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La biblioteca e l’archivio di Sant’Isidoro

II. LUCA WADDING: CONTESTO STORIOGRAFICO E BIOGRAFIA

2. Luca Wadding

2.5 La biblioteca e l’archivio di Sant’Isidoro

A questo punto è necessario non tralasciare l’impegno di Luca Wadding nella

costruzione della biblioteca in Sant’Isidoro302 e dell’archivio ad essa

annesso:303luoghi che rivestivano un’importanza fondamentale nel complesso educativo. Sebbene il progetto si concretizzò solamente negli anni successivi alla sua morte, ancora una volta l’azione del frate fu determinante: In questo caso a lui va attribuito il prezioso merito di aver collocato nella biblioteca un ingente numero di manoscritti e di codici, di diversa provenienza.

300Cf. G. B Fidanza 2016, p. 13. 301Cf. F. Casolini 1930, pp. 102 – 105.

302 Precisamente, la biblioteca venne collocata al secondo piano di un edificio vicino al Collegio. La struttura

dell’intero complesso è ben descritta nella Visitatio ecclesiae S. isidori die 25 augusti 1628, la quale è stata studiata approfonditamente da Donatella Bellardini e da Claudia Costacurta: «viene dunque annotato nel dettaglio lo Status Collegii. La casa è adatta agli usi del Collegio nel momento che c’è solo una porta sufficientemente munita per la clausura con una campana per chiamare il portiere. La prima parte della casa è costituita da un chiostro quadrato (…) e da un luogo deputato alle lezioni con la tribuna e le sedie appositamente disposte. Adiacente a questa prima parte della casa c’è un secondo chiostro a cielo aperto con giardino, alberi da frutta e una vasca con i pesci. Segue il refettorio (…). Il secondo e terzo piano contengono quattro dormitori distribuiti in trentacinque celle e la biblioteca comune che possiede soprattutto libri di teologia e filosofia» Cf. D. Bellardini e et 2013, p. 602.

303 Nell’Archivio, almeno inizialmente, si decise di conservare tutti quei documenti caratterizzati da

maggiore segretezza. Attualmente, è diviso in tre sezioni di documenti, localizzati in tre differenti luoghi. Una prima sezione contiene tutti i documenti di tipo amministrativo inerenti ai Collegi fondati dal Wadding e alla biblioteca, e comprendenti il periodo di tempo che va dal 1666 al 2000. Un secondo luogo è denominato “sezione W”, contenente diversi documenti suddivisi in cartelle a seconda del contenuto; e, infine, la terza sezione dell’Archivio è stata, temporalmente, spostata nell’Archivio della Curia Generale dell’Ordine dei Frati Minori. Ivi, p. 603.

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Egli fornì gli scaffali e tutto il materiale librario necessario. Inoltre, affidò la cura e

l’amministrazione della biblioteca al nipote, Francesco Harold. Quest’ultimo

ricevette anche il compito di stilare i cataloghi e uno schedario, contenenti

informazioni biografiche inerenti a ciascun documento. In aggiunta, il francescano

dedicò molto tempo alla realizzazione del regolamento della biblioteca: egli, in

particolare, voleva evitare la distrazione da parte degli scolari e, soprattutto, la dispersione dei volumi all’esterno della biblioteca. Così, predispose che i frati potessero portare nella loro cella solamente quei libri inerenti all’argomento di cui

si stavano occupando. Per quanto riguarda le opere generali o quei codici a cui i

frati ricorrevano solo occasionalmente, la consultazione avrebbe dovuto avvenire esclusivamente all’interno della biblioteca. Inoltre, il francescano riuscì a ottenere una lettera apostolica da Papa Urbano VIII, con la quale si dichiarava l’impossibilità, da parte di qualsiasi utente esterno al Collegio, di prendere a prestito i libri, fascicoli, manoscritti. Nel caso questo si fosse verificato, la pena sarebbe stata assai grave: si rischiava, infatti, la scomunica o la privazione della voce attiva o passiva.304

L’elemento più rilevante di tale impresa, tuttavia, è dato dal fatto che Wadding

stesso, e in seguito anche i suoi compagni, si adoperò per ottenere i volumi per la

biblioteca: egli raccolse, o in taluni casi ricevette in dono, circa cinquemila esemplari di varie edizioni.

