CAPITOLO TERZO
2. Le modalità La burocrazia dell’abbandono ed i regolamenti.
Nel memoriale datato 11 agosto 1762 e redatto da Francesco Escudier riguardo a un credito richiesto dal Regio Ospedale dei Trovatelli di Pisa alla comunità di Livorno, si legge che “il regolamento dell‟Ospedale non ha per base né legge, né ordine, ma la pura consuetudine”, cioè ritirare i bambini dalla ruota, affidarli alle balie sedentarie, effettuare i controlli medici sul loro stato di salute, verificare il battesimo e affidarli alle balie esterne179. Nel paragrafo precedente si è accennato al fatto che dalla seconda metà del XVIII secolo i brefotrofi ricevono maggiori attenzioni a livello organizzativo e medico- sanitario, attenzioni che vengono sintetizzate nei nuovi regolamenti, i cui contenuti, più che costituire una novità rispetto al passato, rispondono a mutate esigenze organizzative180. Prima di allora, infatti, le strutture di assistenza all‟infanzia erano
179 La citazione è tratta da G. Arrivo, Figli di sconosciuti, figli dell‟Ospedale. cit., pag. 15 (in AOIFi, LXV,
c.44). All‟interno dell‟ospedale rimanevano i bambini ammalati, le balie interne e le trovatelle, fino a quando non si trovava per loro una sistemazione esterna, a servizio presso qualche famiglia o con il matrimonio.
180 Il Granduca Pietro Leopoldo I di Lorena, nelle sue Relazioni, lamenta di aver trovato gli ospedali tenuti
“in pochissima economia” (pag. 224, I). Tutti gli ospedali, meno quello fiorentino, sono accorpati agli ospedali per malati (pag. 226, I). Tutti, comunque, versano in gravi condizioni economiche. Per quel che riguarda alcune misure di miglioramento adottate per il brefotrofio pisano, nel 1775, avendo registrato un avanzo di cassa di 2000 scudi, il Granduca dispone che una metà di questa somma sia destinata alla ristrutturazione dell‟ala dell‟edificio riservata alle balie ed al pagamento delle nutrici. Pag. 320, 333, II). Dal 2 settembre 1788, inoltre stabilisce, per tutti i brefotrofi del territorio, l‟ obbligo di inviare ogni anno una relazione contenente le entrate, le uscite finanziarie, il numero di trovatelli malati e di quelli deceduti. cfr. P.
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amministrate secondo una diversa articolazione. In Toscana, a Pisa, erano i Capitoli e gli Ordini per i ministri a regolare la vita di istituti181. A riguardo, la storia del brefotrofio pisano, oggetto delle ricerche che hanno preceduto questo studio, costituisce un chiaro esempio. Per lo Spedale pisano, l‟anno spartiacque è Il 1784, anno dell‟emanazione del
Regolamento e dell‟accorpamento all‟Ospedale di S. Chiara182. I cambiamenti apportati intendono riformare l‟Ospedale dei Trovatelli per quel che riguarda l‟amministrazione, l‟organizzazione degli spazi interni e la gestione degli esposti183
. Un confronto con il sistema precedente e con quello posteriore renderà più semplice delineare quegli elementi di continuità, legati soprattutto alle difficoltà di gestione del fenomeno dell‟abbandono di neonati, e le differenze, che fanno riferimento più che altro al significato politico delle scelte riformistiche. Un esempio è costituito dal primo elemento di discontinuità che risiede nei cambiamenti all‟interno del gruppo di amministratori e il loro rapporto con il potere centrale. Il Regolamento del 1784 tende a riorganizzare la gestione di tutto il personale che vi lavorava e di tutte quelle persone, assistiti, balie e tenutari, che ruotavano intorno alla struttura. I tre governatori, il Priore, lo Scrivano e il Cancelliere, vengono sostituiti da un unico Commissario, di nomina granducale come i predecessori. Al Commissario spettava il compito di impartire le istruzioni a tutti gli impiegati e vigilare sul buon ordine dell‟istituto; inoltre, si prevedono forme di controllo gerarchico
Leopoldo di Toscana , Relazioni sul governo della Toscana, a cura di A. Salvestrini, Voll. I- II-III, Firenze, Olschki Editore, 1969
181 G. Arrivo, Figli di sconosciuti, figli dell‟Ospedale. cit., pag. 27. cfr. anche B. Casini, Il fondo degli
Ospedali riuniti di Santa Chiara di Pisa, cit., pag. 80: vengono citati i ”Capitoli addizionali ad altri stati già
fatti da SS governatori dello Spedale dei Trovatelli di Pisa, concernenti l‟obbligo di ciascheduno ministro, e altri, che servono, e pro tempore servireno detto spedale, con dichiarazione che con li presenti non s‟intenda derogato agl‟altri, ma che questi devino essere e siano in augmento di quelli in quella parte che non disponessero.” Trattasi di capitoli che spiegano la struttura e il funzionamento dell‟Ospedale dei trovatelli secondo uno Statuto risalente al XVII secolo.
