3. IL PALAZZETTO DELLO SPORT TRA TIPO EDILIZIO E TECNICA COSTRUTTIVA
3.6 Requisiti e peculiarità della pavimentazione sportiva
La pavimentazione sportiva è definita come la superficie di calpestio, naturale o artificiale, sulla quale ha luogo lo svolgimento di un’attività sportiva. Ogni attività sportiva richiede un tipo particolare di superficie, rispondente in modo ottimale alle azioni meccaniche impresse dovute al piede dell’atleta e agli attrezzi sportivi. In particolare una pavimentazione sportiva deve possedere requisiti di elasticità, deformabilità, aderenza, che ne fanno l’ambiente ottimale sia per l’allenamento che per la competizione delle diverse attività sportive.
Non meno importante è l’aspetto economico di una pavimentazione sportiva, legato al costo iniziale e alla durata, che deve essere valutato con attenzione nella fase di scelta.
Di seguito vengono riportate le tipologie di pavimentazioni maggiormente impiegate relative al settore specifico dello sport praticato all’interno di palazzetti dello sport:
Legno:
pavimentazione realizzata con elementi lignei omogenei o a più strati, naturali o trattati, collegati in modo da ottenere una superficie continua e regolare.
Materiali sintetici: Vengono per lo più usati:
o Elastomeri omogenei, un manto costituito da resine poliuretaniche con o senza additivi e cariche. Può avere una struttura omogenea o cellulare ed è prefabbricato o colato sul posto.
o Elastomeri compatti (tartan), manto costituito da poliuretano addizionato con granuli di gomma in quantità del 20÷30%. Viene applicato per miscelazione e colta diretta ed ha un’ottima resistenza all’abrasione.
o Granulari omogenei, manto costituito da granuli o fibre di materiale elastico e resina poliuretanica. Può avere varie finiture superficiali e può essere prefabbricato o colato sul posto.
o Granulari porosi, manto costituito da granuli o fibre di materiale elastico e resina poliuretanica come legante. Secondo la percentuale di resina e dei vari tipi di finitura superficiale può essere drenante o meno; è prefabbricato o colato sul posto.
o Multistrati, manto costituito da uno strato granulare di base ed uno di elastomero omogeneo. Non è drenante ed è prefabbricato o colato sul posto. o PVC, cloruro di polivinile con additivi e cariche, viene prodotto in teli nello
strati di PVC cellulare dai 2 ai 10 mm. presenta una superficie liscia o variamente groffata.
o Gomma, manto omogeneo costituito da gomme naturali e/o sintetiche, con additivi e cariche minerali. Viene prodotto in teli dello spessore di 3÷10 mm e presenta una superficie liscia o variamente groffata.
o Linoleum, olio di lino ossidato, con additivi e cariche varie. Il suo spessore è di 2÷3 mm o di 4÷5 mm quando viene accoppiato con il sughero.
o Lattici di gomma, pavimentazione realizzata stendendo diversi strati (5÷10) di lattici emulsionanti, con additivi e cariche, ottenendo uno spessore di 3÷6 mm. la finitura superficiale viene realizzata con lattici pigmentati e carichi in modo da fornire una rugosità superficiale.
Non è semplice individuare una correlazione univoca tra l’attività sportiva e la pavimentazione ottimale sulla quale tale attività viene svolta: per ogni sport esistono diversi tipi di pavimentazione che si prestano ad essere impiegate, con vario grado di attitudine.
La pavimentazione sportiva per campi al chiuso (palestre, palazzetti e palazzi dello sport) è costituita da un sottofondo, una sottostruttura elastica e dal rivestimento.
3.6.1 Il sottofondo
Ha la funzione di sopportare e ripartire sul terreno i carichi dovuti alla presenza sul campo, oltre che degli atleti, anche delle attrezzature quali tribune telescopiche o carrelli e degli attrezzi necessari allo svolgimento dell’attività sportiva.
Il sottofondo può essere realizzato su vespaio, ovvero appoggiato direttamente sul terreno costipato e livellato, su muricci e tavelloni, creando delle intercapedini per il passaggio dell’aria oppure su solaio, realizzabile quando al piano inferiore sono presenti altri locali.