All’impegno del francescano irlandese vennero in soccorso altri fattori. La presenza di molti libri, ad esempio, si deve alle donazioni o ai lasciti: è il caso del Philomathi musae juveniles, che Papa Alessandro VII gli regalò, in segno di gratitudine. Inoltre, rientrarono a far parte della biblioteca tutti quei testi che erano appartenuti ai frati decaduti.305 In aggiunta, alcuni testi furono trascritti appositamente per la bibliteca: basti pensare a Dialogus contra fraticellos; Liber raymundi de Fronsiaco; O. min

Procuratoris Generalis, inclusi nel manoscritto 1/42.

Occorre specificare che i criteri secondo cui il fondatore raccoglieva i codici non erano casuali: egli non tollerava la presenza del duplicato di un qualsiasi volume nella sua biblioteca; per questo motivo, ebbe l’attenzione di cambiare con altri scritti, quelli che già possedeva. In aggiunta, il fondatore scelse una grande porzione

304 Cf. F. Casolini 1930, p. 96.

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di materiale che fosse funzionale ai suoi studi e, quindi, agli argomenti di cui, a poco a poco, si occupava. Perciò la presenza, ad esempio, degli emendamenti canonici, degli statuti, e degli Acta dei Capitoli Generali per gli anni 1593, 1623, 1625, 1642, 1651, 1658, 1673 e 1676 trovano una ragione precisa: si tratta, infatti, di fonti che egli consultò per la compilazione degli Annales Minorum. Considerando lo studio approfondito di Duns Scoto, da parte del religioso, non sorprende la comparsa di scritti del filosofo, delle rispettive edizioni, nonché di volumi contenenti studi sullo scotismo. Innanzitutto, incluso nel manoscritto 1/15, è presente il De rerum principio, che Wadding attribuì al teologo scozzese. Per l’Opera omnia degli scritti di Scoto, il frate raccolse anche i commentarii di Maurizio O’ Faihily, di Francesco Pitigiani, Francis Lycheto, Hugh McCaughwell, Antpny Hickey e John Punch. In questa direzione, si inseriscono anche le Controversiae theologicae inter S.Thomam et Scotum (Koln 1620) dell’arcivescovo di Trani Giovanni de Rada.306

Altri titoli testimoniano la volontà da parte dello scrittore di dar vita a nuove imprese letterarie. Perciò, la presenza di una analitica descrizione dei sinodi della diocesi, l’Historia di Milano di Bernardino Corio, rivela il, già citato, progetto di comporre un’opera riguardante la storia delle singole circoscrizioni vescovili. Infine, egli cercò di radunare tutti quei volumiche avrebbero potuto essergli utili per lo svolgimento degli incarichicome membro della S. Congregazione dei Riti; per tale ragione presso la biblioteca sono conservati un gran numero di testi liturgici, martirologi, cerimoniali.307

È necessariosegnalare che i volumi contenuti nella biblioteca e nell’archivio non si

limitavano a questi argomenti, al contrario, la varietà tematica è uno dei connotati

che più colpisce di questa collezione. Allo stesso tempo il criterio di fondo per la

scelta di ogni volume fu sempre l’utilità alla crescita spirituale e intellettuale degli scolari. 308

In primo luogo, risultava essenziale per la vita all’interno della comunità

francescana che i frati conoscessero la biografia del Santo Fondatore, nonché i suoi

306 Ivi, p. 105.

307Cf. F. Casolini 1936, pp. 94- 97.

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scritti. Per questo motivo, nella “sezione antica l”309 sono contenute le prime leggende di Francesco d’Assisi. Il manoscritto 1/25 e il manoscritto 1/73 contengono lo Speculum perfectionis; il manoscritto1/72 include lo Speculum vitae S. Francisci et sociorum eius. Ancora, la Legenda maior sancti Francisci di San

Bonaventura si trova nel manoscritto 1/11. I Fioretti sono contenuti nel codice

membranaceo 1/16. L’ Intentio S. Francisci de paupertate e l’Arbor vitae crucifixae sono, invece, inclusi in 1/85. Significativa è, altresì, la presenza dell’Historia

septem tribulationum di Angelo Clareno contenuta nel manoscritto 1/67; le

Rivelationes B. Angelae de Fuliginio; Revelationes S. Elizabeth Hungariae.310 I Verba Francisci 311si trovano localizzati in diversi luoghi: è il caso del codice 1/73 che contiene l’Arcana verba quae seraph locutus est. 312

Molti scritti del santo assisiate sono contenuti nel manoscritto, oggi segnato, 1/25:

