4. SITUAZIONE IMPIANTISTICA IN ITALIA
4.1 Panoramica generale
Figura 67 : Suddivisione degli impianti sportivi adibiti alla pallavolo sul suolo Italiano
Come è possibile notare dalla Figura 67, la distribuzione degli impianti sul suolo italiano si compone di un 46% nel Nord Italia, intendendo le Regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Liguria, di un 34 % nel Centro Italia, con le Regioni Toscana, Lazio, Abruzzo, Marche e Umbria e infine un 20% nel Sud Italia, che include le Regioni Campania, Calabria, Molise, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna.
Della totalità degli impianti analizzati si riporta nella Figura 68 la distribuzione del complesso all’interno del quale è compresa la palestra in sé adibita per la pratica sportiva e la posizione rispetto al centro urbano.
Figura 68 : Indicizzazione degli impianti secondo la categoria del complesso
73% 27%
Complesso
RISERVATO SCUOLA
Figura 69 : Diversificazione rispetto al centro abitato
Si può notare come il 73% degli impianti si trova in una struttura riservata mentre un 27% all’interno di edifici scolastici. Questo dato è indice del fatto che sono privilegiati gli immobili ad uso esclusivo della pratica sportiva per una questione riguardante gli aspetti distributivi e funzionali dell’impianto stesso, così come per la possibilità di poter usufruire di parcheggi più ampi e più efficienti rispetto ad un complesso scolastico. Questa analisi è anche avvalorata dal secondo grafico di Figura 69 riguardante la posizione rispetto al centro abitato, difatti il 42% degli impianti si trova all’esterno anche se in continuità e un 36% all’esterno isolato. Questi due valori costituiscono il 78% della totalità delle strutture sportive presenti attualmente sul suolo italiano contro il 22% degli edifici che vengono collocati nel centro urbano poiché notoriamente più inaccessibili in caso di grande affollamento, così come avviene per i palazzetti dedicati alla Serie A.
Procedendo con l’analisi è di grande rilievo il dato riguardante l’anno di costruzione delle strutture sportive riportato nella Figura 70.
Si può rilevare che il picco nella costruzione di questa tipologia di fabbricati si è avuto nel trentennio 1980-2010, che costituisce il 75% della totalità, a causa del perfezionamento delle tecniche costruttive ideate nei primi decenni del secolo e dalla loro applicazione a questi particolari casi studi. Un altro fattore è da ricercarsi sia nel grande impulso all’espansione del settore edilizio sia al sempre maggior adito della pratica sportiva tra i più giovani, che hanno necessitato sempre più di strutture specialistiche di settore idonee e specifiche. Nel decennio che va dal 2010 fino all’anno in corso si è registrato solo il 5,2% delle costruzioni, a causa di una sempre maggiore consapevolezza nella riqualificazione degli impianti esistenti e nel riuso degli stessi, nell’ottica di limitare l’occupazione del suolo pubblico e del recupero urbanistico; temi sempre più attuali nel panorama edilizio mondiale in tutti gli ambiti di trattazione.
36%
42% 22%
Posizione rispetto al centro abitato
CENTRO ESTERNO IN CONTINUITA' ESTERNO ISOLATO
Figura 70 : Analisi dell'anno di costruzione degli impianti sportivi Italiani
Entrando nel vivo della ricerca si sono individuate le strutture portanti più impiegate nella realizzazione degli impianti sportivi per la pallavolo, in termini di materiali utilizzati per la struttura stessa e per la copertura, intesa al suo intradosso; le analisi sono state riportate nelle Figura 71 e Figura 72.
