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Itinerario tratto dal codice di Einsiedlense

5.4. Liber Pontificalis

Nel tentativo di ricostruire le varie fasi di sviluppo del culto del gruppo agiografico di Felicita e dei suoi sette figli, non può essere tralasciata l’analisi dei passi del Liber

Pontificalis nei quali sono menzionati gli interventi legati ai luoghi di culto riferibili ai

nostri martiri e non solo192.

Tale documento riveste un’importanza notevole poiché fornisce numerose informazioni di carattere storico per mezzo delle quali è possibile ricostruire la politica applicata nei diversi secoli della Tardoantichità dai pontefici nei confronti del culto martiriale e il grado di attenzione da loro rivolto ai diversi santuari dislocati nel suburbio.

Le analisi dettagliate svolte da diversi studiosi su questo importante testo hanno messo in luce i caratteri peculiari delle diverse politiche applicate dai pontefici. Se, infatti, il IV secolo vede come dati caratterizzanti da n lato la costruzione delle grandi ciriciformi e dall’altro le contenute opere di monumentalizzazione volute da papa Damaso(366-383), i pontificati di Bonifacio I (418-422), Sisto III (432-440) e Anastasio II (496-498) incentrano il loro progetto ornamentale delle numerose tombe martiriali principalmente sulla suppellettile liturgica e sulla creazione di organismi cultuali aggregati tra loro.

192 Si fa qui riferimento al periodo trascorso da papa Bonifacio nella residenza sovrastante il cimitero di

I pontificati intercorsi nella prima metà del VI secolo e in special modo quello di Simmaco (498-514), indicato dal redattore del Liber Pontificalis come “costruttore di chiese”193 mostrano un notevole salto qualitativo nella storia dello sviluppo monumentale dei santuari martiriali. I numerosi interventi realizzati dal pontefice in pochi anni si spiegano probabilmente con il sostegno che egli dovette ricevere dal re goto Teodorico, particolarmente sollecito nel restaurare ed abbellire i monumenti della città. L’ormai strutturata rete dei pellegrinaggi richiedeva infatti sempre maggiormente ampi spazi dove i numerosi fedeli giunti sulle tombe dei martiri potevano raccogliersi in preghiera.

Il VI secolo come è noto fu epoca di grandi travagli per la città. La guerra tra Goti e Bizantini provò duramente Roma con assedi e saccheggi. Nel 579 e poi tra il 590 e il 593, gli assedi dei Longobardi crearono ulteriori dissesti ai quali si aggiunse un’ inondazione seguita da una disastrosa pestilenza che mise la città in ginocchio.

L’attività dei pontefici della seconda metà del VI e della prima metà del VII secolo è rivolta sopratutto al restauro e alla conservazione dei luoghi di culto danneggiati dalle vicende belliche e anche ad un potenziamento dei santuari in funzione del già citato potenziamento del fenomeno del pellegrinaggio. L’attività di papa Viglio (537-555) si inserisce a pieno in questa politica di ripristino. L’epigrafe dedicata al martire Alessandro ne è un esempio194.

Se sotto il pontificato di Teodoro (642-649), Stefano II (752-757) e Paolo I (757-767), era ormai iniziata l’epoca delle traslazioni delle reliquie dei martiri dai santuari extraurbani nelle chiese entro le mura, è proprio verso i primi ormai privi delle spoglie venerate che il pontefice Adriano I (772-795) promosse buona parte delle sue opere195. Il biografo ricorda, infatti, cospicui lavori e donazioni nei più importanti centri devozionali196, divenuti ormai veri e propri centri urbani, e una serie di interventi nei principali complessi cimiteriali, volti per lo più al ripristino di edifici subdiali e

193 LP I, p. 98.

194 Vedi infra, pp. 83-96, 150.

195 Su gli interventi di Adriano I nei santuari delle catacombe di Roma cfr. Spera 1997.

196 In riferimento a S. Pietro sono ricordate ingenti donazioni di carattere ornamentale e liturgico, restauri e

l’istituzione di diaconie preposte all’organizzazione caritativa del centro martiriale. In riferimento a San Paolo e San Lorenzo sono menzionati interventi finalizzati all’arredo degli organismi cultuali e al ripristino delle strutture.

sotterranei che la presenza delle tombe dei martiri, come detto in precedenza, aveva trasformato in luoghi di pellegrinaggio e riunione197.

Tali linee peculiari legate alla storia generale del culto martiriale e ai sui inevitabili riflessi monumentali a Roma sono perfettamente rintracciabili nei passi all’interno del

Liber Pontificalis dove vengono citati i santuari su cui è incentrata la seconda parte dello

studio che come si vedrà in seguito posso essere presi come modello esplicativo della politica attuata dai pontefici nei secoli dell’Altomedioevo198.

Damaso ( 366-384 ) L.P., I, pag. 212.

Hic multa corpora sanctorum requisivit et invenit, quorum etiam versibus declaravit.

Silvestro ( 314-335 )

L.P. I , pp.

Hic sepultus est in cymiterio Priscillae, via Salaria, ad urbe Roma miliario III, prid. Kal. ianuar.

Bonifacio I ( 418- 422)

L. P. I, pp. 227-228.

Eodem tempore ambo Augusti missa auctoritate hoc praeceperunt ut ambo exirentcivitate. Qui cum pulsi exissent, habitavit Bonifatius in cymiterio sanctae Felicitatis matyris, via Salaria, Eulalius vero in civitate Antio, ad sanctum Hermen.

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Hic fecit oratorium in cymiterio sanctae Felicitatis, iuxta corpus eius, et ornavit sepulchrum sanctae martyris Felicitatis et sancti Silvani, ubi et posuit hoc:

patenam argenteam, pens. lib. XX; scyphum argenteum, pens. lib. X; amam argenteam,, pens. lib. XIII; calices minores II, pens. sing. lib.IIII; coronas argenteas, pens. sing. Lib XV.

Hic fecit ordinationem I per mens. decemb., presbiteros XIII, diaconos III, episcopos per diversa loca XXXVI. Qui etiam sepultus est via Salaria, iuxta corpus sanctae Felicitatis martyris, VIII kal. novemb. Et cessavit episcopatus dies VIIII.

Simmaco ( 498-514 )

Hic reparavit basilicam sanctae Felicitatis, quae in ruinam in minebat.

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197 Spera 1997, p. 190. 198 Vedi infra, p.000. Santuari

L.P. I, pag. 263.

Hic fecit cymiteriumn Iordanorum in melius propter corpus sancti Alexandri

Adriano I ( 772-795 )

L. P. I, pag. 509

Necnon et ecclesiam beati Tiburtii et Valeriani atque Maximi,seu basilica sancti Zenoni una cymiterio sanctorum Urbani pontificis, Felicissimi et Agapiti atque Ianuarii seu Cyrini martyribus, foris porta Appia, uno coherentes loco, quae ex priscis marcuerant temporibus, noviter restauravit.

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Cymiterium vero sanctae Felicitatis vis Salaria, una cum ecclesiis sancti Silani martyris et sancti Bonifacii confessris atque pontificis, uno cohorentes solo, mirae restauravit magnitudinis.

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Immo et cimiterium Iordannorum, videlicet sanctorum Alexandri, Vitalis et Martialis martyribus, seu sanctarum septem verginum noviter restauravit. Pariter in eadem via Salaria cymiterium sancti Silvestri confessoris atque pontificis aliorumque sanctorum multorum in ruinis positum renovavit.

Leone III ( 795-816 ) L.P. II, pag. 3.

PARTE II