Chiese ed oratori devozional
2.3. L’oratorio di San Gennaro presso la porta di San Lorenzo.
Se l’assenza di fonti che facciano riferimento all’oratorio sul Colle Oppio ben si spiega con l’originario carattere privato del monumento, il carattere pubblico dell’oratorio dedicato a Gennaro, sito sulla via Tiburtina poco oltre porta S. Lorenzo518, è ipotizzabile sulla base delle fonti giunteci. (fig. 73)
La chiesa, oggi completamente distrutta, è menzionata per la prima volta in un passo dei Dialoghi di Gregorio Magno dove si ricorda la sepoltura di un tintore nella chiesa di S. Gennaro martire sita nei pressi della porta i S. Lorenzo519.
L’edificio è ricordato anche nel De locis, nel quale si legge: iuxta viam Tiburtinam
prope murum civitatis ecclesia est Sancti Ianuarii episcopi et martyris520. Dal passo dell’itinerario sembrerebbe piuttosto chiaro che la chiesa era dedicata non al martire romano, sepolto nel cimitero di Pretestato, ma al vescovo beneventano. L’assenza però della carica vescovile nel passo di Gregorio Magno e nella biografia di Adriano I, nella quale si legge: tectum...basilice beati Ianuari martyris, sitam foris porta beati Laurentii
martyris atque levite, a noviter restauravit521, inducono a non escludere che il personaggio a cui si fa riferimento sia proprio il Gennaro sepolto nel cimitero dell’Appia.
L’assenza della menzione di questo santuario nella Notitia ecclesiarum è spiegabile se si ipotizza l’uso di un diverticolo di connessione tra la via Tiburtina e la via
516 Sull’evergetismo si veda Fiocchi Nicolai 1994, pp. 237-252.
517 Sul santuario suburbano vd. supra; sulla pittura cimiteriale vedi infra 518 Serra 1998, pp. 135-138; Spera 2003, p. 700; Serra 2006, pp. 83-83.
519 Greg.M.dial., IV, 56= c.n. IV, pp. 438: in ecclesia beati Ianuarii martyris iuxta portam sancti Laurentii. 520 Valentini-Zucchetti 1942, pag. 113. L’indicazione relativa alla chiesa dedicata a Gennaro è inserita a
Labicana522. Il pellegrino, infatti, giunto dalla Nomentana direttamente al I miglio della Tiburtina, dopo aver visitato il santuario di Ippolito (postea illam viam demittis et
pervenies ad sanctum Yppolitum martirem, qui requiescit sub terra in cubiculo)523, di Lorenzo (postea pervenies ad ecclesiam Sancti Laurentii)524 e la chiesa dedicata ad Agapito ( postea ascendes ad ecclesiam Sanci Agapiti martiris et diaconi Systi
papae)525 passava direttamente sulla via Labicana, tralasciando la chiesa di Gennaro, forse perchè troppo prossima alle mura e quindi non congeniale al percorso che si intendeva seguire526. E’ certamente da escludere l’ipotesi che tale chiesa fosse esclusa dal percorso per l’assenza della tomba martiriale, poiché nel medesimo itinerario è invece menzionata la vicina chiesa di S. Agapito ascrivibile anch’essa alla medesima categoria monumentale.
L’ipotesi che l’oratorio in analisi sia dedicato al Gennaro, martire romano, piuttosto che al vescovo napoletano, sembrerebbe avvalorata dall’esistenza, nell’area compresa tra la porta Tiburtina e il primo miglio dell’omonima strada consolare, di altri edifici devozionali, alternativi rispetto a quelle sorti sulle tombe originali, dedicati a personaggi collegati alla figura di Lorenzo, divenuto ben presto il più amato e conosciuto tra i diaconi di Sisto II527. Nell’area sorgevano, infatti, oltre alla basilica di Lorenzo, quella dedicata a Agapito528 ed un terzo edificio devozionale edificato nel luogo nel quale la tradizione localizzava il carcer in quo fuit Laurentius529.
521 LP I, p. 505.
522 Il diverticolo in questione, come già evidenziato dalla Serra (Serra 1998, pp. 134, 136-137) , è segnato
nella pianta del Bufalini (Frutaz 1962, tav. 193) ed è probabilmente da identificarsi con quello indicato nel Catasto Alessandrino a destra della via Tibirtina (Frutaz 1972, tav. 100). L’esistenza di questo percorso alternativo oltre ad essere confermato da una veduta del Lafréri del 1575 (Frutaz 1962, tav. 236) è riconoscibile, secondo la studiosa, nel tratto denominato vicolo del Campo Santo indicato nelle piante di Roma fino al 1876 (Frutaz 1962, tav. 538; Lanciani 1881, pp. 203-204; Ashby 1902, tav. I).
