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4.2. Analisi dei dati per le aziende con codice ATECO 10.1

4.2.2. I social media

4.2.2.3. Linkedin

Se Instagram è apparso essere utilizzato solo da una piccola percentuale delle aziende del comparto delle carni e salumi, un quadro ancora più “scarno” si osserva analizzando i gli altri social media.

Linkedin, la piattaforma di professional networking più popolare e apprezzata al mondo, è un importante mezzo per le aziende per perfezionare la loro immagine e reputazione sia in ottica B2B che B2C; esso, inoltre, consente di portare traffico verso il sito web in maniera più veloce rispetto ad altri social, di acquisire nuove forze all’interno del personale, di espandere i propri contatti e le partnership e soprattutto di generare i cosiddetti lead. Nonostante i numerosi benefici che questa piattaforma può apportare alla realtà aziendale, ancora molto poco diffusa risulta essere tra le PMI del campione analizzato: come si può vedere dal grafico proposto in Figura 4.32, poco più del 20% delle aziende analizzate hanno un profilo gestito da o per conto dell’azienda, e di queste soltanto un terzo circa sono risultate attive sul social media nel semestre considerato. Anche in questo caso si tratta di aziende diverse per classe di fatturato e dipendenti, mentre una caratteristica comune a 13 aziende su 16 è la presenza di un profilo Facebook verificato oltre a quello Linkedin.

Figura 4.32 Diffusione di LinkedIn tra le aziende del campione

Emerge che la metà delle imprese con un profilo Linkedin verificato non riporta l’icona del social media nel proprio sito web, per cui l’esistenza del profilo aziendale su questa piattaforma non viene messa in evidenza agli utenti del sito web facendo mancare parte dell’integrazione necessaria tra i vari owned media. D’altra parte, tuttavia, il link al sito web è presente su quasi la totalità dei profili LinkedIn (13 su 16), per cui si conferma la

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tendenza delle aziende a rimandare dai social media alla fonte primaria di informazioni che è il sito web. Per quanto riguarda la fan base aziendale, si osserva che tutti i profili contano un numero contenuto di iscritti; solo due aziende si distinguono per un numero di seguaci notevolmente superiore rispetto alle altre e sono anche le aziende con un fatturato più elevato; per il resto tale numero nella media non supera il centinaio di utenti.

Figura 4.33 Iscrizioni alla pagina LinkedIn aziendale

Oltre al numero di iscritti al profilo, LinkedIn dà la possibilità di vedere quanti dipendenti si sono registrati presso l’azienda e quindi crea un collegamento diretto tra il profilo personale del dipendente e la pagina aziendale; questo significa che chi cerca informazioni sull’azienda può poi vedere i profili delle persone che vi lavorano per captare informazioni sull’ambiente interno e quindi i dipendenti possono influenzare e determinare l’immagine della azienda agli occhi di un potenziale cliente. Questo scambio di link interno alla piattaforma favorisce il posizionamento della pagina aziendale e permette all’azienda di interessarsi di ciò che il proprio staff pubblica sulla piattaforma e di avere delle forze che possono essere inserite nel piano editoriale per la condivisione dei contenuti e la creazione di una community, valorizzando così le relazioni tra brand e collaboratori; dall’altra parte, però, il rischio è che se non vengono definite delle linee

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aziendali ne rimetta l’immagine aziendale.49 Per le aziende con un profilo verificato è

stata calcolata la percentuale di dipendenti registrati presso l’azienda rispetto al numero totale di dipendenti risultato da AIDA; né è risultato che ad eccezione di un’impresa che vede registrati 21 dipendenti su 28 (Com.pa s.p.a.), la percentuale di dipendenti collegati al profilo aziendale è ancora piuttosto bassa, soprattutto per le realtà più piccole (a destra nell’istogramma in Figura 4.34).

Figura 4.34 Rapporto tra il numero di dipendenti collegati alla pagina LinkedIn aziendale e il numero di dipendenti totali al 31/12/2018

La stessa osservazione è stata fatta anche per le aziende che non hanno un profilo ufficiale su LinkedIn ma una pagina creata automaticamente dal social network. Un quarto di queste non conta nessuna registrazione da parte dei dipendenti (non sono state inserite nel grafico), mentre per le restanti la media di dipendenti registrati nonostante non ci sia un profilo aziendale ufficiale si attesta al 18%. Pur essendo una percentuale bassa, il fatto che su un social media ci siano dei profili che desiderano creare un collegamento con l’azienda ma questa non ha un presenza ufficiale, è come se l’azienda non stesse rispondendo ad una richiesta bottom-up, è una grande occasione persa di creare interazione, allargare i contatti, fare brand awareness e curare la reputazione aziendale.

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Figura 4.35 Confronto tra il numero di dipendenti collegati alla pagina LinkedIn aziendale non verificata e il numero di dipendenti totali

Il fatto che siano stati rilevati pochi contenuti pubblicati da poche aziende e che LinkedIn non renda possibile risalire al giorno esatto della pubblicazione (viene indicata in mesi e approssimativamente la distanza temporale dal giorno di pubblicazione) ha portato a valutare inutile la valutazione del tasso di engagement e degli altri tassi per i profili rilevati su questo social media. Possibilmente la scarsità di contenuti e la bassa frequenza di pubblicazione sono dovute al fatto che la maggior parte delle piccole aziende non conosce veramente LinkedIn e intende che il suo scopo primario sia quello della ricerca di personale; manca quindi la consapevolezza delle potenzialità di questo social per coinvolgere tutto lo staff aziendale e creare confronto e condivisione con tutti gli stakeholder e manca la capacità di creare contenuti che siano professionale, credibili, autorevoli.