182 G. Arrivo, Figli di sconosciuti, figli dell‟Ospedale. cit., pag. 23
183 Sul Regolamento cfr. i testi di: B. Casini, Il fondo degli Ospedali riuniti di Santa Chiara di Pisa, cit.,
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sull‟amministrazione e sulla disciplina interna dell‟istituto e se ne investe il Provveditore e la Segreteria di Stato, che sarebbero stati responsabili delle loro decisioni direttamente al Granduca. Vengono mantenute, invece, le figure femminili, i cui compiti erano di natura pratica, di gestione e assistenza degli esposti o delle ragazze presenti nell‟Ospedale184
. Altre figure inoltre prestavano il loro servizio presso la struttura ospedaliera e l‟annesso brefotrofio in base alle loro competenze ed al settore presso cui venivano assegnate, cioè la direzione economica, il servizio agli infermi, l‟istruzione di convittori e apprendisti, l‟organizzazione quotidiana185
.
L‟amministrazione quotidiana dell‟istituto consisterà ovviamente nella gestione dei trovatelli, dalla loro accettazione e prime cure fino al loro affido a balie o a famiglie di custodi, responsabili del loro allevamento e educazione. Erano il Sovrintendente alle Infermerie e la Direttrice le figure responsabili della salute dei bambini, delle donne che prestavano servizio come balie sedentarie, cioè interne all‟istituto, ma anche delle condizioni fisiche e morali delle balie di campagna186.
184 Queste figure erano quelle della Priora, della Sopra balia e della Servigiale. La Priora era eletta dai
governatori e si occupava delle ragazze presenti nell‟Ospedale. La Sopra Balia, eletta pure dai Governatori, doveva vigilare le balie interne all‟Ospedale; prelevava i piccoli abbandonati nella ruota; comunicava del loro arrivo al Priore che li registrava e battezzava; si curava anche di prendere in consegna i vestitini dei bambini e gli eventuali segni di riconoscimento. Infine, i servizi del convento erano eseguiti dalla Servigiale. cfr. L. Trebbi., La “ruota” di via S. Maria a Pisa (1808-1814), cit, pag. 46-48
185 L‟attività dell‟Ospedale si divideva in quattro settori. Il primo comprendeva la direzione economica del
patrimonio e vi lavoravano il computista e aiuto o archivista, il cassiere ed il custode. Il secondo riguardava il servizio immediato degli infermi e vi lavoravano cappuccini, due sacerdoti, un laico con il titolo di Presidente e il maestro speziale, il ministro e l‟aiuto, professori, chirurghi, infermieri, il Soprintendente alle Infermerie, che dirigeva anche la Casa delle Balie, dei Trovatelli e Trovatelle e la Camera di S. Anna per le malate gravide. Il terzo settore, sempre sotto la sorveglianza del Soprintendente delle Infermerie riguardava le scuole per l‟istruzione dei giovani convittori e apprendisti. Infine, il quarto settore si occupava del regolamento della famiglia spirituale e della parte economica e vi si trovavano impiegati il curato, il catechista, il custode della chiesa, il maestro di casa, che dirigeva l‟economia minuta e giornaliera del Conservatorio delle Oblate, dei trovatelli, il guardaroba, la cantina, la cucina, le provvisioni, la dispensa, la castalderia, i refettori e tutti i loro rispettivi impiegati. cfr. B. Casini., Il fondo degli Ospedali riuniti, cit., pag. 22-23
186 ASP, Fondo Ospedali Riuniti, n. 87, c. 481, art. VIII. Sulle competenze della Direttrice cfr. art. XXXVI
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In periodi successivi verranno emanati dei provvedimenti, come il Motuproprio del 1805 o le disposizioni di età napoleonica, atti a fornire altre indicazioni per l‟amministrazione della struttura e degli assistiti. Un confronto tra questi documenti lascia emergere molti elementi di continuità anche con le consuetudini precedenti al 1784.
