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L’intensità dell’attività fisica degli occupati Laura Cialdea e Manuela Michelini

Abstract: Negli anni è cresciuta la necessità di analizzare i comportamenti sedentari e l’attività

fisica, non come pratiche distinte, ma come attività inserite in un modello di utilizzo del tempo. Il tempo trascorso nelle diverse attività quotidiane varia significativamente tra gli individui, ma il vincolo delle 24h comporta che al cambiare di una quantità di tempo trascorso dormendo, in comportamento sedentario, facendo attività sportiva cambia anche il tempo trascorso in uno o più dei comportamenti rimanenti. L'obiettivo di questo studio è vedere come il lavoro impatta sul modello di utilizzo del tempo: attraverso i dati dell’indagine Uso del tempo è possibile valutare il dispendio energetico dell’intera giornata degli occupati assegnando alle attività quotidiane il relativo consumo energetico sulla base del Compendio di Ainsworth[1].

Parole chiave: Uso del tempo, Compendio delle attività fisiche, Equivalente metabolico (Met)

comportamento sedentario, Intensità attività lavorativa

Gruppo tematico: 3 Lavoro e politiche sociali.

1. Dati

L’indagine Uso del tempo costituisce un importante strumento di osservazione su come le persone organizzano la propria giornata e sulle relazioni tra i tempi quotidiani dei vari componenti della famiglia. Infatti, la principale peculiarità di tale rilevazione sta nel diario giornaliero: attraverso la compilazione di uno schema orario, che inizia alle 4 di mattina e copre l’arco delle 24 ore suddivise in 144 intervalli di dieci minuti, gli intervistati devono riportare le attività svolte, i luoghi in cui si trovano, le persone presenti e dall’edizione 2013-2014 anche il giudizio sulla piacevolezza del momento della giornata.

Tale informazione presenta un livello di dettaglio estremamente elevato, non comparabile con quello ricavabile dai tradizionali questionari a domande fisse.

Le rilevazioni sull’Uso del tempo permettono anche di osservare attività fisica e sedentarietà, due concetti opposti, ma strettamente legati alla qualità della vita e al benessere.

Il presente studio si propone di andare oltre le stime temporali di questi due singoli comportamenti, per spingersi verso stime relative all’intensità delle attività quotidiane svolte.

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Figura 1: Estratto dal diario giornaliero

2. Metodologia

Sulla base dello studio “Linking the American time-use survey (ATUS) and the

compendium of physical activities: methods and rationale” [2] sono state collegate le

stime dell'intensità dell'attività fisica con tutte le attività riportate nei diari giornalieri dell’edizione 2013-2014 dell’indagine Uso del tempo.

L’intensità è calcolata agganciando ad ogni attività svolta il relativo dispendio energetico (Met) utilizzando il Compendio delle attività fisiche di Ainsworth: una tabella che associa ad ogni attività fisica un Met cioè “l’equivalente metabolico o costo energetico”.

L’aggancio ai valori Met ha permesso di classificare le attività in quattro categorie2

basate sulla spesa energetica equivalente al Met:

- sedentarie (Sb) tutte le attività con un livello di equivalente metabolico inferiore

a 1,6 3. Sono comprese attività come guardare la Tv, leggere comodamente

seduti ecc.

- di lieve intensità (Lpa) in cui l'equivalente metabolico è compreso tra 1,6 e 2.9.

Spesso associata in passato al comportamento sedentario in realtà comprende tutte quelle attività legate al lavoro familiare come cucinare, lavare i piatti, stendere i panni, stirare, sorvegliare i bambini ecc.

- di moderata intensità (Mpa) in cui l'equivalente metabolico è compreso tra 3 e

6 Met. Comprende tutte quelle attività come portare a spasso il cane, fare giardinaggio, coltivare l’orto, giocare con i bambini per fare alcuni esempi. - di vigorosa intensità (Vpa) se hanno un valore Met superiore a 6. Comprende le

attività che aumentano la frequenza respiratoria, come gli sport aerobici. Nello studio Advances in Population Surveillance for Physical Activity and Sedentary

Behavior: Reliability and Validity of Time Use Surveys [4], gli autori hanno determinato 2 Ai fini della ricerca, i livelli di attività fisica a intensità moderata e vigoroso spesso sono considerati come una sola categoria: attività di moderata-vigorosa intensità (MVPA), mentre il sonno (SLE) essendo l’attività all'estremità più bassa dello spettro di intensità [1] con un dispendio energetico relativo di 0,95 Met, è considerato a parte rispetto ai comportamenti sedentari. Ad esempio, la composizione di uso nel tempo composta da sonno, comportamento sedentario, attività fisica leggera e attività fisica moderata-vigorosa sono etichettate come SLEEP-SB-LPA-MVPA.

