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Dopo aver indagato cosa significa per un’azienda essere online, distinguendo tra presenza, visibilità e reputazione, si passa ora ad analizzare attraverso quali strumenti l’attività online può essere valutata, misurata, monitorata e infine confrontata con quella di altre organizzazioni. Per quanto riguarda il sito web, nel Capitolo Primo sono state individuate tre componenti sulla base delle quali esso viene valutato dai visitatori:

informazione, servizio, interattività. Parlando di visibilità, si è fatto riferimento alla

possibilità di sostenerla non soltanto con campagne di advertising ma anche ottimizzando il sito web per i motori di ricerca attraverso attività on-site sulle tre componenti citate, quindi sui contenuti, sulla struttura, sul linguaggio, e off-site, in modo da favorire l’aumento di riferimenti (web mention, link) che da altre fonti conducono al sito stesso: si è scritto, infatti, che la visibilità online è tanto maggiore quanto maggiore è la capacità dell’azienda di coinvolgere e creare un effetto rete per la condivisione dei contenuti. Sorge, dunque, spontaneo chiedersi: come misurare e valutare in pratica se il livello di informazione, servizio e interattività offerto sul proprio sito è efficace? Come capire se gli sforzi per sostenere la visibilità stanno avendo risultati? Gli elementi che definiscono la presenza su Internet delle aziende impattano i web analytics, ad esempio il posizionamento del sito Web (website ranking), la frequenza di rimbalzo (bounch rate), le visualizzazioni delle pagine (page views) e l’ammontare del tempo trascorso su un sito Web (Feroz e Wood, 2017), quindi l’analisi dei dati rilevabili dal sito può fornire informazioni utili per verificare l’efficacia degli strumenti che si stanno utilizzando nella propria strategia.

Per quel che riguarda i social media, una strategia sui social media viene definita come un processo di pianificazione orientato a stimolare contenuti generati dagli utenti, guidato da un gruppo di applicazioni Internet, con lo scopo di creare una posizione competitiva unica e di valore (Effing e Spil, 2016). Sono stati individuati sette elementi chiave da considerare quando si definisce una strategia sui social media: pubblico target,

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parole, una social media strategy è un piano d'azione sui social media ben definito e focalizzato, che ha obiettivi di business chiari, politiche specifiche, è rivolto ad un pubblico desiderato, dispone di risorse necessarie e il cui impatto è misurato con metriche predefinite (Ng e Wang, 2013). Le aziende, dunque, devono evitare di creare una pagina Facebook o un account Twitter solo perché tutti gli altri ne hanno uno senza prima determinare strategicamente perché queste mosse potrebbero essere efficaci per l'organizzazione e quali risultati essa vuole raggiungere. Sulla base di diversi casi studio, alcuni autori hanno ipotizzato che la strategia sui social media possa essere rappresentata come un cono a tre livelli che rappresentano le tre fasi di maturità della strategia (Effing e Spil, 2016). Ad ogni fase corrispondono differenti elementi: nella prima fase della strategia, le aziende sembrano iniziare a prendere decisioni sul target e i canali; nella seconda fase, in genere i fattori presi in considerazione sono la definizione degli obiettivi, l’allocazione delle risorse e la creazione di politiche e linee guida per l'uso; nella fase più matura, le organizzazioni prestano attenzione a tutti gli elementi chiave, incluso il monitoraggio e la pianificazione dei contenuti.

Che si tratti del sito web o dei social media, si noti come questi strumenti, per poter essere implementati in modo professionale, devono essere inseriti in una strategia di

digital marketing, con obiettivi e piani di azione determinati a priori, dei quali sia

possibile controllare i risultati e misurare l’efficacia e i benefici ottenuti.

2.1.2. Il Digital Marketing

Il Digital Marketing Institute definisce il marketing digitale (DM) come l'uso delle tecnologie digitali per creare una comunicazione integrata, mirata e misurabile che aiuta ad acquisire e trattenere i clienti mentre costruisce relazioni più profonde con loro. (Smith, 2007). Esso non riguarda solo il sito web e i social, ma tutte quelle tecnologie digitali (web, e-mail, database, mobile, wireless, TV digitale, etc.) che permettono di svolgere attività volte all'acquisizione e alla fidelizzazione dei clienti in un processo di acquisto multicanale. In altre parole, si può dire che il marketing digitale funge da ponte tra i touchpoint digitali dei consumatori e le interfacce di conversazione digitale che le aziende utilizzano per fornire contenuti (Wymbs, 2011); a differenza del marketing tradizionale, molto più orientato alla comunicazione di massa, il marketing digitale utilizza tecnologie digitali misurabili, che consentono di focalizzarsi sulle conversazioni e facilitano la creazione di relazioni tra clienti e imprese. Oltre all'efficacia in termini di

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costi e alla capacità di adeguarsi ai cambiamenti nel comportamento dei clienti, gli investimenti in DM, quindi, sono motivati dal fatto che i suoi risultati sono monitorabili più facilmente rispetto a quelli del marketing tradizionale, permettendo così di giustificare gli investimenti fatti in termine di personale impiegato, tempo, denaro.