RegBull; Leg3S; Nom12Frat; Indport, EpMin; Admon; HabErem; LaudHor; SalutVirt; SalutBMV; LaudDeiAlt; EpCap; EpFid; BenLeon; SpecPerf: IndPort; Testam; VerbConr; VerbJac; RegNonBull.313 Importante, poi, è il codice 1/65 contenente l’Oratio B. Francisci ante crucem. Anche il codice 1/73 include diversi scritti dell’Assisiate (precisamente, secondo lo studio analitico di Clasen, CantSol, RegNonBull, Expositio in Pater noster, Admon, EpFid, HabErem) Di notevole rilievo è, poi, sicuramente, il codice 1/72, databile al quattordicesimo secolo, contenente la copia di molti scritti, in particolare, il cantico delle Creature e i detti

di Frate Egidio. Sono presenti, nello stesso, anche gli scritti di Chiara da

Montefalco, in particolare la sua Regola; mentre la spiegazione di quest’ultima da

parte di Giovanni Capestrano è contenuta in altri due codici.314

Inoltre, Per quanto riguarda gli scritti, sono presenti alcuni studi esegetici relativi ad essi: numerosi sono, ad esempio, i commentari riguardanti la Regola.

309 si tratta della moderna organizzazione, attuata a partire dal secolo scorso. Ivi., p. 9. 310 Cf. B. Millet 1955, p. 8 – 9.

311 Interessante è lo studio compiuto da Edith Pásztor sui Verba Beati Francisci: secondo la studiosa si

tratterebbe di scritti composti dagli spirituali. L’attribuzione a Leone, quindi, non è autentica ma sarebbe volta a dimostrare lo stretto legame intercorrete tra questo gruppo di frati e il francescanesimo delle origini. Cf. Edith Pásztor 1988, p. 188.

312 Cf. S. Clasen 1967, p. 135. 313 Ivi., p. 136.

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Esemplificativi, a tal proposito, sono le Considerationi et espositioni sopra tutti li

precetti della regola de’ frati minori. (Venezia, 1615).315

Significativa è, in seguito, la presenza di diverse biografie e raccolte inerenti i discepoli di Francesco. Si pensi, ad esempio, alla vita e ai detti di Sant’Egidio, raccolti nei manoscritti 1/82; 1/85; 1/89 e 1/73. In particolare, in esso sono concentrate le biografie e le opere di altri francescani (DictAeg; VitaAeg; ConsRog, De vita Fr. Rogerii; Nom12Frat; EpCap, EpCap; RovCorpDom, SpecAnim; VerbJac; VerbBlas).316 Significativi, in tal senso, sono anche i Dicta sanctorum de S. Gregorio (contenuti nel codice 1/154). La vita di San Giovanni da Capestrano è inclusa in 1/16, mentre il racconto dei Miracoli in MS 1/6. Infine, Sant’Isidoro vede, anche la presenza di materiale inerente a Santa Caterina e a Santa Margherita di Cortona (rispettivamente S Katherinae Senensis in MS 1/23 e Vita et relatioes Beatae Margaritae de Cortonae in MS 1/66).317

Per la formazione dei frati erano considerate, essenziali le composizioni di altri

scrittori francescani: come ad esempio, Antonio da Padova, Guglielmo di Ockham;

Bernardino da Siena; Alessandro di Hales e Angela da Foligno.318 Rientrano in

questa categoria anche tutti gli incunaboli e i codici delle storie e cronache dell’ordine, consultate da Wadding per la realizzazione degli Annales e degli Opuscula: basta pensare alle Cronache di Marco da Lisbona, al De origine seraphicae religionis franciscanae di Francisco Gonzaga, alle opere di Antonio da Firenze (Confessionale: Defecerunt scrutantes scrutinio”; Titulus de restitutionibus; Conclusiones et decisiones in foro conscientiae; Versus decem praeceptorum ac septem peccatorum mortalium); allo Speculum historiale di Vincenzio di Beauvais; agli Opuscula di Bonaventura; ai Rosarium Sermonum di Bernardino de Busti. 319

Gli scolari, nondimeno, si dedicavano anche a letture di autori non appartenenti all’ordine. Perciò presso la biblioteca sono conservati alcuni dei brani dei pilastri teologici della Chiesa cattolica: ad esempio, Giovanni e Teresa d’Avila, Giovanni della Croce, Francesco di Sales e Ignazio da Loyola. Altrettanto necessaria, nella