523 Valentini-Zucchetti 1942, p. 79. 524 Valentini-Zucchetti 1942, p.80 525 Valentini-Zucchetti 1942, p. 82.
526 Bertonière 1985, pp. 83-85; Serra 1998, pp. 136-138; Fiocchi Nicolai 2000, p. 225. 527 Spera 2003, pp. 699-704.
528 La basilica dedicata ad Agapito sorgeva probabilmente sul lato destro della via Tiburtina, a poca distanza
dalla chiesa di S. Lorenzo ed in prossimità del diverticolo che congiungeva la chiesa di S. Lorenzo a porta Maggiore (cfr. Serra 1998, pp. 134-138). La basilica di Agapito edificata da Felice III negli ultimi anni del V secolo (LP I, p. 252), fu restaurata da papa Adriano I (LP I, p. 507) e da papa Leone III (LP II, p. 33). Sull’edificio in generale vedi Cecchelli 1937, pp. 348-350; Reekmans 1968, p. 196; Reekmans 1989, p. 909; Fiocchi Nicolai 1997, p. 140; Fiocchi Nicolai 2001, p. 114; Serra 2001, p. 30;Spera 2002, pp. 699-700.
529 Già presente nella passio Polichronii (Delehaye 1933B, pp. 93-98), secondo la tradizione Lorenzo venne
L’associazione della figura di Gennaro con quella di Sisto II non deve stupire. E’ infatti opportuno ricordare che se una parte della tradizione letteraria lo indica come uno dei sette figli di Felicita, un’altra lo presenta come uno dei diaconi di Sisto II. Se infatti , come detto in precedenza, l’appartenenza di Gennaro al gruppo agiografico di Felicita, è spiegabile sulla base del probabile condizionamento derivante dalla coincidente data commemorativa, è assai verosimile che per un processo analogo, non legato alla data, ma alla medesima area topografica di sepoltura530, il martire sia stato inserito anche nel gruppo dei sei diaconi di Sisto II531.
Per quanto concerne gli aspetti architettonici del monumento non è possibile ad oggi fornire alcuna indicazione, poiché non se ne conosce né l’aspetto né l’esatta collocazione topografica 532.
La documentazione raccolta e presentata da Flaminio Vacca nel 1570, circa il ritrovamento di numerosi sarcofagi di marmo e granito poco fuori la porta di S. Lorenzo533, non fornisce, infatti, alcun dato circa l’aspetto dell’edificio, ma conferma il carattere funerario della chiesa e dell’area circostante già anticipato dal passo di Gregorio Magno sopra citato534.
L’assenza di concreti riscontri archeologici obbliga a muoversi nel campo delle ipotesi per quanto concerne la collocazione del monumento. Una prima ipotesi identifica l’ecclesia beati Ianuarii martyris con l’oratorio che si insediò nel fornice settentrionale dell’acquedotto inglobato dalla porta Tiburtina oggi completamente perduto. Tale ipotesi, recentemente messa in discussione da Simonetta Serra535, la quale ritiene il monumento troppo tardo per riferirsi all’oratorio menzionato da Gregorio Magno e sopratutto topograficamente non inerente perché interno alle mura e non esterno, ha lasciato il posto ad una più probabile collocazione del monumento in corrispondenza del bivio tra la via Tiburtina e la via Collatina, punto nel quale il
530 Un passo del del Liber Pontificalis (L.P. I, p. 155) ricorda i nomi dei sei diaconi di Sisto (Felicissimo,
Agapito, Magno, Vincenzo, Stefano e Gennaro) e indica le loro sepolture nel cimitero di Pretesto. La vicinanza della sepoltura a quella di Felicissimo ed Agapito deve probabilmente aver facilitato lo svilupparsi di leggende alternative che vedevano le tre figure legate tra loro.
531 Sull’argomento cfr. Spera 2003, pp. 699-701;Spera 2004, pp. 189-205, 311-315. Sul gruppo agiografico
nato intorno a Sisto II vd. Caraffa 1964.
532 Cecchelli 1937, pp. 348-350. 533 Vacca 1820.
534 Vedi supra, p. 29-30, vedi infra, pp. 139-141. 535 Serra 2005, p. 84.
Bufalini536 segna nella sua pianta il sacellum sanctae Mariae, non altrimenti noto alla topografia della zona.