Tu
giàmecovisitasti, oErminia,i ve-nerabili avanzi diRoma
, eleridentipiagge partenopee\e quelli e queste tipresenta-.rono vivaalpensiero l’immaginedella pri-sca gloriaitaliana,e deliaforzaprepotente deltempoedellasventura.Noi daremo un addio aque’ luoghi, edilpiè volgeremo
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allepartisettentrionali della nostra bella Penisola: selàconsiderammo isegni
,
de-gradati e cadenti,dell'anticagrandezza, qui preparati a ritrovare l’impronta terribile dell’intestine discordiecheintempidanoi
meno
lontanidiedero allamiseraItalia«Dotefunestad’infiniti guai».
I-colli della Toscana grondarono tutti dicittadinosangue; e le sue torri
non
servironoallemilitari fazionicontroi Bar-bario gl’invasori,
ma
contro i concitta-dinieifratelli. Fatale delirio dellementi italiane,cagioneallapatriacomunedilutto edi servitù!Priadicominciarea discorrerti della To-scana,iopenso diriposarmialquanto,e inmolleoziospendere questi giorni so-lenni,chesin dall'infanziam’avvezzai a crederedestinati ad una piacevole inope-rosità.Tutto qui m'invitaad
abbandonar-mi!
, ed a fuggire ogniideache lietac ridente nonsia. M’accoglie nellesuecelle ospitaliil mioDeserto;ementrelelegna dipieno ardendo scoppiettano nel miofo-DigitizedbyGoogle
i87 colare, sento1’imperversare dellapioggia al difuori,che mistaaunpo’dineve,ed aggirata dalvento,sferzaaquandoaquando
i cristallidella miastanza
;imontivicini, cheabbraccio colguardo, chinano verso terrale loro foreste agitate dal soffio di borea; e itorrenti,gonfìi perlecontinue pioggie,mescolanoalfischiare del vento ed almonotono cadere dell’acquail cupo e lontanomuggito delleloro onde,chesi precipitanonelle vaili. « Quando sull’ al-ture (sciamaun Giovane poeta) spirail
vento precursore del verno,quandola fo-gliaingiallisce,e cade con larghespire sul-l’orbeappassite: oh quanto mi piace di misurare coll’occhio questi castagni e que-stequercie,rivaligiganteschi delle
mon-tagne vicine,i qualisenza fronde e rive-stiti appenadi scorza innalzanoalcielo le lorobraccia denudate! Quanto mi piace quell’onda, che gentilrionella statee tor-rentenell’autunno, quandoZefiro incan-tava colsuo fremitole valli, mormorava edn lui, c quandole ebbe abbandonate.•i88
tuonò coll’aquilone!Di qualvoluttàilmio spavento è misto,quandoil tuono scorre romorosamentelevolte delcielo,ola fol-gore co1 suoiguizzidi fuoco spezzai ne-grirami delle foreste, e ne divora le scheggie r>!
Jn mezzoa queste alpi, lo spettacolo dellaNatura, chespogliad’ogniornamento mi simostra nuda nella suagrandiosità
,
mipiace, mi sorprende e m’innalza la mente. Il tepido fiatodiprimavera,i ca-lori dellastate,pareami avessertolta alle miefibre lalorotempra elastica e vigo-rosa: questo soffio gelatohareso ad esse laloro naturaleenergia.
11 fasciovoluminosodelle lettere che in questigiorni tiho scritto, potrà convin-certi, megliodelle mieparole,dell’amore e dellaperseveranza ch’io posi in questa piacevole occupazione; e s’iomipropongo ora diriposarmi alquanto,non è che per gustare meglio, dopoipiaceri d’un’amena corrispondenzaepistolare,quellianchedelle geniali letture
, e della compagnia didue
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i8g amici che quimeco dividono queste soli-tarieorebeate. Amanti son essideirutili discipline.
