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La visione del PUMS sul Trasporto Pubblico Locale

Nel documento PUMS Relazione (pagine 95-100)

La strategia fondamentale per cogliere gli obiettivi generali del PUMS è la definizione di una nuova rete portante del TPM (Trasporto Pubblico Metropolitano) in grado di superare i limiti di capacità dell’attuale offerta di Trasporto Pubblico e di offrire un’alternativa competitiva all’utilizzo dell’auto privata anche per spostamenti diversi da quelli casa-scuola e casa-lavoro, di completare la rete portante metropolitana, il tutto in un unico sistema tariffario integrato metropolitano e con una chiara riconoscibilità del servizio di Trasporto Pubblico nel suo complesso per i cittadini, i city users e i turisti.

L’attuale rete portante di TPL della Città metropolitana è costituta dal Servizio Ferroviario Metropolitano bolognese (SFM) rafforzato, su alcuni corridoi di traffico a domanda elevata, da linee bus extraurbane/suburbane ad elevata frequenza, e dalla rete delle autolinee (bus e filobus) della città di Bologna.

Su questa rete, anche a causa di alcuni ritardi nei potenziamenti previsti, si registrano crescenti criticità che, in una prospettiva non lontana, la renderanno inadeguata a garantire le prestazioni richieste per cogliere gli obiettivi previsti dal PUMS.

Il PUMS ritiene prioritaria la riconoscibilità della rete TPM, confermando i concetti presenti nel progetto di riconoscibilità del SFM ed estendendoli a tutto il TPM, per garantire all’utenza un sistema di informazione chiaro e semplice, ma allo stesso tempo accattivante e uniforme. L’obiettivo principale è quello di migliorare riconoscibilità, visibilità, sicurezza e attrattività del trasporto pubblico metropolitano su ferro e su gomma, e di rendere la sosta nelle stazioni/fermate e l’accesso verso di esse un’esperienza piacevole e gradevole.

Gli obiettivi posti dal PUMS al 2030 impongono un significativo potenziamento della rete di trasporto pubblico in ambito metropolitano, che si esplica attraverso una strategia basata sulle linee di intervento di seguito elencate.

1. Creazione di un’integrazione tariffaria multimodale estesa a tutta la rete di Trasporto Pubblico in ambito metropolitano.

2. Implementazione di un sistema di infomobilità multimodale.

3. Potenziamento del SFM attraverso la previsione di:

a. un obiettivo di frequenza nelle fasce di punta ai 15’ su alcune stazioni principali;

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b. realizzazione di interventi strumentali (potenziamento materiale rotabile) e infrastrutturali propedeutici all’intensificazione del traffico ferroviario in base al modello di esercizio previsto sulle diverse linee.

4. Potenziamento della capacità di trasporto e dell’attrattività della rete portante urbana di Bologna mediante l’introduzione della tecnologia tranviaria.

5. Potenziamento della capacità di trasporto e innalzamento della velocità commerciale e della regolarità di marcia delle autolinee della rete portante mediante l’individuazione delle linee prioritarie (Metrobus) per la realizzazione di interventi riconducibili ai sistemi BRT (Bus Rapid Transit).

6. Creazione di una rete di trasporto collettivo basata sul rendez-vous (sincronizzazione degli orari) tra servizi della rete portante (SFM e Tram per la distribuzione rapida a Bologna) e reti

complementare e integrativa.

7. Realizzazione di Centri di Mobilità intesi come spazi infrastrutturalmente e tecnologicamente attrezzati dedicati alla fruizione della “Mobilità come servizio” (Mobility as a Service) nei principali nodi della rete multimodale metropolitana e urbana. Il Centro di Mobilità costituisce il

superamento del concetto di nodo di interscambio tradizionale, in quanto esso è finalizzato ad offrire all’utenza una gamma di soluzioni di mobilità, piuttosto che una preordinata soluzione di viaggio, che consente di riprogrammare in itinere il proprio viaggio qualora mutino le esigenze o lo stato di funzionamento della rete.

Il PUMS struttura la rete di trasporto collettivo nelle tre componenti di seguito descritte.

