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L'universalismo islamico e la causa palestinese

CAPITOLO III – LA STRATEGIA POLITICA

3.1 L'universalismo islamico e la causa palestinese

Nella Lettera aperta Hizbullāh definisce sé stesso una umma legata ai musulmani del mondo attraverso un forte legame ideologico-dottrinale e politico rappresentato dall'islam. Hizbullāh dichiara, inoltre, che tale umma «sharing its wails and woes under the guidance of the supreme jurisconsultant, the Rahbar, Imam Khumayni»366.

Sempre nella Lettera aperta il Partito di Dio esorta i musulmani di tutto il mondo ad unirsi nella lotta contro l'oppressione, l'imperialismo e il sionismo, seguendo i dettami dei “giusti 'ulamā” e non quelli dei giuristi “statali” che potrebbero aver abbandonato gli insegnamenti dell'islam e seguito invece gli interessi del “Grande Satana” e del “Piccolo Satana”.

Il Partito di Dio lancia un appello a tutti gli 'ulamā musulmani affinché siano uniti contro i pericoli derivanti dalla fitna (caos) tra sunniti e sciiti, che potrebbero essere sfruttati dagli oppressori e dalle forze imperialiste per ampliare ulteriormente le divisioni esistenti tra i musulmani.

Secondo Hizbullāh i musulmani dovrebbero evitare la discordia ed impegnarsi per ricercare l'unità o, come sostiene Fadlallah, per evitare uno stato di fitna tra i credenti o i popoli che conduce inesorabilmente alla sofferenza mentale e psicologica, e ricercare invece l'unione tra di essi367.

Come sottolinea Ghorayeb l'universalismo islamico del Partito di Dio è strettamente connesso al significato del suo nome: «The party of God is an expression for describing the multitude of believers generally. It is definitely not a closed group within this multitude who claims for itself the honour of affiliation to the Party of God, at the exclusion of other believers»368.

Tale definizione include tutti i musulmani credenti indicati come “esercito dei musulmani”, contrapposto all'“esercito dei miscredenti” che è sinonimo del concetto 366 Il Partito di Dio ha dichiarato che l'idea dell'unione di tutti i musulmani è stata influenzata dal pensiero di Khomeinī, il quale «declared the week commemorating the birth of the Prophet as the week of Islamic unity and emphasized the defence of the rights of all the Muslims. Hizbullah symbolized this unity to a bulwark that ruptures the conspiracies of the oppressors and arrogant nations» in Alagha J., op.

cit., pag. 132

367 Ivi pag. 133

coranico hizb al-shaytan o “Partito di Satana”369.

«Correspondingly, the Lebanese Hizbu'llah are viewed as an extension of the Hizbu'llah

mujahidin (those engaged in jihad) in the Islamic world who are characterised as ʻall

the oppressed Muslim who struggle under the Wali al-Faqih's leadershipʼ. By the same token, the party's military wing, the Islamic Resistance, is regarded as an intrinsic part of the Islamic Resistance in the world, which is led by Khumayni»370.

Sebbene l'utilizzo del concetto del wilāyat al-faqīh sia strettamente legato allo sciismo, Hizbullāh dichiara che «we are not a party in the traditional sense of the term. Every Muslim is automatically a member of Hizballah, thus it is impossible to list our membership»371. In tal senso la umma proclamata da Hizbullāh racchiude sia gli sciiti

che i sunniti a prescindere dalla loro aderenza o meno all'ideale khomeinista372.

Hizbullāh afferma che le particolarità dei sunniti e degli sciiti devono essere rispettate ma questo non significa che, ad esempio, non ci possa essere un'unità politico- ideologica diretta contro Israele e Stati Uniti, aggiungendo che la «political-ideological unity of the Lebanese Sunni and Shi‘a should be directed against the Western onslaught, spearheaded by the US and Israel on all Muslims»373.

Inoltre l'unità di tutti i musulmani è, per Hizbullāh, un legittimo dovere che incombe sui credenti che si devono impegnare per respingere il “caos della miscredenza” (fitnat al-

takfīr)374 e giungere ad una riconciliazione tra sunniti e sciiti, contrastando tutti i

tentativi volti a seminare discordia tra di loro375.

Nel nuovo programma politico del 2009, il Partito di Dio afferma: «Ricordiamo l’importanza dell’unità tra i musulmani. Dio il Possente dice nel Sacro Corano: “E aggrappatevi tutti insieme alla corda di Dio e non dividetevi tra voi”. Bisogna stare attenti a tutto ciò che causa discordia tra i musulmani, come le istigazioni settarie, specialmente tra sunniti e shi’iti. Scommettiamo sulla consapevolezza dei popoli musulmani nell’affrontare le congiure e le ordalie tessute contro di loro in questa prospettiva»376.

