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LIMITI DI ATTERBERGPLASTICITÀ DELLA

BASSO COSTO

LIMITI DI ATTERBERGPLASTICITÀ DELLA

quindi a “plastico” ed a “liquido”. Si tratta di un approccio che è stato largamente utilizzato nella moderna riscoperta della terra cruda come mater iale da costruzione. Il tenore di acqua che caratterizza il passaggio

solido–semisolido è detto limite del ritiro (ws), che indica il contenuto

d’acqua al di sotto del quale il terreno non subisce più una diminuzione di volume se viene essiccato, mentre per la transizione tra semisolido e

plastico si parla di limite plastico (wp), che indica il minimo contenuto

d’acqua per il quale il terreno può essere deformato plasticamente senza

frantumarsi e per il passaggio tra plastico e liquido di limite liquido (wL), che

indica il minimo contenuto d’acqua per il quale il terreno scorre per effetto di una piccola pressione e si comporta come un fluido viscoso.

f ig. 43, limiti di Atterberg

Naturalmente questi valori limite sono variabili a seconda della composizione della terra ed in particolare della quantità e del tipo di

componente argilloso. Al riguardo si definisce un Indice di Plasticità ( PI= wL

- wp) come differenza tra il limite liquido e quello plastico, che indica il

campo di variazione del contenuto d’acqua all’interno del quale il terreno ha un comportamento plastico, ovvero può essere deformato o maneggiato senza cambio di volume e senza fessurarsi; la terra è definita, in funzione di tale indice come: non plastica (0–5), poco plastica (5–15), plastica (15– 40) o molto plastica (> 40).

L’argilla fa parte di quella porzione del terreno denominata ”tessitura” assieme al limo e alla sabbia, che unitamente allo “scheletro” compone il corpus del materiale terra. Lo scheletro è la frazione di terreno costituita da elementi di diametro superiore a 2 mm ed è un costituente inerte che non partecipa ai fenomeni di assorbimento e quindi di plasticità. La tessitura è la distribuzione per classi dimensionali delle particelle elementar i che compongono la frazione fine del terreno, ed è responsabile delle principali proprietà fisiche, idrologiche e chimiche dei suoli. Tre sono le principali frazioni granulometriche della terra fine: sabbia, limo e argilla.

Per definire le classi, si riportano i valori della sabbia, del limo e della argilla sui lati di un tr iangolo equilatero dove all’interno vengono identificati delle aree che individuano le varie classi tessiturali.

Denominazione Diametro delle particelle mm

Argille Ø < 0.002

Limo 0.002 < Ø < 0.005 Sabbia 0.05 < Ø < 2.00

tabella. 2, frazioni granulometriche delle terre fini

Fig. 43, Per l'individuazione della tessitura di un terreno di cui si conoscono le percentuali delle div erse componenti effettuare i seguenti passaggi: 1.entrare con la percentuale della

“sabbia” sul lato “sabbia” e tracciare una parallela rispetto al lato “limo”; 2. entrare con la percentuale del “limo” sul lato “limo” e tracciare una parallela rispetto al lato “argilla”; 3.entrare con la percentuale della “argilla” sul lato “argilla” e tracciare una parallela rispetto al lato “sabbia”. Il punto così trovato ricade all'interno di un'area che individua il nome della

classe a cui il terreno appartiene.

Il punto di unione delle tre frazioni granulometr iche, caratteristiche di un terreno in esame, cade all’interno di un area contrassegnata e quindi individua la classe tessiturale della terra. In genere i suoli sono sempre una combinazione di vari tipi di terre per cui si usa denominare un terreno col nome del tipo di terra maggior mente presente seguito da “con”, per il tipo presente fra il 25% ed il 54% dell'insieme; seguito dal nome del tipo con concentrazione fra il 15% ed il 25% unito al suffisso “oso”; preceduto dal termine debolmente se presente fra il 5% ed il 15%. Ad esempio un terreno che sia composto dal 44% di argille con il 30% di limo, il 16% di sabbia ed il 10% di ghiaia si denominerà un'«argilla con limo sabbioso debolmente ghiaiosa».

Quindi possiamo riassumere che le argille e i limi, ovvero la frazione fine del terreno, conferiscono allo stesso coesione e durezza alla fine del

processo di asciugatura e costituiscono quello che viene chiamato il legante del composito terra. I grani più grossi ghiaia e pietrisco, lo scheletro, danno forza e stabilità dimensionale oltre a ridurre la fessurazione del terreno e quindi dell’eventuale impasto per la produzione di manufatti.

