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Le lettere di Maria Domenica Mazzarello alle ragazze: un fram- fram-mento di un’intensa relazione educativa

Nel documento LA RELAZIONE EDUCATIVA NELL’ESPERIENZA (pagine 73-81)

LA RELAZIONE EDUCATIVA NELL’ESPERIENZA E NELLE FONTI SCRITTE

E NELLA PRIMA COMUNITÀ DELLE FMA

2. Le lettere di Maria Domenica Mazzarello alle ragazze: un fram- fram-mento di un’intensa relazione educativa

Le 68 lettere che formano l’Epistolario di Maria Domenica Mazza-rello24 sono fonte primaria e autorevole per accostarsi alla sua figura di religiosa educatrice. Dalle lettere traspare la sua personalità dotata di fi-nissima e integra umanità, e attraverso le sue semplici espressioni ci è consentito di incontrare una donna che cerca il bene degli altri con lim-pida trasparenza.25 Nelle lettere emerge un’intuitiva attenzione alle per-sone alle quali si rivolge con delicata tenerezza materna. Le sue esorta-zioni provengono da una persona considerata madre e maestra di vita, è quindi presumibile che trovino nelle interlocutrici, FMA e ragazze, una sicura rispondenza. Nella loro semplicità contribuiscono a creare il cli-ma otticli-male perché ciascuna s’impegni nel proprio cammino forcli-mativo.

Tra il materiale offerto dall’Epistolario, è significativo, in ordine alla ricerca, concentrarsi sulle lettere da lei indirizzate alle ragazze e quelle rivolte alle famiglie. Pur nella consapevolezza che esse sono semplici

24 Cf La sapienza della vita. Lettere di Maria Domenica Mazzarello, a cura di María Esther Posada - Anna Costa - Piera Cavaglià, Torino, SEI 19943.

25 Cf CAVAGLIÀ, La riscoperta di un volto: un’educatrice e una maestra di vita, in ivi 27.

Cap. II: La relazione educativa nell’esperienza di M.D. Mazzarello 73 frammenti di una realtà relazionale ampia e variegata, tuttavia queste lettere sono un’autorevole testimonianza dello stile di relazioni intessute nella comunità educativa di Mornese. Esse ci offrono uno spaccato della vita vissuta nel Collegio e lasciano trapelare non solo il clima familiare che vi regna, ma anche l’interesse di Maria D. Mazzarello per l’educa-zione integrale delle giovani e i valori che ella propone alle ragazze. Il profondo affetto da lei manifestato è, infatti, orientato da chiare coordi-nate assiologiche.

Un primo gruppo di scritti è quello diretto da suor Maria Domenica alle educande. Purtroppo ci restano solo due lettere, una individuale e una collettiva. La prima è quella indirizzata da Mornese, nel maggio del 1878, a Maria Bosco, pronipote di don Bosco.26 Giunta a Mornese nel-l’ottobre del 1874, aveva dovuto ritornare in famiglia per un periodo di riposo dovuto alla debole salute. Suor Maria Mazzarello le scrive affet-tuosamente in occasione della festa di Maria Ausiliatrice. Le dà notizie della comunità, delle due sorelle, Eulalia e Clementina, delle compagne, augurando alla ragazza di riprendersi in salute per tornare presto al Col-legio di Mornese dove tutte l’attendono. Conclude ricordando i temi ca-ri del suo stile educativo, la preghiera, la bontà e l’allegca-ria. Data la ca- rile-vanza pedagogica del testo, lo si riporta integralmente:

«Carissima Maria,

Oh! Quanto m’ha fatto piacere la tua letterina! Sia ringraziata la Madonna che ti ridona la sanità. È proprio una buona madre la Madonna, n’è vero? Con-tinua a pregarla di cuore, specialmente in questi bei giorni, noi pure la preghe-remo per te, e spero che ti farà la grazia di presto ritornare nel nido di Mornese.