Sottofondo su vespaio
È costituito dai seguenti starti dal basso verso l’alto:
o Vespaio in pietrame, trattasi di pietrame di varia pezzatura, di forma tozza, per uno spessore totale di 30÷40 cm. Deve essere dotato di una rete di cunicoli di ventilazione, di 15÷20 cm di sezione, posti ad un interasse di 1,50 metri, comunicanti tra loro e forniti di prese per l’aerazione.
o Massetto cementizio, conglomerato cementizio magro di spessore di 8÷10 cm. o Impermeabilizzazione, malta asfaltica applicata a caldo in due strati, per uno spessore di 12 mm, o con teli impermeabili idonei, con i giunti sovrapposti e
sigillati. Lo strato deve proseguire per un’altezza di 8÷10 cm, anche sulle pareti.
o Strato di finitura, massetto di malta cementizia e sabbia dosata a 3÷4 q di cemento per mc, di spessore variabile secondo il tipo di pavimentazione. La superficie finale, rifinita con malta di cemento e sabbia finissima, deve essere perfettamente orizzontale e piana.
Figura 63 : Dettaglio di un sottofondo su vespaio Sottofondo su muricci e tavelloni
È realizzato disponendo muretti di mattoni pieni e malta di cemento in file parallele ad un interasse corrispondente alla dimensione massima del tavellone (un metro). I muretti devono essere alti circa 40 cm e i cunicoli sono intercomunicanti per permettere la ventilazione presentano delle aperture verso l’esterno per consentire il ricambio dell’aria.
Questo tipo di sottofondo è costituito sai seguenti strati, presentati dal basso verso l’alto:
o Camicia di malta, è lo strato di livellamento in malta cementizia e sabbia posto sopra ai tavelloni, di spessore di alcuni centimetri,
o Impermeabilizzazione, realizzata nel modo indicato per il sottofondo su vespaio,
o Soletta in conglomerato cementizio, è leggermente armata ed ha uno spessore di 8÷10 cm,
o Strato di finitura, realizzato nelle stesse modalità indicate per il sottofondo su vespaio.
Sottofondo su solaio
La realizzazione di questo sottofondo è semplice e consiste nel disporre sopra il solaio uno strato di malta di cemento e sabbia.
3.6.2 La sottostruttura elastica
Si realizza per conferire alla pavimentazione particolari doti di elasticità, unite ad un buon rimbalzo (come richiesto nella pratica della pallacanestro). La sua realizzazione però comporta due inconvenienti: incide notevolmente sul costo complessivo della pavimentazione (circa il 30%) e non è in grado di sopportare i carichi rilevanti per lungo tempo, ad esempio tribune telescopiche, in quanto potrebbe cedere o deformarsi in modo permanente.
La sottostruttura si realizza disponendo una doppia orditura di correnti in legno (abete o simili), sostenente un tavolato. I correnti sono disposti testa a testa, ad intervalli di 5 Cm, semplicemente appoggiati o inchiodati su dei magatelli annegati nel massetto sottostante. Il tavolato è formato da lastre di paniforte o di truciolare, fissate sui correnti per mezzo di chiodi galvanizzanti.
Per evitare il verificarsi di un’elasticità disuniforme, specie in corrispondenza degli incroci delle due orditure, i correnti in legno presentano delle fenditure longitudinali che assicurano l’elasticità anche in corrispondenza degli appoggi. Gli appoggi e gli ancoraggi per gli attrezzi mobili vanno realizzati nel massetto e rivestiti da appositi coperchi a scomparsa, dello stesso materiale della pavimentazione, che permettono di ripristinare la continuità quando non occorrono gli attrezzi.
È assolutamente da evitare che l’umidità di risalita raggiunga l legno della sottostruttura o possa condensarsi sotto la superficie della pavimentazione. Per garantire ciò si dispone sotto i correnti della sottostruttura un foglio di plastica saldato o incollato e si realizza un’intercapedine di ventilazione forzata, grazie ad un tubo disposto ortogonalmente ai correnti lungo una parete della sala, dotato di prese d’aria in corrispondenza di ogni mezzeria tra due correnti.
3.6.3 Il materiale di rivestimento
3.6.3.1 Legno
Il parquet è oggi tra le pavimentazioni preferite per le sale al chiuso. Per le attività sportive pallacanestro e pallavolo viene poi considerata la pavimentazione ideale per l’alta prestazione. La pavimentazione in legno è di gradevole aspetto, dotata di alta coibenza termica e di buone caratteristiche di igiene. Se poggiata direttamente sul sottofondo è abbastanza rigida, se invece viene poggiata su una sottostruttura elastica, presenta una buna elasticità di area ( con il termine si intende l’elasticità della sottostruttura elastica che sostiene la pavimentazione: l’elasticità della sottostruttura influisce maggiormente sulle azioni di impatto del piede ed in modo meno rilevante sulle azioni di rimbalzo della palla).
Per la buona riuscita di una pavimentazione in legno va sottolineato che l’umidità del legno deve essere fissata in relazione a quella dell’ambiente di impiego, che il legno deve assolutamente essere di prima scelta, privo di nodi o imperfezioni, nonché di parti di alburno, facilmente attaccabili da insetti ed inoltre deve poggiare uniformemente e stabilente sul sottofondo.
