• Non ci sono risultati.

2. L’EVOLUZIONE STORICA DEGLI IMPIANTI SPORTIVI

2.5 L’età moderna

L’interesse per gli esercizi atletici mosse molti studiosi dal XV al XVIII secolo a scrivere sull’utilità di essi e ad elaborare teorie che non ebbero però, salvo rari casi, applicazione pratica; in genere dai trattati di quell’epoca non nacque un metodo organico di educazione fisica. Per questo si è dovuto attendere fino al XIX secolo nel quale, per un complesso di ragioni diverse ma concorrenti, si trovarono le condizioni sociali adatte alla rinascita degli sport atletici.

Nel secolo XIX infatti nacquero e si svilupparono con varia fortuna numerose scuole di educazione fisica che basavano su metodi pratici il loro insegnamento. Infatti fin dal 1727 nella Scuola di Dessau25 era stato fissato un programma di educazione fisica per gli allievi che

comprendeva tre ore al giorno di esercizi sportivi tra quali l’equitazione e la scherma.

Il 1816 segna una data notevole nella storia del rinnovamento dello spirito atletico, con la fondazione a Berna della prima società ginnastica del mondo, ad opera dello svizzero Clias, fin dal 1810 insegnante di ginnastica in una scuola privata.

Ma le scuole principali, quelle che contribuirono con maggiore efficacia a quella rinascita degli sport che ha riportato gli esercizi atletici alla ribalta non solo come una delle più importanti manifestazioni sociali dei tempi moderni, sono quelle che prendono nome dal tedesco Jahn26, dallo svedese Ling27 e dall’inglese Arnold28.

I sistemi da essi ideati, diversi nel metodo e negli scopi che si prefiggono, sono ancora oggi vitali e fondamentali. Dopo la sconfitta a Jena a opera di Napoleone nel 1806, Jahn lottò duramente per la libertà del suo paese prefiggendosi lo scopo di formare una razza forte dove:’’ vivrà chi può vivere’’ in linea con il pensiero spartano. Salto, lotta, corsa e corse con ostacoli naturali sono gli esercizi basilari del suo metodo; adottò anche, modificandoli, alcuni attrezzi come la sbarra fissa, il cavallo e le parallele, quelle che vengono impiegate anche ai giorni nostri.

25

Scuola di Dessau: scuola filantropica che seguì una corrente pedagogica riformista, nata in Germania nel XVIII secolo ed influenzata dall’illuminismo, venne fondata da Basedow, Salzmann e Muths per la formazione della classe dirigente con tecniche innovative ed incentrate sul gioco (fonte: www.treccani.it).

26 Friedrich Ludwig Jahn: pedagogista e direttore dello stadio ginnastico alla Hasenheide di Berlino. Tutta

la sua attività fu dedicata a rinnovare e a diffondere l’educazione fisica in Germania, onde il nome di Turnvater, ‘’padre della ginnastica’’, che gli fu dato, 1778-1852 (fonte: www.treccani.it)

27 Pehr Henrik Ling: è stato un medico e un fisioterapista svedese, studiò teologia presso l’Università di

Lund per poi elaborare un sistema di ginnastica diviso in quattro parti riconosciuto poi dal governo svedese; 1776-1839 (fonte:www.treccani.it).

28 Thomas Arnold: fondò la pedagogia sportiva moderna preoccupato dal dilagare dei vizi e degli ozi e

proprio lui inventò il termine sport che interpretò come ‘’educare divertendo’’ nel rispetto della concezione di Vittorino da Feltre, 1795-1842 (fonte:www.treccani.it).

Per attirare i giovani connazionali ad una vita più sana e virile, creò le sue palestra all’aria aperta, le Turnplatze (Figura 21), dove gli allievi si esercitavano sotto la guida di maestri che derivavano la loro autorità solo dal valore personale e dalle loro capacità.

Figura 21: Raffigurazione del 1840 di una Turnplatze (fonte: www.mbpowercenter.com)

Sul suolo svedese Ling, spinto dalla sconfitta che la Svezia aveva subito dalla Russia nel 1809 e dalle condizioni sociali della sua nazione minata dall’alcolismo, sviluppò un sistema educativo, la ‘’ginnastica svedese’’, che costituì la base medica moderna trovando applicazione soprattutto come metodo di preparazione agli sport. Ling poi venne chiamato nel 1813 a Stoccolma dove fondò un ‘’Istituto Centrale di Ginnastica’’, annesso all’Università, dove insegnò per il resto della sua vita.

Ma colui al quale si deve la rinascita dello sport come elemento di rigenerazione morale, senza limitazioni contingenti e soprattutto senza lo spirito nazionalistico è l’inglese Arnold. Egli capì che l’esuberanza dei suoi giovani connazionali poteva essere distolta dal vizio e dalla gratuita violenza se in luogo di sfogare in modo più elementare gli istinti più bassi i giovani fossero stati attratti da un’attività che, consentendo loro di consumare energia repressa, assicurasse anche un miglioramento fisico e morale. Risvegliò quindi lo spirito di emulazione con gare individuali e temperò l’effetto di queste con il favorire dei giochi di squadra che contribuirono a formare lo spirito d’equipe, lasciando ai giovani la direzione delle associazioni sportive per potenziale così la coscienza della responsabilità individuale.

Se a Thomas Arnold va il merito di aver riscoperto, con felice intuizione e grande sensibilità umana, il valore educativo dello sport, realizzando un esperimento pratico la cui fortuna fu quella stessa dello sport, è merito di Pierre de Coubertin29e della sua opera attiva se la

29 Pierre de Frèdy: barone di Coubertin è stato un pedagogista e storico francese, conosciuto per essere

rinascita si è trasformata in trionfo e soprattutto se è rinata Olimpia e con essa la concezione più alta e più nobile dello sport. Egli si impose il compito di far rinascere i Giochi nella ricerca di un sistema educativo che potesse realizzare a beneficio della moderna civiltà, come era già avvenuto nell’età dei Greci, la perfetta fusione delle forze spirituali e fisiche dell’uomo.

Figura 22 : Veduta planimetrica dello stadio costruito a Torino nel 1911, in occasione dell'Esposizione Universale, su progetto di Carlo Ceppi, capienza di 70.000 posti (fonte: www.italyworldsfairs.org)

Nel 1889 il Governo francese indiceva, nel quadro dell’Esposizione Universale di Parigi, un Congresso Internazionale di educazione fisica, affidandone la direzione al giovane de Coubertin, che nel 1892 propose il ristabilimento dei Giochi Olimpici. La proposta venne accolta con freddezza dall’assemblea e considerata irrealizzabile ma egli portò la sua idea di fronte al Congresso universitario e sportivo. Il 23 giugno 1894 il Congresso, nel quale furono rappresentate quarantanove società di dodici nazioni, decise all’unanimità di celebrare ogni quattro anni e, a turno, in differenti paesi, i Giochi Olimpici secondo un programma che comprendesse tutti gli sport più diffusi. Venne nominato un Comitato Olimpico Internazionale con il compito di assicurare la vita e l’organizzazione della rinata manifestazione; al comitato aderirono da subito quattordici nazioni.

I primi Giochi dell’età moderna si tennero ad Atene nel 1896, nell’intento di conferire alla palingenesi di Olimpia il crisma della grecità e venne stabilito che le gare venissero disputate nel Panatenaico, l’antico stadio della città. Il 24 marzo 1896 nello stadio ricostruito, di fronte a più di centomila spettatori, il Principe ereditario di Grecia apriva la prima Olimpiade del nuovo ciclo.