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2. ANALISI DI UN IMBALLAGGIO INTELLIGENTE: LO STUDIO DEI RADIO

2.5 La lotta alla contraffazione alimentare

Precedentemente, si è affermato che un corollario del principio di tracciabilità è quello della comunicazione “garantita” di tutta una serie di informazioni circa la provenienza, gli ingredienti e la lavorazione di un determinato prodotto agroalimentare.

Dopo aver esaminato i vantaggi offerti dagli imballaggi intelligenti RFID rispettivamente nella selettività delle operazioni di ritiro e nella comunicazione sul mantenimento della catena del freddo, la mia analisi si sofferma su un ulteriore punto, sempre strettamente collegato al tema della tracciabilità: l’applicazione della tecnologia

531 L. Piergiovanni, S. Limbo, Op. cit., p. 383.

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RFID al food packaging come strumentazione a sostegno della lotta alla contraffazione alimentare.

In generale, con il termine contraffazione, ai sensi dell’articolo 473 del c.p. (rubricato contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero di brevetti, modelli e disegni) si intende l’alterazione di marchi o segni distintivi - nazionali o esteri - di opere di ingegno o di prodotti industriali o l’utilizzo di tali marchi o segni contraffatti o alterati. Inoltre, in materia è intervenuto anche il legislatore comunitario, il quale ha stabilito nel regolamento (CE) n. 1383/2003533 che si intendono per merci contraffatte tutte quelle,

imballaggio compreso, su cui sia stato apposto - senza alcuna autorizzazione - un marchio di fabbrica o di commercio identico a quello validamente registrato per gli stessi tipi di merci o che non possa comunque essere distinto nei suoi aspetti essenziali da tale marchio di fabbrica o di commercio e che pertanto violi i diritti del titolare del marchio in questione534.

In ambito agroalimentare, è lo stesso codice penale, ai sensi dell’articolo 440 c.p., a dettare disposizioni specifiche in tema di adulterazioni e contraffazione di sostanza alimentari535. La contraffazione alimentare (detta anche “agropirateria”536) si divide in due

diverse tipologie:

1. la falsificazione del cibo, o sofisticazione (nota anche come frode della qualità) che consiste nella realizzazione ex novo di un prodotto alimentare, con l’apparenza delle genuinità, composto da ingredienti diversi - sia sotto un profilo quantitativo che qualitativo - da quelli che normalmente concorrono a formarlo (un esempio, i c.d. surrogati)537;

2. la falsificazione del marchio (o dell’indicazione di provenienza geografica o della denominazione d’origine) apposto su un prodotto o la sua confezione. Tale pratica prende la denominazione di “frode dell’origine”. Dunque, tale contraffazione si verifica con l’apposizione di un’informazione falsa sull’alimento o il suo imballaggio e consiste nella riproduzione abusiva del brevetto secondo il quale l’alimento è prodotto538.

533 Regolamento (CE) n. 1383/2003, del 22 luglio 2003, relativo all'intervento dell'autorità doganale nei

confronti di merci sospettate di violare taluni diritti di proprietà intellettuale e alle misure da adottare nei confronti di merci che violano tali diritti

534 A. Artom, “Falstaff” a tutela delle Dop e delle Igp, in Rivista di Diritto Alimentare, anno III, n. 4, ottobre-

dicembre 2009. Disponibile su www.rivistadirittoalimentare.it.

535 L’art. 440 c.p. stabilisce espressamente che “chiunque corrompa o adulteri acque o sostanze destinate

all'alimentazione, prima che siano attinte o distribuite per il consumo, rendendole pericolose alla salute pubblica, è punito con la reclusione da tre a dieci anni. La stessa pena si applica a chi contraffà, in modo pericoloso alla salute pubblica, sostanze alimentari destinate al commercio. La pena è aumentata se sono adulterate o contraffatte sostanze medicinali”.

Anche gli artt. 441, 442 e 444 c.p. hanno ad oggetto la contraffazione e adulterazione alimentare.

536 M. Pezzullo, La contraffazione alimentare. Disciplina, reati e sanzioni amministrative, in Disciplina del

commercio e dei servizi, 2013, fascicolo 2, pp. 49-75.

537 Federalimentare, La contraffazione alimentare. Vademecum per il consumatore. Conoscere il problema per

affrontarlo meglio, 2012. Disponibile su http://www.uibm.gov.it/attachments/disp_alimentari.pdf.

Accesso l’8 gennaio 2018.