3 Le soglie Met potrebbero non essere appropriate per i bambini: il limite superiore della soglia Met per la sedentarietà nei bambini dovrebbe essere aumentato da 1.5 a 2.0 Met [3]

l'affidabilità e la validità delle indagini sull'uso del tempo per valutare il comportamento sedentario e dell'attività fisica. Il confronto tra le misure ottenute applicando i Met ai dati del diario con quelle rilevate con l'accelerometro ha mostrato che i dati delle indagini sull'uso del tempo sono affidabili.

Un discorso a parte va fatto per l’attività lavorativa, assegnare un livello di intensità agli episodi lavorativi è particolarmente complesso perché gli episodi di lavoro retribuito sono codificati solo come "occupazione", senza ulteriori informazioni su cosa abbiano effettivamente svolto i rispondenti: ai quali è richiesto di indicare solo l'orario e non le mansioni specifiche svolte durante il lavoro.

Per l’assegnazione dei Met alle attività lavorative è stato seguito lo studio “Attaching

metabolic expenditures to standard occupational classification systems: perspectives from time-use research [5]: i ricercatori hanno sviluppato una procedura per associare le

spese metaboliche all’attività professionale basandosi sul sistema di classificazione occupazionale standard Isco-08 (International Standard Classification of Occupations - release 08). Il sistema Isco-08 ha fornito una panoramica completa di tutte le occupazioni, insieme a una descrizione dettagliata di tutte le mansioni specifiche associate a tali occupazioni. Una volta definite tutte le mansioni per ogni professione è stato associato ad ogni mansione un valore Met poi per ogni professione si è calcolata la media dei valori Met. Arrivando ad ottenere un valore Met per ciascuna delle 436 diverse occupazioni dell'Isco-08. Procedendo per aggregazioni successive si è arrivati ad ottenere un valore Met per ogni grande gruppo di professioni.

Per poter applicare la stessa metodologia ai dati dell’indagine Uso del tempo, che utilizza la classificazione delle professioni CP2011, armonizzata con la classificazione Isco-08, è stato necessario procedere alla conversione dei codici delle professioni CP2011 con quelli Isco-08.

L’assegnazione dei valori Met permette di classificare le professioni svolte: si passa dagli impiegati che fanno un lavoro sedentario, a manager e insegnanti che svolgono un’attività di lieve intensità, fino ad arrivare ad agricoltori e operai che svolgono professioni a moderata intensità.

86 Cialdea L. e Michelini M.

Figura 3: Livelli di intensità delle attività lavorative per grande gruppo ISCO-08

3. Analisi

In Italia gli occupati trascorrono in media rispettivamente circa 33, 27 e 38 per cento della loro giornata in sonno (Sleep), in comportamento sedentario (Sb), attività fisica (Pa). L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) definisce attività fisica qualsiasi movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici che richiede un dispendio energetico: in questo insieme rientrano sia le attività di lieve intensità (6h57’) sia quelle di moderata intensità (2h02) sia le attività vigorose (6’). Le raccomandazioni dell’Oms sull’attività fisica per la salute ci chiariscono che l’attività fisica non va confusa con lo sport. A tal fine nello studio vengono incluse anche tutte quelle attività quotidiane normalmente svolte, come quelle di lieve intensità considerate l'elemento determinante nel contribuire in modo significativo alla spesa energetica totale giornaliera, perché sono in grado di occupare, in media, più di 6 delle 24 ore (circa il 25 per cento della giornata); si includono anche le attività di intensità moderata che sono fondamentali per la salute, infatti l’Oms raccomanda di svolgere costantemente almeno 30 minuti di attività moderata per riceverne benefici in salute: dal grafico emerge come l’attività moderata occupa 2h02’ di un giorno medio settimanale, circa l’8 per cento delle 24h.

Indiscussi sono i benefici per la salute derivanti dallo svolgimento regolare di attività

vigorosa [6], alle quali in un giorno medio le persone vi dedicano appena 6’ (0,4 per cento

delle 24h).

Considerando il complesso delle attività quotidiane, occupati e casalinghe sono coloro che passano mediamente meno tempo al giorno in attività sedentarie (rispettivamente 6h29’ e 6h27’), seguiti dagli studenti (6h58’) Sono, invece, gli studenti a svolgere più di tutti attività di lieve intensità (7h21’), in cui è incluso lo studio, seguiti dagli occupati con 6h57’, tra i quali la quota di persone impiegate in professioni a scarso dispendio energetico è ormai prevalente. Considerare nel computo del dispendio energetico l’insieme di attività svolte quotidianamente e non solo l’attività fisica propriamente detta fa registrare il massimo dell’attività fisica moderata-vigorosa tra le casalinghe (2h26’), che annoverano tra le proprie attività quotidiane numerose attività di lavoro domestico con un dispendio energetico moderato, seguite dai ritirati dal lavoro con 2h14’. Fanalino

di coda gli studenti (1h03’), che tolto lo studio e lo sport, scontano, lo scarso impegno nelle attività domestiche.

