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SPERIM ENTAZIONI TECNOLOGICHE AVANZATE

Richard Buckmister Fuller (1895-1983), ingegnere, architetto e futurologo può essere considerato uno degli studiosi più geniali dell’architettura e delle tecnologie ad essa collegate. Egli ha intuito con largo anticipo la necessità di una coscienza ecologica nella progettazione

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O. Iardino, op. cit. pag.19 29

architettonica. Secondo lui, la vita è un viaggio che l’uomo percorre in una navicella spaziale, la terra, in cui tutto l’equipaggio deve lavorare in armonia per assicurarsi, nel tempo, la sopravvivenza.

Tra le sue invenzioni più conosciute ci sono: la Dy maxion House, capace di regolare le condizioni climatiche interne in modo naturale ed autonomo; La cupola geodetica, in cui viene sperimentata la potenzialità delle strutture geodetiche leggere a resistere alle catastrofi naturali; la Dy maxion Deployment Unit, sviluppata nel 1944, di cui riuscì a produrre alcuni esemplari destinati all’esercito americano. Ricerche improntate sempre sul principio: doing more with less, di trovare soluzioni ai vari problemi attraverso l’impiego di minori risorse, proprio come le forme di vita naturali. “La sua ricerca, infatti, scaturisce dalla interpretazione strutturale

dell’universo, con particolare riferimento alla formulazione einsteiniana,

nella cui organizzazione globale è inserito”30

“Il linguaggio architettonico di Fuller è radicalmente innovativo, egli

introduce il concetto di “design ambientale” utilizzandolo al posto di “architettura” per sottolineare la sua volontà di ricercare, nelle sue

sperimentazioni, l’integrazione dell’uomo con l’ecosistema. Fuller

sostituisce il sistema trilitico con la cupola, la compressione con la tensione, l’aspetto visivo delle strutture con quello funzionale, principi che oggi sono stati trasformati da utopie in realtà con le nuove tecnologie

applicate all’architettura”.31

L’immagine che più descrive il pensiero Fulleriano è una forma unitaria, sferica, chiusa, legata a leggi generali di un sistema più ampio che lo contiene. L’energia è lo strumento di relazione cosmica fra le parti.

La ricerca “Dymaxion” testimonia la prima fase in cui si rivela l’architetto-inventore, diretta al controllo dell’ambiente per singole famiglie, si configura come corollario alla formulazione generale delle leggi cosmiche ed è caratterizzata dalla progettazione di alloggi prefabbricati mediante procedure derivanti da vari settori dell’industria. Alloggi prefabbricati caratterizzati dalla razionalizzazione della produzione, unificazione, modulazione, standardizzazione degli elementi.

La Dy maxion House (Dy maxion=dynamic+m aximum+tension) viene concepita come un grande involucro ancorato ad una struttura sospesa con cavi acciaio e ad un albero maestro centrale, contenente percorsi e collegamenti verticali degli impianti.

Fuller metterà in pratica le sue conoscenze, attraverso la progettazione e la produzione industriale di alloggi per l’esercito e per i civili al fine di soddisfare bisogni primari causati dagli eventi bellici della seconda guerra mondiale. Pr ima risposta ai suoi assunti teorici è la casa Dymaxion

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R. Grimaldi, R. Buckminster Fuller- 1895-1983, Officina Edizioni, Roma, 1990, p. 7. 31

C. Masotti, op. cit. 134.

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4D, versione unifamiliare del Multiple Deck 4D, blocco abitativo plur ipiano

aviotrasportabile32.

Fig. 26, disegno-manifesto del progetto Dymaxion di Fuller

La casa Dymaxion 4D diventa l’esemplificazione di tutte le teorie nel campo dell’edilizia industrializzata. Fuller studia, quindi, il problema dell’alloggio rispetto alla produzione industriale. Ne analizza così le componenti, il peso specifico, i materiali, le tecnologie applicate, la metodologia progettuale. La casa è intesa come oggetto strumentale, quindi al servizio dell’uomo ed è ottenuta da elementi fra loro assemblati a secco, in cui peso, struttura, sollecitazioni, orientamento, sfruttamento delle

energie “pulite”, sono perfettamente calcolate.33

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Il Multiple Deck 4 D è un prototipo alternativ o per aggregati urbani. Realizzato industrialmente, v iene messo in opera dallo stesso dirigibile che lo strasporta. Le caratteristiche costruttiv e sono : leggerezza, complessità di funzioni, autosufficienza. La tipologia strutturale è studiata per sopportare le sollecitazioni sia in fase di trasporto che di esercizio. In essa sono integrati tutti gli impianti tecnici.

