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Le multinazionali europee concentrate sull’Europa »

2. La ripartenza dell’attività manifatturiera »

2.5 Le multinazionali europee concentrate sull’Europa »

L’integrazione europea passa in misura molto rilevante anche per le imprese. Le multinazionali europee, che svolgono un ruolo importante nelle catene internazionali del valore (qui analiz- zate nel capitolo 3), rappresentano infatti la maggioranza delle multinazionali che operano in Europa (175mila su 275mila nel 2014).

La multinazionalizzazione intraeuropea, ovvero le multinazionali (IMN) presenti in paesi del- l’Unione europea la cui controllante ha sede in un altro paese membro UE, è esso stesso un in- dicatore di quanto siano integrate le attività produttive all’interno dell’UE, oltre a essere anche una misura diretta di quanta occupazione, scambi commerciali, diffusione di know-how e di ricerca e sviluppo si alimentano attraverso l’acquisizione e/o la costituzione di imprese ex novo da parte di altre imprese di paesi europei diversi da quello in cui avvengono.

La Germania ha il primato contemporaneamente sia come investitore sia come attrattore di multinazionali europee manifatturiere. I principali paesi dell’Est Europa (Polonia, Romania, Repubblica Ceca) sono le altre mete più gettonate dagli IDE europei manifatturieri, qui visti dal lato occupazionale. Gli altri paesi europei che alimentano principalmente la multinazionaliz- zazione europea, sia attiva sia passiva, sono Francia, Regno Unito, Spagna, Italia e Svezia. Negli ultimi sedici anni gli investimenti diretti esteri nel Mondo sono cresciuti a un ritmo elevatis- simo, pari a più dell’8% medio annuo, riflettendo anche il graduale estendersi delle catene in- ternazionali del valore. Nella maggior parte dei casi si tratta di fusioni e acquisizioni, e, in misura inferiore, di investimenti greenfield, soprattutto concentrati nei paesi in via di sviluppo.

L’Unione europea si conferma la prima re- gione di attrazione degli IDE, raggiun- gendo uno stock di IDE nel 2016 pari a più di 7,6 trilioni di dollari (Grafico 2.3). Con- siderando anche gli investimenti greenfield, l’Unione europea è riuscita ad accaparrar- si più del 30% dei nuovi progetti realizza- ti nel Mondo (12.644) durante il 2016; di tale quota il 50% si è concentrato in Regno Uni- to, Germania, Francia e Spagna.

Quale nazionalità hanno gli investitori che scommettono e puntano di più sull’Eu- ropa? Nella maggioranza sono proprio gli europei: nel 2014 le multinazionali estere con controllante residente in un altro paese

UE rappresentavano il 61% degli addetti e il 53% del fatturato delle multinazionali estere totali presenti sul territorio europeo. Queste imprese corrispondevano allo 0,7% del totale delle im- prese residenti nella UE. Con i loro 12,4 milioni di addetti, assorbivano il 9,1% della forza la- voro occupata dalle imprese residenti nella UE e contribuivano al 15,2% del fatturato e al 13,2% del valore aggiunto prodotti nel Vecchio continente.

Restringendo il campo di analisi al settore manifatturiero, la prevalenza di multinazionali estere con impresa controllante localizzata in un altro paese UE rimane confermata (quasi il 58% degli addetti delle multinazionali nel 2014), sebbene dal 2007 il divario tra le quote occupazionali dei controllanti intra e quella degli extra

UE si sia ridotto di 5,7 punti percentuali. Tra gli investitori extraeuropei gli Stati Uniti mantengono il primato.

Gli addetti manifatturieri delle multina- zionali estere dei primi otto paesi10della UE

rappresentano da soli il 47,2% di quelli di tutte le IMN presenti in tutti i paesi mem- bri. La Germania si conferma il primo in- vestitore internazionale europeo, sempre dal lato occupazionale: il 16% degli addetti manifatturieri europei appartenenti a mul- tinazionali estere hanno come paese con- trollante la Germania; negli ultimi sette anni la quota detenuta dalle multinazionali te-

Grafico 2.3

Gli IDE esteri crescono di più fuori dalla UE

(Stock in entrata, miliardi di dollari)

Fonte: elaborazioni CSC su dati UNCTAD. 0 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000 12.000 14.000 16.000 18.000 20.000 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 201 1 2012 2013 2014 2015 2016 UE-28

Mondo al netto UE-28

Grafico 2.4

Le multinazionali europee generano occupazione UE...

