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3) contratti a termine: possono essere contratti future o forward Sono contratti mediante i quali le parti si scambiano un determinato bene, a una data futura e a un

1.5. LE FINALITÀ DI UTILIZZO DEGLI STRUMENTI DERIVAT

Come accennato all’inizio, una società può ricorrere agli strumenti finanziari derivati per diversi motivi e, proprio dalla finalità per la quale il derivato viene sottoscritto, dipende, come vedremo in seguito, l’iscrizione dello stesso all’interno del bilancio aziendale.

Gli strumenti finanziari derivati possono essere sottoscritti fondamentalmente per il perseguimento di tre finalità: copertura (hedging), negoziazione (trading) e arbitraggio. Abbiamo già illustrato come ogni società risulti fisiologicamente esposta a una serie di rischi sia di natura finanziaria, sia di natura non finanziaria e divenga sempre più rilevante dunque l’attività di risk management finalizzata a identificare, valutare e gestire i diversi rischi che gravano sull’impresa.

Tra le strategie volte a ridurre i rischi finanziari ai quali la società è soggetta, o a coprirsi da eventi futuri e incerti che potrebbero esporla a perdite, rientra anche la stipulazione di strumenti finanziari derivati diretti ad azzerare gli effetti delle oscillazioni sfavorevoli di determinate variabili (tasso di interesse, tasso di cambio, prezzo commodities, ecc.), la cui probabilità di accadimento rimane tuttavia invariata. In particolare, se un’operazione dell’impresa può generare delle perdite a causa di oscillazioni avverse di determinati parametri di mercato, l’azienda può decidere di sottoscrivere uno strumento finanziario derivato che sia influenzato in modo esattamente opposto dal parametro stesso e che sia dunque in grado di generare un utile idoneo a compensare la perdita subita sulla posta coperta.45 In altre parole, grazie ai derivati, è possibile concludere sul mercato a termine delle operazioni di segno opposto rispetto a quelle effettuate sul mercato a pronti, in modo da compensare le perdite sul mercato a pronti con gli utili sul mercato a termine.46

Con riferimento alla tipologia di derivato utilizzato ai fini di copertura, possiamo dire che con la copertura attraverso derivati simmetrici il risultato complessivo (dato dalla

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Pisoni, Bava, Busso, Devalle, op. cit. p. 505.

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posizione coperta e dallo strumento di copertura) è indifferente rispetto alle effettive fluttuazioni della variabile coperta. Infatti gli utili maturati sul derivato neutralizzano le perdite sulla posta coperta ma, allo stesso modo, gli utili sulla posta coperta vengono compensati dalle perdite sul derivato di copertura. Al contrario, i derivati asimmetrici permettono la copertura da variazioni sfavorevoli della variabile a rischio ma consentono di beneficiare anche di eventuali fluttuazioni favorevoli, seppur in cambio del pagamento del premio iniziale.

Sulla base del grado di copertura del rischio originario, ossia del risultato che si desidera ottenere, si distinguono le coperture totali, in cui il rischio è interamente compensato, dalle coperture parziali, che vanno a coprire solo una parte della grandezza esposta al rischio.

In base a un’altra prospettiva, si distinguono le coperture perfette, in cui il risultato sul derivato compensa esattamente quello, di segno opposto, sulla posta coperta, dalle

coperture imperfette, nelle quali non si ha la perfetta correlazione tra rischio originario e

rischio sul derivato di copertura e si assiste a situazioni di overhedging o di

underhedging.

Sulla base della grandezza oggetto di copertura si distinguono le coperture finalizzate a neutralizzare le variazioni del valore di attività o passività già iscritte in bilancio dalle coperture di transazioni di futura manifestazione. Tale distinzione conduce i principi contabili internazionali a individuare due tipologie di copertura: cash flow hedge e fair

value hedge.

Si usa poi distinguere tra coperture di tipo specifico, che vanno a coprire una singola attività, dalle coperture di tipo composto, dirette a neutralizzare i rischi afferenti a gruppi di elementi che presentano caratteristiche similari.

Un’altra interessante distinzione si ha poi tra coperture statiche, nelle quali l’unica operazione di copertura non viene modificata nel corso del tempo oppure prevedono una periodica revisione della strategia di copertura, e coperture dinamiche, che prevedono una continua negoziazione degli strumenti di copertura finalizzata a raggiungere gli obiettivi prefissati.

Infine, a seconda della posizione posta in essere dalle parti, si distinguono le operazioni di long hedge, che si riferiscono al soggetto che acquista a termine il sottostante al fine di stabilire il prezzo d’acquisto e proteggersi da eventuali rialzi dello stesso, dalle

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operazioni di short hedge, che consistono nel vendere a termine il sottostante in modo da tutelarsi da eventuali ribassi del valore dell’attività in oggetto.47

Nel caso in cui invece gli strumenti finanziari derivati siano stipulati a fini speculativi (o di negoziazione, o di trading) l’operatore tende ad esporsi al rischio ricorrendo ad essi allo scopo di ottenere un profitto più o meno immediato. Il soggetto sottoscrittore infatti acquista o vende uno strumento finanziario derivato in funzione delle aspettative di mercato. Nel momento in cui non esiste un’attività o una passività da coprire, un soggetto che stipula uno strumento finanziario derivato, di fatto acquista una posizione di rischio, prende posizione sull’andamento di determinate variabili economiche. Analogamente si può dire ogni volta che non esiste una perfetta correlazione tra il derivato e l’attività o passività sottostante.

Possiamo distinguere tra due tipiche strategie di speculazione:

il position trading, con il quale lo speculatore assume posizioni rialziste o ribassiste sulla base delle proprie aspettative in merito all’oscillazione delle variabili di mercato e chiude la sua posizione nel momento in cui ha raggiunto i propri obiettivi di profitto;

lo spreading che consiste nell’effettuazione di operazioni di segno opposto su strumenti simili ma negoziati in mercati diversi o su scadenze diverse. Ad ogni contratto acquistato corrisponde un contratto venduto in modo da rilevare ogni volta sia una perdita sia un profitto. Ovviamente l’obiettivo è che le perdite su di un contratto siano inferiori ai guadagni sull’altro contratto.48

Una classe ibrida è quella proposta da parte della dottrina in tema di finanza, che individua anche la finalità di arbitraggio, ottenuta per commistione tra le prime due finalità. In particolare, le operazioni di arbitraggio permettono di sfruttare le imperfezioni del mercato per realizzare dei profitti privi di rischio e si concretizzano nell’acquisto e nella contestuale vendita di uno stesso parametro finanziario in mercati diversi al fine di ottenere dei profitti grazie al disallineamento dei prezzi. Tuttavia, grazie all’azione degli arbitraggisti vengono ripristinate in breve le condizioni di equilibrio. A differenza della speculazione, strategia che permette di lucrare sulle differenze di prezzo di uno stesso bene in tempi diversi, l’arbitraggio gioca sul fattore

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Marcon, op. cit. p.30-35.

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“spazio”, in quanto mira a trarre profitto dalle differenze di prezzo presenti nello stesso momento ma in mercati diversi.

Va rilevato che esiste una stretta correlazione tra le diverse funzioni per le quali vengono sottoscritti i contratti derivati. Infatti, la crescente volatilità delle variabili finanziarie fa aumentare la domanda di copertura dei soggetti avversi al rischio, stimolando di conseguenza le azioni di tipo speculativo e incrementando l’importanza del ruolo degli arbitraggisti nell’aggiustamento delle inefficienze di mercato.

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CAPITOLO II

GLI STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI SECONDO I