Eulalia e Clementina stanno tanto bene e sono allegre, dillo ai tuoi genitori neh?

Esse ti aspettano e intanto ti vanno ogni giorno a cercare nel Cuor di Gesù, at-tenta a lasciarti trovare là entro. Tutte le educande ti gridano un: Viva Maria!

Con tutto il cuore; rispondi forte acciò ti possano sentire.

Le tue compagne di scuola ti ringraziano della buona memoria che conservi di loro, ti aspettano per risolvere i problemi delle frazioni. Adesso le educande son tutte in faccende per studiare poesie, ecc., per la festa di Maria Ausiliatrice, che non so ancora quando si farà. Conservati sempre buona, sai Maria, sii buo-na con tutti, coi genitori, colle sorelle e fratelli, da’ buon esempio a tutti quei che ti vedono e prega di cuore. E la Santa Comunione la fai? Ricevilo con amo-re Gesù che ti ama tanto.

26 Maria Bosco nacque il 26 gennaio 1865 e giunse a Mornese come educanda nell’ottobre 1874. Di salute molto gracile, morirà in famiglia il 29 agosto 1881. La ragazza è richiamata anche nelle Lettere 10 e 12 (cf MAINETTI Giuseppina, Madre Eulalia Bosco, pronipote del Santo. Memorie biografiche, Colle don Bosco, Istituto salesiano arti grafiche, Asti 1952, 16-17).

Fatti coraggio, abbi cura della tua salute, guarisci presto, onde presto possa ritornare con noi. Ancora una raccomandazione ti voglio fare, ed è che stia al-legra; se sarai allegra guarirai anche più presto, coraggio dunque.

Fa’ il piacere di salutarmi tanto i tuoi buoni genitori, che stiano tranquilli che Eulalia e Clementina stanno bene; tutte e due li salutano, ed incaricano te a dir loro un milione di belle cose per esse.

Suor Enrichetta e suor Emilia ti salutano cordialmente e ti pregano a dir un’Ave Maria per esse e tre per me. Sono a momenti le dieci di sera, dunque buona notte, ti lascio nel Cuor di Gesù, dove sarò sempre la tua Aff.ma nel Si-gnore Suor Maria Mazzarello S.G.».27

Lo stile epistolare di Maria Mazzarello, fresco e agile, rivela con im-mediatezza la sua capacità comunicativa. Ella si pone come colei che fa-vorisce il dialogo tra le varie componenti della comunità educativa. Ma-ria Bosco si trova idealmente di fronte alle sue compagne ed insegnanti, ascolta le loro voci, vede i loro volti, è interpellata in prima persona per rispondere ai loro inviti.

Emergono poi altri elementi pedagogici degni di nota. Anzitutto si fa cenno alla comunità educativa in diversi modi. Viene presentata come un “nido” nel quale ci si vuol bene e si cresce insieme sotto lo sguardo di Gesù e di Maria. Luogo nel quale le relazioni delle ragazze con le suore, delle ragazze tra loro, e il continuo contatto con le famiglie sono serene, profonde e positive tanto da averne grande nostalgia e desiderio di tornarvi il più presto possibile. Il menzionare sorelle, compagne, assi-stenti esprime la coesione della comunità basata sulla familiarità e sulla comunione con il Signore. Le educatrici sono da un lato impegnate a orientare le relazioni ai contenuti e alle finalità educative; dall’altro, si sentono interpellate in prima persona a vivere i valori che trasmettono.

In tal modo il rapporto che s’instaura con le giovani diviene un circolo virtuoso che va dalle persone ai valori e permette di tradurre i valori nel concreto servizio agli altri.

Suor Maria Mazzarello, poi, intesse un dialogo personale con la gio-vane offrendole consigli che riguardano la globalità della sua esperienza di vita: la salute, la scuola, il rapporto con i genitori, il profitto nello stu-dio, la necessità di crescere buona e di non tralasciare la preghiera. Ogni suggerimento, nella sobrietà delle espressioni, rivela una scelta pedago-gica che, come si vedrà in seguito, è docilmente accolta dalla

destinata-27 Lettera alla ragazza Maria Bosco, Mornese 23 maggio 1878, in La sapienza L 13.

