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BASSO COSTO

MEDITERRA 2009UNIVERSITERRA

Mediterranea sull’Architettura in Terra Cruda. La conferenza è nata per iniziativa di tre organizzazioni, Il Dipartimento DiArch della Facoltà di Architettura di Calgliari, La Escola Super ior Gallaecia e CRATerre-Ecole Nationale Superieure d’Architecture de Granoble ed ha avuto come scopo l’avvio di una attiva collaborazione di esperti internazionali sul tema della Terra Cruda.

La conferenza ha consentito di identificare lo stato dell’arte di ricerche, studi, acquisizioni recenti sulla conservazione del patrimonio e la progettazione architettonica, di promuovere la formazione professionale ed universitaria e di mettere in rete le attività specifiche sviluppate nell’area Mediterranea.

Fig. 39, 1^ Conferenza Mediterranea sull’Architettura in Terra Cruda, Cagliari, 2009 L’incontro ha ospitato specialisti provenienti dai Paesi che s i affacciano sul Mediterraneo, favorendo un approccio interdisciplinare tra le scienze naturali, le scienze dell’ingegneria, le scienze sociali e le pratiche professionali. La sfida che gli organizzatori hanno lanciato è quella di porre la Regione Mediterranea, con il suo passato che la definisce culla di molte culture e civiltà, come cuore di sfide politiche e sociali condivise tra Europa, Nord Africa e Medio Oriente per la definizione di una nuova disciplina,

l’architettura della terra cruda come incrocio delle scienze.17

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Cfr. M. Achenza, M. Correia, H. Guillard,Mediterra 2009,1^ conferenza mediterranea sull’architettura in terra cruda, Monf alcone, 2009, pag 17.

Tutti questi soggetti pubblici hanno mobilitato nel lustro appena trascorso una imponente quantità di r isorse finalizzata allo studio, alla catalogazione, all'ac quisizione, al recupero ed alla riqualificazione degli edifici in terra.

Nel caso della Sardegna del sud, in particolare, il patrimonio edilizio in terra cruda coincide con l'intero costruito storico, al punto che il suo recupero ha costituito una vera e propria strategia urbana. Numerosi Comuni, tra i quali Quartu, Serramanna, Samassi e Villamassargia si sono dotati di una politica organica che, inquadrato il recupero in termini urbanistici e nor mativi, ha messo a punto strumenti operativi e finanziar i conseguenti ( Programmi Integrati e di Riqualificazione urbana), realizzando alcune esemplari esperienze di acquisizione al patr imonio pubblico di edifici privati, da riconvertire in servizi pubblici. In alcuni casi s ì è giunti alla redazione di Abachi e Guide, e quindi alla stesura di regole specifiche per le costruzioni in terra. La Sardegna è l’unica regione, tra quelle interessate al fenomeno delle costruzioni in terra, che si è dotata di un “Manuale del Recupero dei Centri Storici della Terra Cruda” curato dalla Regione Autonoma della Sardegna e dal Dipartimento di Architettura dell’Università di Cagliari a cui si è aggiunto, da poco, “Il Manuale tematico della terra cruda” curato da Maddalena Achenza e Ulrico Sanna. Strumenti unici nel panorama nazionale, che consentono a tutti i soggetti interessati ad intervenire sui centri storici dei paesi sardi, un utile strumento per la conservazione e la valorizzazione dell’edificato tradizionale storico.

In questo campo, il caso Sardegna si connota per il riavvio della produzione del mattone crudo: la domanda ha stimolato energie imprenditoriali e riutilizzo di saperi tecnici non del tutto esauriti, che si sono incontrati con una ripresa delle attività di ricerca e formazione nel settore.

