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La nuova strategia “Salute per Tutti per l’anno 2000”

Nel documento L'OMS - tesi (pagine 43-47)

CAPITOLO 3: LA SALUTE E L’OMS

C) La nuova strategia “Salute per Tutti per l’anno 2000”

Gli anni settanta dimostrano che un numero di programmi segnano il passo, che altri sono in declino e che altri hanno successo in alcune regioni e non in altre. Il programma antimalaria progredisce in molte aree, ma non in Africa: situazione dovuta a difficoltà tecniche ed amministrative. Altre malattie trasmissibili, tra le quali la peste, il colera, e malattie veneree sembrano riemergere. Per altro il vaiolo fu eradicato nel 1977. La lotta contro la framboesia, (vaiolo indiano) la tubercolosi e la bilarziosi stava progredendo, così come le ricerche sulle malattie cardiovascolari, il cancro e le malattie mentali. Ricerche di gruppo si sviluppavano particolarmente sulla biologia della riproduzione umana, della genetica umana e della immunologia. Tuttavia questo successo, o mezzo successo, non ha indotto l’OMS “a dormire sugli allori”. Nel 1972, nel 25° anniversario della Organizzazione, i funzionari più anziani dell’OMS si domandavano come aiutare i Paesi nella ricerca di un alto livello di salute e il Direttore Generale dell’OMS tracciò un bilancio di esercizio negativo sulla situazione sanitaria internazionale.

Nel 1974, subito dopo la prima crisi petrolifera che ha evidenziato i problemi economici della azione sanitaria internazionale, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò all’unanimità una risoluzione che promuoveva un “nuovo ordine economico internazionale”.26 Le implicazioni di questa risoluzione sulla attività dell’OMS furono molteplici: l’Assemblea Generale invitò l’OMS e le altre agenzie specializzate ad intensificare gli sforzi internazionali diretti a migliorare le condizioni di salute nei Paesi in via di sviluppo dando priorità alla prevenzione delle malattie e della malnutrizione, e stimolando i servizi sanitari primari nei confronti della

collettività, con particolare attenzione alla salute della madre e del bambino e al benessere della famiglia. Sorsero altre implicazioni per l’OMS in relazione agli aiuti, alla industrializzazione, alle scienze ed alle tecnologie, al cibo e alla agricoltura. In particolare si accentuò la pressante necessità di incentivare lo sviluppo rurale. Convinto che l’OMS avrebbe dovuto rinnovare la sua azione nella lotta contro il sottosviluppo e nel miglioramento delle condizioni di salute dei Paesi sottosviluppati, il Dr. Mahler, nominato Direttore Generale nel 1973, dette origine alla nuova strategia che fu successivamente adottata dagli organi di governo dell’OMS. Nella sua relazione per il 1975, il Direttore Generale utilizzò le direttive delle N.U. come base per perorare a favore di un nuovo orientamento dei programmi dell’OMS. Le sue affermazioni e i suoi contributi critici costituiscono le linee per la nuova strategia dell’OMS:

“I programmi separati, ognuno dei quali concepiti per il controllo di una malattia specifica, è probabile non risolvano l’insieme dei problemi quantunque i loro scopi individuali possono essere raggiunti con pieno successo.

Allo stesso modo è improbabile che la messa in opera di servizi centralizzati basati su una tecnologia sanitaria avanzata possa soddisfare efficacemente le quotidiane necessità sanitarie della maggior parte della popolazione delle aree rurali. Dobbiamo avere consapevolezza di quanto spesso le soluzioni di assistenza medica e sanitaria del mondo industriale siano di difficile praticabilità e accettazione da parte dei Paesi in via di sviluppo a causa dei costi e dell’inefficienza. Dobbiamo anche tenere presente che i problemi sanitari urgenti dei Paesi in via di sviluppo sono connessi alla povertà, alle infezioni, alla malnutrizione e alla sottonutrizione, alla mancanza di acqua potabile e ai molteplici rischi ambientali. Queste minacce alla salute non possono essere affrontate da tecniche convenzionali di servizio sanitario, per quanto sensibilmente ed intensamente esse vengano applicate... Il principale insegnamento è che nella lotta alla malattia non bisogna porre l’accento soltanto sulle tecnologie sanitarie. Quanto si può ottenere in questo campo dipende direttamente dal livello di sviluppo economico dei Paesi interessati”.27

Nel 1975, l’Assemblea Mondiale della Sanità dichiarò di essere consapevole delle “persistenti tremende differenze” negli standard sanitari tra i Paesi sviluppati ed i

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Paesi in via di sviluppo, e della mancanza di risorse umane, materiali e finanziarie dei Paesi in via di sviluppo per fronteggiare gli “scottanti problemi sanitari” e per costruire i servizi sanitari nazionali.

Nel maggio del 1976, l’Assemblea chiese al Direttore Generale di rivedere l’attività dell’Organizzazione con lo scopo che la distribuzione del bilancio del programma regolare raggiunga almeno il livello del 60 % in termini reali per la cooperazione tecnica e la fornitura di servizi per il 1980: 363 posti furono aboliti tra il 1978 ed il 1981, circa il 20% del personale a Ginevra, a beneficio dei programmi regionali di cooperazione tecnica.

Nel maggio del 1977 l’Assemblea decise che “il principale obiettivo sociale dei governi e dell’OMS nei decenni futuri fosse il raggiungimento entro l’anno 2000 per tutti i cittadini del mondo di un livello di salute tale da portare ad una vita socialmente ed economicamente produttiva”.

Il Dr. Mahler lo definì “contratto sociale per la salute” (“a social contract in health”).28

Nel settembre del 1978 ebbe luogo ad Alma-Ata la Conferenza Internazionale congiunta dell’OMS e dell’UNICEF. Vi parteciparono rappresentanti di 134 Paesi, 67 delegati delle N.U. e relative agenzie specializzate, nonché organizzazioni non governative. La Conferenza adottò unanimemente una Dichiarazione che identifica nell’assistenza sanitaria primaria la chiave per raggiungere l’obiettivo della “Salute per Tutti” quale parte dello sviluppo nello spirito di giustizia sociale. Nel maggio del 1979 l’Assemblea Mondiale della Sanità firmò all’unanimità la Dichiarazione di Alma-Ata adottando la strategia della “Salute per Tutti” come priorità per L’OMS. Nel novembre del 1979, anche l’Assemblea Generale delle N.U. firmò la Dichiarazione di Alma-Ata, considerando che la cooperazione fra nazioni sui problemi vitali della salute fosse un contributo importante per la pace.

Nel maggio del 1981 l’Assemblea Mondiale della Sanità approvò la Strategia Globale della “Salute per Tutti per l’Anno 2000” e decise di monitorarne lo sviluppo e valutare l’efficacia della strategia ad intervalli regolari.

27 Y. Beigbeder: International Organization and the Evolution of World Society, Volume 4, The World

Nel novembre del 1981 l’Assemblea Generale delle N.U. firmò la Strategia Globale quale importante contributo degli Stati Membri al raggiungimento del traguardo sociale della “Salute per Tutti” nel mondo entro l’anno 2000 e all’adempimento della strategia Internazionale per la Terza Decade del Piano di Sviluppo delle Nazioni Unite. Nel 1984, il Direttore Generale aggiunse una dimensione spirituale agli altri elementi della strategia.

Nel documento L'OMS - tesi (pagine 43-47)