Cap. II: La relazione educativa nell’esperienza di M.D. Mazzarello 75 ria dello scritto favorendo perciò nella ragazza l’assimilazione vitale dei valori proposti.

La seconda lettera di Maria Mazzarello ha come interlocutrici le ra-gazze di Las Piedras (Uruguay) dove le FMA gestivano un oratorio fe-stivo e una scuola elementare. La lettera, datata il 9 luglio 1880, è una ri-sposta agli auguri per il suo onomastico. È l’emblema di una relazione educativa collettiva e “a distanza”, intessuta tramite la corrispondenza scritta, ma espressione di un affetto intenso e sincero che può essere compreso dalle ragazze anche perché mediato dalle FMA missionarie che si trovano a diretto contatto con loro. Nella lettera suor Maria Maz-zarello ringrazia degli auguri, incoraggia le ragazze a frequentare le edu-catrici, a scegliere le compagnie buone e ad essere devote della Madre di Gesù. Esorta le giovani ad avere stima ed affetto per le loro maestre, ma soprattutto ad amare Gesù e Maria.

«Carissime buone ragazze,

Oh! Quanto mi ha fatto piacere la vostra cara e bella lettera, quanto siete buone di pensare a me, e di farmi degli auguri! Anch’io sebbene non vi conosca vi voglio tanto bene e prego per voi tutte perché il Signore voglia concedere an-che a voi tutte quelle grazie e benedizioni an-che avete augurato a me. Pregate sempre per me, io pure prego sempre per voi, acciò il Signore vi faccia crescere buone, devote, obbedienti.

E andate sempre volentieri dalle suore, dite loro che vi insegnino ad amare il Signore, ad imparare bene i doveri di buone cristiane. Schivate sempre le com-pagnie cattive e andate sempre con quelle buone.

Siate devotissime di Maria Vergine, nostra tenerissima Madre, imitate le sue virtù, specialmente l’umiltà, la purità e la ritiratezza. Se così farete ve ne trovere-te controvere-tentrovere-te in vita e in mortrovere-te.

Desidero tanto venire a farvi una visita, pregate, se sarà volontà di Dio ci verrò, altrimenti ci vedremo in Paradiso e sarà molto meglio. State dunque tutte buone perché tutte possiate andare in Paradiso.

Scrivetemi qualche volta, mi fan piacere le vostre letterine. Vogliate bene al-le vostre maestre, alal-le vostre assistenti, ma soprattutto amate Gesù e Maria.

In ringraziamento dei bei auguri che mi avete fatto, vorrei mandare a cia-scuna una bella immagine, ma come fare? Siete [tante e] la lettera peserebbe troppo; così per questa volta la manderò a quella che ha scritto la lettera, siete contente? Quando verrò a farvi una visita, allora ve la porterò a tutte. Intanto state buone e pregate per me.

Vi saluto tutte e nel cuore di Gesù credetemi vostra Aff.ma Suor Maria Mazzarello».28

28 Lettera alle ragazze di Las Piedras (Uruguay), Nizza Monferrato 9 luglio 1880, in La sapienza L 44. È interessante rilevare che tale lettera è originale autografa,

se-La relazione che suor Maria Domenica Mazzarello riesce ad instau-rare con queste ragazze “sconosciute” è basata soprattutto sull’affetto:

esse hanno dato una gioia alla superiora perché, forse consigliate dalle loro maestre, si sono ricordate del suo onomastico, così lei dichiara apertamente il suo profondo affetto per loro nonostante le distanze che le separano. La prossimità e la vicinanza diventano più concrete perché fondate sulla promessa del ricordo nella preghiera e sulla conoscenza personale delle educatrici.29

Chi scrive richiama aspetti di un progetto educativo alla portata delle ragazze. Le virtù tipiche della bontà, della pietà, della purezza e del-l’obbedienza delineano il modello di giovane donna che s’intendeva for-mare e cioè la buona cristiana, e in futuro, la saggia madre di famiglia.

