L’autopercezione della qualità della vita Un approfondimento alla ricerca delle determinant
3 La percezione del proprio benessere
Nella convinzione che il giudizio sulla propria vita sia espressione di una sensazione soggettiva che riflette anche le condizioni del momento temporale specifico [3] esso costituisce un utile complemento per mettere a confronto le caratteristiche socio- anagrafiche e gli aspetti più qualitativi che animano la vita dei 30-39enni.
È pertanto stato chiesto agli utenti dei CPI di esprimere un giudizio complessivo sulla soddisfazione nei confronti della propria vita, utilizzando un punteggio basato su una scala da 1 a 10.
Il punteggio medio rilevato è pari a 7,25 ed è, questo, un valore che si mantiene sostanzialmente stabile rispetto alle variabili età e genere, con qualche piccola accentuazione in crescita per le donne e la classe di età più giovane (Figura 2).
Per studiare allora quali possano essere determinanti e componenti che sostanziano la soddisfazione, ricordando che si tratta di una popolazione soggetta a svantaggio occupazionale e reddituale e allo stesso tempo debole per quel che concerne la disponibilità dei titoli di studio, si è messo in relazione il punteggio complessivamente auto-attribuito con specifiche caratteristiche della propria condizione di vita.
La tabella 2 presenta il valore medio complessivo (7,25) disaggregato per classe di età (7,30 per i 30-34enni e 7,21 per i 35-39enni), nonché per altre caratteristiche socio- anagrafiche.
Nonostante le molteplici combinazioni esaminate in relazione alla condizione familiare e abitativa non si rileva una significativa variabilità del dato. Piccole oscillazioni positive riguardano solo coloro che hanno effettuato la transizione e vivono con un partner o con un partner e i figli.
Figura 2: Punteggio attribuito dagli utenti CPI 30-39enni alla propria vita nel complesso (con scala con punteggi da 1 a 10) (Val. %)
Fonte: Indagine sul profilo degli utenti e customer satisfaction dei CPI – Anpal 2017
Associato invece a valori inferiori più bassi della propria soddisfazione di vita è la convivenza solo con i figli o con altri soggetti (altri parenti o conviventi non parenti). In questo caso è leggermente più evidente il dato di insoddisfazione per la fascia di età più alta.
Più incisiva delle altre variabili è invece la dote familiare.
Si tratta nello specifico di un indicatore sintetico che considera congiuntamente le informazioni sulla condizione occupazionale, sulla professione e sul livello di istruzione dei genitori dell’intervistato [4] e, rispetto al quale, i 30-39enni che si recano al CPI si distribuiscono nel modo seguente: nel 70,8% presentano una dote bassa o medio bassa; nel 15% dei casi una dote familiare della classe media e in un ultimo 14% dei casi dichiarano una dote familiare alta o medio alta.
Complessivamente, in merito ai processi di autonomia, se si incrocia la permanenza nella famiglia di origine con la dote della famiglia stessa, si conferma [5] che chi dispone di una dote più bassa, compie più velocemente la transizione, manifestando una maggiore propensione ad accompagnarsi a un partner o a sommare percettori di redditi mediante la convivenza con i genitori, altri membri della famiglia o con altri coabitanti non familiari. Sono per lo più coloro che hanno una dote alta a scegliere di vivere da soli. La genitorialità, inoltre, è inversamente proporzionale alla dote. Sono le persone provenienti da famiglie di origine caratterizzate da una dote meno elevata a dichiarare più frequentemente di avere figli conviventi.
Guardando ai livelli di soddisfazione, questi crescono al crescere della dote familiare. Rispetto quindi alle variabili fino qui analizzate, è possibile pensare che la dote familiare rappresenti una delle principali determinanti della qualità della vita percepita dagli individui.
Parallelamente si è presa in esame anche la dimensione relazionale in quanto fattore immateriale che al pari delle caratteristiche anagrafiche è capace di costituire insieme lo strumento e l'orizzonte all'interno del quale i legami formali e informali, la loro natura nonché la propensione e la capacità a mettere in atto processi di cooperazione attiva esplicitano la forza al portato biografico e multidimensionale della persona a partire dall'integrazione con altri soggetti e attori del territorio [6] [7]. Nonostante la variazione rispetto al valore medio della soddisfazione riguardi pochi decimi di punti, e pur tenendo
0 5 10 15 20 25 30 35 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
30-34 anni 35-39 anni Uomini Donne Valore medio
78 Chiozza A., Mattei L. e Torchia B.
presente che è proprio chi ha una dote familiare alta e medio alta a essere più frequentemente impegnato in reti e associazioni, è evidente quanto la soddisfazione per la propria vita cresca tra le persone che partecipano ad attività associative o sono iscritte a organizzazioni e si associ al crescere del numero di reti entro cui l'individuo è inserito. Questo è particolarmente vero per la classe di età dei 30-34enni che in generale esprimono un entusiasmo leggermente superiore dei 35-39enni.
L'attivazione del singolo e la valorizzazione delle esperienze e risorse risulta di una certa rilevanza anche in relazione ai cambiamenti di condizione rispetto al lavoro al momento della visita al CPI e al momento dell'intervista (avvenuta tra i 6 e i 18 mesi dopo la visita). Evidentemente l'esito positivo della ricerca attiva di lavoro dà luogo a una maggiore soddisfazione mentre, al contrario, il ritrovarsi nello stato di non occupazione pesa sul giudizio attribuito alla propria vita (Tabella 3).
Voto medio attribuito alla propria vita
30-34 anni 35-39 anni Totale
Condizione familiare. Vive con:
Da solo 7,21 7,10 7,16
Solo con i genitori 7,18 6,99 7,11
Genitori e figli 6,80 6,71 6,75
Genitori e partner 7,19 6,84 7,01
Genitori, partner e figli 7,25 7,62 7,41
Figli 7,34 7,14 7,22 Partner 7,46 7,32 7,39 Partner e figli 7,37 7,30 7,33 Altri 6,85 6,77 6,81 Dote familiare Bassa 7,09 7,08 7,08 Medio bassa 7,26 7,22 7,24 Media 7,57 7,33 7,47 Media alta 7,52 7,54 7,53 Alta 7,49 7,68 7,56
Iscritti ad organizzazioni o associazioni
No 7,27 7,19 7,23
Sì 7,52 7,33 7,42
Numero di reti entro cui dà o riceve aiuto
Nessuna 7,33 7,28 7,31 Una 7,28 7,23 7,25 Due 7,25 7,15 7,20 Tre 7,51 7,33 7,42 Quattro 7,37 7,29 7,32 Cinque 7,65 7,38 7,49 Sei 7,77 7,40 7,55 Totale 7,30 7,21 7,25
Tabella 2: Punteggio medio attribuito dagli utenti CPI 30-39enni alla propria vita nel complesso (con scala con punteggi da 1 a 10) per condizione abitativa, dote familiare e partecipazione ad attività di associazioni e
altre organizzazioni (Val. %)
Cambiamento di stato occupazionale Voto medio attribuito alla propria vita Nessuna transizione Da occupato a occupato 7,55 Da disoccupato a disoccupato 7,05 Transizione Da occupato a disoccupato 7,09 Da disoccupato a occupato 7,53 Totale 7,25
Tabella 3: Punteggio medio attribuito dagli utenti CPI alla propria vita per condizione professionale durante la visita e al momento dell’intervista (val.medio)
Fonte: Indagine sul profilo degli utenti e customer satisfaction dei CPI – Anpal 2017