Rete portante – costituita dal SFM, dalla nuova rete tranviaria di Bologna e dalle linee extraurbane/suburbane ad alto traffico - METROBUS (rete di 1° livello) che propone di servire con sistemi assimilabili a BRT (Bus Rapid Transit).

Rete complementare – costituita da tutte le autolinee urbane di Bologna e Imola e suburbane ed extraurbane di 2° e 3° livello.

Rete integrativa – costituita dai cosiddetti “servizi locali” cioè a bassa frequenza o servizi

“finalizzati” e/o flessibili.

Nella nuova rete del TPM sono inseriti nuovi elementi che hanno la funzione di organizzare su 2 livelli l’accessibilità alla rete portante: dalle linee di TPL ordinarie (complementare e integrativa) e tramite le altre modalità di trasporto (pedonale, ciclabile, automobilistico). Tali elementi sono le fermate/stazioni ordinarie e i Centri di Mobilità (vedi paragrafo dedicato 5.7). Questi ultimi sono luoghi in cui il concetto di intermodalità viene ampliato anche al di fuori dei singoli nodi infrastrutturali, offrendo una gamma di servizi e dotazioni estesi sul territorio.

Allo stesso modo, la rete complementare e quella integrativa sono costituite da tutti i servizi delle autolinee ordinarie o a percorso/orario flessibile che assicurano la mobilità locale sia in ambito urbano che extraurbano raccordandosi in maniera sistematica nei Centri di Mobilità con i servizi della rete

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portante. L’obiettivo del PUMS è quello di garantire una sincronizzazione degli orari (rendez-vous) che, in corrispondenza dei Centri di Mobilità, consenta di moltiplicare le opportunità di collegamento disponibili anche tra linee della rete complementare a favore della mobilità di area.

È opportuno ricordare che l’assetto della rete del TPM come individuato nel presente Capitolo e nelle relative tavole allegate ha valore descrittivo per quanto riguarda il livello di servizio di ciascuna direttrice, mentre ha valore puramente indicativo per quanto riguarda l’instradamento e l’individuazione degli attestamenti.

Attestati nei Centri di Mobilità e, diffusamente, in ambito urbano, sono previsti servizi di mobilità condivisa che completano l’offerta del sistema del trasporto collettivo, per rispondere ad esigenze di mobilità caratterizzate da elevata flessibilità oppure in ambiti operativi complessi (aree a domanda diffusa). Il PUMS considera questa gamma di servizi indispensabile per cogliere gli sfidanti target degli obiettivi fissati dal PUMS stesso. Infatti, per indurre una diversione modale non più circoscritta all’ambito urbano di Bologna o, al più, allargata alla cintura e alla città di Imola, ma invece estesa all’intero territorio e alle diverse componenti di domanda, il sistema di trasporto collettivo deve presentare requisiti di capacità di trasporto, comfort a bordo, tempi e flessibilità di viaggio, accessibilità universale, modalità di accesso al servizio (acquisto titoli di viaggio e informazioni) e condizioni di Safety e Security dei luoghi, in grado di attrarre utenti che oggi si muovono con un mezzo motorizzato individuale in quanto non considerano il trasporto collettivo tra le proprie opzioni modali. In questa visione i servizi di mobilità condivisa sono finalizzati ad operare in situazioni in cui il trasporto collettivo tradizionale non è idoneo a soddisfare i requisiti di flessibilità, capillarità e rapidità richiesti dall’utente, soprattutto per sequenze di spostamenti di breve lunghezza e/o durata in campo urbano oppure in ambiti extraurbani in cui non si registrano ricavi potenziali da traffico tali da giustificare l’istituzione di servizi convenzionali.

L’obiettivo è quello di rendere l’auto sempre meno necessaria di modo che rinunciarci (magari anche solo alla seconda) diventi un’opportunità di risparmio.

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Figura 5-1 Schema della rete TPM nello Scenario a regime (oltre lo Scenario PUMS - 2030)

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Figura 5-2 Schema della rete TPM nello scenario PUMS (2030)

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5.2 Una governance unitaria per il trasporto pubblico

Nel documento PUMS Relazione (pagine 95-100)