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Le citazioni letterarie e i riferimenti biblici

5.2. Il tipo di materiale linguistico utilizzato

5.2.1. Le citazioni letterarie e i riferimenti biblici

1919-1968

Il legame apparentemente indissolubile tra letteratura e grammatica che contraddistingue i testi scolastici almeno fino al 1968591 è particolarmente visibile nelle esercitazioni. Queste ultime, infatti, necessitano di una certa quantità di materiale linguistico su cui lavorare, nonché di un modello da emulare, e il testo letterario sembra adempiere entrambe le funzioni. La lingua letteraria è il naturale repertorio a cui attingere per esercizi ed esempi, anche per chi, come Trabalza e Allodoli nel loro "Disegno dell'opera", mostra di avere qualche riserva:

Per gli esempi - che, come gli esercizi, volemmo, quanto più fosse possibile, ricchi d'una loro originale bellezza morale, oltre che estetica - si è fatto posto di rado, e soltanto in casi di grande chiarezza, ad antichi scrittori; e all'uso letterario sempre s'è ricorso con discrezione, mentre degli uni e dell'altro abbonda l'edizione maggiore. In compenso, gli esercizi sono non solo abbondanti, ma quasi tutti desunti da scrittori moderni.592

Gli scrittori privilegiati sono comuni a quasi tutti i testi: prima di tutto Manzoni593 e De Amicis,594 seguiti da (in ordine alfabetico) Alfieri,595 Ariosto,596 Belli,597 Boccaccio,598 Carducci,599 Castiglione,600 Collodi,601 D'Annunzio,602 Dante,603 Esopo,604 Fogazzaro,605 Foscolo,606 Leopardi,607 Metastasio,608 Palazzeschi,609 Parini,610 591 Cfr. n. 60. 592 19: in copertina. 593 3: 16; 9: 9-10, 12; 11: 36; 13: 290; 14: 49-50; 19: 5; 21: 43; 23: 337. 594 4: 57; 8: 42; 9: 8, 12-13; 11: 50; 12: 63; 16: 6-7. 595 19: 62. 596 19: 225. 597 11: 271; 18: 80. 598 11: 73-74; 14: 162-163; 19: 58. 599 9: 10-11; 11: 83-84; 15: 28-29; 19: 13; 21: 39. 600 11: 144-145. 601 9: 7; 12: 14. 602 1: 101; 4: 95; 9: 8; 19: 13. 603 1: 103; 12: 47; 16: 135; 18: 93; 19: 13. 604 3: 51. 605 16: 136; 19: 58. 606 9: 11; 12: 62; 14: 143; 19: 165; 21: 144. 607 12: 113; 14: 16; 19: 94. 608 18: 95; 19: 225. 609 10: 39; 19: 224.

122 Pascoli,611 Petrarca,612 Pirandello,613 Tasso,614 Tommaseo,615 Verga616 e altri. Come si

può vedere, si tratta di autori per lo più antichi, sicché il modello linguistico di riferimento è non solo letterario, ma anche antico. In alcuni casi i testi proposti sono molto complessi:

Fate la costruzione diretta del brano seguente, ordinando le varie parti, nel modo più adatto all'uso moderno:

Ne’ tempi del primo Re di Cipri, dopo il conquisto fatto della Terra Santa da Gottifrè di Buglione, avvenne che una gentildonna di Guascogna in pellegrinaggio andò al Sepolcro, donde tornando, in Cipri arrivata, da alcuni scelerati uomini villanamente fu oltraggiata. Di che ella senza alcuna consolazione dolendosi, pensò d'andarsene e richiamare al Re. Ma detto le fu per alcuno, che la fatica si perderebbe, perciò che egli era di sì rimessa vita, e da sì poco bene, che, non che egli l'altrui onte con giustizia vendicasse, anzi infinite con vituperevole viltà a lui fattene sosteneva, in tanto che chiunque aveva cruccio alcuno, quello col fargli alcuna onta, o vergogna, sfogava.617

Cerca nel dizionario le parole che non sai in questo sonetto del Belli: nota anche le bizzarrie che riesci a capire:

SAGGIO DEL MARCHESINO EUFEMIO

Al dì trenta settembre il marchesino

D'alto ingegno perché d'alto lignaggio,

Diè nel castello avito il suo gran saggio

Di toscan, di francese e di latino.

