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4. Narrazione del mercato

4.3. Confronto fra mondo industriale ed istituzionale

4.3.1. Interviste

La percezione del confine si modifica nel tempo a causa della variazione delle condizioni di mercato, senza necessariamente lasciare traccia documentata. Per ricostruire in che modo la normativa ha influito sull’operatività delle imprese si è reso necessario procedere con un approccio qualitativo, con colloqui ad esperti, finalizzato ad accedere alla prospettiva del soggetto studiato. Corbetta (2003, p. 70) analizza come l’intervista qualitativa sia “una conversazione a) provocata dall’intervistatore, b) rivolta a soggetti scelti sulla base di un piano di rilevazione e c) in numero consistente, d) avente finalità di tipo conoscitivo, e) guidata dall’intervistatore, f) sulla base di uno schema flessibile e non standardizzato di interrogazione”.

Si entra ora nel dettaglio degli elementi più significativi della definizione.

Nella ricerca sono state eseguite delle interviste semi-strutturate ad osservatori privilegiati, intesi come persone che per la posizione professionale o politica sono rilevanti per ampliare il

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quadro conoscitivo. Gli esperti sono testimoni e oggetto di ricerca: testimoni in quanto grazie alla loro posizione hanno una visione diretta e profonda del fenomeno e dispongono di un accesso privilegiato ad informazioni; oggetto di ricerca in quanto, nei limiti del loro incarico e posizione, hanno preso, prendono o mediano delle decisioni rilevanti per gli esiti del mercato.

Nella letteratura geografica si riscontra interesse per le dinamiche caratterizzanti il settore distributivo, con lo studio ad esempio attraverso interviste delle differenti relazioni di potere fra fornitore e committente nell’industria alimentare statunitense ed inglese (Hughes, 1999); anche l’industria dei videogiochi è stata rivista tramite le lenti delle GPN, con la ricostruzione effettuata attraverso interviste a fornitori e produttori delle relazioni intra, inter ed extra aziendali (Johns, 2006); non si sono individuati studi qualitativi analoghi per quanto riguarda specificatamente il carburante. Avendo l’obbiettivo di comprendere come l’offerta percepisce il confine e l’impatto delle manovre economiche volte ad attenuare i differenziali, gli attori verso cui si concentra l’attenzione sono i soggetti che conoscono le vendite nel mercato. L’impresa che si occupa della fornitura di carburante nei punti vendita a suo marchio non ha solitamente la proprietà dello stesso e nemmeno si occupa della sua gestione diretta. L’impresa ha però sostanzialmente il controllo della politica di offerta del punto vendita in quanto le rivendite sono espressione nel territorio della sua politica commerciale. L’impresa che si occupa della distribuzione in rete del carburante ha da un lato un contatto indiretto con la domanda per il tramite dei punti vendita, dall’altro opera entro il quadro regolamentare stabilito dal legislatore.

Si possono trovare due genere di punti vendita: quelli a marchio di una compagnia petrolifera, cioè imprese verticalmente integrate presenti in tutte le fasi della filiera produttiva ed avente generalmente un’estensione nazionale della rete di vendita; vi sono i punti vendita degli operatori indipendenti, conosciuti come “pompe bianche”, imprese caratterizzate per svolgere delle operazioni commerciali di acquisto e vendita del prodotto finito ed operanti su un mercato locale con una rete limitata di impianti. L’identificazione dei marchi e quindi conseguentemente delle imprese presenti nel territorio del Friuli Venezia Giulia è stato possibile perché come già ricordato esiste un sito internet istituzionale della Regione in cui sono segnalati gli indirizzi, il marchio ed il prezzo applicato nei vari punti vendita regionali. Nell’anno 2012, periodo in cui si è proceduto con l’analisi qualitativa, dal sito internet regionale si sono individuati 7 marchi di compagnie petrolifere e 14 di operatori indipendenti. Come già illustrato, tramite il marchio è possibile risalire all’azienda distributrice di carburante presso i punti vendita. Significativo menzionare che dei 14 marchi di operatori indipendenti presenti, solo 3 si riferiscono a società aventi la sede amministrativa in Friuli Venezia Giulia. Gli altri operatori indipendenti presenti nel mercato friulano sono registrati come società in Veneto. Le compagnie petrolifere sono presenti nel territorio con delle agenzie, che monitorano la rete di vendita generale del Nord-Est.

