La perdita d’informazione nel F&B
3.3 Il sistema sostenibile zerowaste
È bene precisare che l’attenzione alla sostenibilità non esiste da sempre. Questo tema ha subito un’evoluzione nel corso del tempo; evoluzione che ha preso forma da uno stato d’irrilevanza fino a ottenere una posizione di alto merito.
Il sistema sostenibile zerowaste è il frutto di questa lunga e complessa evoluzione.
L’origine si riscontra nella presa di consapevolezza da parte delle aziende della loro Corporate Social Responsability101: questo passaggio d’interiorizzazione è necessario ai fini dell’inseguimento del più grande progetto d’impronta sostenibile definito dal Rapporto Brundtland.102 L’obiettivo del suddetto progetto è identificato con un’efficienza nella
gestione delle risorse naturali che non comprometta alle generazioni future la possibilità di soddisfare i propri bisogni a causa di un degrado ambientale e di una mancanza di integrità nel pacchetto di risorse che viene ad esse tramandato.
Analizziamo ora di seguito il processo evolutivo nel dettaglio ai fini di comprendere il cosiddetto procedimento zerowaste.
Nel 1900 l’accademico, scrittore e teorico americano Stuart L. Hart, afferma che «l’odore dell’inquinamento viene coperto dal profumo dei soldi», stando a significare che, non portando l’investimento in sostenibilità a risultati economici immediati, viene tralasciato103. In seguito, s’inizia a concepire l’introduzione di limiti, regole e diversi divieti nell’attività economica, al fine di limitare danni ambientali e sociali che impatterebbero le generazioni future.
Il passaggio a un metodo di produzione più efficiente è immediato e si manifesta nel ricorso a una logica “Cradle to Cradle”104 (“dalla culla alla culla”), anche detta logica “zerowaste”.
101 Si veda nota n. 99, paragrafo precedente.
102 Per un’analisi approfondita di veda il paragrafo precedente.
103 Milne M., Kearins K., Walton S., “Creating Adventures in Wonderland: The Journey Metaphor and
Environmental Sustainability”, Organization, 2006.
104 In letteratura, il sistema produttivo Cradle to Cradle è un sistema basato sulla logica dell’economia circolare
ed è un approccio il cui obiettivo è il mantenimento delle materie prime all’interno di loop chiusi al fine di ottenere degli output originati da prodotti già generati. In passato l’usanza era la messa in discarica dei beni al termine del loro utilizzo, il cosiddetto Cradle to Grave, mentre attraverso l’adozione di questo nuovo approccio
L’ultimo e consequenziale step fa emergere una nuova attenzione che è, oltre a quella già menzionata per l’efficienza, quella per l’efficacia: non è più sufficiente una logica di miglioramento della produzione, poiché migliorare non significa eliminare e così facendo rimarrà sempre un livello minimo di inquinamento. L’efficacia mira così a creare condizioni quanto più positive per l’ambiente, non limitandosi più alla sola riduzione ma ricorrendo bensì alla creazione di nuovi prodotti a impatto zero.
Terminato l’excursus generale dell’evoluzione della sostenibilità, il focus della nostra analisi va al penultimo passaggio: il passaggio all’approccio sostenibile zerowaste.
Con il termine zerowaste ci si riferisce alla caratteristica principale di un modus operandi che prevede la totale eliminazione degli scarti produttivi e, anzi, il loro riutilizzo e la loro rivalorizzazione fino a saturarne capacità produttiva e potenzialità.
Questo concetto riguarda il trattamento sistematico del ciclo di vita di un prodotto: il Cradle to Grave and Cradle, dei quali il secondo rappresenta una variazione interessante dello schema usuale, implicando il fenomeno della circolarità, a cui la presente trattazione fa riferimento.
Lo strumento utilizzato ai fini dell’analisi del ciclo di vita di un prodotto è il Life Cycle
Assessment105 (noto come Lca), volto ad analizzarne le fasi e, per ognuna di esse, l’impatto ambientale generatosi.
