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Le diverse interpretazioni della malattia

Parte seconda L’esercizio della professione sanitaria

2. Le diverse interpretazioni della malattia

Lo stato di salute e di malattia di un gruppo sociale o di un singolo indi-viduo è correlato all’habitat in cui questo gruppo o indiindi-viduo interagisce, interazioni che mutano secondo il modo di vivere, di essere, secondo la cultura.

Quotidianamente la salute è vissuta dall’individuo come uno stato di normalità a differenza della malattia nella quale il corpo diventa dolorosa-mente reale. La capacità dell’individuo di determinarsi, viene alterata nello stato di malattia in contrapposizione alla condizione di completa vigilanza

nello stato di salute. La malattia, inoltre, ha una sua specifica limitazione temporale nel senso che col dolore fissa il malato al suo presente. Tutto ciò che concerne l’esperienza del dolore e la sua prospettiva temporale varia nell’intensità da persona a persona e da cultura a cultura. Le credenze, le conoscenze e i vissuti degli individui differiscono da una cultura all’altra poiché il corpo sociale ha un ruolo fondamentale nell’influenzare il modo in cui il corpo fisico è percepito e curato; di conseguenza le cure, i tratta-menti adottati rivelano l’ordine simbolico di quel determinato gruppo so-ciale.

È rilevante anche il diverso modo di valutare l’eziologia della malattia nelle varie culture. Per la cultura occidentale la malattia è causata da batte-ri, virus, alterazioni genetiche, ecc.1, in altre culture essa viene elaborata come l’alterazione di un equilibrio energetico2, o dovuta alla perdita dello spirito3, o alla sua possessione4, o ancora alla punizione di un Dio5 o

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1 N.B. In Occidente professionisti sanitari altamente preparati attuano terapie (farmaco-logiche o chirurgiche) per aggredire e curare la malattia, considerata un’alterazione dell’organismo causata da un fenomeno morboso, mettendo in secondo piano l’appartenenza ad un gruppo, ad una comunità.

2 N.B. La concezione della malattia come l’alterazione dell’equilibrio nel corpo nasce in Cina e si diffonde in Asia, India e America Latina. La salute è legata ad uno stato di bilan-ciamento energetico, regolato dal freddo e dal caldo, dal cibo e dallo stato emotivo. L’alterazione dell’energia determina la malattia. In questi sistemi sanitari hanno una rile-vanza le cause morali e sociali della malattia, e acquista importanza il legame tra la man-canza di equilibrio nei fluidi del corpo e gli eventi sociali disgreganti.

3 N.B. La malattia può essere conseguente ad un temporaneo abbandono dal corpo dello spirito. I guaritori cercano di proteggere il corpo malato dall’intervento di agenti esterni de-finibili come “spiriti” avversi che potrebbero vanificare la guarigione attraverso particolari riti. Questa concezione della malattia si ritrova per esempio tra i popoli gitani.

4 N.B. La malattia può essere interpretata come l’intrusione nella persona di un’entità maligna. La vittima si comporta in modo non conforme alle norme vigenti e proviene usualmente da una situazione di povertà, disadattamento ed oppressione. Conseguentemente la malattia può essere provocata da cause fisiche o sociali come tensioni e conflitti all’interno di un gruppo. Altre cause sono rintracciabili nell’attività di maghe e stregoni in grado di manipolare forze misteriose; oppure sono vissuti come conseguenza di punizioni soprannaturali. Un’unica causa, sia naturale che fisica, può essere all’origine di più malattie le quali possono essere curate da chiunque ed in modo particolare, nei casi più gravi, da medici stregoni. Il passato, presente e futuro si fondono tra loro, così come lo spazio e il tempo, tra tutto ciò che è materiale e mentale, naturale e soprannaturale, conscio ed incon-scio. In tal senso il potere simbolico riveste un ruolo importante, essendo quindi la malattia, quindi, vista non solo legata all’ignoto ma anche al mondo sociale del malato (come esito naturale della violazione di un tabù o di una regola del clan).

5 N.B. Nella concezione della malattia come punizione divina, vi è la credenza che se una persona non si comporta seguendo le regole e le leggi della divinità, che manifesta il suo disappunto attraverso la malattia della persona. La malattia è quindi strettamente legata

all’intrusione di un oggetto indefinito6.

