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Le ristampe e le traduzioni degli Opuscula

III I DICTA DI FRANCESCO D’ASSISI

1.2 Le ristampe e le traduzioni degli Opuscula

L’enorme fortuna di cui l’opera godette è testimoniata dalle numerose ristampe e traduzioni, a cui fu soggetta.

Almeno per quanto riguarda i primi tempi immediatamente successivi alla circolazione degli Opuscula, lo scopo delle ristampe fu quello di offrire ai frati un formato più piccolo, al fine di facilitarne l’uso. Perciò, tutti gli interventi furono orientati verso questa direzione. Ciò fu evidente già a partire dalla prima ristampa che vide la luce nel 1624, a Salamanca, per opera del frate minore Joannetinus Nunus: quest’ultimo tagliò ogni commento posto dall’irlandese, il quale occupava molto spazio. 408

Allo scopo, invece, di favorire una più adeguata osservanza della Regola,409 il Generale dell’Ordine Giovanni Battista di Campania chiese ad Antonio di Gaeta di curare una nuova ristampa: il risultato del suo lavoro fu pubblicato a Napoli, nel 1635. Così, a partire da questo momento, le successive ristampe aspireranno a fornire, attraverso il patrimonio degli scritti, un sostegno a una scelta di vita guidata dalla Regola; a discapito del commento di Wadding, il quale verrà preso in considerazione con minore costanza. È questo il caso della ristampa di Lione, edita

405 Ivi, p. 588. 406 Ibidem.

407 Cf. V. J. Cambell 1965, pp. 74-75 408 Cf. K. Esser 1982, p. 13.

409 «non ad commediorem usum dumtaxat, verum etiam ad ezactiorem Regularis Observantiae cultum» Ivi.,

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da Ludovico Cavalli, su commissione del Ministro Generale: ancora una volta, l’editore eliminò ogni commento e ogni annotazione al testo e allegò all’opera un indice alfabetico delle preghiere dell’assisiate.410

A partire, però, dall’opera curata dal francescano Joannes De la Haye, le ristampe iniziarono a muoversi verso tutt’altra direzione: quest’ultimo nel suo lavoro, intitolato Sancti Francisci Assisiatis, Minorum Patriarchae, et sancti Antonii Patavini eiusdem Ordinis opera omnia manipolò l’importante risultato del francescano irlandese, aggiungendovi diverse notazioni. Questa edizione411ebbe molto successo e fu essa stessa oggetto di molte ristampe. Lo stesso processo di ampliamento fu messo in atto anche da Emmanuel di S. Bonaventura, il quale aggiunse alle note alcuni propri ragionamenti e incluse il suo lavoro nel compendio che intitolò Polyanthea seu Florilegium Seraphicum.412

La conseguenza immediata di una diffusione così importante fu il rinnovato interesse verso gli Opuscula di Francesco. Infatti, attraverso le numerose ristampe degli Opuscula del Wadding, gli scritti di Francesco iniziarono ad assumere una rilevanza mondiale. Un momento significativo, a tal proposito, fu la pubblicazione nel 1849 del libro Der heilige Franziskus von Assisi, ein Troubadour di Joseph von Gorres, il quale contribuì alla conoscenza di S. Francesco in Germania. Fu questo il motivo per cui, nel 1849, apparve, anche in Germania, una nuova pubblicazione degli Opuscula, curata da John. Josvon. Der Burg: egli, in particolare, aggiunse per ciascun testo un sommario. 413

A questo punto, in risposta alle nuove esigenze, dovute a una divulgazione oramai mondiale delle edizioni, iniziarono a comparire le prime traduzioni degli Opuscula B.P Francisci. Ciò avvenne, principalmente, in Francia: in lingua francese, è, infatti, la prima traduzione del 1632 Le vray S. Reliqvaire de l’Esprit Sèraphique du B.P. S Francoius fidelement recueilli par de R.P Lucas Wadingus Religiux Recollect de l’ordre de saint Francois. Significativa fu anche la traduzione, pubblicata a Lione nel 1632, curata dal francescano Madry. Da non tralasciare sono, infine, le quattro edizioni apparse nel corso del diciannovesimo secolo: ad

410 Ibid.

411 l’edizione di Joannes De la Haye venne pubblicata nel 1641 a Parigi, nel 1653 a Lione e nel 1753 a

Ratisbona.

412 Ivi, p. 35. 413 Ivi., p. 35.

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Avignone nel 1859 videro la luce gli Opuscules de saint Francois d’après le Père Luc Wadding di Raymond des Tourettes; le Ouvres de St. Francois d’Assise suivies des oeuvres du Bx Egide d’Assisi, de celles du B. Jacques de todi, di Abbé Berthaumieri vennero pubblicati a Parigi nel 1863; del 1864 sono gli Opuscules complets de s. Francois d’Assise; la traduction nouvelle par le traducteur des oeuvres de Catherine Emmerich; infine, nel 1878 P.414

Questa azione di trasposizione dell’opera di Wadding in una lingua diversa, non coinvolse solo la Francia. In Italia, ad esempio, nel 1880 apparvero gli Opusculu del Serafico Patriarcha s. Francesco d’Assisi: si trattò, in realtà, di un’edizione bilingue, in cui i testi editi dall’erudito apparvero volgarizzati con testo a fronte. Si trattò dell’unica traduzione in italiano dell’edizione del Wadding, dal momento che le altre si basarono sulla ristampa di la Haye (Le opere di S. Francesco d’Assisi, raccolte dal P. Giovanni de la Haye di Cesare Guasti; Opuscoli di S. Francisco d’Assisi recati in volgare con alcune annotazioni di Edoardo da Torino; e, infine, di Bernardino Pianzola sono gli Opusculi del Serafico Patriarca san Francesco di Assisi del testo latino tradotti in Italiano con un compendio della vita del medesimo.) 415

