1. LA MEDIAZIONE FAMILIARE ORIGINE E SVILUPPO
1.3. Storia della mediazione familiare Nascita e sviluppo
1.3.1. La Mediazione familiare “approda” in Europa
La rapidità con cui la mediazione familiare si diffuse fu sorprendente. Nel giro di pochi anni nacquero i primi centri di mediazione familiare all’esterno degli Stati Uniti, e alla fine degli anni 70 il fenomeno iniziò ad espandersi anche in Europa con particolare successo in Inghilterra e in Francia.
L’Inghilterra25, è il primo paese europeo in cui si afferma la mediazione familiare, grazie soprattutto al contributo di Lisa Parkinson, assistente sociale presso il Servizio per la tutela dell’Infanzia del Tribunale di Bristol, che in compagnia di altri professionisti della città di Bristol (avvocati specializzati in diritto della famiglia, assistenti sociali, docenti universitari), fonda nel 1978
24 La Accademy of Family Mediators, è un centro di mediazione che si distingue
da quello di Coogler, perché comprende anche assistenti sociali e consulenti familiari e matrimoniali, in quanto Haynes sosteneva che anche questi ultimi potessero fare mediazione.
25 Per approfondimento, “La mediazione familiare in Inghilterra”, Cap. IV, Par.
il Bristol family mediation service26, il primo servizio di conciliazione familiare privato, distaccato dal tribunale. A questo seguì la creazione negli anni ’80 di numerosi altri servizi analoghi e la costituzione di due associazioni professionali, rispettivamente di operatori psicosociali e di professionisti del diritto, interessati all’utilizzo delle tecniche di negoziazione nella consulenza alle coppie in via di separazione, che hanno cercato di ovviare alla scarsa spinta del governo verso lo sviluppo dei servizi di conciliazione/mediazione.
I motivi della diffusione dell’istituto sono da ricollegare all’esito del Rapporto Finer sulle famiglie monogenitoriali, commissionato dal governo inglese nel 1974, nel quale si rinviene che la mediazione avrebbe dovuto essere la “strada principale” per aiutare le coppie in crisi a trovare soluzioni ai problemi derivanti dalla separazione e dal divorzio, ricorrendo il meno possibile alle vie legali.
Un notevole sviluppo della mediazione familiare in Inghilterra si è avuto nel 1981, anno in cui si ebbe la prima formalizzazione della materia con il National Family Conciliation Council (NFCC) di Londra, che raggruppò la maggior parte dei servizi di mediazione, svincolata dalle corti. A metà degli anni 80 inoltre questa associazione, congiuntamente con un associazione di avvocati di diritto della famiglia, ha individuato la figura del mediatore ed elaborato il primo codice deontologico in materia, il Code of
Practice for Family Mediation.
26 Il modello di mediazione sperimentato dalla Parkinson è stato quello della
mediazione globale, concernente tutte le questioni implicate in un processo di separazione, dalle decisioni sui figli a quelle sugli aspetti economici. Il metodo prevede una co-mediazione, in cui un avvocato mediatore lavora congiuntamente a un mediatore familiare (possibilmente di sesso diverso), esperto in problematiche psicosociali e relazionali di coppie e di famiglie, con l’obiettivo di integrare le competenze professionali, per poter così affrontare la complessità delle tematiche connesse alla gestione del conflitto coniugale e alla riorganizzazione delle relazioni familiari.
Nel 1988 viene fondata la Family Mediators Association (Associazione di mediatori familiari), e nel 1996, dopo anni di pratica, viene emanata una nuova legge sul divorzio, la Family Law
Act (FLA)27, che in Inghilterra e in Galles ha programmato vent’anni
di iniziative di base per fornire mediazione familiare alle coppie, aiutandole a risolvere liti riguardo ai figli, alle finanze, alla proprietà e agli altri problemi che si presentano in ogni fase della separazione e del divorzio. La portata innovativa del FLA risiede nell’introduzione della possibilità di richiedere il divorzio anche in assenza della “colpa” dell’altro coniuge e nella previsione della possibilità di fare ricorso alla mediazione ogni volta in cui si chieda una revisione degli accordi in una separazione non consensuale.
Da sottolineare è anche un autorevole rapporto dal titolo “Accesso alla giustizia”, che ha condotto a nuove regole che incoraggiano il ricorso alla mediazione prima che le cause siano fissate per un’udienza in tribunale. Queste regole, in vigore dall’aprile del 1999, hanno portato ad un crescente numero di cause rinviate alla mediazione e il Professor Karl Macie, Presidente del Center for Dispute Resolution di Londra, ha confermato la rapida crescita della mediazione, incentivata proprio dai numerosi rinvii del tribunale.
Negli anni 80, in forza dell’influenza canadese, la mediazione familiare iniziò a diffondersi anche in Francia28. Inizialmente essa era praticata e studiata come un’attività privata, svolta da associazioni a contatto con la realtà del disagio familiare, ma in un momento successivo, anche le istituzioni, come la Segreteria di Stato per i Diritti delle Donne o il Ministero di Giustizia, si sono
27 Questa legge si colloca al termine di un percorso legislativo cominciato nel 1969
con il Divorce Reform Act, che mira a cambiare la procedura di divorzio e proseguito nel 1989 con il Children Act che ha introdotto istituti per la tutela dei minori, in cui si parla di parental responsability, responsabilità genitoriale e non di potestà genitoriale e di parenting plan, progetto genitoriale.
28 Per approfondimento, “La mediazione familiare in Francia”, Cap. IV, Par 4.1.3,
interessate alla disciplina promuovendo la messa in pratica dei vari progetti.