Ritto all'ombra feudal d'un baldacchino

Con ferma voce e signoril coraggio

Senza libri provò che paggio e maggio

610 16: 136; 19: 216. 611 16: 136; 19: 102; 23: 337. 612 11: 83-84; 15: 28-29; 16: 135. 613 16: 96-97; 23: 70. 614 16: 136; 21: 41. 615 2: 68; 3: 15; 12: 12; 19: 97-98. 616 19: 94; 23: 402. 617 14: 162.

123

Scrivonsi con due g come cugino.

Quinci passando al gallico idioma,

Fé noto che jambon vuol dir prosciutto

E Rome è una città simile a Roma.

E finalmente il marchesino Eufemio

Latinizzando «esercito distrutto»,

Disse exercitus lardi, ed ebbe il premio.618

Fate l'analisi logica di ciascuna delle proposizioni contenute nel seguente brano, tolto da I Malavoglia di Giovanni Verga:

«Soltanto il mare gli brontolava la solita storia lì sotto, in mezzo ai "fariglioni", perché il mare non ha paese nemmen lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole, anzi ad Aci Trezza ha un modo tutto suo di brontolare, e si riconosce subito al gorgogliare che fa tra quegli scogli nei quali si rompe, e par la voce di un amico».619

In generale, comunque, per la loro stessa natura, i testi utilizzati sono lontani dalla lingua degli studenti, e sono veicolo di una forte retorica, spesso nazionalista, come in 4:

Oggi non v'è salute fuori della Nazione, non v'è salute contro la Nazione.

Il lavoro è sterile, se non concorra alla potenza della Nazione.

Ogni volere, ogni sforzo, ogni tentativo è sterile, se non sia subordinato alla legge della Nazione.

Noi non respiriamo, ma la Nazione in noi respira.

Noi non viviamo, ma la Patria in noi vive.

618 18: 80. 619 23: 402.

124

Tanto noi siamo forti, e tanto la Patria è forte.

Tanto la Patria è grande, e tanto noi siamo grandi.620

Il passo dannunziano proposto, di cui viene richiesta l'analisi grammaticale, si presterebbe piuttosto a un’analisi di tipo stilistico: la Nazione (o Patria) non solo è umanizzata, ma sovra-umanizzata; la struttura portante è quella anaforica, le ultime due frasi formano un chiasmo. Tra i brani "d'autore" si segnalano i testi mussoliniani, caratterizzati, com'è ben noto, da un forte andamento retorico,621 come in 14, in cui in poche righe si concentrano tre anafore ("la vedo"), un chiasmo ("città meravigliose" - "quadruplice mare"), una coppia ("singolare, divina") e una terna (numeroso, laborioso e gagliardo") di aggettivi:

Qualche volta io vedo questa Italia nella sua singolare, divina espressione geografica: la vedo costellata delle sue città meravigliose, la vedo recinta dal suo quadruplice mare, la vedo popolata di un popolo sempre più numeroso, laborioso e gagliardo, che cerca le strade della sua espansione nel mondo.622

Quello che però colpisce maggiormente è la mescolanza, in numerosi testi, di esempi letterari ed esempi d'invenzione o d’altro tipo. Ne risulta un quadro in cui i testi ricercati e marcati in senso letterario, appartenenti a epoche differenti, totalmente decontestualizzati, vengono messi sullo stesso piano di altri tipi di testi, non solo se si tratta di prosa, ma anche se si tratta di versi:

620 4: 95. Si veda, in 15 (221), il brano di Mazzini: "Tu sorgerai, o mia Patria, grande nel mondo come il

sole sulle tue Alpi: Santa del tuo lungo martirio, bella del duplice passato e nell'indefinito avvenire" ecc.

621 Per la lingua di Mussolini e del periodo fascista in generale rinvio rispettivamente a SIMONINI (1978) e

a MENGALDO (1994: 13-16), nonché a RAFFAELLI (2010) e alla bibliografia ivi indicata. In merito al nazionalismo, «se una lingua è, come pare essere, una certa analisi della realtà, il fascismo necessariamente tentò di far corrispondere un nuovo strumento linguistico […]. Il tentativo, riproposta e rafforzata in funzione nazionalistica la vecchia idea soprattutto romantica dell'osmosi tra lingua e nazione[...], base teorica di ben note battaglie puristiche, fu perseguito in parecchi modi» (LESO 1973: 140).

