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Il Ruolo della Società Civile nella Transizione Democratica in Kenya

3.2. Sviluppo dell’associazionismo 1990-

3.2.2. L’ Inter Parties Parliamentary Group (IPPG)

I partiti politici, il cui obiettivo principale era vincere le elezioni, erano consapevoli dei pericoli che avrebbero potuto correre se fossero stati riconosciuti come partiti quei movimenti politici strettamente connessi alle associazioni civiche.

Gli stessi partiti di opposizioni temevano di essere sopraffatti dalla NCEC tanto da fare di tutto perché le associazioni civiche non partecipassero ai negoziati sulle riforme costituzionali.

Di conseguenza, quando il KANU finalmente rispose alle richieste di un cambiamento costituzionale avanzate dalla NCEC, la maggior parte dei partiti d’opposizione chiese alla NCEC di farsi da parte e lasciare ai rappresentanti eletti sotto l’ Inter-Parties Parliamentary Group (IPPG) il ruolo di negoziatori.

Sotto l’ IPPG , i membri del Parlamento più risoluti si attivarono per l’abrogazione di alcune delle leggi più anti democratiche come il Chief’s Authority Act e il diritto di manifestazione.

Il pacchetto di riforme dell’ IPPG risultava molto simile all’agenda politica stilata dal CSO durante il primo Convegno a Limuru nel Novembre del 1996 e inoltre stabiliva per la prima volta nella storia del Kenya, che i partiti politici fossero corresponsabili della nomina

Il pacchetto di riforme di riforme IPPG fu negoziato in circa 2 mesi e si compose di 3 elementi.

Il Constitution of Kenya Amendament Bill, un legge che riuniva numerosi atti e stabiliva la costituzione della Kenya Review Commission. Parte dell’intesa fu discussa e approvata in Parlamento ed ottenne il consenso del Presidente a Novembre del 1997. Lo scioglimento del Parlamento il 10 novembre, tuttavia, impedì la pubblicazione di questi atti.

113 Il Constitution of Kenya Act portò 4 significativi cambiamenti. Il primo, rese esplicito il fatto che il Kenya sarebbe rimasta una repubblica multipartitica. Il secondo è che aumentò il numero dei membri della Commissione Elettorale da 11 a 21 e implicava il coinvolgimento dei rappresentanti dei partiti d’opposizione.

Il terzo, forniva una protezione costituzionale contro le discriminazioni di genere.

Il quarto, ripristinò l’autorità del presidente di 12 MP attraverso un sistema di ridistribuzione proporzionale fra i partiti rappresentati in Parlamento. Con riguardo al Public Order Act, l’IPPG sostituì la richiesta di autorizzazione per le pubbliche manifestazioni con una semplice notifica alla polizia. Vennero inoltre inseriti dei criteri specifici per fermare gli incontri pubblici e vennero eliminate dal codice penale alcune clausole in materia di diritto di espressione. Il Chiefs’ Authority Act fu emendato per proibire agli chief di agire in maniera indiscriminata e similarmente il Preservation of Public Security Act fu emendato per proibire le detenzioni arbitrarie di persone coinvolte in attività politica.

Inoltre, furono raggiunti una serie di accordi di carattere amministrativi come per esempio quello sull’ineleggibilità di tutti i funzionari provinciali e civili con lo scopo che si creassero interferenza e favoritismi. Allo stesso tempo si concordò che tutti i partiti politici dovessero avere lo stesso spazio sui media nazionali, soprattutto su radio e televisioni, e la registrazione di tutte le emittenti private radio e TV.123

Lo stato era impegnato anche nel difficile compito di codificare e razionalizzare il lavoro della Commissione Elettorale il cui compito era anche quello di monitorare gli spazi concessi ai vari partiti all’interno dei media nazionali. Queste azioni fecero si che, per la prima volta, tutti i candidati presidente potessero godere, almeno a livello teorico, della “protezione” statale.

114 Tuttavia tutti questi punti restarono sulla carta perché alla prova dei fatti in quanto la legislazione codificata dall’IPPG non ridusse l’immenso potere del presidente di fare nomine agli uffici pubblici (come per esempio l’Attorney General e il Presidente della Corte Suprema) senza controlli esterni.

Un caso emblematico fu quello della nomina da parte di Moi del controverso presidente della Commissioni Elettorale a membro della Corte Suprema. Inoltre, nessun emendamento ne discussione fu intavolata riguardo al bonus di seggi in Parlamento per il partito del Presidente vincitore delle elezioni.

Un’importante cambiamento avvenne poche settimane prima dello scioglimento del Parlamento nel Novembre del 1997 quando il KANU rapidamente cambio il regolamento parlamentare che assegnava al partito di maggioranza relativa il controllo di 3 commissioni importantissime: il Public Investments Commitee, il Public Accounts Committee e l’Estimates Commitee.

Era dal 1993 che il KANU cercava di mettere sotto controllo questi 3 commissioni, che erano diventati attori chiave nell’esposizione del governo alla corruzione e alla cattiva amministrazione.

Con l’opposizione concentrata sulle riforme dell’IPPG e sull’imminente scioglimento del Parlamento, il KANU riuscì finalmente ad ottenere il suo obiettivo e a mettere sotto controllo il futuro delle tre commissioni.

Il fallimento dell’IPPG di restringere i poteri presidenziali andò di pari passo col fallimento del processo di revisione del sistema elettorale. L’opposizione non riuscì a cogliere l’importanza del sistema elettorale sull’esito delle elezioni e su come una riforma avrebbe potuto mitigare gli scontri etnici che sconvolsero il Kenya nel 1992 e nel 1997.

Il “pacchetto” dell’ IPPG ebbe tuttavia diverse ripercussioni sulla situazione politica kenyana. Per primo, diede l’opportunità a Moi di allontanare la NCEC e la 4Cs dal processo di riforma costituzionale. Secondo, provocò

115 contrasti all’ interno delle fila dell’opposizione: alcuni leader dell’opposizione non partitica, giustamente, vedevano nel pacchetto dell’ IPPG una sorta di riformismo di facciata. Terzo, i sostenitori del cambiamento costituzionale con in testa la 4Cs, vedevano nel pacchetto IPPG una politica troppo conciliante da parte di Moi e la consideravano quindi poco credibile. Quarto i donors stranieri appoggiarono apertamente l’iniziativa dell’IPPG definendola “un passo nella giusta direzione” e sostenendo così Moi al potere.

Contestualmente le leadership dei partiti d’opposizione, accecate dall’illusione di sedersi per la prima volta ad un tavolo di trattativa sanciva che presunto riconoscimento da parte del regime di Moi , si illusero che il KANU avrebbe concesso riforme prima delle elezioni e iniziato un processo di revisione costituzionale dopo le elezioni.

In realtà, il KANU utilizzò l’iniziativa di riforma IPPG per manovrare e indebolire l’opposizione e far fallire il tentativo di riforma costituzionale guidato dal CSO.

L’obiettivo dell’azione del KANU fu quella di frammentare da un lato le forze pro-riforme e dall’altro gli stessi partiti d’opposizione che conseguentemente persero, come abbiamo già visto, le elezioni del 1997.124