Figura 71 : Indagine sulla struttura portante dell'edificio sportivo
0.0% 5.0% 10.0% 15.0% 20.0% 25.0% 30.0% 35.0% <1950 1950- 1960 1960- 1970 1970- 1980 1980- 1990 1990- 2000 2000- 2010 2010- 2018 Serie1 0.4% 0.7% 4.2% 14.5% 28.7% 24.9% 21.5% 5.2%
Anno di costruzione
5,9% 85,0% 2,9% 5,6% 0,6%Struttura portante dell'edificio
ACCIAIO
CEMENTO ARMATO LATERIZIO
LEGNO LAMELLARE TELO IN PVC
Figura 72 : Ricerca sui materiali della copertura impiegati nelle strutture sportive per la pallavolo
Il materiale più impiegato è sicuramente il cemento, utilizzato per l’85% nelle strutture portanti e per il 47% nelle coperture. Questo largo uso è dovuto alle sue ben note caratteristiche di resistenza, di estrema versatilità, di economicità e di semplicità di realizzazione della posa in opera, potendo usufruire anche di elementi prefabbricati e ideati specificatamente per ogni situazione strutturale. Per quanto riguarda la struttura portante occupano con percentuali simili e pari a circa il 6% l’acciaio e il legno lamellare, meno utilizzati per l’elevato costo di messa in opera a fronte della funzione a loro destinata. Ricoprono infine un 3% le strutture portanti in laterizio e un 0,6% quelle realizzate in PVC, che corrispondono alle strutture pneumatiche che ad oggi non riscuotono molto successo nella pratica sportiva agonistica della pallavolo.
Per i materiali adoperati maggiormente nella copertura , oltre al cemento, troviamo in egual misura l’impiego del legno e dell’acciaio, pari al 21%; dato sicuramente in linea con la tendenza delle strutture portanti. La realizzazione di coperture con questi elementi consente di valorizzare maggiormente le volumetrie attraverso forme elaborate e tridimensionali, cupole, volte e archi non convenzionali, permettendo al progettista la creazione di un luogo all’altezza delle manifestazione che ospiterà e della dovuta magnificenza. Il restante 9% è costituito dal materiale in PVC, sintomo di tutte quelle strutture geodetiche che vengono sempre più impiegate.
Come già accennato nel paragrafo ‘3.5 Il rapporto tra spazio e struttura: tipologie di coperture appropriate’, è stato possibile riscontrare nella situazione attuale italiana le tipologie di copertura più favorite che vengono analizzate nello schema di Figura 73.
22%
47% 21%
9%
Materiale della copertura
ACCIAIO CEMENTO LEGNO TELO PVC
Figura 73: Distribuzione in percentuali delle tipologie di copertura impiegate
È indubbiamente visibile come le tipologie più installate siano quelle delle travi appoggiate, siano esse a vista o tamponate, costituiscono difatti lo schema scatolare semplice che rimanda all’immagine caratteristica della palestra, ad uso dello sport della pallavolo, nell’immaginario comune. Questi due classificazioni caratterizzano più della metà delle categorie delle coperture. Le restanti varietà si attestano su valori simili e pari al 4-8% come nel caso degli ‘Archi’, delle ‘Capriate’, delle strutture geodetiche, dei ‘Gusci/volte’ e delle ‘Lastre sagomate’; si attestano su un valore al di sopra di questa media le travi reticolari, con un 12% del totale, caratterizzate da una distribuzione tridimensionale dello spazio in copertura e dalla possibilità di rendere gli impianti energetici a vista un valore architettonico aggiunto. Attualmente di poco impiego le strutture pneumatiche, i ‘Telai’ e le tensostrutture.
Si ricerca adesso quale sia la relazione che intercorre tra materiale della copertura e la sua tipologia, ovvero quali tra cemento, acciaio e legno vengono maggiormente adoperati nelle differenti varianti delle coperture; così da identificare uno spazio con un carattere ben definito e diversificato che caratterizzata un ambiente rispetto ad un altro. Nell’indagine è stato isolato il dato relativo al PVC poiché riveste solo due tipologie di coperture, come si può vedere nello Tabella 6.
Tabella 6 : Relazione tra materiale e tipologia della copertura in PVC
Materiale di copertura in PVC
Tipologia Geodetica Tipologia Pneumatica
93% 7% 6% 6% 8% 7% 4% 1% 2% 2% 32% 20% 12%
Tipologia di coperture
Figura 74 : Relazione tra tipologia e materiale della copertura
I dati analizzati nella Tabella 6 confermano quanto già affermato in precedenza: per quanto riguarda il materiale PVC è sicuramente preferita la tipologia geodetica a discapito della pneumatica.
È molto interessante notare come il cemento rivesta un ruolo di scelta primaria per quanto riguarda le travi appoggiate, sia a vista che tamponate, e i telai; in buona misura viene utilizzato anche per i gusci/volte e le lastre sagomate mentre viene rilegato a ruolo marginale per la tipologia ad archi e a capriate.