(Peso % degli addetti manifatturieri delle multinazionali estere per origine del paese controllante sul totale degli addetti delle multinazionali estere presenti nella UE-28)

Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat. 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0

Stati Uniti Germania Francia Svizzera

Paesi Bassi Regno Unito Giappone

Italia

Lussemburgo

Austria Svezia

Intra UE-28

2007 2014

desche si è ulteriormente rafforzata (era al 15,2% nel 2007). Nello stesso periodo hanno accre- sciuto di quasi un punto percentuale la loro presenza anche le multinazionali della Francia, il secondo investitore europeo (7,1% nel 2014, dal 6,4% del 2007; Grafico 2.4). Continua a inten- sificarsi la presenza in Europa anche di Lussemburgo e Austria, per evidenti ragioni di conve- nienza fiscale che spinge a collocare là la sede della capogruppo, mentre le multinazionali in- glesi, olandesi e italiane hanno ridotto il numero degli addetti manifatturieri nelle loro associate europee.

Quali sono le principali mete di destina- zione, nei paesi membri, degli IDE euro- pei? Al primo posto compare di nuovo la Germania, che accresce anche nel tempo la sua qualità di attrattore di capitali esteri. Le posizioni successive sono occu- pate invece dai paesi di più recente euro- peizzazione: Polonia e Romania; seguono nell’ordine Francia, Repubblica Ceca, Regno Unito, Spagna, Italia, Ungheria, Slovacchia e Svezia. Il totale degli addetti manifatturieri delle IMN europee in que- sti undici paesi rappresenta l’82,4% del to- tale delle IMN europee presenti in tutti i paesi UE (Grafico 2.5).

La Germania è dunque il paese del-

l’Unione che ricopre il primo posto per entrambi i ruoli: come attrattore di capitali e come primo paese investitore. Attiva moltissimi posti di lavoro negli altri paesi membri: nel 2014 quasi 1,2 milioni di addetti manifatturieri; beneficia di quasi 690mila posti di lavoro nella propria mani- fattura impiegati da IMN europee non tedesche (Tabella 2.12).

La vicinanza geografica gioca naturalmente un ruolo fondamentale nella scelta della localiz- zazione delle partecipate estere. Tutte le IMN europee qui considerate tendono a privilegiare in prima battuta i paesi membri più prossimi. Le prime due potenze manifatturiere europee, Germania e Italia, hanno la quota maggiore di addetti delle loro controllate estere nei paesi di più recente industrializzazione (Polonia, Romania e Repubblica Ceca) mentre le altre economie avanzate (Francia, Spagna, Regno Unito e Svezia) tendono a prediligere le altre economie avan- zate, prima tra tutte la Germania, sebbene anche loro stiano aumentando la quota degli addetti delle loro partecipate nei paesi dell’Est Europa.

Inoltre si notano reciproche preferenze tra i paesi europei industrialmente avanzati quali Ger- mania, Francia, Italia, Regno Unito, Svezia e – in misura inferiore – la Spagna, i cui flussi di in- vestimento in entrata e in uscita sono fortemente interrelati. Lo stesso grado di interconnessione si rileva anche tra i paesi dell’Europa dell’Est. Le multinazionali estere di questi paesi tendono

Grafico 2.5

...soprattutto in Germania, Polonia e Romania

(Peso % degli addetti manifatturieri nelle multinazionali dei paesi membri UE-28 per paese di destinazione)

Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat. 0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 12,0 14,0 16,0 Germania Polonia Romania Francia Repubblica Ceca Regno Unito Spagna Italia Ungheria Slovacchia Svezia 2007 2014

Tabella 2.12

La Germania è il primo attivatore e beneficiario di occupazione delle multinazionali UE

(Numero di addetti manifatturieri delle multinazionali dei paesi membri rispetto al paese di provenienza e di destinazione, peso %, valori assoluti, 2014)