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Quest’ultimo ordine di contraffazione alimentare è il più comune nella prassi e risulta maggiormente diffuso all’estero: ad essere colpiti sono specialmente i prodotti italiani di eccellenza a maggior diffusione internazionale539. Infatti, sebbene l’export agroalimentare sia

un settore che vede l’Italia primeggiare (basti pensare che, dati alla mano, un prodotto su cinque di quelli venduti all’estero ha marchi di qualità)540, tuttavia la situazione non è così rosea come può apparire a prima vista. Infatti, all’incirca due prodotti su tre di quelli venduti all’estero e spacciati per italiani sono, in realtà, copie che non hanno nulla a che vedere con la realtà produttiva del nostro Paese541.

Inoltre, negli ultimi decenni, si è sviluppato il c.d. mercato imitativo dell’Italian sounding. Si tratta di un fenomeno che prevede l’apposizione sopra al packaging di etichette (o altri simboli, anche semplicemente i colori del tricolore italiano) evocative dell’italianità dei luoghi d’origine, della materia prima, del processo di trasformazione di prodotti che, nella realtà, sono stati interamente realizzati all’estero. In tema di informazioni accattivanti, è noto che la menzione dell’origine, ad esempio, faccia sicuramente presa sull’acquirente in quanto evoca un determinato luogo o territorio, con tutto ciò che ne consegue in termini di qualità e proprietà dell’alimento542. Le confezioni alimentari riportano denominazioni che

alludono al Bel Paese (da cui il nome del suddetto fenomeno Italian sounding) proprio per attrarre i consumatori a ritenere che il prodotto in questione sia di origine italiana543.

2.5.1 I costi della contraffazione in ambito alimentare

La contraffazione di prodotti agroalimentari sta assumendo dimensioni sempre maggiori che destano una notevole preoccupazione negli operatori economici e nelle istituzioni di governo, dal momento che da questo fenomeno scaturiscono notevoli svantaggi economici per un Paese544. Nella prassi, la contraffazione interessa maggiormente

i prodotti alimentari di target medio-alto a marchio noto, rispetto ai quali un imitatore può offrire un prezzo inferiore oppure sfruttare le elevate vendite tipiche del prodotto originario545. Gli svantaggi che derivano dalla pratica della contraffazione alimentare sono molteplici e con ripercussioni gravi, soprattutto a livello economico: anzitutto, vi sono forte

539 P. Greco, Op. cit., pp. 117-118.

540 Nel 2016, l’Italia ha registrato un record assoluto di esportazioni pari ad un valore di circa 36,8

miliardi di euro, un guadagno più che raddoppiato negli ultimi anni.

541 R. Rapisardi, Made in Italy, Coldiretti denuncia: senza contraffazione 300.000 posti di lavoro in più, L’Espresso,

La Repubblica, 28 aprile 2016. Disponibile su

http://espresso.repubblica.it/attualita/2016/04/28/news/made-in-italy-coldiretti-denuncia-senza- contraffazione-300-000-posti-di-lavoro-in-piu-1.263117. Accesso l’8 gennaio 2018.

542 F. Aversano, G. Calabrese, V. Ferrara, G. Tartaglia Polcinio, Regole alimentari e made in Italy. Il contrasto

alle frodi, Edagricole, Il Sole 24Ore, Milano, 2012, pp. 27-28.

543 Federalimentare, Op. cit. Il rapporto spiega che i Paesi che falsificano maggiormente sono gli USA,

l’America Latina e l’Australia. L’attività di contraffazione dei prodotti alimentari italiani, unitamente al fenomeno del Italian Sounding, ha un giro d’affari mondiale valutato attorno ai 60 miliardi di euro, una cifra che corrisponde poco meno della metà del fatturato dei prodotti originali. Sul fenomeno dell’Italian

Sounding si veda anche D. Iaricci, S. L. Leva, Analisi giuridica del fenomeno dell’Italian Sounding negli USA, IPR

Desk, New York, 2010.

544 S. Izzi, Lotta alla contraffazione. Analisi del fenomeno, sistemi e strumenti di contrasto, Franco Angeli Editore,

Collana Criminologia, Milano, 2010, pp. 25-28.

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perdite di reddito per l’intero comparto e la conseguente diminuzione delle probabilità di crescita per le aziende che vi operano all’interno. Inoltre, spesso accade che, in presenza di prodotti contraffatti, un’impresa debba sostenere ulteriori costi per provare l’autenticità del proprio prodotto, eventualmente anche in sede giudiziaria546. Anche l’immagine aziendale è

ovviamente intaccata dalla presenza di prodotti contraffatti: il valore del brand appare sminuito e, pertanto, l’immagine dell’azienda verso i propri clienti o fornitori può subire crisi reputazionali anche gravi. In tale prospettiva, i danni economici e d’immagine che derivano dalla contraffazione possono essere riversati da una azienda sui propri clienti, gravando quindi anche sul consumatore finale, tramite un incremento del prezzo di vendita del prodotto547.