125

Risolvete con la forma il quale e dite il caso: 1) La corona onde la fronte era cinta... 2) Per ricchezze onde tu vanti... 3) Caddi come l'uom cui sonno piglia 4) La speranza che tu hai in cuore, è fallace; Dio che tutto vede, giudicherà 5) Ecco le rondini che amore conduce al loro nido 6) Amor che muove il sole e le altre stelle... 7) Paese che vai costumi che trovi 8) L'olio onde rifornire la lampada (numerazione mia).623

In questo caso 1, 2, 4, 5 sono frasi d'invenzione dell'autore, ispirati a versi o a passi biblici, mentre 3 e 6 sono versi danteschi, celebri, ma comunque non segnalati; 7 è un proverbio, 8 è una frase neutra.

Una lingua più vicina a quella degli apprendenti, invece, è quella proposta da testi che utilizzano, nei loro esercizi, brani del Vangelo:

Ricava, dal seguente brano, tutti i verbi, ricopiali e poi scrivi le voci dell'infinito presente ed infine componi 5 frasi all'imperativo, con alcuni di questi verbi.

LA CARITÀ DELLA POVERA VEDOVA

Trovandosi Gesù coi suoi discepoli nel tempio di Gerusalemme, guardava coloro che portavano denari alla cassa delle elemosine: molti ricchi portavano molto. Vide poi una vedova poverella, che metteva nella cassetta delle elemosine due quattrini [...] disse: - In verità vi dico che questa povera vedova ha messo più di tutti.624

Notate gl'imperativi contenuti in questi passi, indicandone la specie:

[...] E ama il Signore, Dio tuo, con tutto il cuore e con tutta l'anima tua, e con tutta la tua intelligenza e con tutta la tua forza. Questo è il primo comandamento. Il secondo poi è simile a questo: «Ama il tuo prossimo come te stesso». Non c'è altro comandamento maggiore di questo.625

Di là dalle considerazioni relative alla sua opportunità, da un punto di vista linguistico il materiale risponde meglio di quello marcato letterariamente allo scopo prefissato: la finalità pedagogica fa sì che si utilizzino proposizioni semplici, che il lessico sia

623 18: 93. Esercizio simile anche a 95. Si veda anche, in 1, a titolo d'esempio, l'esercizio XCIX a p. 101,

in cui insieme a versi di D'Annunzio e Pancrazi viene chiesto di volgere dall'attivo al passivo e viceversa frasi come "Gostino, povero diavolo, tremava dalla paura".

624 3: 82-83. 625 19: 154.

126 comune e accessibile; i concetti sono ripetuti, non c'è spazio per ambiguità o per più interpretazioni, caratteristiche, invece, dei testi che hanno finalità artistiche.

1969-2016

Nella seconda parte del campione osserviamo due cambiamenti: la scomparsa dei riferimenti biblici da una parte, e lo svecchiamento, in verità molto parziale delle citazioni letterarie dall’altra. A differenza che nei testi di G1, in quelli di G2 non sono presenti citazioni estrapolate da opere pubblicate prima del ̓700.626 Inoltre, compaiono brani tratti sia da opere italiane più recenti (qui sono considerate tali quelle edite grosso

modo dal secondo dopoguerra in poi) sia, e anche questa è una novità, da opere

appartenenti a letterature straniere. Troviamo infatti, tra gli autori (in ordine alfabetico): Allende,627 Bach,628 Borges,629 Brown,630 Bulgakov,631 Calvino,632 Camus,633 Carroll,634

Dickens,635 Eco,636 Fenoglio,637 Ginzburg,638 Gogol,639 Hemingway,640 C. Levi,641 Melville,642 Meyer,643 Milani,644 Moravia,645 Pavese,646 Pratolini,647 Proust,648 Queneau,649 Rigoni Stern,650 Rostand,651 Sciascia,652 Tabucchi,653 Tolstoj,654