Per ognuno di questi diversi modi di concepire lo stato di malattia si hanno specifiche risposte che definiscono diversi modelli di medicina.

In questo contesto è importante sottolineare alcuni aspetti culturali e ri-tuali di quelle popolazioni che interessano più da vicino il nostro paese

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al cattivo rapporto instaurato dall’essere umano con la divinità. Questa concezione ha origi-ni nella medicina mitica o taumaturgica la quale interpretava sia l’elemento come quello patologico e sia l’elemento come quello igienico. Lo stato di salute era mantenuto grazie all’adorazione di divinità ed in caso di malattia la guarigione era ottenuta mediante riti pro-piziatori. Questo modello di medicina era in uso nella civiltà greca e babilonese e si ritrova anche in ambiente cristiano. Ancora oggi la malattia del corpo e della mente è intesa come castigo personale o di gruppo, come male spirituale, come un destino malefico. Il male, vece di essere affrontato, viene esorcizzato e l’obiettivo non è più salvare il malato, ma in-terpretare il senso dell’azione divina, che, attraverso la malattia, segnala che il singolo o il gruppo ha commesso una colpa. Quando l’individuo è cosciente della malattia e la interpre-ta come una punizione, è predisposto ad espiare l’errore fino all’ultimo. Molto spesso quindi la malattia non è altro che la conseguenza di una violazione di un tabù o un sortilegio magi-co. Nel momento in cui il gruppo individua il malato, considerato peccatore, lo isola dalla comunità. In questa visione globale lo stato di salute non equivale all’assenza della malattia ma è l’espressione dell’armonia della comunità nel rispetto delle leggi divine e del clan.

6 N.B. La malattia viene anche concepita come conseguente all’intrusione di un magico “oggetto” esterno al corpo che toglie l’energia vitale e disgrega l’anima, visione tipica di credenze di popoli africani. I diversi popoli di cultura orientale e africana, attraverso mecca-nismi culturali propri, cercano di capire le cause dell’evento patologico. Essi attraverso va-rie concezioni di vita e specifiche usanze, intendono ritrovare lo stato di salute esorcizzando il male. In questa prospettiva l’individuo non è altro che la fusione tra l’io, il suo corpo e la situazione sociale. Le malattie mentali e fisiche non sono differenziate essendo l’io conside-rato un tutt’uno con il corpo. L’io ed il gruppo sociale sono percepiti relativamente indiffe-renziati e l’io dell’individuo include più del suo singolo corpo. In questa concezione, l’influenza degli stati sociali sugli stati corporei avviene in due possibili modi: le alterazioni sociali possono determinare la malattia, ma le cure sociali possono produrre la guarigione. Le cure, specie nel mondo tribale, sono attuate da uno sciamano privo di una preparazione specifica che utilizza mezzi fisici, aspetti morali, sociali e soprannaturali e conosce detta-gliatamente il gruppo e le cure sono fatte con l’obiettivo di ripristinare la coesione e l’armonia del gruppo. Egli rappresenta la medicina in persona poiché in possesso delle co-noscenze sia naturali che magico-religiose, è l’unica persona che riesce a mediare tra la sa eziologica esoterica e la patologia. Le terapie come il salasso, le erbe e pozioni, che cau-sano vomito e diarrea, servono per allontanare dal corpo del malato l’entità cattiva. Caratte-ristico è l’uso di gesti simbolici e incantesimi verbali. Le terapie per le malattie nelle quali si riscontra una causa naturale o fisica sono costituite dai medicamenti della farmacopea indi-gena, altrimenti vengono utilizzati feticci, amuleti e statuette magiche con la funzione di attirare “la cosa cattiva” allontanandola dal corpo malato. Lo sciamano agisce pubblicamen-te nella comunità ricorrendo ad allucinogeni per metpubblicamen-tersi in contatto con le forze superiori. Lo “stregone” raggiunge il suo obiettivo nel momento in cui il malato ritrova un equilibrio sia soggettivo sia comunitario. In queste culture il popolo non si basa solo sulla fisicità della malattia; infatti il malato fa parte di una società in cui si relaziona con i parenti, amici e de-funti.

avendo un maggior numero di presenze in Italia. Riti particolari legati alle credenze religiose sono maggiormente presenti nella cultura orientale e africana, fra cui alcuni con risvolti in ambito sanitario, quali, ad esempio, le mutilazioni.