Il legno viene selezionato principalmente per le strutture ad archi ed a capriate, dove il connubio tra le sue finiture e la forma architettonica conferisce alla struttura un carattere leggero e naturale; ben sfruttato anche nel campo delle lastre sagomate e dei gusci/volte, poco incisivo per i telai e le travi appoggiate a vista, così come per quelle reticolari. Infine per quanto riguarda l’acciaio, esso ha un ruolo di assoluto protagonista per le tensostrutture e per le travi reticolari, elementi fortemente caratterizzanti le ottime qualità di questo materiale, sia in termini di resistenza che di duttilità, che permettono la creazione di luoghi estremamente funzionali e dal carattere moderno e futuristico. Viene impiegato anche nelle altre tipologie di copertura anche se non assume mai un ruolo essenziale nella scelta. (Figura 74).
15% 13% 10% 21% 17% 100% 18% 88% 17% 11% 44% 35% 75% 62% 100% 68% 76% 46% 44% 8% 20% 12%
Relazione tra tipologia e materiale di
copertura
Si procede dunque con la ricerca per quei dati che riguardano la pavimentazione, e in particolare si va a ricercare quali siano le varianti di posa più impiegate attualmente.
Figura 75 : Analisi percentuale della tipologia di pavimentazione impiegate negli impianti sportivi
Come si è già esposto nel paragrafo ‘
3.6 Requisiti e peculiarità della pavimentazione
sportiva
’, il legno costituisce sicuramente il materiale da prediligere per le ottime qualità di elasticità e di rimbalzo che permettono all’atleta di poter compiere quelle azioni di gioco necessarie per l’attività sportiva; difatti dall’analisi risulta che la pavimentazione in legno/parquet occupa il 40,7% del totale. Molto utilizzata è anche la pavimentazione in linoleum e con i tappeti, siano questi Gerflor, Mondoflex o Taraflex, per la loro semplicità della messa in opera, i costi ridotti e la semplicità nella pulizia e nella manutenzione che la rendono il materiale ideale per l’installazione in impianti sportivi anche adibiti a manifestazioni di alto livello. Di scarso impiego risultano le pavimentazioni in PVC, per le scarse caratteristiche di rimbalzo della palla, così come quelle in gomma.Procedendo con l’analisi della pavimentazione, si va ad osservare, in ognuna di queste varianti, i colori maggiormente impiegati al fine di una corretta valutazione del valore dell’indice di rifrazione e riflessione della luce, così come esposto nella Tabella 3. Come si può notare dalla Tabella 7, la tipologia della pavimentazione in legno/parquet non rientra nello schema generale poiché presenta unicamente due configurazioni, di cui la più impiegata è sicuramente quella costituita da una finitura di legno più chiara rispetto ad una più scura.
Tabella 7 : Alternative nella scelta della pavimentazione in legno/parquet
Materiale pavimentazione in legno/parquet Chiaro Scuro 82% 18% 40,7% 1,4% 31,6% 0,3% 6,8% 17,6% 1,5%
Tipologia di pavimentazione
LEGNO/PARQUET GOMMA LINOLEUM PVC TAPPETO GERFLOR TAPPETO MONDOFLEX TAPPETO TARAFLEXFigura 76 : Diversificazioni nelle scelte di colori nelle varie tipologie di pavimentazione degli impianti sportivi
Nella vastità di scelta di colori e di finiture nel mondo delle pavimentazioni è rilevante notare come venga prediletto, nel campo della gomma, del linoleum e dei tappeti, il colore verde o arancione; questi sono maggiormente impiegati negli impianti sportivi ad uso pallavolistico anche quando si tratta di competizioni di alto profilo. Meno successo riscuotono i colori blu, anche se prevalentemente impiegato nella categoria PVC, e il rosso, colori che poco si adattano alla pratica di questo sport e che risultano sgradevoli dal punto di vista delle riprese televisive. Marginale l’impiego del grigio, del marrone e del colore neutro mentre sta acquisendo sempre più importanza il colore rosa, di grande effetto grafico e scenografico nelle manifestazioni.
Si passi adesso all’indagine circa l’illuminazione dell’impianto, fattore di fondamentale importanza, sia per ottimizzare le prestazioni degli atleti e degli arbitri, sia per permettere la corretta visione di gioco da parte di tutti i fruitori dell’impianto, nonché la corretta ripresa televisiva.