Obiettivi e problematiche non sembrano mutare. Permangono i tentativi di limitare il sovraffollamento della struttura e delle spese di mantenimento, da arginare con l‟affido a nutrici esterne e a famiglie di tenutari e con un controllo più rigido dei potenziali fruitori dell‟assistenza. Si ripropone la questione dell‟accoglienza, cioè se essa debba essere esclusiva degli illegittimi - reali o presunti perché protetti solo dal‟anonimato della ruota o dalla pietà di parroci e levatrici - o aperta a categorie di bambini legittimi particolarmente disagiate, come gli orfani di madre o la cui genitrice non avesse la possibilità di allattarli autonomamente; oppure i figli di genitori carcerati o di famiglie indigenti, inviati dai giusdicenti con i relativi attestati187. Nel 1805 si stabilisce che i figli di persone miserabili debbano essere accolti solo per il tempo dell‟allattamento nel caso in cui la madre sia impossibilitata o in mancanza di altri parenti in grado di pagare le spese del baliatico188.
187
L. Gorni- M.Pellegrini, Un problema di storia sociale., cit., pag. 23-28; pag. 186; D. Gazzi –A. Zannini,
Redditi da baliatico e integrazione sociale degli esposti in una comunità montana del secolo XIX, in C.
Grandi (a cura di), Benedetto chi ti porta, maledetto chi ti manda. , cit., pag. 84
188 Pochi sono i genitori che affidano a balie mercenarie l‟allattamento del figlio. Preferiscono il brefotrofio,
soprattutto per motivi economici. Non era solo il problema dell‟allattamento, ma anche quello del mantenimento e della cura durante tutta la prima infanzia a indurre i genitori all‟abbandono. E per quasi tutti i genitori che sceglievano il torno come mezzo di esposizione, l‟importante era prolungare la permanenza dei figli all‟ospizio. cfr. V. Hunecke, I trovatelli di Milano., cit., pag. 253; C. Buccianti, S. Maria della Scala
di Siena: l‟infanzia abbandonata in età moderna, in Da Molin G.(a cura di ), Senza famiglia: modelli demografici, cit., pag. 131-135. Le misure prese mirano a chiarire i compiti delle nutrici esterne, su cui
grava anche l‟educazione dell‟esposto affidato, ma anche a definire la figura della madre, che, unica responsabile nel caso di prole illegittima, in particolari situazioni di povertà può trovare assistenza al parto e offrire il proprio servizio di balia come risarcimento delle spese di mantenimento del brefotrofio oppure può ricevere un‟indennità per l‟allattamento della sua creatura. Cfr. L. Gorni- M.Pellegrini, Un problema di
storia sociale. cit., pag. 20: le madri povere erano accettate a partire dall‟ottavo mese di gravidanza;
dovevano presentarsi alla direzione dell‟istituto con un certificato di indigenza rilasciato dal sindaco o dal parroco del comune di provenienza e con certificati che attestassero il loro stato civile e domicilio. Alla donna veniva assegnato un numero di riconoscimento e i documenti venivano conservati in busta chiusa, aperta solo in caso di morte della puerpera. Così si manteneva l‟identità segreta. Le sedentarie, insieme ai bambini temporaneamente o permanentemente assistiti all‟ospizio, costituivano la famiglia interna; esse, oltre ad allattare i piccoli, dovevano tenerli puliti e sorvegliarli e provvedere alla manutenzione delle sale del baliatico.