315 Cf. J. Macmahon et al 2013., p. 103. 316 Ivi., p. 137.

317 Ivi., p. 107. 318 Ivi., p. 105. 319 Ivi, p. 106.

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direzione di una maturazione religiosa, era la riflessione a partire dagli scritti, sia latini sia greci, dei primi cristiani: in particolare, enorme importanza era attribuita ad Ambrogio; Gregorio il Grande; Gregorio Nazianzenus, Agostino, Giovanni Crisostomo; Gregorio di Nizza. 320 Ugualmente, si ravvisano diverse storie e testi legislativi dei Benedettini, dei Cistercensi, dei Gesuiti, o Carmelitani e infine domenicani. È il caso del De rebus hungaricae provinciae ordinis praedicatorum di Sigismund Ferrari. 321

Tuttavia, oltre alla formazione e crescita spirituale, l’istruzione isidoriana era incentrata anche sullo sviluppo intellettuale degli studenti; in questa unità rientrano i commentari biblici: la Biblia magna commentariorum literalium (1643) oppure la Commentaria in Concordiam e historiam Evangelicam (Lyon 1621) ideata da Sebastian Barradas.322

A partire dai codici presenti nella biblioteca, quindi, possiamo ricavare importanti informazioni relative all’orientamento e la direzione del Collegio. Ad esempio, dal contenuto di alcuni libri emerge la dominazione di un’istruzione di tipo controriformistico; basti analizzare i titoli dei seguenti volumi: Histoire du Concile de Trent di Paolo Scarpi, pubblicata del 1635, e della versione più tardiva Istoria del Concilio di Trento (1656 -1657). In particolare, il Liber de concilio, composto da Reginald Pole al fine di tutelare l’autorità pontificia, è una delle opere più datate presenti nella raccolta.323

Il fatto, poi, che il Collegio dovesse rispondere alla necessità di formare nuovi missionari irlandesi è evidenziato da parecchi volumi relativi a questo argomento, con particolare attenzione alla predicazione. Questa tipologia comprende i testi relativi alle attività missionarie in generale. Basti pensare allo Stimulus missionum (Roma, 1610) e al De procuranda salute omnium gentium (Antwerpen 1613) di Thomas a Jesu. 324

Come si è già affermato, la raccolta non è dovuta esclusivamente all’azione del frate: la biblioteca conserva numerose opere che rispecchiano gli interessi degli studenti, che lungo i secoli, si formarono presso il Collegio. Questi ultimi, spinti

320 Ivi, p. 108. 321 Ivi, p. 109. 322Ivi, p. 104. 323 Ivi, p. 106. 324 Ivi., p. 114.

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dalla personale passione, iniziarono ad assemblare a loro volta diversi volumi. Esemplificativi appaiono i numerosi scritti inerenti all’agiografia irlandese, i quali lasciano trasparire una forte identità nazionale: indicativo è, in particolar modo, il volume Teatro delle Glorie e purgatorio de’ viventi del gran patriarca S. Patricio.325

Alla stessa motivazione è dovuta la presenza di tutte le opere di letteratura di viaggio, nonché di scienze e geografia; rientrano in questa categoria: la Synonymia geographica (Antwerpen 1578) di Abraham Ortels, William e Theatrum orbis terrarum, sive Atlas novus (Amsterdam 1644 – 1655) composta da Joan Blaeu.326 Infine, è importante sottolineare che l’attenzione dei frati si soffermava anche su culture diverse da quelle nazionali: ne sono una prova la Relatione della gloriosa morte di XXVI posti in croce (…) 1597 e il Trattato d’alcuni prodigii occorsi l’anno MDXCVI nel Giappone, entrambi, infatti, trattano della storia, della cultura e delle religioni del Giappone. 327fondazioni

Inoltre, la biblioteca ha conservato, dai tempi della sua fondazione fino ad oggi, un alto numero di codici relativi a Raimondo Lullo. Infatti, Juan de Riero, nominato superiore temporaneo il 2 maggio 1627, era profondo conoscitore della dottrina di questo teologo. Egli, inoltre, era stato incaricato di promuovere la causa per la sua canonizzazione: per questo motivo, sotto la sua guida il Collegio acquistò ventuno manoscritti di Lullo, a cui si aggiungevano i 1.000 documenti e carte relativi alla canonizzazione.328

Infine, è interessante evidenziale l’alta percentuale di documenti pontifici all’interno dell’archivio: troviamo, infatti, le bolle papali dal 1272, l’anno in cui iniziò il pontificato di Gregorio IX, fino al 1743. Di questa porzione fanno parte anche i documenti riguardanti il Collegio di Sant’ Isidoro e la provincia dei francescani. 329 325 Ivi, p. 111. 326Ivi, p. 113. 327 Ivi. p. 111. 328 Cf. B. Millett 1985, p. 8. 329 Ivi, pp. 9 -10.

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