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3. LA RICERCA DELLA COMPETITIVITÀ OLTRE CONFINE

3.1 L’origine del processo di internazionalizzazione

Lo scopo perseguito nel processo di internazionalizzazione è per Wilson (2006) degno di estrema importanza, l’autore infatti afferma che la natura dello scopo è strettamente legata alla massimizzazione delle entrate e alla riduzione dei costi derivanti dall’attuazione del processo stesso. È interessante allora porsi due quesiti: come mai un’impresa decide di intraprendere un processo di internazionalizzazione? Cosa la spinge ad internazionalizzare il proprio business?

È importante fin da subito notare che le decisioni e le azioni intraprese dall’azienda in procinto di internazionalizzare il proprio business sono numerose e variano in relazione al settore in cui operano, alla dimensione dell’impresa, alle precedenti esperienze internazionali del management coinvolto. Consapevoli di quanto appena specificato, vengono riportati di seguito i principali scopi perseguiti dalle imprese nel processo di internazionalizzazione ed i motivi che spingono l’impresa ad intraprendere suddetto percorso.

SCOPI - J. B. Barney, nel libro Gaining and Sustaining Competitive Advantage

(4ed. 2011), individua 5 principali scopi perseguibili dalle imprese grazie al processo di internazionalizzazione:

Tab.2 - Scopi potenziali perseguibili con le strategie di internazionalizzazione

[Fonte: J. B. Barley, Gaining and Sustaining Competitive Advantage]

1. Nell’intento di raggiungere un maggior numero di consumatori l’impresa potrebbe trovarsi difronte ad alcuni ostacoli che limitano il successo della strategia perseguita. Tra questi è necessario citare: possibili differenze nelle preferenze dei consumatori; inadeguati canali distributivi; barriere al commercio; insufficiente livello di ricchezza della popolazione. Alcuni ostacoli possono essere superati con relativa facilità (apportando modifiche al prodotto le preferenze dei nuovi consumatori possono essere soddisfatte), altri risultano più ardui da oltrepassare (costruire canali distributivi laddove assenti rappresenta un investimento spesso troppo oneroso per qualsiasi azienda). Di contro, sempre il primo scopo consente di gestire a proprio vantaggio il ciclo di vita del prodotto. Detto in altre parole, un particolare prodotto in mercati diversi potrebbe trovarsi in differenti fasi del proprio ciclo di vita, quindi un prodotto già in fase di maturazione o declino nel mercato domestico potrebbe trovarsi in fase di crescita in un mercato emergente. Il verificarsi di questa situazione consente all’azienda di allungare il ciclo di vita dei propri prodotti e di sfruttare le conoscenze acquisite nel tempo per migliorare l’offerta e superare la concorrenza.

2. La possibilità di avere accesso a risorse più economiche è uno dei principali motivi che muove un’impresa oltre i confini nazionali. I vantaggi di costo possono essere perseguiti con riferimento non solo all’acquisto di materie prime

Potential Scope in Pursuing International Strategies 1. Gaining access to new customers for current products or services 2. Gaining access to low-cost factors of production

3. Developing new core competences

4. Leveraging current core competences in new ways 5. Managing corporate risk

e manodopera ma anche di tecnologia. Ad esempio, molte imprese interessate ad operare nel mercato cinese spesso stringono collaborazioni con partners locali, questo agevola lo scambio di conoscenze tecnologiche e inoltre crea la possibilità di utilizzare le nuove tecnologie a bassi costi grazie alla minore protezione che il Governo Cinese pone sulla proprietà intellettuale. È possibile considerare in questa classe di scopi anche le economie di scala perseguibili. Un aumento della produzione consente infatti di ripartire i costi fissi su maggiori quantità realizzate e quindi vendute provocando un conseguente abbassamento del costo unitario.

3. La possibilità di sviluppare nuove competenze distintive è subordinata alla volontà dell’azienda di imparare dalla sua esperienza internazionale. Questo è più semplice nel caso in cui essa interagisca con un cosiddetto transparent

business partners cioè con un partner aperto e disponibile. Il possesso di tali

qualità dipende sia alla differenza nelle filosofie, nelle pratiche e nelle procedure organizzative seguite dal partner sia alle differenze culturali tra i due paesi. 4. La capacità di sfruttare le attuali competenze distintive in nuovi modi può essere connessa alla capacità di adattare la propria offerta alle preferenze del mercato. In relazione a quanto appena detto è possibile citare l’esempio di Honda, la multinazionale giapponese infatti ha sfruttato le competenze distintive possedute nella produzione di motori per la creazione di tagliaerba di grandi dimensioni richiesti dal mercato statunitense.

5. Infine, la strategia di internazionalizzazione potrebbe avere come scopo il miglioramento della gestione del rischio aziendale sopratutto in presenza di cash flow non perfettamente correlati.

Gli scopi, come è facile dedurre, corrispondo agli obiettivi che l’impresa intende raggiungere attraverso il processo di internazionalizzazione, sono quindi il risultato di un attento processo decisionale aziendale. I motivi, che verranno analizzati di seguito, invece esulano dalla decisone aziendale. Essi sono piuttosto le condizioni o le forze incentivanti l’attuazione del processo in esame, siano essi propri dell’ambiente esterno o dell’organizzazione interna dell’azienda.

MOTIVI - Sono presenti in dottrina diverse classificazioni dei motivi sottostanti

la scelta di avviare un processo di internazionalizzazione, alcune di queste distinguono tra:

Motivi INTERNI e ESTERNI (Korsakiene et al., 2012)

Si può parlare dei primi con riferimento a tutti quei fattori interni all’organizzazione che giocano un ruolo principale nella scelta di internazionalizzare, i motivi esterni sono di contro tutti i fattori relativi all’ambiente circostante, sia domestico che non, anch’essi decisivi per l’avvio del processo.

Motivi PULL e PUSH (Onkelix et al., 2008)

I motivi pull scaturiscono da condizioni positive presenti nei mercati o dallo sviluppo favorevole dei mercati stessi, per cui un’impresa è attratta dalle possibilità riscontrabili nell’ambiente. I motivi push invece derivano da specifiche caratteristiche possedute dall’organizzazione (come le risorse, il vantaggio competitivo di cui gode, ciclo di vita dei propri prodotti) significative per l’avvio del processo d’internazionalizzazione.

Motivi ATTRATTIVI e PROATTIVI (Hollensen, 2008)

Tra i motivi proattivi si possono citare: obiettivi di crescita e di profitto, iniziative manageriali, competenze tecnologiche, unicità dei prodotti offerti, opportunità dei mercati esteri, informazioni sui mercati esteri, regimi fiscali agevolati, economie di scala. Tra i reattivi: pressione competitiva, carenza di domanda nel mercato domestico, eccesso di capacità produttiva, possibilità di estendere la vendita di prodotti stagionali, vicinanza fisica e psicologica ai possibili clienti.