• Non ci sono risultati.

Le Guerre contro il “Piccolo Satana” (1993-1996)

CAPITOLO III – LA STRATEGIA POLITICA

3.4 La lotta contro Israele: “armi, popolo e Resistenza”

3.4.1 Le Guerre contro il “Piccolo Satana” (1993-1996)

Gli Accordi di Tāi'if che chiesero, tra le altre cose, lo smantellamento di tutte le milizie, provocarono all'interno del Partito forti preoccupazioni circa il futuro della lotta armata. Tali timori si placarono quando il Governo libanese e la Siria riconobbero le attività di resistenza del Partito come una priorità nazionale da sostenere: «this was dealt with in cooperation with the relevant security organizations, through providing them with arms- bearing licenses within the limits of use for personal protection against any Israeli breach of security»510 .

In base ad una decisione politica presa dal Governo libanese, quest'ultimo non avrebbe ostacolato le attività della Resistenza che, a sua volta, si sarebbe limitata a combattere nelle zone in cui erano presenti i soldati israeliani e l'Esercito del Sud del Libano (SLA) guidato da Antoine Lahad511.

Per evitare scontri con il Governo libanese, Hizbullāh propose a quest'ultimo di lavorare seguendo due percorsi: il primo, quello della resistenza e della liberazione, da attuare senza ricorrere a canali negoziali; il secondo, seguito dal governo, indirizzato al conseguimento dell'attuazione della risoluzione Onu 425512, richiedente il ritiro delle

truppe israeliane dal sud del Libano513.

La morte del sayyid Abbas al-Moussawi, secondo Segretario Generale del Partito dal

509 Cfr. Appendice C.

510 Qassem N., op. cit., pag. 105. Qassem dichiara che l'esercito arrivò nel Sud nel febbraio del 1991. 511 Ibidem.

512Reperibile al seguente link: http://daccess-dds- ny.un.org/doc/RESOLUTION/GEN/NR0/368/70/IMG/NR036870.pdf?OpenElement

maggio 1991, avvenuta il 16 febbraio del 1992 dopo un bombardamento aereo israeliano, provocò la reazione del Partito che, per la prima volta, lanciò razzi Katyusha verso le colonie israeliane nel nord della Palestina occupata514.

Il 25 luglio del 1993, in seguito all'uccisione di alcuni soldati israeliani nel sud del Libano, Israele diede il via alla cosiddetta “Operation Accountability” che terminò la notte del 31 luglio con un cessate il fuoco verbale noto come “Accordo di luglio”515,

mediato da Stati Uniti, Iran e Siria, attraverso il quale Israele e il Partito di Dio si impegnarono a non attaccare più obiettivi civili516.

Secondo il Partito di Dio, le finalità dell'operazione israeliana furono principalmente tre: disarmare Hizbullāh e renderlo inattivo mediante un'offensiva militare diretta a distruggere le infrastrutture del Partito; troncare le relazioni tra il Partito e la popolazione libanese fornendo a quest'ultima una ragione per esercitare una pressione pubblica contro lo stesso; esercitare pressione sul Governo libanese per indurlo ad arrestare le attività della Resistenza517.

Secondo quanto riportato da Human Rights Watch, gli obbiettivi dichiarati da parte del Governo israeliano mirarono a punire il Partito di Dio e alcune fazioni militanti palestinesi; impedire a Hizbullāh di continuare ad utilizzare il sud del Libano come base per attacchi contro le forze israeliane presenti nella zona occupata; creare un flusso di rifugiati verso Beirut per fare pressione sul Governo affinché bloccasse la guerriglia della Resistenza518.

Come riportato da Qassem, le forze israeliane bombardarono il Sud, la Valle della Beqa'a, il campo Palestinese di al-Bared e un'area intorno a Beirut. Il Partito di Dio eseguì, invece, intensivi bombardamenti nelle colonie israeliane situate nel nord della Palestina occupata e trenta operazioni militari che colpirono le basi israeliane e quelle dello SLA nel sud del Libano519.

A farne le spese furono principalmente i civili. Il Partito riporta che l'aggressione israeliana provocò la morte di centoquaranta civili, inclusi 13 membri della Resistenza,

514 Ivi, pag. 109

515 Qassem N., op. cit., pag. 111

516 “Old Games, new rules: conflict on the Israel-Lebanon border”, ICG Middle East Report N°7 Amman/Brussels, 18 November 2002, pag. 5. Il report è reperibile al seguente link:

http://www.crisisgroup.org/~/media/Files/Middle%20East%20North%20Africa/Israel%20Palestine/Old %20Games%20New%20Rules%20Conflict%20on%20the%20Israel-Lebanon%20Border.pdf

517 Qassem N., op. cit., pag. 110

518 “Laws of War Violations and the Use of Weapons on the Israel-Lebanon Border”, Human Rights

Watch Arms Project, May 1996, reperibile al seguente link:

http://www.hrw.org/reports/1996/Israel.htm#P169_25435 519 Qassem N., op. cit., pag. 110.

cinquecento feriti, e circa duecentomila sfollati520.

La Resistenza del Partito non terminò con il cosiddetto Accordo di Luglio, le cui violazioni non mancarono da entrambi i lati521.

Qualche anno dopo, in seguito all'uccisione di diversi civili libanesi da parte delle forze israeliane, la Resistenza lanciò nel marzo del 1996 diversi razzi Katyusha verso il nord di Israele. La mattina dell'11 aprile successivo prendeva il via la cosiddetta Operation Grapes of Wrath.

