dalla famiglia e dal
mondo
: voglio dire la scena,che
sisvolge davanti
a Guido, vescovo
d' Assisi.Non
èsover-chiamente
solido il racconto del Celanese, per ciòche
tocca la giurisdizione delvescovo
d'Assisi,che non
aveva,come
quello, per esempio, diFermo
(2), ladoppia podestà
spirituale e temporale. Francesco,benché
si fosse proposto di vivereda
eremita, erasempre
laico ;non
solo,ma non apparteneva
anessuna
Regola.Nel
caso analogo,(ma
an-che
più grave,perchè l'Ordine
era costituito) ilpadre
delSalimbene
si rivolge direttamenteall'autorità imperiale, per riavere, in virtùd'un
rescritto, il figliuolo accolto dai Mi-nori(3) ;ma Bernardone non aveva
necessità alcuna d'in-(i) "Vita 6:
—
cordeqviiescere nonvalebat. Cogitationes variae sibi invicem sticcedebaut, et ipsanim importunitaseum
duriter per-turbabat. S. Greg.M.
Moral.IV
in e. 3 Job. n. 32:Cum
enim admentem
male gestapoenitendo reducimuSj gravi moerore confun-dimur^ perstrepit in animo turba cogitationum, moeror conterit, an-xietas devastata in aen.imnas mens vertitur. -Anche
lafrasedel Ce-lanese (16): ardebat intiis igne divino; etconceptum ardoremmen-tis celare de foris non valebat, richiama quest'altra identica di s. Bernardo,
Sermo LXVII
(T. II, 781): Sic flagrans ac vehemens amor, praes'ertim divimis,cum
se intra cohibere non valet, non at-tendit quo ordine, qua lege, quave serie, seu paucitate verbonimebulliat.
(2) II Reg. IST. 2657. Inn. III.
(3) Sali7nbene, 10-12.
47
vocare l'Intervento del vescovo; tanto è vero
che
la così dettaLeggenda
dei ire compagiii,riprendendo molto
più tardi l'argomento, fache
l'azione del padre, contro il fi-glio, reo di aver portato via dicasa il denaro, sia proposta davanti ai consoli, i quali citano Francesco. All'eccezione di questo, d'essere già servo di Dio,Bernardone
dovette rinnovare, davanti al vescovo, lesue querimonie
(i).Poiché non
vipuò
esseredubbio
sulladerivazione dellaLeggenda
citata
da
fonti posteriori,anche a
quella di s. Bonaven-tura(2), nel più diffuso racconto, si potrebbe vedere l'in-tento di spiegare il fatto, giuridicamente irregolare, della querela rivolta al vescovo.Anche
i profani di storia del dirittonon ignorano che
iComuni
italiani, in materia di giurisdizione, furono straordinariamente energici, di fronte alle pretese ecclesiastiche(3) ; e i rapporti d'Assisicon
l'autoritàpapale non impediscono che
la città,ancora
nel 1205(non molto prima
della conversione di Francesco) sia devota allacausa
di Filippo di Svevia(4).Può
darsiche
ilvescovo
abbia partecipato agli avve-nimenti,che
decisero dellavocazione delSanto; ma
l'in-tervento suo,almeno secondo
leparole, del Celanese, destapiù
diun
dubbio. Il biografo, cosìaddentro
nei segreti delle istituzioni monastiche,non
ignoravache
il loroprimo
capitoloha
perargomento
la conversione (5).E
questa,senza
l'elementocanonico,
si sarebbe presentata sottouna forma abbastanza
strana e inusitata,non
concilia-(i) Leg. trium socioruni (ed. Faloci-Piùlignani 1898) 19 (39).
(2) Ortroy, 1. e. Gotz 140 segg. Mz'nocchz, in Arch. Stor.
It. 1899; 281.
(3) Sal-vemini, Stadi storici {1901); 42 segg. Cfr. Pivano, Stato e Chiesa negli stat. com. italiani (1904); 17-8.
(4) Bohmer, Reg. imp. 1892-4; V, 1791.
(5) Caes. I, I segg. cfr. loh. Cassiani, Conlatzo?ies mon.
CV.
XIII, 73;
in,
6 segg.48
bile
con
tutto quelloche
poi era seguito(i). Nella chiesa di s.Damiano, Francesco
fa ilprimo passo
verso il po-vero sacerdote, cui bacia lemani
; davanti alvescovo Guido,
l'altro più decisivo, verso lasua
vita nuova.Duolmi
quasi di distruggere la realtà storica della scena,che ha
ispiratomolte
pagineartistiche;-ma anche
ilvero
ha
le sue ragioni, e più fortiche
quelle del bello.Francesco
fugge dalpadre, perliberarsidalla protesta carnale di questo, e porta secoil denaro,che
è ilsimbolo
più prezioso delle cosemondane. All'uno
e all'altre egli rinunzia(2).Tutto
questonon
èche V
aèrenunh'aU'osolenne del novizio..
Francesco depone,
getta, restituisce gli abiti al padre, e il vescovo lo ricopre col-suomanto
e lo abbraccia(3).Traduco
dalle m'fe deiPadri
{/[), e poi dalle istituzioni mo-nastiche dì Cassiano(5), idue
braniche seguono:
« U^t giovane voleva rinunziare almondo, viaera circondato daide-moni;
presto,presto, alloraeglisispoglia, egettatele vesti, corre nudo al monastero.Dio comanda aW
abate: Sorgi e riceviV
atleta mio, che viene a te •».(i)
Anche
s.Domenico è ricevuto dal vescovo d'Osma, fra i canonici: QiiétifetEchard,SS.Ord. Praed. Lut.Paris.1719); lordati.e.6; I, 3.
(2) Cassian. Op. e. Ili, 6 e 7:
De
duobusenimpatribus, id est sive de ilio qui deserendus, sive de eo qui expetendus est.„ dedomo
prioris nostri pareiitis egressi,qùem
ab exordio nativitatis nostrae,secundum veterem hominem, quandoeramus filli irae [Paul.Eph. II, 3) etc.
(3) I Vita 12-15.
(4) Mzgtze,
LXXIII,
772.(5) Inst. coenob.
CV.
N. S.II;IV, 5 (50-1).Anche
s. Guido, distractis vestibus pretiosis, quibus indui solebat, pretioque earum pauperibus dato,pannostts acnudttSjclamRavennaegressus.Romani
rudis peregrinus tendit, ibique clericatu siiscepto etc. Acta SS. Ili Mart. 902.
49
« Chiunqueèricevuto, sispogliad'ogni proprietà, che aveva dianzi, e
non
gli èpermesso poi diavere
nemmeno
la vesteche lo ricopre. Procede il novizio tra i monaci, riunitiintornoa
lui ; SI spoglia degliabiti, e riceve quelli del monastero, per
mano
dell'abate »,Il resto,
che
Cassianoha cura
di soggiungere, servea
spiegare il senso simbolico della cerimonia: tioverit etiam, omnifastudepositomundiali,