All’interno del percorso appartenente alla deontologia del Lca emergono due macro-momenti tra loro distinti e noti come “Life Cycle Inventoring” e “Life Cycle Impact106”, nei quali
rientrano, raggruppate a loro volta in sotto gruppi, le fasi del ciclo di vita del prodotto.
attento all’inquinamento ambientale si recuperano i prodotti dismessi e si ritrasformano saturando la loro capacità e il loro valore, ottenendone ad esempio energia. Unctad-Isar (1995): «This technique maps all
environmental relationships of a product or a process when all of its components are traced back to their natural beginnings, called the “cradle” and all applications are traced forward to their ultimate dispositions, called the “graves”»
105 Chiara Mio, “Il budget ambientale: programmazione e controllo della variabile ambientale”, EGEA, 2001.
(Capitolo 3). L’autrice scrive riguardo al Life Cycle Assessment definendolo come “un processo che si pone come obiettivo la valutazione dei carichi ambientali associabili a un prodotto, processo o attività, procedendo all’identificazione e alla quantificazione delle energie e dei materiali utilizzati e degli scarti immessi nell’ambiente, per stabilire il loro impatto, con la finalità di apprezzare e applicare opportunità di miglioramento dello stesso impatto ambientale. Il Lca riguarda l’intero ciclo di vita del prodotto, processo o attività, partendo dall’estrazione delle materie prime, dal loro trasporto e impiego, al riciclo e al trattamento finale del rifiuto”.
Nello specifico:
- Life Cycle Inventoring (“Rilevazione”): rappresenta la raccolta e la descrizione di tutte le operazioni che sono svolte nel percorso sopra esaminato. Consiste nel riconoscimento di tutti i processi che interessano il prodotto e che ottemperano al tema della sostenibilità;
- Life Cycle Impact (“Valutazione dell’impatto ambientale”): è il momento in cui le relazioni con i temi della sostenibilità vengono tradotte in valori identificativi l’impatto sull’ambiente, quindi rappresentati da metriche che misurino la dimensione dell’impatto stesso presente in ogni processo.
Gli obiettivi perseguiti dal Life Cycle Assessment e per i quali le precedenti analisi sono state svolte si raggruppano principalmente di due tipologie; esterni e/o interni.
- Obiettivi esterni: sono gli obiettivi riguardanti le normative di comunicazione verso l’esterno dei confini aziendali, volte all’ottenimento di valorizzazione delle proprie risorse impiegate, di certificazioni dei processi operativi come ecosostenibili nonché all’impostazione di eventuali relazioni con altri soggetti e istituzioni che operano nel rispetto e nella salvaguardia dell’ambiente;
- Obiettivi interni: sono gli obiettivi riguardanti l’area interna ai confini aziendali e sono posti quindi a favore dei soggetti che ci operano. Questi sono, ad esempio, obiettivi di cambiamento nel design o negli input utilizzati per la realizzazione di un prodotto, di stesura del budget ambientale107, di efficienza e di ecosostenibilità da
106 Chiara Mio, “Il budget ambientale: programmazione e controllo della variabile ambientale”, EGEA, 2001.
(Capitolo 3).
107 In riferimento alla gestione aziendale e in particolar modo al vertice decisionale, all’interno delle realtà
aziendali il budget ambientale è inteso come “prospetto di sintesi degli obiettivi ambientali dell’azienda e come indicatore dell’impegno che l’azienda stessa intende profondere nell’ambiente, in base alla strategia ambientale da essa voluta. Il budget ambientale si compone di: ricavi ambientali; costi ambientali; costi della gestione ambientale; investimenti ambientali. Esso va integrato con le rilevazioni di origine non monetaria, poiché l’azione manageriale presenta un impatto ambientale che spesso non si traduce nelle performance economico- finanziarie. Tuttavia, si sottolinea l’importanza di valorizzare in chiave quantitativo-monetaria il budget
perseguire nei processi produttivi al fine di ridurre i costi ambientali e infine obiettivi di assunzione di decisioni operative e gestionali che non prescindano mai dai cardini di economicità ed efficienza.
Come si evince dagli obiettivi della strumentazione Lca, è importante che l’azienda applichi una gestione orientata alla sostenibilità e all’eco-efficienza poiché sono queste le variabili critiche che, se gestite efficacemente, la fanno emergere positivamente alla luce delle analisi del ciclo di vita del prodotto.
Passiamo ora all’analisi dettagliata e cronologica delle fasi che si conseguono nel suddetto ciclo di vita del prodotto108.