Suddividendo gli occupati per tipo di lavoro svolto sulla base del dispendio energetico emerge che sono quasi il 20 per cento quelli che fanno lavori sedentari, circa il 60 per cento quelli che svolgono lavori di lieve intensità, e appena il 13 per cento quelli che svolgono una professione che richiede una moderata intensità.

Dall’analisi si evince che coloro che durante la giornata sono impiegati in un lavoro a moderata intensità trascorrono più tempo in attività sedentarie (6h) rispetto a coloro che hanno un lavoro sedentario o a lieve intensità (rispettivamente 5h32’ e 5h21’); ma il vincolo delle 24h comporta che data la quantità di tempo trascorso in comportamento sedentario, cambia anche il tempo trascorso in attività di lieve e moderata intensità. Eccezione fa il tempo trascorso in attività vigorosa che riguarda quasi esclusivamente le attività sportive impegnative che essendo una attività di tempo liberamente scelta non cambia per tipo di lavoro.

Figura 4: Livelli di intensità delle attività quotidiane

Figura 5: Tempo speso dalla popolazione di 15 anni e più in Sleep, Sb e Attività fisica per intensità e condizione professionale

88 Cialdea L. e Michelini M.

Figura 6: Attività fisica per intensità e condizione professionale

4. Conclusioni

Lo studio ha considerato un approccio composizionale all'analisi dei dati: considerando l'informazione relativamente alla distribuzione del tempo speso in comportamento sedentario, attività di lieve, moderata e vigorosa intensità; la quantità di tempo speso in un comportamento è significativa solo alla luce del tempo trascorso negli altri e non da solo.

L’adozione di questo compendio ha permesso di mettere in luce attività lavorative a lieve intensità che altrimenti sarebbero state catalogate come attività sedentarie, di conoscere l’intensità delle attività svolte nel complesso della giornata e vedere la relazione tra intensità dell’attività lavorativa e extra lavorativa.

In quest’ottica l’esaustività delle indagini sull’uso del tempo è una fonte preziosa. Analizzare l'equilibrio tra i tempi trascorsi in questi comportamenti. permette di avere una visione completa del dispendio energetico giornaliero degli occupati, ed evidenziare quali sono le fasce meno attive in modo da effettuare delle politiche per prevenire schemi di uso del tempo non salutari e per promuovere una migliore distribuzione del tempo tra i vari comportamenti.

Riferimenti bibliografici

[1] Ainsworth BE, Haskell WL, Herrmann SD, Meckes N, Bassett DR Jr, Tudor-Locke C, Greer JL, Vezina J, Whitt-Glover MC, Leon AS. (2011) Compendium of Physical

Activities: a second update of codes and Met values. Aug;43(8):1575-81. doi:

10.1249/MSS.0b013e31821ece12.

[2] Tudor-Locke C, Washington TL, Ainsworth BE, Troiano RP. (2009) Linking the American time-use survey (ATUS) and the compendium of physical activities:

methods and rationale. Journal of Physical Activity and Health. May;6(3):347-53. doi: 10.1123/jpah.6.3.347.

[3] Saint-Maurice PF, Kim Y, Welk GJ, Gaesser GA. (2016) Kids are not little adults: what Met threshold captures sedentary behavior in children? Eur J Appl

Physiol.116(1): 29–38.

[4] Hidde P. van der Ploeg, Dafna Merom, Josephine Y. Chau, Michael Bittman, Stewart G. Trost, and A. E. Bauman. (2010). Advances in Population Surveillance for Physical Activity and Sedentary Behavior: Reliability and Validity of Time Use Surveys. In American Journal of Epidemiology, Vol. 172, No. 10 September 2010: pp. 1199–1206. doi: 10.1093/aje/kwq265.

[5] Deyaert J., Harms T., Weenas D., Gershuny J., and Glorieux. I. (2017). Attaching metabolic expenditures to standard occupational classification systems: perspectives from time-use research in BMC Public Health 17(1). doi: 10.1186/s12889-017- 4546.

[6] Tudor-Locke C., Washington T.L., Ainsworth B.E. e Troiano R.P. (2009). Linking the American Time Use Survey (Atus) and the Compendium of Physical Activities: Methods and Rationale. Journal of Physical Activity and Health, 6(3):347-53. doi: 10.1123/jpah.6.3.347.

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