626 Primo fra tutti ancora Manzoni (cfr. 27: 20, 30: 9, 34: 275, 36: 582, 38: 616, 39: 201, 43: 438), seguito

da Bassani (30: 7), Buzzati (39: 371, 42: 270), Carducci (41: 548), Collodi (38: 402, 39: 484, 41: 606), D’Annunzio (34: 297), De Amicis (30: 9, 41: 548), Deledda (25: 108, 41: 548), Fogazzaro (41: 548, 43: 438), Goldoni (42: 269), Gramsci (34: 295), Leopardi (41: 548), Marinetti (41: 548), Nievo (30: 11), Palazzeschi (30: 7), Panzini (30: 7), Pascoli (41: 548, 43: 438), Pirandello (41: 549, 43: 197), Svevo (39: 446), Tomasi di Lampedusa (33: 552, 39: 389), Tozzi (39: 290, 41: 548), Verga (38: 339, 39: 441, 41: 548, 43: 438). Per le corrispondenze con il canone scolastico così come viene ridefinito dalle antologie, rinvio a LUPERINI 1999. 627 37: 378. 628 Ivi: 227. 629 38: 339. 630 Ivi: 615. 631 Ivi: 338. 632 38: 338; 39: 201; 41: 548; 42: 270; 43: 187. 633 38: 339. 634 Ivi: 322. 635 33: 87. 636 39: 451. 637 Ivi: 442-443. 638 36: 136. 639 38: 649. 640 Ivi: 615. 641 38: 325; 39: 389. 642 38: 610-611.

643 42: 270. Si tratta di Stephenie Meyer, autrice di Twilight. 644 41: 627. 645 32: 28; 38: 338; 39: 205. 646 30: 232; 38: 338; 39: 390; 41: 548; 43: 438. 647 38: 339; 39: 205-206; 43: 339. 648 38: 325-326. 649 Ivi: 403.

127 Tournier,655 Twain,656 Ungaretti,657 Viganò,658 Vittorini,659 Wilde,660 Yoshimoto.661

Di là dall’evidente cambiamento nella scelta degli autori da citare, risulta cambiata anche la scelta dei brani, i quali sono sempre meno rappresentati da poesie, più spesso da singoli versi ma, soprattutto, da passi in prosa, anche se non sempre facilmente fruibili:

Ricopia nel quaderno di grammatica, scrivendo in una riga sì e in una no, il passo che segue. Ciò fatto, sottolinea in blu le congiunzioni in esso contenute, in verde i pronomi relativi, in nero gli altri pronomi e in marrone gli aggettivi. Sopra ciascuna di tali parole indica, dipoi, la specie.

Già ogni albero lussureggiando di fresco fogliame si congiunge con le fronde alle fronde dell’albero vicino, si protende ad abbracciare le fronde dell’albero che gli sorge dinanzi dall’opposta proda, formando un portico fastoso su questo dritto limpido viale che sarebbe per noi il più bello del mondo, se qua e là qualche platano abbattuto dalla cupidigia e dalla stoltezza degli uomini non giacesse riverso sulle prode come un gigante assassinato. Fuori dal frondame degli ippocastani si sporgono grappoli erti e rigidi che subito si fanno luminosi come candelabri con una fiammella in cima ad ogni picciuolo; alla soave luminaria da cui di minuto in minuto si staccano, come gocciole di luce, mille e mille fioretti bianchi soffusi di rosa, volteggiano lievi nell’aria, piovono sulle schiere delle fanciulle velate, sulle pellegrine delle confraternite, sui labari, sugli stendardi, sulle cotte dei sacerdoti, sul baldacchino fulgente, e coprono la strada dinanzi alla processione di maggio.662

Identifica i vari tipi di complementi introdotti dalle preposizioni che compaiono nel seguente brano:

Il sole già calava e i suoi raggi, smessa la prepotenza, illuminavano di luce cortese le araucarie, i pini, i robusti lecci che facevano la gloria del posto. Da in fondo al

650 36: 581. 651 38: 253. 652 33: 554; 38: 339; 39: 247. 653 42: 369. 654 35: 214. 655 38: 115. 656 Ivi: 327. 657 43: 438. 658 38: 325. 659 39: 206, 41: 548. 660 33: 42. 661 31: 246. 662 34: 296.

128

viale principale che scendeva lento fra alte siepi di alloro incornicianti anonimi busti di dee senza naso, si udiva la dolce pioggia degli zampilli che ricadevano nella fontana di Anfitrite. Vi si diresse, svelto, avido di rivedere. Soffiate via dalle conche dei Tritoni, dalle conchiglie delle Naiadi, dalle narici dei mostri marini, le acque erompevano in filamenti sottili, picchiettavano con pungente brusio la superficie verdastra del bacino, suscitavano rimbalzi, bolle, spume, ondulazioni, fremiti, gorghi ridenti.663

Si tratta in entrambi i casi di brani complessi sia dal punto di vista del lessico (proda,

labari, cotte; araucarie), sia dal punto di vista della sintassi, fortemente ipotattica e

ricca di incisi; si notino inoltre le figure retoriche quali le personificazioni, le similitudini, gli asindeti, nonché l’abbondanza di aggettivi.