Questo tipo di pavimentazione necessita di una manutenzione di tipo corrente e una manutenzione straordinaria. Le operazioni di manutenzione straordinaria consistono nella rilevigatura della superficie (lamatura) e nel successivo rinnovo del trattamento con vernici poliuretaniche.
Sicuramente il pavimento a listoni è la tipologia più privilegiata; i listoni sono elementi di legno massiccio (acero, afrormosa, doussiè, faggio, rovere) di forma parallelepipeda, lavorati in modo da avere fianchi e teste leggermente inclinati, al fine di facilitare l reciproco accostamento.
In una sezione verticale dal basso verso l’alto la struttura di un pavimento a listoni è composta dai seguenti elementi:
Piano di posa
Coincide con la superficie della caldana o di un vespaio o al rustico di un solaio, ed è il piano orizzontale di fondazione del pavimento,
Impermeabilizzazione
È necessaria, altrimenti il legno viene aggredito dall’umidità di risalita. È costituita da uno strato di 3÷4 mm di spessore, con giunti sovrapposti e saldati per circa 10 cm. La guina deve essere rialzata sulle pareti perimetrali per 10÷12 cm e appoggiata semplicemente al piano di posa per consentire eventuali dilatazioni e ritiri differenziali del massetto. Per evitare l’aderenza del massetto ed il manto impermeabile, sopra la guina va posto uno strato di scorrimento dello spessore di circa 0,6 mm, costituito da un foglio di materiale plastico (PVC, polietilene o altro) o da uno strato di sabbia fine,
Massetto e magatelli
Il massetto di cls. (spessore 8÷10 cm) viene realizzato sopra lo strato di scorrimento. All’interno del massetto sono annegati dei magatelli in legno di abete a sezione trapezoidale, posti ad intervalli di circa 30 cm, necessari per fissare i listoni. La superficie finale del massetto deve essere perfettamente pina e rifinita a fratazzo fine, lisciandola perfettamente. Se è prevista la sottostruttura elastica non sono più necessari i magatelli, perciò il massetto viene gettato i unico spessore, curando sempre la perfezione del piano finito,
Sottostruttura elastica
Viene realizzata solo se al pavimento è richiesta una speciale elasticità,
Tavolato
Questo elemento non è indispensabile e serve soltanto per conferire migliore elasticità alla pavimentazione. È realizzato con tavole piallate di abete dello spessore di circa 22 mm, larghe circa 12 cm, posate a 45° rispetto alla linea di posa dei magatelli e
distanziate l’un dall’altra di 5÷7 cm. Le tavole vengono fissate ai magatelli tramite una doppia chiodatura,
Parquet
I listoni hanno spessore di circa 22 mm, larghezza di 60÷70 mm e lunghezza variabile da 0,5 a 1,20 m. presentano per il fissaggio incastri a maschio e femmina sulle quattro facce verticali. Vengono posti in opera a ‘’tolda di nave’’ e fissati con chiodi posti di sbieco (almeno due per ogni listone) preferibilmente sul maschio, ai magatelli o al tavolato sottostante. La posa in opera de parquet deve avvenire solo se i muri e gli intonaci della sala sono perfettamente asciutti ed il grado di umidità del massetto è basso. Inoltre è fondamentale che al momento della posa in opera, l’umidità relativa dell’aria non superi il 70%. Lungo il perimetro della sala di attività v previsto un giunto di dilatazione largo circa 2 cm che, in seguito, viene ricoperto dallo zoccolo battiscopa. Dieci giorni dopo la posa del parquet deve essere eseguita la levigatura, in più passate incrociate, tramite della carta abrasiva a grana decrescente. In seguito devono essere aspirate tutte le tracce di polvere e venire applicato uno strato di fondo poliuretanico e una prima mano di vernice trasparente, passata con il pennello o a rullo. Infine va eseguita una carteggiatura a grana finissima, la tracciatura delle linee di gioco e la mano finale di vernice poliuretanica trasparente.
