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Capitolo terzo Agamennone

3. Il racconto dell’uccisione

3.1. L’ASSENZA DEL MESSAGGERO

Nei Sette, come abbiamo visto, incontravamo la tipica struttura in cui un messaggero riferisce un evento che, pur essendo fondamentale per lo sviluppo del dramma, è avvenuto lontano dagli occhi degli spettatori. In seguito, a conferma della veridicità del racconto, venivano mostrati i cadaveri di Eteocle e Polinice.

Anche nel caso di morti retrosceniche era possibile annunciare la morte del personaggio prima dell’apparizione del cadavere tramite lo svelamento dello spazio interno; ne troviamo un esempio nella morte di Megara e dei figli nell’Eracle di Euripide (e, meno probabilmente, in quella di Euridice nell’Antigone di Sofocle; vedi nota alla tabella). La medesima funzione poteva essere svolta anche grazie all’utilizzo di semplici personaggi appartenenti alla trama del dramma, senza l’intervento di un messaggero in senso stretto115

. Ciò che ci interessa maggiormente, dunque, non è tanto la presenza di un vero e proprio messaggero ma il fatto che la morte venga in qualche modo confermata da qualcuno che, per un motivo o per un altro, è in grado di riferire l’accaduto.

Tuttavia nell’Agamennone Eschilo sceglie di far udire le grida di Agamennone colpito a morte, suscitando confusione e sgomento nel coro, per poi mostrare immediatamente il risultato di ciò che è avvenuto all’interno della casa. Già Cassandra, ai vv. 1107 segg., aveva preannunciato dettagliatamente l’assassinio facendo riferimento alla vasca, ai lavacri e all’arma; sarà tuttavia Clitemestra, ai vv. 1380 segg., a narrare in modo più organico l’accaduto. In realtà neppure l’espediente delle grida escludeva di per sé un annuncio della morte prima dell’apparizione del cadavere: nell’Elettra di Sofocle Oreste esce per dire brevemente che Clitemestra è morta, mentre nella Medea e nell’Ippolito di Euripide il coro, consapevole di ciò che sta accadendo, lo spiega ad un altro personaggio presente in scena.

Dunque nella maggior parte dei drammi conservati la morte, sebbene spesso fosse attesa, veniva comunque annunciata esplicitamente prima della vista del cadavere, indipendentemente dal luogo (extrascenico o retroscenico) in cui era avvenuta e dal metodo usato per mostrare il corpo (cadavere portato in scena o svelamento dello spazio interno, con o senza le urla della vittima). Ma

65 nell’Agamennone, inaspettatamente, le grida sono immediatamente seguite dallo svelamento del cadavere all’interno della casa. Un procedimento simile sarebbe presente solo nell’Elettra di Euripide per la morte di Clitemestra (in questo caso, tuttavia, è probabile che i corpi venissero portati in scena e che non venisse svelato lo spazio interno) e nell’Ecuba, dove però non è l’assassino ma Polimestore, accecato, a parlare. Per quanto riguarda invece le morti extrasceniche, solo nelle Troiane l’annuncio della morte di Astianatte viene dato al momento stesso dell’apparizione del cadavere.

Dato che la narrazione è contemporanea all’apparizione dei cadaveri, il coro non ha bisogno di sollecitare il personaggio a dire chiaramente cosa è accaduto: la verità, come anche nelle Coefore, sarebbe già di per sé evidente. Tuttavia Clitemestra, piena di orgoglio per l’impresa compiuta, narra dettagliatamente l’uccisione. Si tratta di un procedimento eccezionale: a parlare è l’assassino stesso, e non un semplice testimone.

Questa scena dell’Agamennone, insomma, rappresenta una vera miniera di innovazioni: vi vengono sperimentati numerosi procedimenti che in seguito verranno ripresi e sviluppati singolarmente da Sofocle e Euripide. La seguente tabella offre un colpo d’occhio sul riutilizzo di questi espedienti116

: Spazio extrascenico Spazio retroscenico Annuncio prima che appaia il corpo Grida dall’interno Svelamento dello spazio interno A. Sette X X A. Agamennone (Cass.) X X A. Agamennone (Ag.) X X X A. Coefore (Egisto) X X X X A. Coefore (Clitem.) X X S. Antigone (Emone) X X

116 Non sono stati inseriti i casi dell’Aiace e della morte di Evadne nelle Supplici di Euripide

poiché, come abbiamo già visto (vedi p. 18), secondo alcuni studiosi la loro morte potrebbe essere avvenuta sulla scena. Non compaiono nella tabella neppure la morte di Alcesti e quella di Ippolito, sicuramente avvenute sotto gli occhi degli spettatori (vedi pp. 18-19).

66 S. Antigone (Euridice) X X ?117 S. Elettra X X X X E. Medea X X (è il coro a parlare) X E. Ippolito (Fedra) X X (prima la nutrice da dentro, poi il coro) X (ma è la nutrice che trova Fedra) X E. Andromaca X X E. Ecuba X X (ma è Polimestore a gridare) ?118 E. Eracle X X X E. Elettra (Egisto) X X E. Elettra (Clitem.) X X E. Troiane X E. Fenicie X X E. Baccanti X X

Dalla tabella emerge che la presentazione del cadavere poteva avvenire secondo due modalità principali, entrambe esplorate già da Eschilo:

- morte extrascenica, seguita dall’annuncio della morte (assente solo nelle Troiane); il cadavere viene poi portato in scena;

- morte retroscenica, che a sua volta può prevedere due distinti sviluppi:

o il primo è essenzialmente analogo a quello per la morte extrascenica: dopo l’annuncio (presente in tutti i drammi di questo tipo) il cadavere viene portato in scena (ad eccezione dell’Eracle, dove troviamo lo svelamento dello spazio interno);

117 Al v. 1295 dell’Antigone il cadavere deve essere visibile, dato che il messaggero invita a

guardarlo e dice che non è più ἐν μυχοῖς (‘nella parte più interna’). Alcuni (tra cui BROWN 1987) hanno ipotizzato l’uso dell’ekkyklema, ma data l’assenza di riferimenti all’apertura della porta è possibile che il cadavere venisse semplicemente portato fuori, senza lo svelamento dello spazio interno (cfr. e.g. GRIFFITH 1999).

118 Anche nel caso dell’Ecuba non c’è accordo sull’eventuale svelamento dello spazio interno:

Polimestore potrebbe portare in braccio i cadaveri dei figli, oppure potrebbe uscire dalla tenda (su questo non c’è dubbio: al v. 1053 Ecuba lo vede uscire) lasciandola aperta in modo da renderne visibile l’interno.

67 o il secondo comporta, oltre all’annuncio (assente nell’Ecuba, in cui però lo svelamento dell’interno non è sicuro, e nell’Elettra di Euripide per Clitemestra), le grida provenienti dall’interno. In questi casi può essere svelato lo spazio interno; ciò tuttavia non avviene nella Medea, nell’Elettra di Euripide e forse nell’Ecuba.

Eschilo, nei Sette e nell’Orestea, sperimenta già tutte queste possibilità e, per di più, talvolta vi è assente l’annuncio della morte tra l’uscita del personaggio e l’apparizione del cadavere, che invece sarà di norma presente negli sviluppi successivi. Tornando al nostro caso dell’Agamennone, l’assenza dell’annuncio permette ad Eschilo di dare enorme rilievo e potenza al ruolo di Clitemestra ed ha perciò una funzione drammatica ben precisa; passiamo dunque ad esaminare l’orgoglioso racconto dell’uccisione.