Ciò che colpisce è l’assenza di moralismo nei consigli di suor Maria la quale, sintonizzandosi con queste ragazze, chiede loro di essere fedeli ai loro impegni, per trovarsene contente “in vita e in morte”.

Anche in questo caso vanno sottolineati significativi elementi peda-gogici: l’invito di Maria Mazzarello ad andare dalle suore, a “voler be-ne” alle maestre e assistenti, a stabilire con loro una buona relazione, a considerarle delle “amiche” con le quali si sta “volentieri” e a chiedere di insegnare loro “ad amare il Signore”, cioè a dare senso alla propria esistenza in una prospettiva cristiana, a finalizzare le proprie scelte per prepararsi alla vita adulta.

Sarebbe interessante poter disporre della lettera delle ragazze a suor Maria e anche della loro risposta a questo scritto per cogliere la risonan-za concreta di queste parole nell’immaginario delle destinatarie. Senrisonan-za timore di forzare il testo, possiamo supporre che la visita promessa e mai realizzata dalla Madre, morta un anno dopo, fosse davvero tanto at-tesa dalle ragazze e ancor di più dalle loro educatrici, infatti, nelle lettere delle missionarie che ci sono pervenute si coglie l’intenso e sincero desi-derio di avere una visita di suor Maria Mazzarello.30

gno dell’importanza conferita da Maria Mazzarello alla relazione con le ragazze e del conseguente impegno a corrispondere con loro personalmente.

29 In altre lettere, indirizzate alle missionarie, torna il tema della lontananza fisi-ca come mezzo che rende più profondo e intimo l’affetto che lega la madre alle suo-re: «Mi fa sempre piacere ricevere lettere dalle suore delle diverse case, ma le lettere che ricevo dall’America mi fanno provare un certo non so che, che non saprei spie-gare; pare che il tempo e la distanza invece di diminuire abbiano anzi aumentata la santa e vera affezione che io avevo per ognuna di voi» (Lettera alle suore delle case di Montevideo Villa Colón e di Las Piedras, 9 luglio 1880, in La Sapienza L 40).

30 Cf Lettera di suor Virginia Magone a madre Maria D. Mazzarello (2-2-1879), in

Cap. II: La relazione educativa nell’esperienza di M.D. Mazzarello 77 Un secondo gruppo di lettere è quello indirizzato da suor Maria Mazzarello alle famiglie delle educande. Il Regolamento dell’educandato di Mornese richiedeva, infatti, che ogni trimestre i genitori ricevessero informazioni sulla salute, la condotta e il profitto delle figlie. Spettava alla Superiora mantenere i contatti con le famiglie.31 Il 21 dicembre 1877, ella, infatti, si rivolge al signor Francesco Bosco,32 padre di Ma-ria,33 di Eulalia e Clementina in questi termini:

«Stim.mo Signore,

non voglio lasciar passare questa propizia occasione senza darle notizie delle sue figlie.

Clementina non ha sofferto nulla nel viaggio, sta proprio bene, ed anche volentieri; è allegra, pare insomma che sia sempre stata qui. Dica alla madre che non stia in pena, ne abbiamo tutta la cura, per farla crescere sana e santa. Così pure riguardo a Maria e ad Eulalia, le quali stan bene, lavorano, studiano, pre-gano pei loro genitori e sono allegre ed aspettano una loro visita. Se tutte e tre continuano così, saranno certo un giorno la loro consolazione.

Gli auguro intanto buone feste Natalizie, buon fine e ottimo principio del nuovo anno. Voglia il caro Bambino Gesù benedirla con tutta la sua famiglia, e dopo una lunghissima vita, collocarli sovra uno splendido trono di gloria lassù in Cielo.