Figura 2.1 Digital marketing

Fonte: Wymbs, 2011.

In questa sede verranno approfondite sia per il sito web sia per i social media le attività di monitoraggio, che sono essenziali per verificare l’efficacia della propria strategia e riuscire a ottenere risorse future.

2.1.3. Come misurare e interpretare i risultati dell’attività online

Nel Web 2.0 ogni utente, in modo più o meno volontario, è un produttore di dati, che costituiscono una fonte di informazioni per le aziende. La Web Analytics Association (WAA, poi diventata Digital Analytics Association) definisce i web analytics (WA)11, o

analitiche per il Web, degli strumenti per la misurazione, raccolta, analisi e comunicazione dei dati Internet a fini di meglio comprendere e ottimizzare l'utilizzo della rete. È possibile far rientrare in questa categoria sia i website analytics sia i social media analytics, che sono gli strumenti per l’analisi dei dati riguardanti rispettivamente il sito web e i social media.12 Queste attività sui dati permettono di analizzare in

dettaglio le proprie piattaforme digitali ed effettuare dei benchmark con i dati

11 https://www.webanalytics.in/ (data accesso: 25 marzo 2020)

12 https://www.digital4.biz/marketing/big-data-e-analytics/guida-alla-web-analytics/ (data accesso: 25

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provenienti dal mercato o con altre aziende dello stesso settore. I dati raccolti sul web permettono non solo di presidiare i propri canali e capire l’efficacia della propria attività online ma anche di individuare consumer insight, di scoprire come si comportano i consumatori, quali sono le loro caratteristiche e preferenze e come utilizzano le applicazioni digitali. Per fare tutto ciò è necessario identificare e definire delle metriche, quindi degli standard specifici di misura, specialmente in relazione agli obiettivi che si sono prefissati, siano essi riferiti a cambiamenti da ottenere nel comportamento del pubblico target o a variazioni di redditività.

La Web Analytics Association individua tre tipologie di metriche per l’analisi sul web (Creese e Burby, 2005):

conteggio (count): è l'unità di misura elementare rappresentata da un singolo

numero, spesso intero;

rapporto (ratio): in genere è rappresentato da un conteggio diviso per un altro

conteggio, ma sia al numeratore sia al denominatore potrebbe esserci in alternativa un rapporto; di solito questa metrica non è un numero intero;

indicatore fondamentale delle prestazioni (KPI, Key Performance Indicator): può

essere sia un conteggio sia un rapporto, ma è spesso un rapporto. I KPI sono le metriche legate agli obiettivi dell’impresa, sono definiti quindi con la strategia aziendale e servono per monitorare l’andamento di una certa attività all’interno di un determinato business13: i KPI, attraverso tassi, rapporti, percentuali e medie,

trasmettono in modo succinto quante più informazioni possibili, forniscono un contesto temporale, evidenziano il cambiamento (piuttosto che fornire semplici tabelle di dati) e guidano azioni critiche per l'azienda (Peterson, 2006).

La misurazione delle performance non migliora di per sé le prestazioni: i dati sono inutili senza una corretta analisi e interpretazione; per questo, gli sforzi di un'organizzazione per determinare un sistema di metriche adeguato devono considerare tre elementi (Järvinen e Karjaluoto, 2015):

a) il contenuto della misurazione: il sistema di metriche che viene sviluppato, cioè le metriche che vengono selezionate e il modo in cui sono strutturate, deve avere un ragionamento alla base; le organizzazioni dovrebbero concentrarsi

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sull'allineamento di metriche e strategie, nonché su definizioni, dimensioni e struttura delle metriche.

b) il processo di misurazione, cioè il processo che comprende la raccolta, l’analisi e l’interpretazione dei dati, la rendicontazione dei risultati, l’aggiornamento del sistema di metriche. Uno dei vantaggi dei web analytics è che offre una varietà di metriche oggettive, standardizzate e quantitative che sono relativamente facili da comunicare al senior management.

c) il contesto di misurazione, cioè il contesto organizzativo interno ed esterno in cui si verifica l'uso del sistema di metriche.

Questo fa capire come la fase di monitoraggio sia particolare per ogni azienda e il sistema di metriche utilizzato possa variare da un caso all’altro. Nel seguito della trattazione verranno presentate e analizzate le principali metriche da utilizzare per valutare i siti web e i social media attraverso cui le aziende esplicano la loro presenza online; in particolare, a partire dalla letteratura, si proporrà una suddivisione delle metriche tale da poter “testare” la strategia aziendale sulla base dei tre concetti visti nel Capitolo Primo: presenza, visibilità e reputazione online.