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Le griglie elaborate per i sistemi di acquiferi

Il modello 3D elaborato per i sistemi di acquiferi della Bassa pianura è rappresentato mediante una serie di sezioni tra pozzi diversamente orientati e le mappe bidimensionali relative a isobate del tetto ed isopache, presentati negli elaborati in allegato a fine testo.

E’ necessario precisare che quanto osservato sulle sezioni di correlazione tra i pozzi non risente nè della discretizzazione impiegata, nè delle imprecisioni di interpolazione (inevitabili), diversamente da quanto si manifesta con le mappe del tetto e, soprattutto, delle isobate.

Questi limiti della mappe sono legati essenzialmente alle modalità di calcolo matematico adottate (ad es. parametri ausiliari nell’algoritmo del Krigging o del metodo inverso) e sono difficilmente eliminabili nel caso di rappresentazione numerica di domini geologicamente così complessi ed eterogenei quale il settore studiato. Infatti, quando i dati non sono disposti sul territorio in maniera regolare (ad esempio secondo una maglia ordinata) o quando i dati non sono convergenti (ad esempio nel caso di litostratigrafie vicine e non convergenti) gli errori di interpolazione possono essere particolarmente gravosi. Questo limite è tuttavia compensato dalla possibilità che i modelli hanno di fornire una semplificazione numerica delle strutture presenti.

Le considerazioni seguenti, relative allo sviluppo spaziale dei diversi acquiferi e sistemi di acquiferi analizzati, nascono dall’osservazione degli elaborati in allegato, nonchè dal quadro generale idro-stratigrafico emerso durante lo studio. Il modello concettuale di seguito descritto è pertanto il risultato delle diverse fasi di analisi ed implementazione del DB ROCKWORKS e dell’elaborazione delle numerose sezioni numeriche di prova sviluppate nel corso della validazione dei dati (sia dei sondaggi che delle interpretazioni sismiche) e delle griglie interpolate.

Le mappe e gli schemi presentati, inseriti in allegate a fine testo costituiscono pertanto una piccola parte di quanto complessivamente elaborato.

4.4.1. Sistemi di acquiferi rappresentati

L'insieme dei dati disponibili ha permesso di elaborare l'andamento delle superfici di separazione, espressi come file grid, tra le diverse unità idro-stratigrafiche che costituiscono la struttura 3D del modello numerico idrogeologico discretizzato. Con riferimento alla successione idrostratigrafica adottata sono state calcolate le griglie, riferite al livello medio del mare, relative a tetto e letto di:

 Spf (sedimenti superficiali): comprensivi di suolo, terreni di riporto, terreni agricoli, livelli torbosi e corpi superficiali privi di apparente continuità spaziale

 A_af (acquifero A): comprendente l'insieme complesso ed eterogeneo di livelli permeabili alternati a corpi lentiformi meno permeabili situati tra circa 40 - 70 m di profondità;

 B_af (acquifero B): relativo all’intervallo permeabile sabbioso-ghiaioso e continuo presente a circa 80 -100 m di profondità, ramificato verso meridione;

 Ca_af (acquifero C alto) e Cb_af (acquifero C basso): relativi al complesso gruppo di livelli variamente permeabili posti indicativamente tra 110 m e 135 m circa di profondità, ben differenziabili localmente in due sistemi “C alto” e “C basso”;

 Da_af (acquifero D alto) e Db_af (acquifero D basso): comprendente un unico livello indifferenziato ghiaioso o più livelli ramificati e distinti posti tra 155 e 180 m di profondità;

 E_af (acquifero E): caratterizzato da un banco sabbioso continuo e poco potente, localmente passante a lenti ghiaiose, posto intorno a 180 m di profondità;

 Fa_af (acquifero F alto) e Fb_af (acquifero F basso): che raggruppa due livelli ravvicinati, localmente conseguenti, che risultano nel complesso permeabili, variando tra termini sabbioso-limosi e ghiaioso-sabbiosi, ramificati tra circa 215 e 255 m di profondità indicative con quote variabili nella Bassa Pianura;