Esemplare in proposito è il caso della Cooperativa Terra di San Sperate, attiva dal settembre 1997: da quella data la cooperativa ha impiantato uno stabilimento per la produzione semi- meccanizzata del mattone crudo. “La Cooperativa è stata costituita nel 1997, da donne specializzate nella lavorazione del mattone e restauro delle Architetture in Terra Cruda; le attività pr incipali sono la produzione del Ladiri/Adobe, il restauro e la manutenzione del mattone e delle strutture di terra e la consulenza alle imprese per l'uso di questo materiale tradizionale. Il mattone è utilizzato principalmente nel recupero dei Centri Storici del Campidano. Si propone in alternativa ai materiali convenzionali utilizzati in edilizia; è capace di legare coerentemente il passato, quale esperienza d'auto/costruzione rurale e contadina, alla nuova concezione del progetto, teso ad offrire oggi, concrete soluzioni per l’abitare naturale, e l'equilibrio

ecologico del futuro.”18

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V. Porcu, “Terra”, la coop del crudo, sta in www.sansperate.it PROGRAMMI INTEGRATI NELLA SARDEGNA DEL SUD IL CASO DELLA COOPERATIVA TERRA DI SAN SPERATE

In parallelo, si sono avviate anche le pr ime attività di nuova costruzione; sin dalla metà degli anni '90, con la progettazione e l'edificazione di abitazioni in terra cruda, realizzando un incontro tra esigenze della committenza, in ter mini di maggiore naturalità e sostenibilità dell'abitare, e risposta progettuale di un ceto tecnico e professionale ancora di nicchia, ma certo più maturo e consapevole. I luoghi delle realizzazioni sono sempre, non a caso, le zone di margine tra città o paesi e campagna, dove ambiente e costruzione realizzano particolari tipi di alleanze: case per lo più ad un piano in ambienti a bassa densità, utilizzo della muratura in terra e dei suoi complementi più consolidati (tra tutti, il loggiato) in funzione di una progettazione di tipo "solare passivo" o che comunque usa i fattori più diretti di regolazione bioclimatica.

Il caso dell’Abruzzo invece rappresenta il polo opposto, nel senso che in questa regione il patrimonio in terra cruda è costituito da un insieme di architetture puntuali e disperse sul territorio, per tutelare le quali si è condotta un'attività istituzionale efficace e penetrante, con un censimento capillare, promosso dalla provincia di Chieti, e l'emanazione delle prime leggi regionali per la tutela e la valorizzazione di quel patrimonio diffuso, la Legge Regionale 17/97, che rappresenta un punto fermo nella identificazione e nel riconoscimento del valore delle case di terra nella realtà regionale. Inoltre si è dato l'avvio ad un processo di nuova sperimentazione nel campo dei materiali oltre che della produzione dei componenti per il recupero, che è destinato a dare frutti nel breve e medio periodo. Da segnalare, nella provincia di Chieti l’azione costante della Associazione Terrae Onlus, che da anni studia il patrimonio edilizio delle case di terra della provincia, in particolare quelle del Comune di Casalincontrada, promuovendo presso gli Enti Locali campagne per la sensibilizzazione e la valorizzazione di questo patrimonio edilizio tradizionale.

Per la realtà Marchigiana degli utili riferimenti sono gli studi condotti dalla Regione Marche e da Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Regionale delle Marche. Ma due interventi, puntuali, nel Comune di Treia e nel Comune di Macereta, quartiere di Villa Ficana, hanno fatto la differenza rispetto ad una esigenza generale di recupero. In entrambi i casi infatti un ruolo decisivo è stato svolto dalla Soprintendenza ai Monumenti che, in particolare con l’apposizione del “vincolo ambientale” sui manufatti in terra, propone una nuova idea di vincolo, non più localizzato, puntuale, ma di un intero contesto territoriale, nella sua unitarietà. E, nello stesso tempo, apre, attraverso cantieri pilota, alla sperimentazione e al recupero

della tecnica costruttiva in terra cruda.19

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Cfr. G. Conti, Op. Cit. pag. 24.

IL QUARTIERE VILLA