La disunità della umma è, dunque, conseguenza di forze esterne e non di differenze ideologiche o dottrinali tra le due correnti maggioritarie dell'islam: «la creazione di un

369 Sura LVIII, (al-mujâdala), versetto 19. 370 Saad-Ghorayeb A., op. cit., pag. 70

371 Abbas al-Mousawi citato in Kramer M., op. cit., pp. 132-133 372 Saad-Ghorayeb A., op. cit., pag. 70

373 Alagha J., op. cit., pp. 133-134 374 Ibidem.

375 Saad-Ghorayeb A., op. cit., pag. 74 376 Cfr. Appendice C

capro espiatorio o di una minaccia esterna, sia reale che immaginaria, serve a promuovere l'unità islamica»377.

A causa di tale persistente disunità, l'umma universale ambita dal Partito di Dio è ancora inesistente, la sola umma reale è la umma di Hizbullāh che racchiude tutti coloro che combattono Israele e l'Occidente egemonico, ossia l'Iran, la Palestina e gli sciiti libanesi islamisti: «the umma is not merely a religious community of passive believers who abide by the Qur'an and observe Islamic rituals, but a political community of Islamic activists who fight in Gos's cause […] Only the ʻunity of Muslim as an ummaʼ can defeat the imperialist design of ʻworld arroganceʼ. Furthermore, the unity of the Muslim is ʻthe hammer that crashes the plots of the oppressorsʼ, chief of which is Israel»378.

Parte integrante dell'ideologia pan-islamica del Partito di Dio è la liberazione della Palestina quale dovere religioso dell'intera umma islamica poiché «no one can determine the fate of a land that belong to an entire umma which consists of present and future generation of Muslims. The only acceptable fate for Jerusalem, in Hizbu'llah conception, is its liberation from Israeli occupation by the pan-Islamic ʻJerusalem Armyʼ. Israel's occupation of Palestine therefore become an ʻoccupation of an Islamic landʼ»379.

La centralità dell'obiettivo di liberare Gerusalemme o di porre in essere quella che è conosciuta tra i ranghi del Partito di Dio come “la cultura della Liberazione di Gerusalemme”380, emerge dalle parole di Hasan Nasrallah: «Jerusalem is the land of

Allah; it constitutes an Islamic cultural dimension not subjected to negotiation or compromise»381.

Secondo Ranstorp, l'ideale pan-islamico di liberare Gerusalemme attraverso una lotta armata contro lo Stato israeliano è stato non solo una conseguenza della sofferenza patita dalla comunità sciita in seguito all'invasione israeliana del Sud, ma anche una strategia del Partito di Dio diretta all'ottenimento del supporto popolare per la realizzazione dello Stato islamico in Libano382. Secondo l'autore, il successo ottenuto

con il ritiro israeliano nel 1985 è servito al Partito per accrescere il suo ruolo di protettore della comunità sciita e per conferirgli l'immagine, sia tra i suoi seguaci che

377 Saad-Ghorayeb A., op. cit., pag. 74 378 Ibidem.

379 Ivi, pag. 73

380 Hamzeh A. N., op. cit., pag. 39

381 Hasan Nasrallah citato in Hamzeh A. N., op. cit., pag. 40 382 Ranstorp M., op. cit., pag. 49

tra i suoi detrattori, di nemico implacabile di Israele e di altri nemici dell'islam383.

Inoltre, altro punto fondamentale, la competizione per la leadership della comunità sciita nel Sud non fu solo una battaglia tra il Partito di Dio e Amal, ma anche tra Iran e Siria.

Secondo l'autore il supporto di Teheran al Partito di Dio non era dovuto esclusivamente all'obiettivo di espandere l'influenza iraniana all'interno della comunità sciita, ma ebbe anche obiettivi puramente geostrategici, ossia giocare un ruolo più attivo all'interno dello scacchiere mediorientale e soprattutto nel conflitto arabo-israeliano: «Iran's support for the Hizb'allah in the South was particulary important, if not critical, toward this end as it could operate relatively unhindered compared to its limited ability to function and operate in Syrian-controlled Beirut and Biq'a area»384.

In base a tale ottica, il supporto iraniano alla causa palestinese e il suo appello alla distruzione dello Stato israeliano può essere visto come uno strumento per mobilitare le masse musulmane, soprattutto perchè tale appello trascende le tradizionali divisioni arabi/persiani e sunniti/sciiti385.

Per il Partito di Dio la causa palestinese assume un importante ruolo simbolico poichè la comunità sciita ha trovato un alleato naturale nella comunità palestinese nella lotta contro i mustakbirīn, in particolare nella lotta contro l'occupazione israeliana.

La solidarietà del Partito di Dio con la causa palestinese trascende l'impegno di combattere contro Israele ma «is a intrinsic part of Hizbu'llah's political throught. The declaration of the party's affinity with ʻits prisoners of war in Palestineʼ, in the same breath as Khumayni and the Hidden Imam, is indicative of Hizbu'llah apotheosis of the Palestinian people […] The pan-Islamic dimension of the Palestinian cause is therefore partially reducible to the humanistic and secular concept of oppression»386.

383 Ibidem. 384 Ivi, pag. 50 385 Ibidem.