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Il lavoro della commissione preparatoria per la Corte Penale Internazionale

1.4. L’elaborazione di una definizione del crimine di aggressione nello Statuto della Corte Penale Internazionale

1.4.2. Il lavoro della commissione preparatoria per la Corte Penale Internazionale

Statuto era quella di codificare le più atroci fattispecie, già vietate da norme consuetudinarie, al fine di delimitare l’ambito della giurisdizione materiale di questo nuovo tribunale83.

1.4.2. Il lavoro della commissione preparatoria per la Corte Penale Internazionale

Vista la notevole importanza della materia, affinché lo sforzo nel senso di una definizione del crimine di aggressione proseguisse con continuità, a Roma, a margine dello Statuto, fu adottata anche la risoluzione F, nella quale, al par. 7, si affidò il compito alla Commissione preparatoria della Corte Penale Internazionale

81LANCIOTTI- TANZI, Uso della forza e legittima difesa nel diritto internazionale, Jovene editore,

Napoli, 2012, pag .443.

82 Ritengono che vi sia una norma consuetudinaria, tra gli altri, DUMÉE, op cit.,51S.; GAIA,The

long journey towards re pressing aggression, in CASSESE.

83VON HEBE, ROBINSON, Crimes within the Jurisdiction of the Court, in LEE (ed.), The

di formulare delle proposte per una disposizione relativa all’aggressione, che includessero i punti contenuti nel secondo paragrafo dell’art. 5, ossia la sua definizione, le condizioni di esercizio della giurisdizione e la competenza, primaria o meno, della Corte rispetto a tale crimine. La commissione doveva sottoporre le conclusioni alle quali sarebbe arrivata all’Assemblea degli Stati Parti in occasione di una Conferenza di riesame, da convocarsi in vista del raggiungimento di un accordo su una disposizione generalmente accettata sul crimine di aggressione, che avrebbe permesso la sua inclusione nello Statuto della Corte84. Essa svolse i suoi lavori in dieci sessioni convocate dal Segretario generale delle Nazioni Unite. Gli incontri si svolsero a New York, presso la sede delle Nazioni Unite, nelle date stabilite da quattro diverse risoluzioni dell’Assemblea Generale e vi hanno preso parte i rappresentanti degli Stati che avevano firmato l’Atto finale (con cui venne istituita la Commissione preparatoria) e di altri Stati invitati a partecipare alla Conferenza.

Il presidente della Commissione preparatoria, l’ambasciatore Philippe Kirsch, fu convinto dall’ambasciatore arabo durante la sessione di luglio-agosto 1999 a prestare più attenzione al problema dell’aggressione. Il risultato fu che il presidente nominò il tanzanese Tuvaku Manongi coordinatore, per questo specifico compito, alla prima sessione della Commissione preparatoria proprio del 1999. Tuttavia la “PrepCom” non riuscì a elaborare una proposta completa da trasmettere all’Assemblea degli Stati Membri anteriormente alla sua prima riunione, che si tenne a New York dal 3 al 10 Settembre 2002, data che doveva segnare anche lo scioglimento della stessa Commissione Preparatoria, come stabilito dalla risoluzione F.

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La Commissione concluse i suoi lavori il 12 luglio 2002, pochi giorni dopo l’entrata in vigore dello Statuto della Corte. L’insieme dei testi e delle risoluzioni approvati dalla Commissione è stato riunito in un rapporto inviato alla prima riunione dell’Assemblea degli Stati parte. In tale occasione, l’insieme di questi testi, con l’unica eccezione del procedimento per l’elezione dei giudici, è stato definitivamente adottato dall’Assemblea degli Stati parte, organo assembleare della Corte.

I lavori della Commissione preparatoria s’inseriscono nell’ambito di un lungo processo che ha l’obiettivo di creare un meccanismo idoneo ad affidare alla giustizia i responsabili di gravi crimini, quali il genocidio, i crimini contro l’umanità ed i crimini di guerra e di porre fine all’impunità spesso goduta da parte di coloro che commettono tali crimini.

La Commissione preparatoria poté svolgere i suoi lavori mantenendo l’obiettivo della costituzione di una Corte indipendente, imparziale ed efficiente. Dunque, essa rappresentò l’ultima tappa di quel lungo processo iniziato molti decenni prima. I 128 articoli dello Statuto rappresentarono una base sufficientemente solida ed articolata per permettere alla Commissione preparatoria di espletare i compiti che le erano stati affidati dalla Risoluzione F. Inoltre, si è dovuta porre una particolare attenzione a non alterare il contenuto dello Statuto che, in molte parti, è stato il risultato di delicati compromessi. D’altronde, lo Statuto può essere oggetto di emendamenti o di revisione esclusivamente in base all’art. 121 e all’art. 123 dello Statuto. Quest’ultimo articolo prevede, solo dopo sette anni dall’entrata in vigore del Trattato istitutivo della Corte, la convocazione di una Conferenza di revisione. In base alla Risoluzione F, la Commissione ebbe il compito di approvare otto progetti di testi di particolare importanza, tra i quali figurano le Regole di procedura

e di prova, gli Elementi dei crimini, l’accordo che disciplina i rapporti tra la Corte e le Nazioni Unite e i regolamenti finanziari. Inoltre, fu invitata a formulare delle proposte per una disposizione relativa al crimine d’aggressione. In alcuni casi, si tratta di testi approvati in seguito a lunghi negoziati che hanno visto confrontarsi paesi distanti sia nelle concezioni giuridiche che negli interessi politici. Ma il maggior contributo della PrepCom per il crimine di aggressione fu soprattutto una proposta per la creazione di un gruppo di lavoro dell’Assemblea, aperto a tutti gli Stati, per portare avanti il lavoro: lo Special Working Group on the Crime of Aggression85. Le problematiche affrontate dalla Commissione preparatoria sono state numerose e, talvolta, generate dal tentativo di alcune delegazioni di cogliere l’occasione per portare qualche ritocco alle disposizioni statutarie. I risultati ottenuti sono, dunque, il frutto di numerosi compromessi. Inoltre, fu avvertita, nel corso dei lavori della Commissione, la necessità di agevolare l’iniziale funzionamento della Corte attraverso l’adozione di una serie di risoluzioni su questioni essenzialmente pratiche, da inviare all’Assemblea degli Stati parte per una definitiva adozione. Compito della Commissione fu non soltanto di completare gli spazi residuali, ma anche di mettere a punto una serie di meccanismi indispensabili ad assicurare alla Corte l’efficienza necessaria per essere all’altezza delle funzioni ad essa assegnate. L’esigenza di rendere l’atto istitutivo della Corte operante il più presto possibile, ha comportato, per gli Stati che hanno partecipato ai lavori della Commissione preparatoria, una responsabilità politica che si è aggiunta a quella morale.

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Di cui si tratterà nel paragrafo successivo.

CLARK, Rethinking Aggression as a Crime in Leiden Journal of International Law, 2002, pp. 860- 861.