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La Transizione Democratica in Kenya

2.6 Il Ruolo dei Partiti d’opposizione nella Transizione Democratica in Kenya

2.6.1. L’opposizione politica prima del

Il primo partito d’opposizione keniano dal raggiungimento dell’indipendenza del 1963 fu il KADU (Kenya African Democratic Union) che ebbe una vita brevissima.

Formato dal gruppo etnico numericamente più piccolo all’interno del KANU, il KADU fu pesantemente battuto alle elezioni del 1963 e costretto all’auto scioglimento dalle manipolazioni del KANU nel suo processo di consolidamento del potere nel novembre 1964. In sostanza il KADU non

70 giocò un ruolo significativo come partito di opposizione nella sua seppur brevissima esistenza. 81

Un anno dopo la confluenza del KADU nel KANU, una spaccatura ideologica fra la destra e la sinistra del partito portò alla scissione dell’ala più progressista e alla nascita del KPU (Kenya People’s Union).

La spaccatura fu principalmente il frutto della battaglia all’interno del partito che vide contrapposta l’ala conservatrice guidata da Kenyatta, Tom Mboya e Charles Njionjo e l’ ala progressista guidata da Oginga Odinga e Bildad Kaggia. La formazione del KPU inaugurò la nuova fase di opposizione politica che si sviluppò fra il 1966 e il 1969 e che vide il KPU come unico partito ufficiale di opposizione.

La reazione del KANU si manifestò nella messa in atto di meccanismi tesi a “contenere” la crescita del KPU. Il primo passo fu la promulgazione di un emendamento costituzionale che costrinse i membri del Parlamento fuoriusciti dal KANU a ricercare un nuovo mandato dall’elettorato sotto l’insegna del loro nuovo partito. Nelle successive “piccole elezioni generali” del 1966, ci fu una sistematica intimidazione sponsorizzata dallo stato e una massiccia manipolazione elettorale che portò il KPU ad ottenere solo 7 seggi in parlamento rispetto ai 29 seggi occupati precedentemente dai “fuoriusciti” dal KANU.

Il KPU sostenne l’agenda socialista che avevo come obiettivo quello di decostruire lo stato coloniale, nazionalizzare l’economia e attuare una profonda riforma agraria. Tuttavia, KPU ebbe un impatto minimo sul parlamento dovuto al numero insufficiente di seggi ottenuti alle piccole elezioni generali.

L’assassinio di Tom Mboya nel giugno 1969, peggiorò ulteriormente i rapporti fra il governo e il LPU in cui dominava la componente Luo. Per l’omicidio di Mboya, di etnia Luo, fu accusato principalmente il gruppo

81

Nasong’o S.W., The Illusion of Democratic Governative in Kenya, in Dibie R., The Politics

71 etnico dei Kikuyu a cui apparteneva il presidente Kenyatta che, fu sostenuto, voleva fermare l’ascesa politica del giovane e ambizioso Mboya. Questa morte e la rottura fra Odinga e Kenyatta pochi mesi più tardi segnarono la fine del KPU come partito di opposizione. Quando Kenyatta si recò a Kisumu, roccaforte di Oginga Odinga, per inaugurare un ospedale finanziato dall’ Unione Sovietica, scoppiò il caos.

Odinga fomentò i suoi supporter a contestare Kenyatta e il risultato fu la reazione della sicurezza del presidente che provocò diversi morti fra i manifestanti. Come conseguenza, il KPU fu messo fuori legge e i suoi leader arrestati compreso Odinga che fu messo agli arresti domiciliari. 82

Dopo la messa al bando del KPU, il Kenya rimase de facto uno stato mono partitico fino al 1982 quando, attraverso un emendamento costituzionale, il paese divenne de jure uno stato mono partitico.

La legalizzazione del sistema mono partitico fu in reazione al tentativo di Oginga Odinga e George Anyona di formare un partito di opposizione politica, Kenya African Socialist Union.

È a questo punto che la causa dell’opposizione politica fu abbracciata dal mondo universitario e dai sindacati che rappresentavano 2 gruppi elitari che incontrarono l’ostilità del regime e videro i loro leader incarcerati o costretti all’esilio. Successivamente per circoscrivere qualsiasi tipo di opposizione che potesse provenire dai sindacati, il governo del Kanu cooptò sotto il suo ombrello i lavoratori sindacalizzati all’interno del Central Organisation of Trade Union (COTU) e subito dopo l’organizzazione nazionale femminile Maendeleo ya Wanawake Organization.83

82

Ajulu R., Politicised Ethnicity, competitive Politics and Conflict in Kenya: A Historical

Perspective, African Studies, vol. 61, n.2 83

Aubrey L., The Politics of Development Cooperation: NGOs, Gender and Partnership in

72 Il vuoto lasciato dall’ opposizione politica fu riempito dalla Chiesa e dai “corpi” professionali, in particolare la Law Society of Kenya, all’interno dei quali il regime di Moi cercò sempre di infiltrarsi con scarso successo.