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Nel 1940 l’esercito americano commissiona a Fuller lo studio di un prototipo di abitazione di pronto impiego adatto a rispondere alla forte domanda di alloggi per i soldati impegnati in Europa e per le famiglie sfollate in seguito ai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Fuller sviluppa la sua Dy maxion Deploy ment Unit (DDU) in collaborazione con la Butler Manufacturing Company di kansas City, che all’epoca produceva silos per le graniglie in lamiera ondulata. Partendo dalla pianta circolare, l’architetto progettò un alloggio facile da montare e s montare, nel quale le pareti esterne e la struttura portante costituivano un’unità. Il progettista pensa ad un modulo abitativo economico di veloce realizzazione, costituito da una struttura cilindrica coperta da un tetto conoide composto di fogli d’acciaio convessi. Le porte, di queste unità abitative, possono essere inserite ovunque, sulle pareti di confine, ed essere utilizzate anche per collegare più moduli.

Fig. 27, La DDU di Fuller, prodotta dalla Butler Co., USA

Nel 1944, l’infaticabile progettista, ebbe l’occasione per vedere finalmente realizzata la Dy maxion House che aveva progettato nel 1927. Il prototipo dell’abitazione venne realizzato grazie all’interessamento dell’azienda aeronautica Beech di Wichita, in Kansas, che a corto di ordini cercava nuovi settori di sviluppo industriale. La nuova versione della Dy maxion presentava una pianta circolare ed era leggermente soprelevata rispetto al suolo. La piattaforma del pavimento era agganciata a un sottile pilastro d’acciaio per mezzo di tiranti dello stesso materiale. Questa forma venne scelta da Fuller per conferire stabilità alla struttura e, contemporaneamente, per limitare al massimo l’impiego di materiale per la sua realizzazione. La casa aveva un diametro di 11 metri e pesava 2200 kg, inclusi i mobili a incasso.

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La cupola geodetica esprime in maniera emblematica l’interpretazione strutturale dell’universo di Fuller, infatti, “dall’immagine del solido terrestre, razionalizzato come macromolecole, o dal micro-

organismo come espressione primitiva, ha origine la cupola geodetica”34.

La cupola geodetica è una struttura trasportabile ed è un sistema reimpiegabile, che regola il rapporto spazio interno e spazio esterno, proiettandoli l’uno nell’altro.

Fig. 28, La Dymaxion house nella seconda versione

Lo spazio interno risulta ampiamente flessibile e adattabile ad ogni necessità, “se occorrerà una finestra per poter vedere qualche cosa che sta fuori, questa verrà aperta in quel punto preciso; se è necessario aumentare la luminosità all’interno del guscio, l’involucro diverrà translucido; si potranno realizzare partiture in orizzontale o verticale ed il volume subirà un ampliamento enor me ad ogni minimo incremento della misura del raggio e della superficie esterna del manufatto che potrà adattarsi facilmente

all’orografia del terreno”35. Staticamente la struttura è ottenuta da una

concatenazione di maglie chiuse di 3 aste ciascuna e quindi è una struttura rigida. Attraverso la cupola geodetica viene superato il principio del trilite, archetipo dell’architettura tradizionale, tutto, quindi, diventa un unico grande elemento. Copertura, pareti di chiusura sono uniti, fusi insieme in una grande struttura.

Fuller con la sua creazione, suggerisce inoltre l’utilizzazione di tecniche costruttive industriali che realizzino un prodotto interamente finito

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R. Grimaldi, op. cit. pag 11 35

in officina e trasportato nel luogo di destinazione, quindi, direttamente applicabile.

“Buckminster Fuller introduce il pensiero scientifico contemporaneo nel campo dell’architettura”. La sua ricerca, parte dalla casa come micro organismo attrezzato, dal concetto di produzione di prodotti preassemblati in officina e così via, e arriverà a concepire insediamenti residenziali per migliaia di abitanti prodotti attraverso processi industriali. Macrostrutture cioè in cui gli alloggi preconfezionati vi si inseriscono con la possibilità di essere poi, successivamente, sostituiti se necessario. Il suo tentativo rimane quello di organizzare i processi industriali per l’edilizia su basi scientifiche, in modo da produrre spazi per gli uomini, economici, adatti a soddisfare le loro esigenze, quindi, di alta qualità con il massimo comfort possibile. «In altri ter mini egli sostituisce (…) ad una scienza umana che crea l’architettura, una scienza naturale che all’interno di un universo di relazioni razionali, genera l’architettura in grado di soddisfare i bisogni

socio-funzionali dell’uomo”36

3.5

ABITAZIONI TRANSITORIE E TEM PORANEE A