La diffusione francese della mediazione familiare si deve al contributo formativo dei mediatori canadesi, che hanno stimolato la creazione di numerosi centri, con operatori (magistrati, avvocati, terapisti, assistenti sociali, educatori) che hanno contribuito alla costituzione, nel 1988 dell’Association pour la promotion de la
médiation familiale (APMF). L’APMF promuove convegni, seminari
di formazione, proposte di legge, ma struttura anche nel 1990, il proprio codice deontologico, per definire e tutelare la professione sul piano etico e delle competenze, il primo testo scritto che disciplina la mediazione francese, e rappresenta ancora oggi un punto di riferimento internazionale, per la sua completezza ed avanguardia. Il codice in questione diviene successivamente la base della stesura, nel 1992, della Charte Européenne de la formation des médiateurs
familiaux, stilata dalla Commissione sulla Formazione del Mediatore
Familiare, cui aderiscono sei paesi: Gran Bretagna, Francia, Belgio, Germania, Svizzera, Italia, che ha lo scopo di garantire ordine, coerenza, omogeneità e professionalità in un panorama ancora caratterizzato da un continuo proliferare di iniziative. Nel 1995 la mediazione familiare fu introdotta nell’ordinamento giudiziario nazionale francese, l’8 febbraio 1995 venne infatti approvata la legge n. 95-125, che regola la disciplina giurisdizionale, e il processo civile, penale e amministrativo, regolando la mediazione giudiziaria.
In Belgio e in Svizzera la mediazione familiare approda negli anni ’80, con l’applicazione della mediazione sia in privato, attraverso lo stimolo dell’Associazione dei genitori “Parents for
Ever”, sia in pubblico, attraverso il contributo dello stato. Il
legislatore belga, come quello francese, ha disciplinato solo la mediazione giudiziaria con la "Loi relative à la médiation en matière
il 1° ottobre 2001.
In Spagna29 con la legge del 7 luglio 1981 n. 30, Ley de
Divorcio, vengono introdotti separazione e divorzio consensuali, ma
di mediazione familiare si inizia a parlare dal 1990, quando il Ministero degli Asuntos Sociales (Ministero degli Affari Sociali) ha intrapreso delle attività di sensibilizzazione della collettività, con l’avviamento dei servizi di mediazione familiare pubblici e privati, approvando il programma di Mediazione per la separazione e il divorzio. Nel 1992 viene poi istituito il Servizio di Mediazione Familiare di Barcellona (SMFB), alle dipendenze dell’Institut de
TreballSocial y Servei Socials (INTRESS).
Negli anni ’90 la mediazione familiare si diffonde anche in Germania, dove a Bonn, Monaco e Berlino, ci sono centri che svolgono attività di co-mediazione con la costante presenza di un avvocato, in quanto la legge non consente a consulenti, familiari e/o operatori sociali di offrire consigli giuridici. La presenza del legale, e il fatto che la mediazione si applichi non solo ai coniugi in crisi, ma anche ad altri membri della famiglia, sono peculiarità che distinguono la mediazione familiare tedesca da quella degli altri paesi. Una delle organizzazioni principali di mediazione familiare in Germania è la BAFM (Bundes-Arbeitsgemeinschaft Fur Familien-
Mediation, Associazione Federale per la Mediazione Familiare), che
certifica coloro che seguono un corso di formazione di duecento ore, ma vi sono anche le associazioni federali degli avvocati come la
DAV (DeutscherAnwaltVerein)30 e la BRAK
29 Per approfondimento, “La mediazione familiare in Spagna”, Cap. IV, Par. 4.1.2. 30 Nel mese di ottobre 2007 avvocati tedeschi (Rechtsanwälte) ed italiani
provenienti da Milano, Roma, Reggio Emilia e Salerno hanno costituito la Associazione degli Avvocati italo-tedeschi in Italia (Deutscher Anwaltverein Italien, DAV Italia) con sede in Milano. Dal 1° novembre 2007 l'associazione è membro dell'Associazione degli Avvocati Tedeschi con sede in Berlino (Deutscher Anwaltverein, DAV), che conta fra i propri associati oltre la DAV Italia anche altre sette associazioni di avvocati tedeschi all'estero in Francia, Gran Bretagna, Portogallo, Brasile, Grecia, Turchia e Polonia.
(Bundesrechtsanwaltskammer)31, che propongono corsi più brevi. Opportuno in questa sede, è infine un accenno al Forum Europeo per la formazione e la ricerca in mediazione familiare. Nel 1997 i centri aderenti a molte delle associazioni sparse in tutta Europa hanno infatti ripreso e aggiornato a Marsiglia i principi costitutivi della Charte Europeén de la formation des mediateurs
familiaux, dando origine al suddetto Forum europeo. Si tratta di un
associazione composta da più di 75 centri di formazione di diversi paesi europei, che fa parte del World Mediation Forum (fondato nel 1993 e promotore di congressi internazionali) e che ha effettuato numerosi congressi, di cui il primo è avvenuto a Lione, nel 1998, e il terzo in Italia nel 2000.
Il Forum europeo si è occupato, oltre che di mettere in rete le diverse esperienze nazionali, di promuovere una omogeneizzazione dei programmi di formazione dei diversi centri e istituti, stabilendo degli standard minimi formativi per garantire il riconoscimento dei percorsi e dei diplomi e quindi un livello qualitativo di formazione, e di favorire, presso i diversi governi e a livello del parlamento europeo, l’inquadramento della mediazione e del mediatore professionista all’interno dell’ordinamento legislativo che riguarda il processo di separazione.