 G_af (acquifero G): livello articolato ed eterogeneo per estensione, geometria e granulometria dei sedimenti, posto ad una profondità variabile tra 270 e 300 m;

 Ha_af (acquifero H alto) ed Hb_af (acquifero H basso): riferito a due livelli distinti sabbioso ghiaiosi debolmente cementati situati al di sotto di una successione argilloso-limosa continua a partire tra 360 m e 420 m circa di profondità nei settori occidentali e più alta in quelli orientali lagunari, dove tende a chiudersi;

 I_af (acquifero I): comprendente alcuni livelli permeabili sabbiosi cementati rinvenuti nel sottosuolo della foce del F. Tagliamento a partire da 470 m di profondità.

Sono state calcolate al contempo, le superfici di tetto e letto dei livelli poco permeabili tra loro compresi, denominati in legenda acquitardi (anche se si tratta spesso in realtà di acquicludi); gli spessori sono determinabili mediante un’operazione di sottrazione tra griglie.

Data la scarsità dei pozzi che raggiungono le profondità di residenza dei sistemi di acquiferi I, L ed M non ne sono state calcolate le griglie.

4.4.2. Delimitazione del sistema di acquiferi “A”

Questo sistema di acquiferi, ad andamento articolato, è posizionato generalmente a partire da 30 m dal piano campagna ed è individuabile ovunque, con buona risoluzione, nel sottosuolo della Bassa Pianura friulana (Tavola a fine testo). La mappa delle isobate del tetto dell’acquifero “A” ricalca a grandi linee la geometria delle linea delle risorgive: in corrispondenza di essa il limite superiore dell’acquifero si trova a circa 0 m sul livello medio del mare; procedendo verso meridione il limite scende gradualmente fino a circa 30 - 40 m di profondità sul livello medio del mare, anche se localmente, ad esempio nel settore di Lignano Sabbiadoro, il tetto dell’acquifero si abbassa a quasi 50 m di profondità in corrispondenza di piccole culminazioni di aspetto irregolare.

Questo sistema è contenuto in livelli abbastanza permeabili, da ghiaioso-sabbiosi a sabbiosi. La potenza degli orizzonti permeabili raggiunge i 50 m in corrispondenza della linea delle risorgive, oscilla tra 20 e 40 m in prossimità del corso del F. Tagliamento fino a massimi puntuali di poco inferiori a 50 m, secondo una serie di areali lentiformi, e si stabilizza su 30 m di spessore totale nel settore pordenonese e nel settore orientale della Bassa Pianura. La distribuzione degli apporti sedimentari e dell'andamento degli orizzonti acquiferi segue una direttrice preferenziale indicativamente NW-SE parallela all'andamento della Linea delle

Risorgive. Infatti, procedendo da NE verso SW si riscontra in profondità una graduale variazione litologica da materiali grossolani a materiali più fini che sostanzialmente concorda con la distribuzione dei sedimenti in superficie, in accordo con quanto riportato dalla letteratura.

In realtà questo spesso sistema superficiale risulta variamente composto da un insieme di deboli orizzonti permeabili intercalati da livelli argilloso-limosi impermeabili mediamente potenti. Verso la linea di costa, infatti, si distinguono solitamente 3 livelli sabbiosi continui posti a circa 20-28m, 38-37 m e 60-70 m di profondità. Procedendo verso settentrione i livelli fini si riducono progressivamente nello spessore; a nord della linea delle risorgive sono localmente ancora individuabili sottili livelli decimetrici poco permeabili, ma non impermeabili, che permettono una connessione idraulica verticale tra i primi livelli permeabili e la comunicazione tra le acque freatiche dall'Alta Pianura e i sistemi acquiferi artesiani superficiali della Bassa Pianura.

Localmente, come ad esempio riscontrato in alcuni settori intorno a Latisana, non sono distinguibili livelli permeabili: si trova, al contrario, una successione fine limoso-argillosa, debolmente sabbiosa; inoltre, nella parte più meridionale della Bassa Pianura e ben distinti si rinvengono all’interno del complesso acquifero “A” anche diversi orizzonti torbosi intercalati posti tra 30 e 60 metri.