Le argille caratterizzano, insieme ai limi, la plasticità27 della terra e la

loro conoscenza e quindi di fondamentale importanza per la buona riuscita degli impasti. In natura esistono diversi tipi di terre in relazione ai minerali argillosi in esse contenute: grasse, costituite da una elevata percentuale di minerali argillosi, trattengono una elevata quantità di acqua e la perdono lentamente per evaporazione, subiscono forti ritiri in essicazione e sono molto plastiche; magre, costituite da una rilevante frazione di minerali sabbiosi, trattengono poca acqua e la perdono rapidamente, hanno un basso ritiro e sono poco plastiche; caoliniti che, costituite principalmente da caolinite, sono di colore bianco giallastro e si impiegano per la realizzazione della porcellana; refrattarie, che contengono solo in piccola quantità i composti che favoriscono la fusione.

Fig.44, relazioni tra tipi di terra e manufatti in crudo.

L’argilla è come una pasta formata di particelle avvolte da una pellicola viscosa. La consistenza dell’argilla varia in base alle diverse forze di coesione che, in presenza o meno dell’acqua, si instaurano fra una particella e l’altra: allo stato liquido ogni particella, con la propria pellicola viscosa, è indipendente dalle altre e si nuove liberamente; allo stato plastico le particelle hanno la pellicola viscosa in comune e sono vicine le une alle altre; allo stato solido, infine, esse risultano maggior mente ravvicinate, tanto da avere punti di contatto. L’argilla è l’elemento che, in ragione delle sue particolari proprietà, dà coesione ma anche plasticità ai suoli. Di conseguenza, il fatto che una terra sia più o meno argillosa la rende adatta, o preferibile, per fabbricare con una certa tecnica costruttiva piuttosto che con un’altra. Ciò vale ovviamente per l’adobe e il pisè che, essendo manufatti crudi, conservano in gran parte le caratteristiche della mater ia prima impiegata per realizzarli, ma anche per i mattoni e le tegole,

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La plasticità è una peculiarità dei materiali argillosi, si manif esta quando il materiale assorbe acqua e v iene persa quando questa si allontana, è dov uta all’azione lubrificante e legante dell’acqua assorbita che f orma un riv estimento liquido attorno ad ogni particella; per ogni tipo di argilla esiste un ben definito intervallo di percentuale di acqua per cui i v alori di plasticità sono definibili.

dato che il processo di cottura deter mina particolari trasformazioni nella terra argillosa.

L’argilla, seccando passa dallo stato liquido a quello plastico ed infine diventa solida. In questa trasformazione le sue particelle si legano tra loro in maniera sempre più stretta, fino ad assumere una struttura rigida ma non definitivamente stabile. A contatto con l’acqua avviene infatti il processo inverso e dallo stato solido l’argilla porta il manufatto, di cui è un componente, nuovamente allo stato liquido. Quindi nel confezionamento di manufatti in crudo è necessario conoscere le giuste dosi di argilla da impiegare, per evitare effetti sgradevoli in relazione alle condizioni ambientali del sito. La giusta percentuale da impiegare, inoltre, sarà diversa a seconda con quale tecnica costruttiva si decida di costruire. Si impiegherà una terra più grassa per la produzione di adobe e più magra

per il confezionamento di manufatti in pisè.28

4.7

COSTRUZIONI IN TERRA CRUDA

Le costruzioni in terra cruda, realizzate con tecniche molto diffuse nel passato e tuttora impiegate in diverse località del mondo, utilizzano un mater iale povero, poco costoso, di facile reperimento e con una discreta resistenza alle diverse sollecitazioni, che per mette di fabbricare strutture a limitato impatto ambientale e perfettamente in linea con i principi della bioarchitettura e dell’ecosostenibilità. “L’impiego della terra cruda nell’edilizia è, per sua stessa natura, bio-compatibile e da sempre ha costituito un evento immediato, ovvero privo di qualsiasi mediazione o condizionamento di tipo operativo: il materiale è sempre (o dovrebbe essere) quello che letteralmente giace “sotto i piedi” di chi si appresta a costruire la propria abitazione, l’edificio sorge e si configura esclusivamente come “oggetto utile” sotto il segno del “ minimo indispensabile”. Tutto il resto

si deve alla creatività del cliente/ capofamiglia/ costruttore.”29

“Per costruzioni in terra cruda si intendono edifici durevoli realizzati utilizzando la terra del suolo, estratta al di sotto dello strato arabile, opportunamente lavorata, messa in forma e lasciata asciugare. La parte di argilla svolge la funzione di legante (come la calce o il cemento)

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Cfr. P. Donati, Legno, pietra e terra, l’arte del costruire, Firenze, 1990, pag.133 29

E. Galdieri, Il mattone crudo e le origini della bio-architettura, sta in M. Germanà e R. Panv ini, a cura di, La terra cruda nelle costruzioni, Palermo 2008, pag.20

LE COSTRUZIONI IN