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L’importanza dell’informazione nell’approccio sostenibile

La perdita d’informazione nel F&B

3.2 L’importanza dell’informazione nell’approccio sostenibile

Prima di proseguire nella trattazione specifica del nesso che lega l’informazione persa nel settore Food & Beverage alla sostenibilità, è necessario chiarire che cosa s’intende con il termine sostenibilità e in che modo le realtà aziendali lo fanno proprio.

La sostenibilità, intesa come sviluppo sostenibile, è definita dal Rapporto Brundtland (il documento elaborato dalla Commissione Mondiale per l’Ambiente e lo Sviluppo) come il paradigma di «sviluppo che consente ai soggetti di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri.95 »

È quindi un agire frugale e quindi pur sempre economico, così da non compromette il benessere dei soggetti a venire.

In campo aziendale il suddetto tema sta acquisendo sempre più rilievo, divenendo un driver d’innovazione che trascina le imprese verso un cambiamento nella loro proposta di valore; cambiamento finale ottenuto grazie a un cambiamento basilare nella metodologia di produzione e nella conseguente tipologia di output offerti nel mercato.

Non tutte le realtà aziendali, a prescindere dal settore di riferimento, adottano l’impianto sostenibile in egual modo. Esistono differenti tipologie di approcci strategici riconducibili a quattro macro categorie:96

1. Strategia Passiva: con il termine “passivo” s’indica la caratteristica principale

nell’adozione, o non adozione, della strategia, volendo in tal modo indicare come la realtà in questione viva la sostenibilità in maniera “passiva” senza mettere in atto

                                                                                                               

95  Chiara Mio, “Programmazione e controllo delle Vendite. Una prospettiva di sostenibilità”, Egea, 2013.

(Capitolo 4). A pagina 140 del testo si fa riferimento al documento noto come Rapporto Brundtland specificando inoltre che “in tale documento si tratteggiano quelli che sono diventati gli assi portanti di tale paradigma, un concetto di sviluppo che lungi dall’essere una definitiva condizione di armonia, è piuttosto un processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali.”

alcuna azione per introdurla nel proprio iter operativo. Coloro che guardano alla sostenibilità attraverso questa prospettiva ricorrono a soluzioni post produzione anziché in produzione (p.e. il pagamento di somme di denaro come forma risolutiva alle emissioni di CO2);

2. Strategia Adattiva: le realtà che adottano tale strategia lo fanno esclusivamente perché imposto dall’esterno e ottemperano alle imposizioni semplicemente adattandosi alle stesse. La distinzione tra la tipologia adattiva e la passiva coincide con la presa di coscienza del ruolo di responsabilità nelle emissioni ambientali;

3. Strategia Reattiva: posta la presa di coscienza avvenuta nell’approccio adattivo, la strategia reattiva costituisce l’evoluzione di quest’ultimo identificandosi con realtà aziendali che ricorrono a cambiamenti nelle metodologie di produzione (p.e. adottando tecnologie pulite) con il principale e mero scopo, però, di non subire arretramenti di mercato;

4. Strategia Proattiva: è la strategia adottata dalle realtà ritenute sostenibili al 100%. “Proattiva” perché viene attivata a prescindere da meccanismi di mercato o da vantaggi derivanti dalla sua adozione ma per la sola ragione di ritenere importante l’approccio sostenibile e ritenere se stessi in primis responsabili dei dannosi impatti ambientali. La strategia è ritenuta proattiva laddove l’azienda si avvalga di partner, fornitori e metodi di produzione che vantano l’appellativo di “sostenibili”.

Il concetto di qualità si sta parimenti rivelando importante, al punto tale che un risultato aziendale è ritenuto buono o per lo meno soddisfacente solo se qualitativamente rilevante. Com’è d’intuibile deduzione, il concetto di qualità è strettamente legato al concetto di sostenibilità ed è intesa nelle tre accezioni cui si riferisce: Economica, Sociale e Ambientale. Un prodotto è quindi qualitativamente rilevante se, e solo se: lo sono i suoi input, ossia fattori produttivi che rispettano l’ambiente minimizzando l’inquinamento e lo scarto da esso ricavato; lo sono i processi di lavorazione e di trasformazione a cui è sottoposto, ossia processi produttivi efficienti che perseguono la minimizzazione delle emissioni, e infine che lo siano anche i servizi annessi, affinché il prodotto giunga al cliente nel rispetto dei target qualitativi prefissati, e quindi servizi di logistica ecologici o di packaging sostenibile.

Come si evince, il modus operandi delle aziende si sta evolvendo attraverso una continua e assidua interazione con l’ambiente: impiegare delle risorse che provengono dall’ambiente, come detto, determina una relazione con quest’ultimo e tale relazione dev’essere gestita affinché non si crei un danno ritenuto, per l’appunto, ambientale.97

Il motivo per il quale il tema dell’informazione riguardante gli scarti alimentari è rilevante98, è che possedere queste tipologie d’informazione incita le aziende a essere sostenibili, in un contesto, quello attuale, in cui la sostenibilità stessa sta divenendo sempre più l’obiettivo primario della loro performance e, in particolar modo, della loro reputation.

L’ambiente, se un tempo considerato variabile esogena, ossia una componente indipendente dal sistema azienda, alla quale ci si appellava limitatamente all’acquisizione di risorse e nei limiti dell’emissione delle stesse, attualmente è ritenuto già di per sé risorsa e le realtà aziendali hanno il dovere di utilizzarla ottemperando all’onere di Corporate Social Responsability99 che appartiene loro.

L’ambiente, e l’ecosistema in generale, è oramai una variabile critica per il successo aziendale ed è competenza delle aziende saperlo sfruttare al pari di un’opportunità di business e far vertere i propri processi produttivi verso di esso.

L’obiettivo da perseguire è l’ottenimento di un output sostenibile che il cliente sappia riconoscere e sappia apprezzare nel processo decisionale, anche a costo di sostenere un prezzo di vendita più alto.

                                                                                                               

97 Chiara Mio, “Il budget ambientale: programmazione e controllo della variabile ambientale”, EGEA, 2001

98 Per un’analisi approfondita di veda il paragrafo 3.1.

99  Chiara Mio, “Programmazione e controllo delle Vendite. Una prospettiva di sostenibilità”, Egea, (capitolo 4).

Nel testo si fa riferimento alla Corporate Social Responsability, ossia la Responsabilità Sociale, che viene definite come “l’integrazione su base volontaria da parte delle imprese delle preoccupazioni sociali ed ecologiche nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate (stakeholder) […] Essere socialmente responsabili significa non solo soddisfare pienamente gli obblighi giuridici applicabili, ma anche andare al di là degli stessi investendo di più nel capitale umano, nell’ambiente e nei rapporti con gli stakeholder”.

L’evoluzione alla quale si assiste nell’agire aziendale è la ragione per cui lo scarto, alimentare nel settore del Food & Beverage, industriale e/o chimico in altri, è un elemento ritenuto critico nell’ottica di una buona strategia aziendale. Esso è considerato il principale responsabile per quegli impatti ritenuti dannosi per l’ambiente, indi per cui le aziende si sono poste l’obiettivo di ridurlo fino al raggiungimento della sua totale eliminazione.

Ridurre o addirittura eliminare gli scarti è una mission di non facile persecuzione che riscontra però successo grazie all’adozione di una specifica metodologia operativa: il sistema sostenibile zerowaste100.

                                                                                                               

100 Sistema volto alla riduzione degli scarti operativi la cui analisi approfondita è di competenza del paragrafo