Preghi per me in questi bei giorni e mi creda sua Umil.ma serva Suor Maria Mazzarello Superiora».34

Nello scritto suor Maria Domenica Mazzarello dà una precisa rela-zione di quanto riguarda le ragazze: viaggio, salute, condotta, impegno scolastico. Facendosi portavoce delle figlie e interpretando i loro senti-menti, dimostra in tal modo come, suore e ragazze, siano unite dal vin-colo della confidenza e dell’apertura cordiale.

CAVAGLIÀ - COSTA, Orme di vita, tracce di futuro. Fonti e testimonianze sulla prima comunità delle FMA (1870-1881), Roma, LAS 1996, documento 105 pag. 271-273 (D’ora in poi si abbrevierà: Orme seguito dal numero del documento e dalla pagi-na). Lettera di suor Virginia (maggio 1879), in ivi 107, 277-280; Lettera di suor Vir-ginia (ottobre 1879), in ivi 110, 286-288; Lettera di suor Giuseppina Vergniaud (9-3-1879), in ivi 106, 274-276.

31 Cf Regolamento dell’educandato di Mornese, in Orme 24, 84.

32 Francesco Bosco era nipote di don Bosco, figlio del fratello Giuseppe. Nac-que a Castelnuovo d’Asti il 25 marzo 1841 e morì a Torino l’8 marzo 1911.

33 Maria è la destinataria della lettera sopra citata. Quando giunse a Mornese, Clementina aveva sette anni di età. Diverrà FMA nel 1889, mentre Eulalia aveva 11 anni e anch’ella diverrà FMA nel 1884; nel 1917 sarà eletta Consigliera generale del-l’Istituto.

34 Lettera al signor Francesco Bosco, 21 dicembre 1877, in La sapienza L 10.

Di particolare interesse l’espressione “[di Clementina] ne abbiamo tutta la cura per farla crescere sana e santa”. In essa emerge in breve il fine a cui tendono gli sforzi delle educatrici: la maturazione completa della ragazza a livello del benessere fisico e della santità della vita;35 l’elemento comunitario che caratterizza l’opera formativa delle FMA al collegio, infatti, suor Maria, parla al plurale; infine, la modalità con cui si cerca il bene di Clementina, avendone “tutta la cura”, cioè contri-buendo con impegno, costanza, dedizione alla sua formazione e confe-rendo a questa azione un timbro tipicamente femminile e materno.

Il tema della “cura” ritorna nella lettera seguente,36 scritta il 17 aprile 1878, nella quale la Superiora dà relazione allo stesso destinatario della salute delle figlie che erano state ammalate assicurando: «Stia tranquillo che ne abbiamo tutta la cura possibile sia nel cibo che nel curarle». L’e-spressione è di forte pregnanza umana e pedagogica. Il “prendersi cura”

evoca, infatti, un atteggiamento globale che richiede rispetto, saggezza e instancabile presenza d’amore a chi è stato affidato all’educatrice. Le te-stimonianze confermano la genuinità e concretezza dell’affetto donato a tutte e a ciascuna gratuitamente.37

Anche le lettere inviate dalle educande del collegio ai genitori sono un’ulteriore conferma di come l’amore educativo di suor Maria

Mazza-35 L’espressione ricalca la triade di don Bosco ”sanità, sapienza, santità” più vol-te richiamata e sinvol-tetizzata con i tre SSS: «Io vi assicuro che vi raccomando ogni giorno nella santa messa dimandando per ognuno i tre soliti S che i nostri sagaci al-lievi tosto sanno interpretare: Sanità, Sapienza e Santità» (Lettera invitata agli alal-lievi del collegio di Torino-Valsalice, tramite il loro direttore don Francesco Dalmazzo, 8 marzo 1875, inE [Ceria] II 465). Cf anche Lettera alla contessa Gabriella Corsi del 12 agosto 1871, in ivi 172: «Per la damigella Maria […] dimanderò al Signore tre grossi S, cioè che sia sana, sapiente e santa». Pietro Braido mette in evidenza come in queste formule sia sintetizzato l’umanesimo pedagogico cristiano di don Bosco.