Per la scelta del campione di soggetti intervistati, si è cercato di rispettare il principio di rappresentatività sostantiva: l’obbiettivo è coprire tutti i soggetti rilevanti per il mercato, piuttosto di considerare in toto i soggetti economici ed istituzionali coinvolti a vario titolo nel mercato. L’individuazione degli interlocutori da intervistare ha seguito un procedimento «a valanga»: i rappresentanti di associazioni di categoria a livello nazionale oltre a delineare un quadro complessivo nazionale e regionale del settore carburanti hanno fornito successivi contatti dei loro associati a cui chiedere la disponibilità all’intervista. Gli operatori indipendenti, nella loro veste di distributori di prodotto, non sono rappresentati specificatamente da alcuna

116 associazione di categoria44

Sono state effettuate fra maggio 2012 e maggio 2013 un totale di 15 interviste semi-strutturate ad attori coinvolti nel mercato italiano e regionale della distribuzione carburanti, specificatamente, 4 a rappresentanti delle associazioni di categoria, 7 ad attori economici locali e 4 ad attori istituzionali. Si è ricevuta l’opinione anche di altri 3 attori economici; in questo caso la serie di domande ha dovuto avere un carattere più strutturato (i.e. 2 interviste telefoniche, 1 questionario via email) in quanto non è stato possibile effettuare l’intervista qualitativa faccia a faccia. Il contatto preliminare è stato effettuato tramite email o telefono, in base alle disponibilità, a tutte le imprese il cui marchio era presente nel sito internet regionale.

In complessivo il confronto ha riguardato operatori economici che nel territorio regionale riforniscono il 59% dei punti vendita regionali. Per quanto riguarda le compagnie petrolifere l’intervistato trattasi di responsabili locali del commerciale, nel caso degli operatori indipendenti l’intervistato consiste in soci o amministratori delegati. Come sottolineato in Yeung (1995, p.

327) le caratteristiche dei rispondenti sono importanti per l’esito dell’intervista in quanto solo chi è nella direzione possiede delle conoscenze precise sulle strategie e processi globalmente in atto nel settore. Si è scelto di non includere nel campione i singoli gestori degli impianti, soggetti che si occupano dell’operatività dell’impianto, in primo luogo, per la loro visione atomistica del mercato, in secondo luogo, per la loro dipendenza dalla società fornitrice che rifornisce l’impianto.

. Questo ha comportato la necessità di procedere ad un contatto diretto telefonico o email per richiedere la disponibilità dell’intervista, senza alcuna presentazione da parte di soggetti terzi intermediari.

Come segnalato, le interviste hanno riguardato anche 4 attori istituzionali, la cui rilevanza è stata segnalata dai rappresenti delle associazioni di categoria. Il contatto ad ogni caso è stato diretto, ed effettuato tramite reperimento dell’indirizzo nei rispettivi siti internet. Per arricchire l’analisi contestuale e comprendere la posizione della Regione sulla questione carburante sono state condotte delle interviste a funzionari e politici coinvolti a livello nazionale e regionale nella regolamentazione della distribuzione in rete di carburante e nella questione fiscalità. In Viganoni (1999) si ha un eccellente antecedente di utilizzo sistematico di interviste al ceto dirigente per esplorare il rapporto tra dimensione politico-istituzionale in specifiche regioni italiane e il sostrato socioeconomico e culturale.

L’acquisizione di informazioni sul mondo industriale attraverso non solo l’opinione di chi costituisce la struttura aziendale, ma anche di esperti afferenti all’associazionismo e al mondo istituzionale permette di raccogliere più punti di vista, come auspicato dalla letteratura (Healey e Rawlinson, 1993, p. 340). Il numero di intervistati nel caso studio consente di approcciarsi alla saturazione teorica in quanto durante le interviste si è osservato una certa ripetitività negli elementi emersi e lo svolgimento di ulteriori interviste non avrebbe apportato significativi elementi per la trattazione del tema. È noto che un approccio qualitativo all’impresa genera dati che sono vincolati al momento storico in cui si effettua l’intervista (Markusen, 1994, p. 485).

Per cercare di creare omogeneità nella raccolta delle informazioni si è cercato di focalizzare l’attenzione degli intervistati su alcuni momenti temporali a cui corrispondono shock per l’andamento della dinamica del settore.

44 Gli operatori indipendenti possono appartenere invece ad associazioni di categoria nella loro veste di proprietari di punti vendita o di depositi costieri.

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Durante l’intervista non è stato possibile la registrazione a causa della natura spesso confidenziale delle informazioni; a ogni modo le interviste sono state oggetto di note che hanno permesso l’analisi del testo scritto concernente i contenuti dei colloqui. Questa situazione non è esclusa dalla letteratura: McDowell (2010, p. 165) sottolinea come la registrazione possa creare disagio all’intervistato e possa violare il carattere di riservatezza dei contenuti delle risposte. Il carattere confidenziale impedisce in questo caso studio di esporre elementi che consentano l’identificazione dei soggetti.

La letteratura offre, con eccezione di Elwood e Martin (2000), scarse indicazioni su come il luogo dove viene svolta l’intervista possa offrire degli ulteriori elementi interpretativi per la ricerca. Data la difficoltà oggettiva nel caso studio nel contattare gli esperti e ottenere la disponibilità per un colloquio, la scelta del luogo dell’intervista è stata rimessa nelle mani dell’intervistato.