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Gli amministratori dell‟ospedale sono responsabili delle condizioni di salute fisica e morale dei trovatelli e per questo sono tenuti ad esercitare un‟azione di controllo sugli affidatari. A questo effetto, rivestono un ruolo centrale i parroci, che, certificando le condizioni materiali, morali e comportamentali delle famiglie che intendono fruire del brefotrofio come espositori o come affidatari, permettono alla Chiesa di mantenere un ruolo importante in un settore divenuto di competenza del governo civile189.
Durante il periodo borbonico, si provvede a regolare l‟accettazione degli esposti e la loro assistenza. Le misure prese dalla Regina Maria Luisa di Borbone segnano in Toscana il passaggio al nuovo sistema dell‟assistenza abbandonata190
caratterizzata da una maggiore attenzione agli aspetti medico-sanitari191, e soprattutto dal contenimento del fenomeno dell‟abbandono dei figli legittimi.
In questo periodo, l‟abbandono di neonati costituisce una vera emergenza, dal momento che l‟elevato numero di esposizioni rende inefficienti i brefotrofi e inefficaci le misure di accoglienza. I motivi che spingono la regina Maria Luisa all‟emanazione dell‟ordinanza risiedono nell‟aver compreso che i brefotrofi
189 Di uno Stato, cioè, che ha come interesse primario la gestione e il contenimento delle risorse, come
dimostra il già citato accorpamento dell‟istituto all‟Ospedale di S. Chiara e la sostituzione delle figure dei governatori con quella unica del Commissario; oppure l‟istituzione di una rete assistenziale statale al fine di un controllo della provenienza degli esposti per il calcolo delle spese che ricadevano sulle comunità ed evitare, di conseguenza, oneri di mantenimento di bambini provenienti da altre comunità; cfr. G. Arrivo,
Figli di sconosciuti, cit., pag. 9; Ibidem, p, 24. Arrivo cita, a titolo esemplificativo, una misura adottata
nella seconda metà del 1700, quando si impose alla comunità di Livorno il pagamento di tutte le spese degli esposti livornesi invece del solito contributo forfaitario.
Tali cambiamenti, però, influivano sull‟Ospedale e sulla sua gestione finanziaria, che pertanto imponeva vincoli alle scelte, ma che era a sua volta condizionata dai mutamenti che intervenivano nel più ampio contesto economico. Le famiglie, infatti, sono portate all‟affido di divezzi, piuttosto che di lattanti, per un maggiore sfruttamento nel lavoro; oppure, a causa delle condizioni di povertà, sono costrette ad abbandonare, nei frequenti casi di prole numerosa, i loro stessi figli per riequilibrare la composizione dei gruppi domestici. A riguardo, cfr. L. Gorni-M. Pellegrini, Un problema di storia sociale, cit., pag. 23; P.P.Viazzo. M. -Bortolotto-A. Zanotto, Riforme dei regolamenti, cit., pag. 210
190 P.P.Viazzo-M. Bortolotto-A. Zanotto, Riforme dei regolamenti, cit. pag. 179 191 Ivi, pag. 207
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“sono eccessivamente aggravati dallo straordinario concorso di figli legittimi, abbandonati dai propri genitori per depravazione di costumi, piuttosto che per violenza di circostanze e di miseria.”192
L‟insistenza sulla colpa morale, passando in secondo piano le cause economiche e sociali dell‟abbandono della prole e della delega delle responsabilità genitoriali alle strutture di assistenza, serve soprattutto a giustificare le politiche restrittive che si intende attuare per arginare lo “straordinario concorso” di bambini. Non a caso il Motuproprio, rispetto a quelle del 1784, introduce norme più vigorose a proposito della tipologia di assistiti, … dei metodi di accettazione e delle figure di responsabilità193. Secondo Di Bello, infatti, l‟ordinanza avrebbe come fine, oltre alla lotta contro gli abusi, anche la modifica dei comportamenti dei funzionari degli istituti:
“i commissari ed i rettori degli Spedali per esposti, in collaborazione con i parroci, i commissari di polizia, i vicari ed i giusdicenti locali, devono verificare con molta cura lo stato di miserabilità”.
