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Le clausole di interest rate collar e corridor

1. Il rischio su tasso

1.3. Le clausole

1.3.4. Le clausole di interest rate collar e corridor

L’effetto speculare prodotto dalla clausola floor e della clausola cap fa sì che non sia infrequente riscontrare, nella prassi, ipotesi di una loro coesistenza all’interno del medesimo negozio, agevolata dalla loro elasticità e capacità di adattamento rispetto alle specifiche esigenze delle parti contraenti.

Nell’ambito della modulazione del tasso di interesse variabile, clausole cap e clausole floor possono interagire tra loro in due diverse modalità.

tuttavia, il ruolo della suddetta clausola in conseguenza del recente revirement con cui le Sezioni Unite della Cassazione hanno escluso che il superamento del tasso soglia in corso del rapporto possa dar luogo a sanzioni, tanto sotto il profilo della validità, quanto sotto quello della efficacia. V., Cass., SS. UU., 19 ottobre 2017, n. 24675, in Persona e mercato, 2018, pag. 20 ss., con nota di F.PISTELLI, L’usura sopravvenuta di fronte alle sezioni unite; in

Nuova giur. civ. comm., 2018, II, pag. 558 ss., con nota di S.PAGLIANTINI,Dopo le Sezioni Unite: sulla cd. usura sopravvenuta ed un abuso del diritto che non c’è; in Riv. del not., 2018, I, pag. 267 ss., con nota di G.B.FAUCEGLIA,

34 Secondo un primo meccanismo, articolato a sua volta in due ulteriori fattispecie, possono essere combinati fra loro due cap o due floor, nella figura che assume il nome di interest rate corridor(50). La funzione di questa convenzione è di limitare il range entro il quale il beneficiario dell’opzione potrà godere dell’effetto protettivo contro la salita o la discesa dei tassi. Nel primo caso, la pattuizione di un interest rate cap-corridor consentirà al beneficiario di proteggersi dal rischio che l’interesse variabile salga oltre una certa soglia, ma delimitando questo beneficio fino ad un importo massimo, oltre il quale cesserà l’effetto della protezione(51). Intuitivamente, l’interest rate floor-corridor tutela, all’opposto, il beneficiario dai ribassi del tasso fino ad una determinata soglia(52). Al di là della denominazione specifica, questa figura, assai meno frequente nella prassi negoziale, non pone problemi ulteriori rispetto a quelli già sollevati con riferimento alle clausole cap e floor singolamente individuate. Uno strumento, invece, ben più incisivo nella dinamica di gestione del rischio è la clausola collar, frutto della compresenza di una clausola floor e di un cap nella medesima operazione negoziale.

La definizione di questa figura si ricava, implicitamente, dalla combinazione di quanto già discusso con riferimento agli elementi che compongono le singole architetture di base: le parti prevedono un limite minimo (floor) e, al contempo, un limite massimo (cap), all’interno dei quali incanalare l’andamento della componente variabile del tasso.

Dal punto di vista del contratto finanziario di interest rate collar, le parti convengono l’acquisto e la vendita, simultanea, di un’opzione per il rimborso della differenza con un tasso

(50) Cfr. F.CAPUTO NASSETTI, I contratti derivati finanziari, cit., pag. 296; ID.,Profili legali delle opzioni sul tasso

d'interesse : cap. floor, corridor, collar, pra e opzioni su fra, cit., pag. 886 ss.

(51) Un esempio di interest rate collar su cap è quello convenuto su un indebitamento a tasso variabile in cui

sia fissato un limite del 5% fino ad un massimo del 12%; ciò vale a dire che la protezione contro i rialzi del parametro opereranno esclusivamente all’interno di questo “corridoio”. Qualora il parametro variabile raggiunga, ad esempio, il 17%, l’acquirente del cap beneficerà esclusivamente della protezione offerta da quel

range (7%), andando a pagare un tasso del 10% (interesse variabile al 17% sottratto della protezione del corridor

del 7%).

(52) Riprendendo l’esempio appena fatto, un interest rate collar su floor può essere convenuto su un

indebitamento a tasso variabile in cui sia fissato un limite del 5% fino ad un minimo del 3%; ciò vale a dire che la protezione contro le diminuzioni del parametro opereranno pur sempre all’interno del “corridoio”. Qualora il parametro variabile raggiunga, ad esempio, l’1%, l’acquirente del floor beneficerà esclusivamente della protezione offerta da quel range (2%), andando a pagare un tasso del 3% (interesse variabile al 1% sommato alla protezione del corridor del 2%).

35 minimo e con un tasso massimo, rispetto ad un medesimo capitale convenzionale(53). L’effetto ricercato attraverso la convenzione di un collar è quello di costruire un rapporto a tasso variabile, nel quale siano individuati con esattezza i confini massimi e minimi entro i quali potrà muoversi il parametro di riferimento. Dal punto di vista più strettamente tecnico, vi è dunque un unico soggetto venditore dell’opzione collar (composta, rispettivamente, da un tasso floor e da un tasso cap) che sarà tenuto al pagamento del differenziale qualora il parametro di riferimento oltrepassi i limiti fissati nei rispettivi strike prices; qualora, invece, il parametro di indicizzazione si mantenga entro le soglie previste, l’opzione collar rimane priva di effetti e il writer non è tenuto al pagamento di alcun differenziale, bensì al tasso variabile convenuto nel rapporto.

L’impiego di questo strumento realizza una forma di bilanciamento nelle strutture asimmetriche del floor e del cap, realizzando un effetto di scambio tra rischi fra le parti; da un lato, l’impiego della somma verrà remunerato sempre in un minimo da individuarsi nel tasso floor, dall’altro, il prenditore di denaro sarà comunque garantito dalla copertura del cap dall’eccessiva esposizione a rialzi del tasso.

In termini di redazione della clausola, non si è soliti far riferimento ad espressioni particolari, per cui la convenzione di un collar si rinviene in tutte le ipotesi di contemporanea fissazione di un tasso massimo e di un minimo sulla variazione dell’interesse, nelle forme di cui si è già dato conto.