III. Probabile autobiografia di una generazione
III.2. Intuizione e creazione artistica
Partiamo dallo schema generale. Nella visione crociana, la vita concreta dello Spirito, che pur nella sua essenziale unità è «vita di fantasia e di pensiero, di azione e di moralità (o di altro, se altro si riesca ad escogitare)»,265 si articola «nelle distinzioni dell’Estetica e della Logica, dell’Economia e dell’Etica».266
Lo Spirito, inoltre, si distingue in teoretico e pratico: l’Estetica e la Logica appartengono alla prima sfera, l’Economia e l’Etica alla seconda. Quanto al rapporto intrinseco che le lega, apprendiamo che esse soggiacciono a un nesso di condizione-condizionato:
sembra che non vi sia altro modo di pensare l’indipendenza e dipendenza insieme delle varie attività spirituali che di concepirle nel rapporto di condizione a condizionato, in cui il condizionato superi la condizione presupponendola, e, diventato poi a sua volta condizione, dando luogo a un nuovo condizionato, costituisca una serie di svolgimento.267
Ognuna di queste attività possiede una propria specifica modalità cognitiva: La conoscenza che si richiede per l’atto pratico non è la conoscenza dell’artista e neppure quella del filosofo [...] Se la prima si chiama intuizione, la seconda concetto e la terza percezione, e si fa della terza il risultato delle due prime, si dirà che la conoscenza occorrente all’atto pratico è la conoscenza percettiva.268
Passiamo ora a Jung e alla sua idea di funzione psicologica, come di «forma di attività psichica che in circostanze diverse rimane fondamentalmente uguale a se stessa».269 Come si accennava, anche lo psicologo svizzero organizza il suo
265
B.CROCE, Filosofia e metodologia (1916), in IDEM, Teoria e storia della storiografia, a cura di Giuseppe Galasso, Milano, Adelphi, 1989, p. 140
266
Ibidem.
267
IDEM, Il posto dell’arte nello spirito e nella società umana (1912), in IDEM, Breviario di
estetica * Aesthetica in nuce, a cura di G. Galasso, Milano, Adelphi, 1990, p. 77.
268
IDEM, Filosofia della pratica. Economica ed etica, Bari, Laterza, 1923, p. 25 (Bari, 1909).
269
86 sistema secondo un modulo quaternario:
Io distinguo in tutto quattro funzioni fondamentali, due razionali e due irrazionali e cioè il pensare, il sentire, il percepire sensoriale e l’intuire.270
Che questi ultimi due brani suggeriscano già di per sé la presenza di un’analogia tra i due sistemi, mi sembra un fatto d’immediata evidenza, se guardiamo alla quasi perfetta sovrapponibilità dei termini: concetto e pensare, percezione e
sentire, conoscenza percettiva e percezione sensoriale, intuizione e intuire.
Proviamo comunque a fornire la tesi di maggiori fattori probanti, tornando al crociano circolo tetradico e focalizzando l’attenzione sul primo momento, quello che vede lo Spirito infondersi nell’artista «o uomo-artista, che ha compiuto il processo di liberazione dal tumulto sentimentale e questo ha oggettivato in un’immagine lirica, ossia ha raggiunto l’arte».271 L’atto a cui questi ha dato vita è stato di tipo eminentemente intuitivo, dal momento che «l’arte è visione o intuizione».272 L’artista, dunque, «produce un’immagine o fantasma; e colui che gusta l’arte volge l’occhio al punto che l’artista gli ha additato, guarda per lo spiraglio che colui gli ha aperto e riproduce in sé quell’immagine».273
Più volte Croce ribadisce che l’arte risulta «perfettamente definita, quando e semplicemente si definisca come intuizione»;274 eppure, a scanso di equivoci e confusioni terminologiche, egli ritiene utile designare in vari modi l’attività intuitiva. Così propone più definizioni, avvertendo però che si tratta soltanto di sinonimi:
intuizione vuol dire [...] indistinzione di realtà e irrealtà, l’immagine nel suo valore di mera immagine.275
270
Ibidem. Corsivi del testo.