Si precisa che nell’ambito del sistema idrostratigrafico denominato “Spf” - sedimenti superficiali sono stati raggruppati, oltre che i primi metri di suolo e terreni di diversa origine, anche alcuni corpi, localmente permeabili ed sfruttati idraulicamente, privi di una buona continuità spaziale individuabile a scala regionale. L’andamento del tetto del sistema di acquiferi “A” va ritenuto pertanto utile ai fini della localizzazione dei primi livelli permeabili riscontrabili ad una scala regionale e non necessariamente i primi livelli sfruttati idraulicamente. Osservando la mappa delle isopache elaborata si osservano spessori complessivi molto elevati ed estremamente variabili, come già descritto; è necessario ricordare che data la complessità di questo sistema e dati i numerosi livelli granulari compresi tra le superficie di tetto e base delimitati da altrettanti livelli fini, le isopache non nascono dagli spessori cumulati delle sole porzioni effettivamente permeabili, ma dall’intervallo in cui questi livelli acquiferi si seguono a grande scala.

4.4.3. Delimitazione del sistema di acquiferi “B”

Questo sistema di acquiferi (Tavola a fine testo) è costituito da un intervallo permeabile ghiaioso (aree settentrionali) e sabbioso (aree meridionali), abbastanza continuo presente a circa 80 -100 m di profondità dal piano campagna. Lo spessore medio di questo sistema è mediamente di 8 metri e solo localmente supera i 10 metri.

Il gran numero di pozzi disponibili ha permesso una buona ricostruzione dell’andamento del tetto dell’acquifero “B” e delle isopache.

A scala regionale le isobate del tetto del sistema “B” in prossimità della linea delle risorgive indicano valori di profondità di circa 40 m sul livello medio del mare e seguono un andamento omogeneo che ne riprende la geometria, in accordo con quanto osservato per l’acquifero “A”. Procedendo verso meridione il tetto del sistema di acquiferi “B” si approfondisce in corrispondenza di 3 areali individuabili nelle zone più meridionali della provincia di Pordenone (presso il Comune di Pravisdomini), nel settore lungo il Tagliamento tra Latisana e Lignano e,

anche se con un trend più blando nel settore isontino; il passaggio che si riscontra in prossimità di Grado verso oriente testimonia la presenza di intervalli permeabili a profondità confrontabili, e pertanto denominati indistintamente “B”, non dotati tuttavia di una continuità idrogeologica.

Dalle mappe degli spessori elaborate viene confermata questa ipotesi: nel settore isontino gli spessori risultano nel complesso minori, con zone apparentemente prive di questo intervallo permeabile; i massimi spessori ottenuti per l’acquifero “B” si collocano in un settore ristretto in Comune di Torviscosa ed in sponda destra del F. Tagliamento in territorio veneto, confermando la presenza di corpi lentiformi e discontinui, non solo per i limiti del tetto ma anche della base, e di conseguenza degli spessori.

Procedendo da nord verso sud è evidente il progressivo assottigliamento dei livelli permeabili, sede di acquifero, accompagnati da una maggiore interdigitazione degli stessi con livelli fini dati da argille variamente sabbiose; a monte della linea delle risorgive, sono stati riscontrati spessori elevati (localmente superiori ai 30 m), accompagnati da un aumento della granulometria dei sedimenti che da sabbiosi diventano francamente ghiaiosi e dalla progressiva chiusura dei livelli acquicludi superiori ed inferiori. Nelle aree costiere, l’acquifero “B” si trova frequentemente in depositi sabbioso-ghiaiosi, ricchi in detrito conchigliare e/o resti vegetali; spesso non individuabili con una buona risoluzione verticale in successioni di “argille sabbiose stratificate” non meglio definite.

4.4.4. Delimitazione del sistema di acquiferi “C”

Questo sistema di acquiferi comprende livelli prevalentemente sabbiosi posizionati mediamente fra 110 e 135 metri di profondità da piano campagna, anche se in modo discontinuo; generalmente risulta infatti ben sviluppato nell'area perilagunare e nella retrostante Bassa Pianura (Tavola a fine testo). Lo spessore medio di questo intervallo è di circa 5-7 metri di spessore.