Per quanto riguarda invece il pavimento a tavolette esso può essere realizzato sia su sottofondo rigido che su sottofondo elastico. Esaminando la sua struttura in una sezione verticale, dal basso verso l’alto, si ha che per quanto riguarda il piano di posa, l’impermeabilizzazione, il massetto e la sottostruttura elastica (se presente), valgono le cose espresse in precedenza per il pavimento a listoni, mentre il tavolato ed il parquet hanno le seguenti caratteristiche:
Tavolato
Viene realizzato con dei pannelli di truciolare o di paniforte, dello spessore di 18÷20 mm. al posto del truciolare può essere utilizzato un tavolato di abete dello spessore di circa 22 mm, spaziate di circa 2 cm l’una dall’altra e fissate on viti o chiodi,
Parquet
Le tavolette hanno uno spessore di 10 mm, larghezza di 40÷60 mm e lunghezza non inferiore a 200 mm. in genere vengono incollate al tavolato. Dopo che è avvenuta la presa del collante vengono eseguite le operazioni di levigatura e verniciatura, simili a quelle già espresse per il parquet a listoni.
3.6.3.2 PVC (cloruro di polivinile)
Si tratta di una resina termoplastica prodotta per polimerizzazione del cloruro di vinile. Possiede caratteristiche di resistenza all’usura, coibenza termica, resistenza agli agenti chimici, buona polifunzionalità (pesa circa 15 kN/mc). La sua superficie può essere liscia o ruvida, ma per migliorare le caratteristiche di aderenza ed evitare la possibilità di riflessi ottici può anche essere groffata i diversi disegni; gli spessori vanno tra i 2 e i 5 mm. è unito a plastificanti (che ne determinano l’elasticità), stabilizzanti, lubrificanti, coloranti, pigmenti e cariche.
Queste ultime sono degli inerti (carbonato di calcio, polvere di quarzo) che conferiscono al materiale particolari caratteristiche, tra le quali una maggiore resistenza all’abrasione. La posa in opera dei teli (per incollaggio o per semplice appoggio nel caso di pavimentazioni intercambiabili) deve essere fatta su un sottofondo perfettamente piano e liscio. Il sottofondo può essere di tipi cementizio o asfaltico e può comunque coincidere con un altro pavimento rigido preesistente, purché abbia le necessarie caratteristiche di planarità. I pavimenti in PVC devono essere di colore e spessore costanti, non devono conservare l’impronta lasciata da carichi mobili (piedi d attrezzi, appoggi di tribune telescopiche), devono possedere valori adeguati di durezza e di flessibilità nonché un buon attrito superficiale.
Le segnature dei teli sono ottenute con vernici speciali o inserendo delle strisce di altro colore. la manutenzione di questo tipo di pavimentazione è molto limitata, infatti richiede solamente le normali operazioni di pulizia con i prodotti correnti.
3.6.3.3 Gomma
Le gomme sono dei polimeri addizionati con cariche minerali (carbonato di calcio, barite, caolino) che ne modificano la durezza e la resistenza all’usura. Le pavimentazioni in gomma sono prodotte in teli continui. La superficie di usura è liscia, ruvida o goffrata, per migliorare l’aderenza superficiale; gli spessori variano da 3 a 8 mm. Le segnature dei teli, prodotti in diversi colori, sono ottenute per verniciatura.
I teli non possono essere saldati e non richiedono particolari cure di manutenzione anche se la gomma tende a mantenere i segni delle strisciate. L’applicazione dei teli può essere fatta con adesivo oppure su un letto di cemento.
3.6.3.4 Linoleum
Il componente principale di questo materiale è l’olio di lino che, una volta cotto con aggiunta di resina, si ossida tendendo poi a polimerizzare. Gli altri componenti sono le cariche (farina di sughero ed altri composti organici), i pigmenti e i coloranti. Ottenuto un impasto omogeneo (del peso di circa 13 kN/mc), viene steso per laminazione su un telo continuo di juta per poi stagionare su essiccatoi per 15÷30 giorni.
Viene soprattutto utilizzato nella varietà linoleum-sughero (con granulato di sughero), grazie alla sua resistenza all’usura, all’elasticità, alla coibenza termica ed acustica, all’attrito superficiale. I teli prodotti hanno spessori di 4÷4,5 mm, diverse colorazioni ed una superficie
liscia o lievemente ruvida (ma non abrasiva); le segnature sui teli sono ottenute per verniciatura.
Il sottofondo ha le stesse caratteristiche di quello per le pavimentazioni in PVC a cui si rimanda per la descrizione. La posa in opera avviene per incollaggio sul sottofondo grazie a degli adesivi (escluse le colle alla caseina). Una volt posizionati i teli, i loro bordi vanno caricati per almeno 24 ore con sacchetti pieni di sabbia; i giunti dei teli non possono essere saldati.
Essendo questo materiale sensibile all’acqua, agli acidi inorganici, agli alcali concentrati, alle soluzioni di ipoclorito sodico (varechina), la manutenzione richiede particolari cure.
Comunque la pavimentazione viene ripulita prima con della segatura umida e successivamente con della segatura asciutta.