Dalla Figura 77 è possibile notare come vengano di gran lunga predilette le lampade ad incandescenza che costituiscono un 60% del totale. Le caratteristiche specifiche delle lampade a ioduri metallici e di quelle fluorescenti hanno permesso uno scarso utilizzo, anche in relazione ai tempi di accensione e di riaccensione di queste lampade che possono risultare poco funzionali in caso di arresto dell’impianto elettrico. È da sottolineare come ben presto le lampade ad incandescenza, e successivamente quelle a ioduri metallici, vengano sostituite dalle lampade a LED (sorgenti ad induzione) molto più performanti in termini di prestazioni e di durata, pari a circa 60.000 ore.
1% 14% 4% 6% 29% 41% 50% 39% 17% 24% 19% 50% 14% 16% 17% 18% 4% 3% 3% 24% 26% 25% 14% 30% 60% 5% 6% 25% 4% 6% 2% 2% 1%
GOMMA LINOLEUM PVC TAPPETO
GERFLOR
TAPPETO MONDOFLEX
TAPPETO TARAFLEX
Relazione tra tipologia e colore della
pavimentazione
Figura 77 : Suddivisione percentuale delle tipologie di lampade impiegate
Interpolando questi elementi circa le tipologie di lampade con il colore stesso della pavimentazione diventerà possibile calcolare l’indice di riflessione e rifrazione della luce, in relazione ai diversi casi studio che di volta in volta devono essere analizzati. La schematizzazione di questa combinazione è possibile valutarla nella Figura 78.
Si nota quindi che solo alcuni colori di pavimentazione vengono illuminate con tutte le possibili variazioni di lampade, come nel caso del colore arancione, blu, verde o chiaro. Insisterà quindi su questa gamma di colori lo studio e l’analisi successiva e largamente approfondita su alcuni casi studio appositamente scelti. Gli altri colori di pavimentazione vengono esclusivamente illuminati con lampade ad incandescenza o a ioduri metallici, prediligendo sempre la prima opzione come si è analizzato in precedenza.
Figura 78 : Combinazioni tra le lampade e colore della pavimentazione
60% 35% 3% 3%
Tipologie di lampade
INCANDESCENZA IODURI METALLICI FLUORESCENTI FLUORESCENTI E IODURI METALLICI 28% 34% 22% 35% 27% 42% 40% 25% 3% 3% 7% 5% 2% 12% 72% 61% 70% 58% 63% 54% 60% 88% 75% 2% 5% 5% 2%Relazione tra tipologia di lampade e colore
della pavimentazione
IODURI METALLICI FLUORESCENTI
Per concludere l’analisi di carattere generale della distribuzione degli impianti sul suolo nazionale, vengono qui riportati i dati relativi alle altezze maggiormente delineate per la realizzazione di queste strutture nella Figura 79. Questo dato costituisce un elemento molto sensibile in quanto rappresenta uno dei fattori di mancata omologabilità del campo di gioco in sede di verifica, nel caso in cui non venissero soddisfatti i criteri medi richiesti.
Figura 79 : Abaco delle altezze utili negli impianti sportivi ad uso della pallavolo
Come si può constatare nella Figura 80 le altezze medie più utilizzate si attestano intorno ai 7 fino ai 10 metri poiché, nonostante questo dato sia sufficiente per garantire la messa a norma impiantistica, non costituisce la caratterizzazione di un’eccessiva elevazione che comporterebbe problemi circa la manutenzione e la pulizia. Di rado effettivamente si trovano elementi oltre i 14 metri di altezza, questi costituiscono il 6% del totale. Per concludere l’analisi geometrica dell’edificio si procede a riportare l’abaco delle dimensioni della zona libera, intesa come quella superficie oltre il terreno di gioco, di dimensioni standard a livello internazionale di 18x9 metri, e compresa nell’area di gioco, libera da ostacoli fisici e di dimensioni minime pari a 3 metri per ciascun lato.
Figura 80 : Abaco delle dimensioni dell'area di gioco di impianti ad uso della pallavolo
1%
39%
32%
12% 11%
3% 3%
< 7 metri 7-8 metri 8-10 metri 10-12 metri 12-14 metri 14-16 metri >16 metri