Per questo sistema sono stati definiti “C alto” e “C basso” i rispettivi livelli permeabili spesso distinguibili, anche se non in maniera omogenea sul territorio indagato. Gli allegati relativi alle mappe bidimensionali e agli spessori sono il risultato della differenziazione nell’elaborazione numerica di questi acquiferi: separatamente per i sistemi “C alto” e “C basso” sono state interpolate le griglie relative di tetto e base acquifero e le mappe delle isopache. Le mappe in allegato segnalano il tetto del sistema “C alto”, primo livello intercettato in fase di perforazione, e le isobate calcolate sullo spessore totale dei due sistemi.

A scala regionale le isobate del tetto del sistema “C alto” nei settori settentrionali in prossimità della linea delle risorgive si stabilizzano intorno a 80-100 m di profondità sul livello medio del mare, e mostrano le stesse geometrie riscontrate nelle direzioni di provenienza del carico sedimentario relative agli acquiferi “A” e “B”. A settentrione della linea delle risorgive, il tetto mostra un trend di leggera risalita in quota accompagnato dal notevole incremento degli spessori singoli “C alto” e “C basso”, e di conseguenza dello spessore totale. Al contrario nei settori più meridionali, il tetto del livello “C alto”, ma vale anche per il sistema sottostante, si approfondisce fino a valori di circa 120 m in corrispondenza della foce del F. Tagliamento e supera nel settore lagunare i 120 m di profondità. In sponda destra del F. Tagliamento, ai confini meridionali della provincia di Pordenone le massime profondità riscontrate raggiungono i 110 m di profondità sul livello medio del mare.

Le mappe degli spessori elaborate evidenziano l’estrema eterogeneità nelle geometrie ed estensioni dei sistemi “C alto” e “C basso”: sono individuabili diversi settori di aspetto meandriforme sviluppatisi nei pressi di alcuni reticoli idrografici odierni caratterizzati da spessore complessivo superiore a 20 m e zone caratterizzate dalla presenza di livelli fini argilloso-limosi considerabili acquicludi. Nel settore orientale della Bassa Pianura, ad esempio, si riconosce un netto assottigliamento dei sistemi acquiferi C in sponda sinistra del F. Isonzo, continuo dai settori più settentrionali in prossimità dei confini comunali di Villesse, fino al settore monfalconese e a ridosso di Grado Pineta, secondo un allineamento a direzione NW-SE. In provincia di Pordenone questa sistema sembra essere stato interessato da notevoli apporti di sedimenti granulari grossolani intercalati a sedimenti più fini, che delimitano aree avente spessore complessivo di poche decine di metri.

Procedendo da nord verso sud, rispetto a quanto osservato per i sistemi soprastanti, il progressivo assottigliamento dei livelli permeabili sede di acquifero risulta nel complesso meno evidente, anche se le sezioni di correlazione mostrano fenomeni di interdigitazione frequenti.

4.4.5. Delimitazione del sistema di acquiferi “D”

Il sistema di acquiferi “D” comprende un insieme di sottili livelli permeabili, prevalentemente sabbioso-ghiaiosi, che si presentano generalmente in due raggruppamenti principali spesso nettamente evidenti, interpretati come acquiferi “D alto” e “D basso”. Questo sistema si pone ad una profondità indicativa di 150 m – 175 m dal piano campagna ed i due livelli si succedono a pochi metri di distanza fino a congiungersi in un unico livello indistinto ad alta permeabilità, costituendo pertanto un complesso circuito idrico localmente intercomunicante. L’intervallo denominato “D alto” presenta uno spessore medio di pochi metri (al massimo 5 m) mentre l’intervallo “D basso”, ove presente, è potente circa 8 - 10 m. (Tavola a fine testo).

Come per l’acquifero “C”, gli allegati relativi alle mappe bidimensionali e agli spessori sono il risultato della differenziazione nell’elaborazione numerica tra gli acquiferi “D alto” e “D basso”. Le mappe in allegato segnalano il tetto del sistema “D alto”, primo livello intercettato in fase di perforazione, e le isobate calcolate sullo spessore totale dei due sistemi.