Dal 1998, il Kanu divenne così arrogante da spingere le forze di opposizione a raggrupparsi e a lavorare insieme per il ritorno ad una vita democratica.

2.6.1. L’opposizione politica prima del 1992

Nella seconda metà degli anni 80, lo scontento interno era abbastanza alto e coincideva con l’inacidirsi delle relazioni fra il Kenya e i suoi Donors, culminati con le rivolte Saba Saba che portarono all’ arresto e alla detenzione di Kenneth Matiba, Charles Rubia, Raila Odinga e altri avvocati in prima linea nella battaglia per il ritorno al multipartitismo.

L’azione punitiva del regime di Moi “accese” la comunità dei Donors, che iniziò a pressare il governo affinché intraprendesse riforme in cambio del proseguimento del supporto internazionale.84

La profonda disillusione nel regime di Moi fu così grande che incoraggiò una varietà di forze sociali interessate alle riforme a mettere da parte temporaneamente le proprie differenze (di classe, etniche, regionali e religiose) ed unirsi sotto l’ombrello di un’unica organizzazione per combattere collettivamente contro il regime autoritario statale.

Questa organizzazione crebbe rapidamente cristallizzandosi all’interno del Forum per la Restaurazione della Democrazia (FORD), un movimento popolare che mise assieme forze radicali e moderate nello sforzo comune di estromettere Moi e il KANU dal potere.

Questi sforzi portarono all’abrogazione, nel 1991, della sezione 2A della Costituzione che aveva fatto del Kenya uno stato monopartitico.

84

Murunga G.R., Governance and the Politics of Structural Adjustment, in Murunga G.R. & Nasong’o W op. cit., p.264-266

73 Il ritorno al multipartitismo ebbe, tuttavia, un lato negativo.

Le differenze soffocate in nome della lotta ad un comune nemico, emersero drammaticamente portando alla frattura del FORD in 2 fazioni: il FORD-Kenya (FORD-K) di Odinga e Muliro e il FORD-Asili (FORD-A) guidato da Matiba e Shikuku.

Diverse altri partiti di opposizione si formarono attorno a personalità politica fuoriuscite dal KANU. Il caso più eclatante fu il Democratic Party (DP) of Kenya, guidato dall’attuale presidente Mwai Kibaki. Diversi partiti non furono invece ammessi nella nuova arena politica: il più importante di questi fu l’ Islamic Party of Kenya, a cui fu negata la registrazione in quanto considerato espressione del fanatismo religioso e perciò bandito dallo stato kenyano. La nuova mobilitazione si sviluppò prevalentemente lungo linee etniche.

I partiti che emersero dopo l’abrogazione della Sezione 2A nel 1991 furono formati sotto la condizione che fossero abbastanza differenti da quelli che erano sorti nel periodo antecedente l’indipendenza.

Considerando che il nazionalismo fu la forza trainante della formazione del KANU, del KADU e degli altri partiti nazionalisti fra il 1957 e il 1962, la formazione dei partiti post abolizione della sezione 2 fu guidata da differenti forze politiche e sociali, tutte unite nel tentativo di scalzare il KANU dal potere.

La visione politica di questi partiti rimane priva di una ideologia ben specifica tanto che da questo punto di vista non si differenziavano dal KANU da loro tanto detestato.

La qualità dei partiti d’opposizione kenyana quindi non può essere giudicata su differenze politiche o ideologiche ma piuttosto dall’appartenenza etnica dei suoi leader, dalle diverse “striature” sociali che li componevano, dall’organizzazione e dalla struttura interna e dalla riconoscibilità della leadership all’interno dei propri ranghi.

74 L’inclinazione etnica in questi partiti fu evidente in entrambe le elezioni del 1992 e del 1997 quando il supporto dei partiti seguì distinti modelli etnico regionali: i candidati e i loro partiti vinsero principalmente nei loro distretti in un’elezione che seguì tendenzialmente nel suo svolgimento l’affiliazione etnica.

In conseguenza del lungo periodo di potere del Kanu e della sua auto candidatura ad essere il protettore delle minoranze etniche, il partito dominante fu l’unico ad ottenere una diffusione uniforme nella maggior parte delle regioni fuori dalla fortezza Kalenjin.

Tuttavia esso si trovò escluso dal Kikuyuland e dal Luoland, la prima e la terza comunità più grandi in Kenya.

Dopo le elezioni del 1992, si registrarono nuovi cambiamenti politici.

2.6.2 La debolezza istituzionale dei Partiti d’Opposizione in