Destinazione

Provenienza Germania Polonia Romania Francia Repubblica Regno Spagna Italia Ungheria Slovacchia Svezia Altri UE-28

Ceca Unito 1 Germania - 13,3 9,9 9,7 15,7 5,6 5,9 4,1 9,2 5,7 2,4 18,4 1.198.127 2 Polonia 19,8 - 16,5 5,8 28,7 0,8 6,5 1,6 4,4 2.2* 0,2 15,7 20.044 3 Romania 0,0 n.d. - 7,2 0,0 n.d. 0,0 9,9 45,0 0,0 0,0 37,9 1.486 4 Francia 19,0 10,3 8,9 - 5,1 8,6 14,9 10,7 3,0 2,0 1,9 15,7 529.000 5 Rep. Ceca 18,0 7,4* 3,8 0,3 - 0,2 n.d. 1,3 5,2 51,8 0,0 19,5 20.750 6 Regno Unito 27,1 10,5 5,0 10,1 6,5 - 3,3 7,3 2,2 1,8 4,9 21,3 355.070 7 Spagna 9,5 6,7 14,1 18,5 8,1 9,6 - 4,6 1,5 2,9 1,3 23,3 90.774 8 Italia 10,7 11,7 27,9 10,6 4,4 5,5 5,9 - 2,8 3,6 1,2 15,8 291.305 9 Ungheria 1,4 4,6 47,6 n.d. 12,8 0,0 0,0 1,0 - 21,6 n.d. 11,0 12.932 10 Slovacchia 5,6 14,8 2,0 0,0 64,9 0,0 n.d. n.d. 6,3 - 0,0 6,5 10.988 11 Svezia 15,6 12,2 1,4 14,9 4,2 7,8 2,1 8,4 2,4 1,0 - 30,0 222.444 12 Altri 25,9 10,5 7,5 8,4 4,2 9,5 4,7 3,3 3,0 3,2 4,2 15,1 1.574.085 Intra UE-28 688.273 497.743 409.819 365.421 348.434 303.979 259.690 210.921 199.732 166.872 126.385 749.736 4.327.005 *2012.

Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat.

a investire nei paesi vicini geograficamente e simili come grado di sviluppo; quasi il 65% degli addetti manifatturieri delle partecipate estere residenti nella Repubblica Ceca appartiene a im- prese controllate da IMN slovacche; una quota leggermente inferiore (51,8% dell’occupazione) si osserva per le partecipate estere residenti nella Slovacchia controllate da IMN della Repub- blica Ceca. Una forte interconnessione si rileva anche tra le IMN ungheresi in Romania e vice- versa. Tutti questi intrecci riflettono anche legami ereditati dal passato (quando Repubblica Ceca e Slovacchia erano un unico paese e facevano parte insieme a Ungheria e Romania del me- desimo sistema di scambi all’interno del COMECON). La Polonia appare un po’ a metà via, col- locando la quota maggiore di addetti manifatturieri delle sue IMN nella Repubblica Ceca e la seconda, in ordine di peso, in Germania.

Alcuni tra i paesi occidentali dell’Unione europea (Germania, Francia, Svezia, Italia e Regno Unito) sono gli stessi che sostengono l’occupazione netta degli altri paesi membri, dal momento che il saldo tra gli addetti generati nella manifattura dalle loro IMN negli altri paesi membri e quelli attivati dalle IMN degli altri paesi membri nelle loro economie è positivo. I paesi del- l’Est Europa qui considerati e la Spagna, invece, sono i maggiori beneficiari in termini di saldi occupazionali di questi intrecci produttivi (Grafico 2.6). Tali effetti diretti della presenza delle

IMN europee in altri paesi UE, misurati attraverso il numero degli addetti nelle IMN, sono accompagnati e potenzial- mente rafforzati da altri altrettanto im- portanti, ma indiretti e più difficilmente quantificabili, quali: l’indotto derivante dalla presenza di IMN estere nel paese ospitante, gli scambi commerciali attra- verso flussi di import-export intra-firm, trasferimenti di know-how tra associate e una maggiore spesa in R&D nel paese ospitante.