A ridosso della linea della risorgive il tetto del sistema di acquiferi “D alto” si colloca a partire da circa 120 m di profondità sul livello medio del mare e si approfondisce di pochi metri procedendo verso meridione; in queste porzioni si trova in un insieme fittemente interstratificato di sabbie debolmente ghiaiose e/o grossolane, sabbie fini e sabbie ricche in detrito conchigliare e torba, alternate a sedimenti più fini limoso-argillosi. In particolare, nel settore pordenonese le due lenti risultano delimitate da un intervallo fine, mediamente argilloso, di spessore superiore a 6 m e debolmente compattato. In prossimità del Fiume Tagliamento, come riscontrato anche per altri livelli acquiferi, si registrano ispessimenti dei livelli grossolani, accompagnati da una maggiore vicinanza tra base del livello “D alto” e tetto del livello “D basso” e dalla tendenza all’aumento del diametro medio dei sedimenti; procedendo verso oriente si registra una grande variabilità delle profondità (e degli spessori) dei livelli acquiferi, con ondulazioni che si sviluppano da N verso S, secondo blande dorsali e avvallamenti (osservabili solamente con esagerazioni verticali superiori a 1:10) orientati grossomodo E-W.

Verso meridione sono frequenti nei dintorni dell’attuale foce del F. Tagliamento e lungo il litorale lignanese depositi sabbiosi arricchiti in resti vegetali, torbe e materiale organico non

meglio definito o talora cementati, assenti nella Laguna di Grado dove sono stati registrati livelli debolmente cementati o intervalli non meglio definiti dati da “limi sabbiosi alternati o stratificati”, localmente conchigliari a est della città di Grado.

Nello stesso settore è possibile notare il progressivo abbassamento verso oriente del tetto degli acquiferi in prossimità della foce isontina o, in termini diversi ma con analoghi schemi idrostratigrafici, un lieve innalzamento dello stesso verso Grado: il confronto delle sezioni litostratigrafiche e delle sezioni sismiche interpretate ha permesso di riconoscere alcune strutturazioni secondarie minori che interessano il basamento arenaceo marnoso in grado di coinvolgere in parte, in tempi conseguentemente recenti, le coperture alluvionali.

Questo sistema complesso ed articolato si distingue a scala regionale non tanto per i rapporti geometrici e le caratteristiche granulometriche dei livelli acquiferi permeabili, quanto per la sua collocazione verticale sovrastante al corpo ghiaioso sottile e ben continuo interpretato come acquifero E (profondità indicativa di 180 m da piano campagna) e sottostante al doppio sistema di acquiferi C, granulometricamente variabile ma continuo negli spessori (profondità indicativa di 120 - 140 m da piano campagna).

4.4.6. Delimitazione del sistema di acquiferi “E”

Il sistema di acquiferi “E” è costituito da un intervallo permeabile costituito da ghiaie pulite e grossolane, fino a ghiaie sabbioso-limose verso meridione, di potenza inferiore ai 10 m quando non sdoppiato in livelli secondari; il tetto dei sistemi permeabili “E” è posto indicativamente al di sotto di 180 m di profondità da piano campagna ed è ben individuabile in tutto il settore indagato (Tavola a fine testo).

Nelle porzioni più settentrionali apparentemente gli spessori si stabilizzano tra 20 e 30 m, confermando ancora il progressivo ispesssimento dei livelli acquiferi a ridosso della linea delle risorgive.

A ridosso della stessa, in sponda destra del corso dell’attuale Fiume Tagliamento è stato riscontrato un corpo a geometria lenticolare costituito da due livelli ghiaioso-sabbiosi e sabbiosi grossolani di circa una decina di metri di spessore l’uno e compreso tra circa 174 e 210 m di profondità sul livello medio del mare.