Secondo quanto riportato da Charara e Domond, l'operazione era tesa a «rivoltare la popolazione contro Hezbollah, forzando Libano e Siria al suo disarmo; privare questi Stati degli ultimi strumenti di pressione a loro disposizione nei confronti di Israele; infliggere un'umiliazione alla politica araba di Chirac dimostrando che Israele e Stati Uniti sono le uniche due parti ad aver diritto di parola in Medio Oriente»522.

Per diciotto giorni l'aviazione israeliana bombardò il sud del Libano e, per la prima volta dopo l'invasione del 1982, anche la periferia di Beirut523.

Contemporaneamente alla guerra in corso, vi fu «un braccio di ferro politico e diplomatico tra i diversi protagonisti […] Il 15 aprile, gli Stati Uniti vietano al Consiglio di sicurezza di votare un testo sul Libano, dopo aver fatto sapere che ogni risoluzione per Israele limitante o ostile si scontrerà col suo veto […] il Libano chiede, attraverso il suo primo ministro Rafiq Hariri ricevuto all'Eliseo il 14 aprile, un intervento della Francia affinché entri immediatamente in vigore un immediato cessate il fuoco, sulla base del concordato non scritto del 1993 che prevede che le popolazioni civili di ambo le parti vengano risparmiate»524.

Il Presidente francese Chirac decise di inviare il ministro degli Esteri Hervé de Charrette nella zona con il compito di prendere contatti con tutte le parti coinvolte, compreso l'Iran.

Gli Stati Uniti, «reagendo all'“intrusione” francese»525, proposero un piano in sei punti

attraverso il quale chiesero l'impegno di Beirut e Damasco affinché vietassero ogni attività della Resistenza e invocarono l'evacuazione delle truppe israeliane a condizione che la sicurezza nel sud del Libano fosse successivamente garantita dall'esercito

520 Secondo Human Rights Watch, i civili libanesi uccisi sono stati circa centoventi, i feriti cinquecento e gli sfollati circa trecentomila. I civili israeliani uccisi, invece, sono stati due, mentre i feriti ventiquattro. Cfr. “Laws of War Violations and the Use of Weapons on the Israel-Lebanon Border”, op. cit.

521 “Old Games, new rules: conflict on the Israel-Lebanon border”, op. cit., pag. 5 522 ChararaW., Domond F., op. cit., pag. 93

523 Qassem N., op. cit., pag. 114

524 ChararaW., Domond F., op. cit., pag. 94 525 Ibidem.

nazionale.

Il 18 aprile l'esercito israeliano colpì una base militare Onu a Cana dove centinaia di civili libanesi in fuga dai bombardamenti si erano riparati 526, causando la morte di

centosei civili527, e ferendone oltre cento528.

Lo sdegno internazionale seguito al massacro di Cana porterà Parigi e Mosca a esigere la fine delle ostilità.

Dopo lunghe trattative, dovute al rifiuto del Partito di Dio di accettare un cessate il fuoco senza l'emanazione di una risoluzione che obbligasse Israele a bloccare l'aggressione o peggio ancora «of being weakened while challenging the grander and more worthy cause»529, si giunse ad un compromesso.

Sotto gli auspici degli Stati Uniti e della Francia, le parti raggiunsero il 16 aprile un accordo (scritto ma non firmato), noto come “April Accord”, nel quale venne riconosciuto il diritto reciproco all'autodifesa ma con l'impegno di astenersi da attacchi contro i civili e di sparare al di là della frontiera. Nel compromesso venne inclusa la creazione di un Gruppo di Controllo Israelo-Libanese (ILMG) al quale presero parte anche Stati Uniti, Francia e Siria: «All could report alleged violations to the Monitoring Group, which would then meet to study the claims, issue conclusions and repeatedly call for restraint»530.

In conclusione, secondo il Partito di Dio, l'operazione Grapes of Wrath fu volta a sconfiggere Hizbullāh per mettere fine alle operazioni di resistenza e prevenire il lancio di razzi Katyusha verso le colonie israeliane, ma anche ad esercitare pressione sul Governo libanese per indurlo a cessare le operazioni della Resistenza e provocare spostamenti di civili in modo tale da allontanare il popolo dalla Resistenza. Era necessario inoltre soddisfare la necessità di Shimon Perez di ottenere una vittoria militare che potesse favorire la sua elezione come Primo Ministro, isolare politicamente il Libano e imporgli una pace separata in modo tale da isolare politicamente la Siria e trarre profitto dai risultati dell'aggressione per emendare gli Accordi di Luglio in modo tale da garantire il blocco delle attività della Resistenza verso la zona occupata531.

Nessuno degli obiettivi venne però raggiunto532 ed il Partito di Dio uscì vittorioso dalla

526“Old Games, new rules: conflict on the Israel-Lebanon border”, op. cit., pag. 5

527 Fisk R., Il martirio di una Nazione. Il Libano in guerra, Il Saggiatore; Milano 2010, pag. 727

528 Il Partito di Dio riporta che l'operazione Grapes of Wrath provocò duecentocinquanta morti (inclusi quattro membri della Resistenza) e centinaia di migliaia di sfollati. Cfr. Qassem N., op. cit., pag. 115 529 Qassem N., op. cit., pag. 117

530 “Old Games, new rules: conflict on the Israel-Lebanon border”, op. cit., pag. 5 531 Qassem N., op. cit., pag. 116; Noe N., op. cit., pp. 148-149

guerra poichè guadagnò popolarità, stima e maggiore consenso nazionale: «Talk spread of “national concurrence around the Resistence – a slogan later used by many politicians – in its confrontation with the occupation and its approach towards the exertion of pressure by international missions sent to Lebanon and aimed at ceasing resistance activity»533.