodo ε, nei casi di scelta delle lezioni incerti è stata attribuita la preferenza a Ca2 prodotto di un copista che si dimostra meno innovativo rispetto all’altro testimone del gruppo; il copista So, invece, in alcuni passi tende a correggere il dettato del suo modello43. Per quanto riguarda β, invece, una maggiore affidabilità è stata attribuita a Ca1, poco incline agli interventi deliberati e anche esso frutto del lavoro di un copista attento44; al contrario Me innova più frequentemente, in conseguenza all’erroneo scioglimento di abbreviazioni, a piccole omissioni o errori meccanici45. Infine, nell’individuare il dettato di γ si è attribuita la preferenza a β che per la sezione del testo che comprende i capp. I-VIII si dimostra più

42 Si vedano ad esempio i seguenti passi:

Cap. VI,5: In ea sunt pulcherrimi senes, ubi homines nent et filant et femine non A2: senes ibi homines β; Cap. VII,16: In ea tantus calor est, quod virilia hominum exeunt corpus A2: est ut virilia β;

Cap. VII,19: In hac terra homines utuntur navigio que vocatur Iase A2: navigio quod vocatur β;

Cap. VIIIF,2: Die sequenti post martirium fratrum predictorum melik dormitioni se dedit A2: sequenti martirium

β.

43 Si vedano ad esempio i seguenti passi:

Cap. XXVIB,4: Et subter illum pedem sunt penne gruis; et totus ille pes ornatus <est> maximis margaritis: a fronte dell’omissione di est e dunque in presenza di una forma verbale errata So modifica in ornatur.

Cap. XXVIC,26: Unde ita latum et longum est suum imperium, quod <unus> ad quamcumque partem iret satis haberet facere in sex mensibus: data l’evidente lacuna che consegue all’omissione di unus, So integra con qui. Cap. XXXIII,17: Tunc veniunt vultures de montibus assuefacti ad huius<modi>, et carnes omnes asportant: So sostituisce l’errato huius che si trova in x con huiusmodi epus.

44 Al punto, per citare un esempio, da suddividere l’opera in capitoli ai quali attribuisce un titolo.

45 Me tende a omettere alcuni termini, probabilmente abbreviati, costituiti da una o due sillabe (1); in altri, frequenti, casi il copista fraintende una o più lettere all’interno di una parola oppure scioglie in maniera errata alcune abbreviazioni (2); o ancora crea della lacune per salto per omeoteleuto (3). Si vedano rispettivamente i seguenti esempi:

1. Cap. III,11: Et de illo sale unusquisque tantum accipit quantum vult A2: unusquisque accipit Me;

Cap. V,5: Et uvarum siccarum et viridium plus ut credo quam in aliqua parte mundi A2: viridium ut credo Me; 2. Cap. II,4: A gente tamen illius contrate dicitur qod nullus umquam potuit ascendere illum montem A2: ullus

Me;

Cap. III,5: Nec aliquid quod ad mercimonium pertinet quod illic in bona copia non habetur A2: haberetur Me; Cap. VII,7: Et vadunt discalciate A2: discalciare Me;

3. Cap. V,9: Ultra per multas dietas ivi ad quandam civitatem dictam Comum que maxima civitas antiquitus erat A2: civitatem antiquitus Me.

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attendibile di Hr; dunque anche relativamente ai capitoli successivi all’VIII, per i quali non si dispone più della testimonianza di Hr, la ricostruzione di γ si basa con un alto grado di affidabilità su β, supportato dal confronto con Ar nei casi sopracitati.

L’archetipo x è stato emendato dei suoi errori più evidenti e banali, non attribuibili al redattore di A2. Sono stati effettuati i seguenti interventi, segnalati in apparato insieme alla situazione testuale dei testimoni:

- reintegrazione di piccole omissioni che danno luogo a un testo evidentemente scorretto: <iste> autem homo per terram gradiebatur (I,10); et ibi homines <sunt> formosi et femine turpes (VII,3); que <coram> suo cadi, idest episcopo, conquesta est (VIIIA,6); et sic <illa> ad locum fratrum deportavimus cum omni reverentia (VIIIH,19); sciendum <est> quod (XI,1); et <cum> ultima incisione per quam se interficit dicit (XI,33); et in ea multa monasteria religiosorum <sunt> qui omnes ydolis serviunt (XXI,5); et in ea <sunt> omnia victualia et animalia (XXV,4); et <hoc> tantum in festo volo expendere (XXV,10); et totus ille pes ornatus <est> maximis margaritis (XXVIB,4); quod <unus> ad quamcumque partem iret satis haberet facere in sex mensibus (XXVIC,26); et omnes vie eius optime pavate <sunt> (XXXIII,4);

- correzione di errori probabilmente dovuti a errato scioglimento di abbreviazioni: ubi accensus erat ignis copiosus A2 (est ε et β: fuit Hr - VIIIA,17); quod ipsa ibit moratura et cultura cum viro suo A2 (in aratura et cultura ε: in aratura et creatura Me: moratura et untura Ca1 - X,17); et vidi in barchis suis mergos ligatos (...) postea in barcha una posuit tres cistas magnas A2: brachiis β et ε (...) brachia ε: barchia Ca1 (XXII,13); tunc veniunt vultures de montibus assuefacti ad huiusmodi A2 (huius Ca2 et β: huiusmodi epus So - XXXIII,17); tunc ille sic fecit et omnes seni odiosos interfecit A2 (interficeret ε et Ca1: interfecit Me - XXXV,15);

- eliminazione di una congiunzione che dà luogo ad una frase scorretta: In primis refero quod, cum transirem per mare occeanum per multas dietas versus orientem et perveni ad illam magnam provinciam Manci x (XIX,1).

Non si sono invece emendati, perché attribuiti a A2: gli errori dovuti a un uso scorretto dei tempi verbali, gli errori di concordanza tra sostantivo e pronomi dimostrativi, indefiniti e relativi (ad es. dactilos quarum [Cap. VII,12]), e gli errori di resa di nomi propri o di termini esotici, che potevano non essere noti anche al redattore. In alcuni di questi casi però, per facilitare la comprensione del testo, si è proposta in apparato, preceduta dall’avverbio recte,

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quella che più probabilmente era la lezione corretta, forse presente in A ma già alterata in A2 (cfr. Capp. IV,1; VII,27; VIIIA,1; VIIIF,13; XII,11; XIII,5; XXVIB,15; XXXII,2).

Infine, non è stato corretto uno stesso errore di fraintendimento commesso per tre volte dal redattore: si tratta del termine et che nasce dal fraintendimento di idest (Cap. VI,5, IX,8 e XVII,8); se pure tale errore era facilmente commettibile ma anche correggibile, si è deciso di non procedere con l’emendatio, attribuendo così l’innovazione al redattore di A2 e non ai singoli copisti, per la frequenza e l’affinità delle sedi in cui compare.

Da ultimo, per gli altri interventi sul testo, a livello di grafia, interpunzione e paragrafazione, si veda la nota al testo che riguarda tutte le edizioni proposte in questa sede.

Si segnala che l’apparato critico è di tipo negativo, eccettuati i casi di molteplici varianti in cui viene segnalata la collocazione anche delle lezioni accolte in modo da facilitare la lettura dello stesso apparato.

Testo critico