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3. Il governo di Xi Jinping

3.1 L’autoritarismo e la sottomissione della donna

Il clima di autoritarismo in Cina è nettamente peggiorato dopo che Xi Jinping è diventato Segretario generale del Partito nel 2012 vice e Presidente della Repubblica Popolare Cinese (PCC) nel 2014. L’11 marzo 2018, poi, legislatura cinese ha abolito i limiti del mandato presidenziale, consentendo in pratica a Xi di essere dittatore a vita.

30 Id., p. 161.

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Secondo Fincher (2018), Xi vede il patriarcato come la base per la sopravvivenza del Partito. In altre parole, la subordinazione delle donne è un elemento fondamentale per la dittatura del PCC. È questa la ragione per cui il governo si è

particolarmente accanito sugli attivisti che sostengono la parità di genere, colpevoli di

essere organizzati in modo indipendente dal Partito e di aver fatto leva sullo scontento delle donne cinesi, sviluppando un alto livello di influenza sull’opinione pubblica inusuale per i movimenti sociali in Cina. Le autorità hanno, pertanto, chiuso aggressivamente alcune ONG che lavoravano per i diritti delle donne, specialmente quelle finanziate dall’estero, hanno inviato la polizia a controllare e ed intimidire le singole attiviste, ristretto i controlli ideologici sugli studi di genere nei programmi universitari e censurato gli account femministi sui social media. Ciò di cui i femministi vengono accusati è di essere soggiogati dalle forze occidentali, come è evidente nella nota chiamata “Documento n° 9”, fatta circolare all’interno del Partito nel 2013, in cui si avvisavano gli ufficiali di fare attenzione alle infiltrazioni pericolose dell’ideologia occidentale, in particolare ai sette concetti occidentali chiamati i “sette innominabili”: valori universali, democrazia costituzionale, società civile, libertà di stampa e gli errori storici del Partito Comunista. A maggio 2017, inoltre, il People’s Daily online, rivista associata al Partito, ha pubblicato un annuncio di Song Xiuyan, la presidentessa della Federazione nazionale delle donne cinesi, la quale dichiarava che le forze occidentali ostili stavano usando il femminismo occidentale per attaccare la visione marxista cinese delle donne e le politiche governative basate su la parità di genere.

L’enfasi che pongono il governo e lo stesso Xi Jinping sul maschilismo è evidente in un discorso pronunciato poco dopo la nomina di questi a Segretario del PCC nel 2012, in cui spiega come il collasso dell’Unione Sovietica sia stato dovuto al fatto che nessuno è stato abbastanza uomo per resistere al crollo del Partito Comunista. In questo modo egli ha implicitamente dichiarato di essere abbastanza uomo per difendere il PCC.

Anche i media ufficiali vengono sfruttati per diffondere un’immagine iper mascolina di Xi, come si evince dal fatto che per i primi anni della sua presidenza i media si riferivano a lui come “Xi Dada”, “Padre Xi”, al fine di costruire un culto della sua personalità come simile a quello costruito intorno alla figura di Mao durante la Rivoluzione Culturale, celebrando Xi per la sua mascolinità e dipingendolo come il

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difensore della famiglia patriarcale e il padre della nazione cinese. Di fatti, nel 2016 il partito gli assegna il titolo di “leader fondamentale”, un termine prima usato solo per Mao Zedong, Deng Xiaoping e Jiang Zemin e nel 2017 lo elevano allo stesso stato di Mao definendolo fondatore della Repubblica Popolare. Inoltre, le sue idee vengono inserite nella costituzione del partito sotto il titolo di “Pensieri di Xi Jinping per la Nuova Era del Socialismo con Caratteristiche tipicamente cinesi”.

Anche nella musica pop il Presidente viene idolatrato come padre e come marito ideale, come dimostrano canzoni quali “Si uomo come Padre Xi” e “Se vuoi sposarti, sposa qualcuno come Xi Dada”. Questo culto personale ipermascolino viene recepito come troppo estremo addirittura da degli ufficiali del Partito, che nel 2016 impongono ai media di abbandonare il termine Xi Dada. La nazione continua, tuttavia, ad essere rappresentata come una grande famiglia dominata da un forte e mascolino come il patriarca Xi.

Il culto della figura di Xi Jinping non nasconde, però, i grandi problemi economici sviluppatisi nel periodo della sua presidenza. L’economia cinese, infatti, è in fase regressiva e la nazione è nel pieno di una demografica dovuta all’invecchiamento della popolazione e alla diminuzione della forza lavoro; inoltre, vi è il problema della fuga di capitali e del debito pubblico in aumento per via degli eccessivi investimenti dello Stato. Conseguentemente, mentre il governo promette standard di vita in continuo miglioramento, cresce l’insoddisfazione in molti settori della società, insoddisfazione a cui il governo risponde aumentando il controllo ideologico. Questo perché, dal momento che il PCC non può più essere legittimato sulla base della rapida crescita economica, si cerca di farlo tramite altri mezzi, che in questo caso consistono nel concetto, proprio della tradizione confuciana, secondo cui la famiglia tradizionale, basata sul matrimonio tra un uomo virtuoso e una donna obbediente, è la base di un governo stabile. Nel 2017, l’agenzia di stampa ufficiale del Partito Xinhua pubblica un articolo intitolato “Dopo il Diciottesimo Congresso del Partito,32 Xi Jinping ha detto la

sua riguardo i valori della famiglia”, in cui si asserisce che Xi dà importanza ai valori della famiglia tradizionale (jiafeng) perché strettamente legati ai valori nazionali (guofeng), in quanto la famiglia è la versione ridotta della nazione, perciò i valori

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dell’una equivalgono ai valori dell’altra. Nell’articolo vi è una citazione del discorso di Xi in cui egli sostiene che “ogni ufficiale deve dare importanza ai valori della famiglia, essere onesto […] avanzare richieste rigorose verso il proprio coniuge, bambini e colleghi vicini” e viene ripetuta la tipica frase secondo cui la famiglia è l’unità fondamentale della società”.33 Un altro articolo pubblicato dalla Xinhua riporta un

discorso di Xi in cui egli afferma che “le donne svolgono un ruolo attivo nel coltivare i valori della famiglia tradizionale… I valori sono preziosi tesori per la promozione dell’armonia familiare, della stabilità sociale e del benessere della prossima generazione”. In questo caso, il Presidente si focalizza sugli obblighi della donna nella famiglia, che consistono soprattutto nel prendersi cura dei bambini e degli anziani, evidenziando come le tradizioni e i valori familiari cinesi devono far sì che i giovani crescano in salute e che ci si prenda cura degli anziani. Nel 2018 la sezione Zhenjiang (nella provincia del Jiangsu) della Federazione delle donne, su sponsorizzazione del governo, dà inizio ad una serie di corsi volti a migliorare la qualità delle giovani donne, insegnando loro come incrociare le gambe, sedersi, inginocchiarsi e truccarsi come vere signore, secondo le regole della “cultura tradizionale”.

Il fatto che il governo ritiene che il compito principale della donna debba essere quello di moglie, madre e casalinga, è evidente anche dal fatto che non ci sono mai state donne nel Comitato Permanente del Politburo e che ad oggi solo una donna è presente tra i 25 membri dello stesso. La percentuale di donne nel Comitato Centrale è del 4,9% e, nel 2017, non vi era nessuna donna a capo delle 31 amministrazioni provinciali della Cina, secondo la Brooking Institution.34