In esse è evidente la bipolarità che le caratterizza: da una parte si afferma la centrali-tà della fede religiosa e dello specifico cristiano, dall’altra, è considerata e apprezzata intrinsecamente, e non per mera strumentalità, la realtà temporale (Cf BRAIDO, Pre-venire non reprimere 234-237).

36 Cf Lettera al signor Francesco Bosco, 17 aprile 1878, in La sapienza L 12.

37 L’interesse materno di Maria Mazzarello si esprime nella cura della salute del-le educande (cf MACCONO, Santa I 418; II 112), nell’accorgersi del loro bisogno di attenzione (cf ivi 113), nel seguire personalmente le postulanti nel difficile inseri-mento nel nuovo ambiente (cf ivi I 359; 363-364; 366), nell’avere per ciascuna un’at-tenzione personalizzata. Testimonia suor Angela Vallese: «D’inverno, quando tutte eravamo a letto, la Madre molte volte passava a vedere se eravamo abbastanza co-perte, affinché nessuna patisse il freddo. Era una vera mamma» (ivi 386).

Cap. II: La relazione educativa nell’esperienza di M.D. Mazzarello 79 rello e delle educatrici sia compreso e accolto dalle ragazze e come costi-tuisca per loro una mediazione efficace per l’assimilazione dei valori. La lettera più significativa, anche perché pervenuta integralmente, è quella scritta da Mornese da Maria ed Eulalia Bosco ai genitori:

« Cari e buoni genitori,

che direte mai del nostro lungo silenzio? Tuttavia credete che sebbene non vi abbiamo scritto più presto, non ci siamo dimenticate di voi; il primo motivo è perché abbiamo tanta pigrizia, il secondo che siamo teste vuote. La nostra salu-te, grazie a Dio, è ottima; con gran piacere pensiamo che sarà anche la vostra.

Siate certi, o cari genitori, che non lasciamo passare giorno senza dire per voi qualche parolina al Cuor di Gesù ed anche alla nostra cara Mamma Maria SS.ma.

Anche voi o cari genitori, fateci questa carità di pregare sempre di cuore il buon Gesù, affinché si degni farci tutte sue e poter un giorno essere lassù per tutta l’eternità (con voi certamente).

Intanto fate il piacere di pregare per noi, perché gli esami sono vicini e chis-sà come li passeremo! Oh, sì, pregate davvero affinché li possiamo superare be-ne, prima per dar gloria a Dio, quindi per dar consolazione a voi ed ai nostri Superiori.

Pregate ancora affinché il Signore ci dia tanta buona volontà di studiare e andare avanti ogni dì più nella virtù.

Basta; non ci resta più altro dirvi che salutiate tutte le nostre compagne, le nostre sorelline e diciate a Giuseppe che scriva una volta.

Rinchiuse nel Sacro Cuore di Gesù e di Maria, ci diciamo vostre aff.me figlie Maria ed Eulalia».38

Lo stile della lettera ricalca quello utilizzato dalle educatrici, è infatti presumibile che esse siano state al loro fianco per aiutarle nella stesura del testo. Dai contenuti ricaviamo le dimensioni tipiche della comunità di Mornese: il clima di preghiera, il serio impegno nello studio e nella vi-ta cristiana, mentre dal tono affettivo del linguaggio si evince l’atmosfera

Lo stile della lettera ricalca quello utilizzato dalle educatrici, è infatti presumibile che esse siano state al loro fianco per aiutarle nella stesura del testo. Dai contenuti ricaviamo le dimensioni tipiche della comunità di Mornese: il clima di preghiera, il serio impegno nello studio e nella vi-ta cristiana, mentre dal tono affettivo del linguaggio si evince l’atmosfera

Nel documento LA RELAZIONE EDUCATIVA NELL’ESPERIENZA (pagine 73-81)