2.5.2 L’RFID: una soluzione a supporto del

Made in Italy

Pertanto, la rintracciabilità degli alimenti costituisce in tale prospettiva un meccanismo di garanzia alimentare che, descrivendo il percorso compiuto dall’alimento dall’origine sino alle tavole dei consumatori, risulta fondamentale alla lotta della contraffazione alimentare. L’obiettivo principale è quello di riuscire a realizzare un efficiente sistema che documenti la provenienza di un prodotto, combattendo così le imitazioni e le contraffazioni. La tecnologia RFID associata ai food packaging, grazie all’identificazione univoca su ciascun prodotto movimentato all’interno di una supply chain, può costituire anche una valida applicazione di supporto nella lotta alla contraffazione alimentare. La soluzione auspicabile è quella di porre un’etichetta RFID sull’imballaggio in modo tale da garantire che il prodotto contenuto abbia alle spalle un determinato procedimento di produzione e una provenienza comprovata. Dal prosciutto di Parma alle mozzarelle di bufala, la tecnologia RFID è in grado di garantire la tracciabilità sicura dei prodotti alimentari e la qualità delle informazioni che giungono ai consumatori. L’identificazione univoca, applicata a un sistema di codifica intelligente, aiuta a conoscere meglio i prodotti agroalimentari, la loro origine e il procedimento di trasformazione a cui sono stati sottoposti548. Inoltre, la tecnologia RFID è la migliore soluzione in questa

prospettiva dal momento che tale sistema offre anche una buona resistenza ai meccanismi di clonazione, ossia a tutte quelle operazioni in cui il contraffattore carpisce informazioni da un supporto di identificazione autentico al fine copiarli su un supporto contraffatto. La facilità con cui può essere realizzata la clonazione è legata ovviamente alle caratteristiche del supporto di identificazione. In particolar modo, alcuni supporti di identificazione (come per esempio codici a barre o watermarks549) sono decisamente semplici da duplicare o

546 Federalimentare, Cibo italiano tra imitazione e contraffazione, 2003. Disponibile su

http://www.federalimentare.it/Documenti/Censis2003/Contraffazione%20Alimentare%20sui%20merc ati%20esteri%20-%20dossier.pdf. Accesso il 5 gennaio 2018. Il riferimento è alle annose vicende giudiziarie asiatiche che hanno riguardato famosi marchi italiani, con usurpazione di diritti commerciali, copia del brand e diffusione di prodotti che sfruttavano la notorietà di quelli ideati e realizzati da importanti imprese alimentari italiane. Sull’argomento, F. Aversano, G. Calabrese, V. Ferrara, G. Tartaglia Polcinio, Op. cit., pp. 1-29..

547 A. Rizzi, R. Montanari, M. Bertolini, E. Bottani, A. Volpi, Op. cit., pp. 142-147. 548 G. Morello, Op. cit., p. 3

549 Per watermark si intende quel processo con cui alcune informazioni sono contenute all’interno di un

contrassegno (multimediale o no). Tali informazioni possono essere successivamente rilevate o estratte per valutare l’autenticità, l’origine e la provenienza del prodotto. Ad esempio, un dato incluso nel

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clonare, dal momento che non offrono un sistema di protezione nell’accesso dei dati. Invece, la tecnologia RFID è immune a una lettura “superficiale”: essendo dotata di un codice seriale identificativo, ogni prodotto può disporre del proprio tag, che contiene informazioni univoche relativamente al prodotto stesso550.

La soluzione di applicare singole etichette intelligenti RFID ai confezionamenti alimentari per difendere il Made in Italy e, pertanto, dimostrare l’autentica origine territoriale dei prodotti non è solo un’idea teorica, ma è attualmente oggetto di una proposta di legge in Parlamento, già approvata dalla Camera551. Il c.d. disegno di legge Quintarelli si basa sul

ricorso all’RFID per tutelare in maniera più efficiente i prodotti italiani. Introducendo tale tecnologia come una certificazione digitale del prodotto (una sorta di indicazione geografica ma dal carattere multimediale), si permette alle aziende di tracciare all’interno del tag l'intera filiera agroalimentare, garantendo l’origine. Tale proposta di legge, composta da un solo articolo552, si pone come obiettivo quello di favorire la tracciabilità e la rintracciabilità di un

alimento in modo tale che il consumatore possa verificarne l'autenticità, a beneficio degli operatori economici del settore. Il fine è pertanto digitalizzare, rendendo trasparente, l'intera filiera di produzione anche mediante l'associazione alle confezioni di un codice verificabile on line553.