271
B.CROCE,Il posto dell’arte... cit., p. 78.
272
IDEM,«Che cosa è l’arte?» (1912), in IDEM,Breviario di estetica... cit., p. 22.
273 Ibidem. 274 Ivi, p. 47. 275 Ivi, p. 30.
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l’intuizione è produzione di un’immagine, e non già di un ammasso incoerente d’immagini.276
L’intuizione artistica è [...] sempre intuizione lirica: parola quest’ultima, che non sta come aggettivo o determinazione della prima, ma come sinonimo, un altro dei sinonimi che può aggiungersi ai parecchi che ho già ricordato e che designano tutti l’intuizione.277
Meno intimamente connessa all’attività artistica è la funzione intuitiva junghiana, il cui tratto più peculiare non consiste tanto nel promuovere la produzione estetica, quanto nel trasmettere le percezioni per via inconscia.278 Jung teorizza che tutto possa diventare oggetto d’intuizione:
tanto gli oggetti esterni e interni quanto le loro connessioni. La particolarità dell’intuizione è che essa non è percezione sensoriale, né sentimento, né deduzione logica, nonostante possa presentarsi anche in queste forme.279
L’intuitivo sarà allora colui che privilegia questa particolare modalità percettiva, «colui che orienta il suo atteggiamento generale secondo il principio della intuizione».280 Se dirige la propria funzione dominante verso la contemplazione interiore, è detto introverso; se la rivolge in direzione dell’azione pratica, estroverso. Come si vede, queste definizioni non coincidono in toto con quella del crociano uomo-artista, che abbiamo incontrato nelle pagine precedenti, sebbene il caso di artisti riconducibili al tipo psicologico dell’intuitivo sia tutt’altro che infrequente, anzi senz’altro dominante.
In linea con la speculazione crociana (e non solo con quella, naturalmente, se 276 Ivi, p. 38. 277 Ivi, p. 47. 278 Cfr. TP, p. 466. 279 Ivi, p. 467. 280 Ivi, p. 468.
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si pensa alla linea di pensiero che fa capo a Platone), è invece Jung quando si riferisce all’attività intuiva come alla sorgente da cui sgorgano le immagini mitologiche e gli stadi preliminari delle idee.281 Si tratta, proprio come in Croce, di una forma di conoscenza primordiale, «caratteristica della psicologia infantile e primitiva»,282 non ancora regolamentata dal pensiero razionale:
L’intuizione si comporta nei riguardi della sensazione in senso compensatorio ed è, al pari di questa, la matrice da cui prende le mosse lo sviluppo del pensare e del sentire come funzioni razionali. L’intuizione è una funzione irrazionale, quantunque molte intuizioni possano in seguito essere scomposte nelle loro componenti così che anche il loro prodursi può essere messo d’accordo con le leggi della ragione.283
Parole che non stonerebbero affatto (a parte l’abissale differenza di stile) tra le pagine del filosofo abruzzese, dove possiamo leggere, oltre a quelle già citate, definizioni del momento artistico – e di conseguenza della conoscenza intuitiva – di questo tenore:
L’arte è intuizione pura o pura espressione, non intuizione intellettuale [...] non giudizio come nella riflessione storica, ma intuizione affatto scevra di concetto e di giudizio, la forma aurorale di conoscere, senza la quale non è dato intendere le forme ulteriori e più complesse.284
Se si riflette poi su quanto il riferimento junghiano all’immaginazione mitologica, propria del mondo infantile e di quello primitivo, ricordi lo stadio di fanciullezza dell’umanità descritto nella Scienza Nuova e su quanto quello di Giambattista Vico sia un nome di primaria importanza nella genesi del pensiero crociano, si comprende in quale misura le diverse forme d’intuizione descritte siano in buona parte coincidenti.
281 Ivi, p. 467. 282 Ibidem. 283 Ivi, p. 467-468. 284
B.CROCE, Il carattere di totalità dell’espressione artistica (1917), in IDEM, Breviario..., cit., p. 151.
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