È previsto anche il risarcimento del danno nel caso in cui l‟attestazione di povertà, da parte dell‟interessato, risulti falsa194
.
Se i brefotrofi si riorganizzano per dare accoglienza prioritaria ai bambini illegittimi a scapito dei legittimi, l‟elevato numero di esposizioni che si manifesta soprattutto a partire dalla fine del XVIII fa sorgere il sospetto che la maggior parte dei gettatelli fossero in realtà legittimi, esposti da genitori non in grado di allevarli né di assumere l‟onere delle spese di risarcimento all‟istituto di assistenza195
. Più che la preoccupazione del disonore,
192 Citazione del Motuproprio tratta da G. Di Bello, La valorizzazione dell‟amore materno. Percorsi
legislativi nella Firenze dell‟Ottocento, in D. Lombardi (a cura di), in “Ricerche storiche”, XXVII (1997), n.
s. dedicato a Legittimi e illegittimi. Responsabilità dei genitori e identità dei figli tra Cinque e Ottocento, pag. 333-334
193 ASP 399, Regolamenti diversi, c. 10
194
cfr. G. Di Bello, La valorizzazione dell‟amore materno., cit., pag. 335
195
V. Hunecke, I trovatelli di Milano, cit., pag.27: è indiscutibile che i brefotrofi erano destinati, in primo luogo, anche se non sempre esclusivamente, ad accogliere i neonati illegittimi, per i quali soprattutto si aveva ragione di temere un‟esposizione in luogo pubblico. Ma c‟era il sospetto che la metà se non addirittura la maggioranza di essi fossero in realtà legittimi.
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quindi, l‟abbandono sembra avere come causa principale lo stato d‟indigenza e viene favorito dall‟esistenza della ruota, discreto strumento di esposizione, garante l‟anonimato. Solo se le condizioni economiche della famiglia fossero migliorate, il bambino sarebbe stato riconosciuto. Corsini distingue tra restituzioni volontarie, appunto e quelle involontarie. In questo secondo caso, in assenza di attestazioni di povertà o inabilità all‟allattamento, era la polizia, su segnalazioni e controlli, ad avviare la ricerca di genitori legittimi196. Le disposizioni del Motuproprio, d‟altra parte, non chiudono del tutto le porte ai legittimi, ma prescrivono, infatti, condizioni tassative per la loro ammissione all‟istituto, aprendo un secondo canale, alternativo alla ruota. La povertà è il motivo primario, ma anche l‟assenza di uno o entrambi i genitori, perché deceduti o carcerati, o, infine, l‟inabilità della madre all‟allattamento197. Dato l‟alto numero di assistiti dei brefotrofi ed i conseguenti disagi economici derivanti dagli oneri di mantenimento, è bene chiarire quale fosse il bacino d‟utenza degli istituti. Nel precedente capitolo è stata chiarita l‟evoluzione del concetto di filiazione ed la sua influenza nei criteri di ammissione agli ospedali per trovatelli. Se la ruota favorisce l‟anonimato e l‟esposizione, i segni di riconoscimento lasciati sui neonati non spiegano l‟abbandono definitivo di un bambino, legittimo o illegittimo. Corsini aggiunge che, in età napoleonica, in Toscana, alla dizione di figli illegittimi si aggiunge quella di figli di “genitori sconosciutiti da segni di riconoscimento ”: bambini esposti nella ruota, il più delle volte accompagnati da segni di riconoscimento che avrebbero facilitato l‟agnizione futura198
. È stato anche spiegato che, in caso di
196
C.Corsini, “Era piovuto dal cielo e la terra l‟aveva raccolto”: il destino del trovatello, in Enfance
abandonnée, cit., pag. 105: lo storico riporta l‟esempio,posteriore rispetto al periodo trattato nel paragrafo,
dello Spedale fiorentino che, tra il 1838 e il 1845, ritrova i genitori di 1758 bambini esposti e registrati come figli di genitori ignoti.