La
sera ciriunisce accantoal fuoco:làraccontal’uno lesue avventure, ela sua giovanefantasiasiriaccende allamemoria di que1 momenti di pericolo , d’entusiasmoe di disperazione, chenella presente sua tranquillità formano le sue più care reminiscenze; narral’altroisuoi viaggi,o conqualche scherzevole novella ciricreagli animi, echiama ilriso sulle nostre labbra;nonlascio di pagaraneli’io ilmiotributo di gaieparole:e cosìvolano
igiorni invernalial Deserto, i più lieti giorni, Erminia, dellamiavita.
Ma
iom’ avvedo che 1’ozio edilriposo assai poco m’allettano: poiché sul punto d’abbandonarmivi,midilungo,scrivendo; e ripugno adirtiquel vale,che dee per qualche giorno interromperelanostra cor-rispondenza. Eppure è d’uopo di'io lo scriva allafine:potesse egli ispirarti qual-che po’ di rincrescimento equalchepo’ di desiderio! Addio.190
DalViaggio poeticope’CampiFlegreiy graziosa Operetta di Giulio Genoino na-poletanoj trassi letre Odiseguenti
7 le qualisono lieto che quicalzin bene: pe-rocché pelnerboe per la soavità della immagini edellapoesiale giudico degne d’essertipresentate9o Erminia; espero chetiriescirannogradite.
Dal
Colle di PosiLiiro a Pozzuoli0 d e
J, \A
Fide.Sorgi, miaFille:attendono Gl’ impazientiamici,
E
vedertecoanelano DiFiegraicampiaprici.Al dìche nasce intessono Argentee nubiunvelo,
Non
vibreràsì fervidi Febo isuoi rui dalcielo.DigitizedbyGoogle
Àndiam..,
Ve
cottitischerzano Sull’ora mattutina * Ilascivettizefliri Intorno a Mergellitia.Il martranquilloincrespasi Alventicel chespira
,
E
bacia1’onda limpidaLa
sponda,esi ritira.Qui del CantordiMantova
,
Oh’ ebbesìchiaratromba, Copronobronchi e ruderi L’ inonorata tomba.
Un
dì conpiè sacrilego Forseil bifolco ignaro Calpesterà quel cenere Ch*esserdovria sì caro.E
di sua gloriavindice Invanfia sorto intanto Il sacroallorspontaneoA
verdeggiargli accanto...Ècco laGrotta: un Genio Cavò T enormemasso,
E
’1varco sotterraneo Aprì diRoma
al passo.Ma
che! tutremi, e pallidaM
1haitra lebraccia stretto!Delmuto loco elugubre
Non
sai soffrir VaspettoiE
purtra queste tenebre AI suo fedelpastore La Forosetta conscia Vienea parlard’amore.Ma
già,miabella Fillide ,Varcato èil sendèi monte.. .
Ve' la Campagna,e Nisida, Cui l’onda è specchio,a fronte.
*
Eccolo scabroOlibano,
Sullacui fronteannosa
Nuda
lespalle,epovera,
Sterilitàriposa»
Ve’ lecanute e squallide Leucogée montagne,
Che
fan corona ed argine Alleflegrèe campagne,Dove
piombò terribileL’invitto Alcide,e dove Estenuino que’ perfidi Che feroguerraa Giove.
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Ividatempo immemore Sopra idestiniarcani Si consultòToracolo DeglievocatiMani.
Iviinnocenti vittime
Da
inganno reotradite Insacrificio offrirono ILestrigoni a Dite, Quando varcando creduleD* Averno ilsentiercieco Morteincontraro e feretro Nell’ insidiato speco. .
Ma
dipiùlieteimmaginiLa
fantasiarivesti*E
disìree memorie L’idea nonti funesti.Là
diquelcolle inospite Mecosulgiogoascendi ,Ed
agoder, mia Fillidé*Nuovopiacere attendi.
Volgilo sguardo libero Perqueste piaggeamenej
Qualicangianti e varie Incantatrici scene!
Leti.R.N.
Ve* lavinosaPrpcicfaj Che inaltraetà migliore DiedeaFalerno invidia Colgrato suoliquore.
Ve’ laridente Enaria
,