Gli obbiettivi delle interviste sono molteplici. Il primo intento è investigare su chi sono i soggetti che partecipano al mercato regionale, quali sono le loro funzioni e in che cosa consistono le relazioni fra attori. Il mercato contemporaneo del carburante offre una situazione di competizione molto interessante. Da un lato si ritrovano punti vendita con marchio delle compagnie petrolifere, dall’altro ci sono punti vendita degli operatori indipendenti. Ad ogni modo, i secondi sono fortemente legati ai primi. Come già illustrato nel Capitolo Secondo, il punto vendita anche se può essere identificato in modo univoco con un marchio, in realtà sottende a diversi soggetti economici. Per delineare un profilo completo del punto vendita sarebbe necessario conoscere: il proprietario dell’infrastruttura di distribuzione, il fornitore del carburante e il gestore del punto vendita. Dall’insegna del punto vendita si riesce a rispondere solo alla seconda domanda. Gli operatori indipendenti, sebbene siano presenti con punti vendita a loro marchio nel mercato solo da pochi anni, hanno una storia industriale che è molto spesso intrecciata a quella delle compagnie petrolifere. Non è escluso che essi abbiano relazioni pregresse con le compagnie petrolifere: un caso tipico è che essi fossero proprietari del punto vendita in cui era esposto il marchio della compagnia petrolifera. Oltre a questa possibilità, c’è da sottolineare che i punti vendita sono spesso oggetto di vendita/acquisto, per cui la crescita degli operatori indipendenti se in parte è dovuta alla costruzione di nuovi impianti, dall’altra deriva da cessioni effettuate da compagnie petrolifere o da altri soggetti proprietari indipendenti.

Ad ogni modo l’aspetto fondamentale da ricordare è che l’operatore indipendente non si occupa della fase di raffinazione del petrolio: esso acquista il prodotto finito e lo rivende al pubblico. I fornitori sono molto spesso le compagnie petrolifere stesse, che nel medesimo territorio competono con i punti vendita degli operatori indipendenti offrendo in termini qualitativi lo stesso prodotto. L’interazione fra soggetti economici non si conclude qui. Esiste una forte dimensione cooperativa in quanto i vari operatori economici (compagnie petrolifere, gestori, proprietari di reti di punti vendita, proprietari di depositi costieri) sono iscritti alle associazioni di categoria, le quali partecipano ai tavoli tecnici nazionali e regionali con le istituzioni per rappresentare gli interessi del comparto, a prescindere dal marchio di afferenza.

Analogamente a Hughes (1999, p. 367) si sono riscontrate difficoltà a ricostruire la rete completa delle relazioni fra fornitore-committente, cioè i rapporti tra operatori indipendenti ed i loro fornitori. Mentre nella ricerca dell’autore la propensione a citare durante le interviste il nome del produttore del genere alimentare aumenta con la genericità del bene venduto, nel caso studio la possibilità di conoscere il nome del fornitore o del cliente aumenta con le dimensioni

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della rete di vendita. La necessità dell’anonimato impedisce in questo testo di nominare anche le relazioni commerciali fra imprese note a tutti gli operatori del settore.

La finalità principale delle interviste è valutare come la diversa struttura aziendale fra operatori indipendenti e compagnie petrolifere determini un approccio diverso alla questione confine. Investigare dalla prospettiva delle imprese serve a comprendere anche qual è il ruolo delle istituzioni e qual è l’effetto delle politiche per gli esiti del mercato. La particolarità della normativa regionale sopra esposta è che la Regione ha individuato le compagnie petrolifere, con la L.R. 47/1996, e i singoli gestori, con la L.R. 14/2010, quali intermediari dei procedimenti amministrativi. Di fatto però oltre a questo ruolo tecnico di interlocutore fra cittadino beneficiario e Regione, le imprese fornitrici hanno recuperato grazie alla manovra economica attuata nella regione delle quote di mercato, espressione di chi senza contributi sarebbe andato a fare rifornimento all’estero o avrebbe consumato di meno. In generale quindi, l’esistenza di differenziali con l’estero ha determinato, intenzionalmente o non, situazioni di beneficio per gli attori economici.

Una volta comprese le modalità con cui gli attori interagiscono fra di loro, il passaggio ulteriore è comprendere fino a che punto l’obbiettivo generale di disincentivare gli acquisti oltre confine sia stato raggiunto nel tempo e quali sono le prospettive per il futuro. I dati quantitativi sugli esiti di mercato forniscono una prima approssimazione del successo o insuccesso delle misure economiche attuate a livello regionale. È tuttavia attraverso la flessibilità caratteristica delle interviste che è possibile investigare quali sono i soggetti che hanno beneficiato o hanno risentito nei vari periodi storici della presenza del confine e dei differenziali da esso generati.

Tali questioni sono state oggetto di analisi e di seguito si riportano i passaggi più significativi.