197
ASP 399, Fondo ospedali Riuniti, Regolamenti diversi, c. 10, art. I: si vieta l‟ammissione dei figli legittimi “se non nel caso che autenticamente costi dell‟estrema miseria dei genitori, della morte, o di grave malattia dei medesimi, e d‟impotenza per indisposizioni naturali o di salute della madre di allattare.”
198 Cfr. C.Corsini, “Era piovuto dal cielo e la terra l‟aveva raccolto”, cit., pag. 84. Lo storico spiega che gli
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ricovero di un bambino legittimo, era previsto l‟obbligo di risarcimento delle spese di mantenimento. Ma, l‟aumento esponenziale di abbandoni che caratterizza XVIII e XIX secolo non può essere spiegato solo con le nascite illegittime, ma anche con un aumento della povertà tra le famiglie. Queste premesse servono a spiegare che, tra le nuove normative che regolavano l‟accesso ai brefotrofi erano previsti due canali d‟accesso differenti: tramite ruota o tramite supplica. Nel primo caso, è più facile pensare ad un abbandono definitivo o almeno fino a quando le condizioni economiche non avessero permesso ai genitori, o anche solo alla madre, di poter riscattare il figlio. Nel secondo caso, la supplica obbliga la famiglia alla pubblica denuncia della sua indigenza e dell‟incapacità di provvedere al figlio.
In molti casi sono i diretti interessati a scrivere delle suppliche per far accogliere i propri figli dall‟Ospedale. Come un certo Filippo Carrara che dichiara di trovarsi in gravi condizioni di disagio economico, tali da non poter dare assistenza alla moglie ammalata ed ai figlioletti che mancherebbero del “giornaliero sostentamento”199
. Oltre ai parroci, si
richiede spesso l‟intervento dei medici dell‟ospedale per certificare lo stato di salute delle madri. In ogni caso, per i bambini lattanti è prevista un‟assistenza della durata di un anno, tranne per quei casi in cui il medico avesse ritenuto opportuno prolungarla200. Il 2 gennaio 1808, per esempio, il medico del Regio Spedale della Misericordia di Livorno, Alessandro Pasquetti, assicura che Margherita Soave, cui è stato diagnosticato un edema, non ha la
lavoro nei campi, anche quella di donne che avevano la necessità di lavorare e preferivano mettere i figli in istituto.
199 ASP 103, Fondo ospedali Riuniti , Suppliche istanze ed altre petizioni, cc. nn. Il 31 luglio 1801, Filippo
Carrara scrive una supplica dichiarando di “trovarsi in un stato miserabile e carico di piccola figliolanza mancante del giornaliero sostentamento, e supplica perché possa ottenere un posto nel Regio Spedale per la moglie gravissimamente inferma, come dall‟attestato che si annette, e i figli agli orfani per essere i medesimi bisognosi di tutto per loro età e non poco attaccati da malori propri della loro età”.
200 ASP 399, Regolamenti diversi, c. 10, art. II: dovranno allattarsi i bambini per il tempo e termine di un
anno, e non più, eccettuato per altro quei casi, nei quali per ragione di salute fosse creduto dal medico di prorogarlo ulteriormente.
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possibilità di allattare suo figlio.201 I fondi archivistici di molti ospedali conservano molti dossier riguardanti le storie di bambini, il più delle volte legittimi, che hanno bisogno