Procedendo verso meridione si registra un affinamento dei depositi clastici sede dell’acquifero verso termini prevalentemente sabbiosi ed un complessivo ispessimento del sistema di acquiferi dovuto alla frequente interdigitazione degli stessi con diversi livelli di argille sabbiose, come evidente anche confrontando una sezione settentrionale W-E con una ipotetica sezione meridionale ad estensione litorale da Lignano a Grado. In senso W-E in questo settore si nota la netta chiusura del sistema di acquiferi E verso oriente, accompagnata da una debole salita in quota del tetto dello stesso, dalla interdigitazione dei livelli granulari, sempre più discontinui, a livelli fini limoso-argillosi sempre più frequenti nel settore di Grado, dove il livello E si presenta in piccoli corpi lenticolari discontinui (estensione di poche decine di metri), come confermato anche dalle linee sismiche acquisite.

Procedendo ulteriormente verso Est, si rinviene nuovamente un livello permeabile nettamente ghiaioso il cui tetto è posto ad una profondità di circa 165 m sul livello medio del mare; dai dati di pozzo disponibili e dalla geofisica consultata, questo sistema permeabile non appare in continuità con quello del settore occidentale, confermando una differente evoluzione

deposizionale ed una diversa ricarica degli acquiferi procedendo dal settore Tagliamento-Stella, al settore centrale di transizione fino al settore orientale isontino

4.4.7. Delimitazione del sistema di acquiferi “F”

Il sistema interessa un insieme potente ma piuttosto complesso di livelli acquiferi ravvicinati, ghiaioso-sabbiosi, sabbioso cementati e ghiaiosi, intercalati da sottili stratificazioni di limi e argille più abbondanti verso meridione e localmente assenti; il sistema “F” sembra nel complesso piuttosto continuo in tutta la Bassa Pianura (Tavola a fine testo).

Come per gli acquiferi “C” e “D”, gli allegati relativi alle mappe bidimensionali e agli spessori sono il risultato della differenziazione nell’elaborazione numerica tra gli acquiferi “F alto” e “F basso”. Le mappe in allegato segnalano il tetto del sistema “F alto”, primo livello intercettato in fase di perforazione, e le isobate calcolate sullo spessore totale dei due sistemi.

La profondità del tetto del sistema nei settori occidentali in destra Tagliamento in prossimità della linea delle risorgive è indicativamente a circa 200 m sul livello medio del mare, ma in questo settore è difficile definire limiti accettabili e litologie a causa delle numerose litostratigrafie scadenti o poco attendibili. Verso oriente l’intervallo permeabile è nuovamente definito dalle litostratigrafie che concordano nell’individuazione di un orizzonte ghiaioso potente spesso oltre la decina di metri e presente a partire da 218 – 230 m di profondità sul livello medio del mare; questi, procedendo verso meridione, si interdigita a due sistemi diversificati costituiti da 2 o più livelli ravvicinati o conseguenti di sabbie e ghiaie in percentuali varie potenti circa 7-9 m (per uno spessore permeabile complessivo di circa 15-20 m) e separate da un setto poco permeabile continuo potente fino a 20 m.

Nel settore di Grado, a circa 220 m di profondità sul livello medio del mare si ritrova un importante intervallo permeabile, costituito da un livello ghiaioso di 12 m circa di spessore, molto continuo per estensione e spessore e seguito dopo alcuni metri di limi e argille da un intervallo sabbioso apparentemente meno continuo. Questi risultano ben individuabile anche grazie al netto contrasto con i soprastanti livello acquifero “E”, molto discontinuo in questo settore, ed una bancata continua di argille compattate o debolmente cementate di circa 30 m di spessore che lo delimitano inferiormente. Questo sistema di acquiferi poggia direttamente sul substrato impermeabile marnoso arenaceo eocenico, rappresentando pertanto le formazioni basali del Quaternario.

4.4.8. Delimitazione del sistema di acquiferi “G”

Questo sistema comprende un insieme molto eterogeneo con dimensione media dei grani e dall’estensione piuttosto articolata caratterizzata da spessori molto variabili bruscamente; nel complesso, anche se osservazioni a scala regionale sono difficili data l’estrema eterogeneità dei dati, il tetto si abbassa progressivamente verso meridione; sono presenti inoltre diversi corpi lenticolari, raggiungenti localmente potenze complessive di alcune decine di metri, che nascondono in parte questo trend regionale. La sua presenza nei dati di pozzo è indicata in