Inoltre, in Spagna nel 1888 venne pubblicata a Barcellona una prima edizione degli scritti, seppur incompleta: le Maximas de san Francisco. Per avere un’edizione spagnola integrale bisognerà attendere il 1902, quando fecero la sua apparizione le Obras completas de B.S.P Francisco de Assis segun la coleccion del P. Wadingo traducidas en Romance por algunos devotos del Santo. L’editore, inoltre, non si limitò alla traduzione: da un lato, non riprese interamente l’apparato proposto dal francescano irlandese; dall’altro, apportò alcune note esegetiche e illustrative e inglobò, in appendice, anche nuovi scritti (il Testamento di S. Chiara; l’epistola che Francesco indirizzò a frate Bernardo; la regola per i terziari rivista da Leone XIII, assieme ad altri testi). Anche la Germania non fu immune da questo processo di trasposizione dell’edizione da una lingua all’altra: nel 1828 a Muchen comparve la prima traduzione, curata da Herenaus Haid composta da due volumi;416 La seconda,

414 Ivi, p. 36. 415 Ivi, p. 37.

416 ll primo Leben und Regel des heiligen Franziskus von Assisis contiene la Legenda Maior, il Cantico di

Frate Sole, la Regula Bullata il Testamento, accompagnati da alcune osservazioni spirituali. iI secondo volumetto Die Kleinen Werke des jeiligen Franzislus von Assisi, del 1829, comprende i restanti Opuscula del Wadding. Ivi, p. 39.

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Des heil Franziskus von Assisi, Stifters des Franziskanerordens, Briefe, Belehrungen und Gebete, realizzata da H. Lohmann, rimase incompleta. Con quest’opera, apparsa nel 1844 Dusseldorf, l’autore si rivolgeva, non tanto ai francescani consacrati, dal momento che in Germani, l’ordine era ormai praticamente estinto, bensì a tutti gli estimatori del Santo Assisiate: per questo motivo, egli eliminò i brani di esclusivo profitto spirituale per i francescani. In lingua flamminga, invece, venne redatta una sola traduzione, Werkiird van de H. Vader Franciscus von Assisie, dovuta al lavoro del curatore Stephanus Schoutens. Unica fu anche l’edizione in lingua boema Scripta et sententiae s. Francisci de Assisio, curata Leander Brejcha.417

Infine, occorre ricordare le tre traduzioni in lingua polacca: la prima apparve nella rivista Echo Tezeciego Zahonu sw con il titolo Prisma swietego O. Franciszka. Nel 1893, poi, venne pubblicata Mysli sw. Franziska z Asyzu na Kazdy dzieu roku roztozone.418 Infine, nel 1901, Floruan Janochan curò la terza traduzione in polacco Swiwty Franciszek Seraficki w piésni.419

A seguito di tale panoramica è più facile comprendere l’eco che ebbe l’enorme operazione messa in atto dal francescano irlandese e, soprattutto, il contributo che essa diede alla diffusione degli scritti. Perciò, nonostante le diverse critiche rivoltegli da parte di editori del ventesimo secoli,420 non bisogna dimenticare il suo irriducibile valore storico ed ecclesiastico.

2. Il metodo critico del Wadding.

417 Ibidem.

418 la traduzione in latino è sententiae s. Francisci Assisiensis per omnes dies anni distrubutae. Ibid. 419 Ivi, p. 41.

420A partire dal diciannovesimo secolo, il valore attribuito a tale opera è andato ridimensionandosi. Paolazzi

individua nella «sovra stimazione del proprio codice linguistico» l’errore più grave compiuto dal Wadding, il quale apporterebbe ingiustificate correzioni e supplementi inappropriati nei testi di Francesco. Inoltre, sarebbe totalmente assente qualsiasi prospettiva storica nella valutazione dei dati della tradizione testuale; e, in particolare, ciò porterebbe a scelte assolutamente errate: sarebbe questo il caso delle Laudes

Creaturarum, di cui il francescano decide di estrapolarne una versione contenente un gran numero di refusi,

pur disponendo del più valido codice assisiate. Le critiche raggiunsero persino il titolo scelto dall’editore. In un primo momento Cambell, e successivamente, Menestò affermarono l’inadeguatezza dell’intestazione

Opuscula: il titolo dell’opera non renderebbe conto delle caratteristiche e del processo redazionale di ogni

singolo scritto. Inoltre, in italiano il termine Opusculum indicherebbe una opera scritta, concisa e chiusa in se stessa, nella quale vengono affrontati argomenti tecnici o circoscritti. Un ulteriore punto critico, poi, riguarderebbe l’ordine di edizione: il tentativo del Wadding sarebbe quello di organizzare gli Opuscula dal punto di vista tematico. Tuttavia, gli studiosi sono concordi nel considerarlo un criterio fallace e impossibile da adottare secondo un rigore scientifico. Cf. E. Menestò 2003, p. 259.

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L’identificazione del metodo di lavoro dell’irlandese implica l’identificazione delle fonti dei dicta, i criteri di classificazione di questi ultimi e del procedimento di manipolazione volto alla presentazione definitiva della raccolta. Tale riconoscimento potrebbe configurarsi come la strada che permetterà seppur parzialmente, di avvicinarsi alla vera natura dei logia.