(il quale,
molto
probabilmente, seguiva icomodi
precettidella classe a cui apparteneva), si rivela nella
sua
gran-dezza.E
la sua parolaviva, ardente, persuasiva,che com-move
i cuori, e fa tremare la Chiesa corrotta; è 1'elo-quenza
cristiana, ispiratada un
sentimento di tenerezza e di pietà,che
viene direttamenteda Gesù
(4).La
Chiesa ufficialeaveva
nelsuo grembo
dei vescovi, in vita e in morte, schernitori deimezzi
di grazia, datida
Cristo a' suoi fedeli(5).La povera
peccatrice si accostava al con-fessionale,armata
di coltello, peruccidersi, sel'immondo
(i) I Vita 18.
(2) Dubito che la vita di s. Chiara sia opera di
Tomaso
(Acta SS. Aug. T. II, 754 segg.) Gotz, 240segg.;ma
diquesto, più tardi.(3) Anfange, 14 segg. 184segg. Sabatzer, Vie,114, 133; Gotz, 41 e passim. Peril
nome
delle Clarisse: Regesti dei card. Ugolino d'Ostia e Ottavianod.Ubald. (1890) 153-4N. 125a. 12.. eLem^p, in Zeitschr. f. Kirchengesch,XIII
1902, 181 segg.(4) I Vita, 23, 36, 56, 62, 72, 73, 74, 75, 83, 97.
(5) Salimbeiie, 30, 289: Guglielmo vesc. di Reggio: Male or-dir.avit facta animae sxiae... pauperibus claxisit viscera pietatis.
57 confessore,
come
solevano i preti, l'avesse costretta al peccato(i).Che
cosapotevano
suggerire costoro aFrancesco
?Per
celebrare la vergine facondia delSanto
(2),pura
ecristallina sorgente,
che da cime
alpestriscende
rapidaai prati in fiore,Tomaso
ricorre allasua buona memoria
:non sempre
egli è felice nella scelta delle frasi,ma
la re-toricanon c'impedisce
di giungere alla verità(3), L'elo-quenza, irresistibilmentedolcedi Francesco, ignara dinor-me
scolastiche, è la cagioneprima
dei trionfi suoi.Ma
noi
sappiamo
chi fossero gli eloquenti.La leggenda
ma-gnifica
ancora
piùvivamente
la parola del Santo.Quel che
leggiamo negli Adiis e nei Fioretti,a
proposito del miracolo di Rieti, èuna
graziosa ampliazione didue
più vecchie fiabe.A
Rieti, il prete avaro,che
si lagna dell'uva guasta e còlta dalla moltitudine, accorsa alla predica di Francesco,miracolosamente
fapiù vino di prima,con
quei pochi grappoli rimasti.Una
parte del racconto è tolto dai dialoghi di GregorioMagno
; un.'altra fu, forse,ispi-(i) Salitnbene, ziz.
(2) Dell'eloquenza dì Francesco restano ricordi., pieni d' entu-siasmo.,in qtiesti scrittori: Thomae,archidiac.Spai.
MG.
SS.XIX,
580; si trova anche in Szgonvi, Op. Ili (Medici. 1732) 432. Gia-como di Vitry, in Sabatier, Spec. Perfect. 30. Th, a Cel. II Vita., IIIj 50 i?. 59. Felder, 43 segg, I frati Minori mettevano in canzo-natura il tipo del vecchio predicatore: Salimòene, 351.(3) Si facciano questi confronti: IVita 23 e Greg.
M.
Moral.XXX
in e. Job; n. 6; in Ezech.Hom.
I, 3 n, 5. ..9. Bern. Sermo 29; Op. II, 686. S. P. Damianij V.Rem.
e. 23.Op.Il, 221.Ma
non si può perdonare a
Tomaso
di avere ripetiito,come
elogio del Santo, (I Vita97) leparole delleDe
Vitis Patrum{Migne,LXXIII,
^^^•.titputarettùr om?ie corpzcs ipsitcs lingua esse, che si riferi-scono... ad una ciarliera. I Vita 56: terram-verbi vomerescindens;
frase identica in Greg.
M.
Moral.XXII,
in e. 31 Job; n. 51.58
rata dalla
leggenda
delle Vite deiPadri
. Dalla lingua diEfrem, nasce uaa
vigaa, e tutti gli uccelline mangiano
i grappoli(i).
Però Tomaso, badando
aitempi
suoi, èmolto
cauto:da
prudentissimo biografo, quale egli è,nota.che
ilSanto
predicava,debitamente
provvisto delpermesso
apostolico; eche non
soltanto fra genti irose, cui era ignota laconcordia
(2), queglibandiva
lapace,ma anche
sidava
pensiero di confutareglierrori della pravità eretica(3).C
èda
dubitarne.La
confutazione e la persecuzione degli eretici fu affidata ai Francescani,quando
la cultura sidiffuse
anche
fraquesti,che
originariamente n'erano più remoti e schivi(4).
E
si sabene che potevano
discuterecon
gli eretici soltanto i predicatori,o diremo
oggi i con-ferenzieri, dotati di larga e solida dottrina teologica (5).L'uomo
d'Assisi, descritto dal Celanese,con
insistente ri-petizione,come
sempliceeignorante,avrebbe
trovatoun
graveintoppoalla
sua
naturale eloquenza, neilaccidellesottigliezze teologiche. Francesco, senzasaperlo,siaccordava con
s.Ago-(1) Actus N. 21; Fioretti N. 19. Dial. I, 9: qui, invece, la vigna è guasta dalla grandine. Ecco un esempio:
E
ziprete rac-coglie quelli cotaliracimolie jnctteli nel tino, epigia. Dial. cit,Tzmc
virDei
vineain ingressus, racemos collegitad
calcatorium dctulit - et calcare ipsosrarissimosfecit. Actus.• illapaucagrana
nvarzim recolligens etin conszceto torcttlarireponens - vigintisai-mas
vini optimi - recollegit. Vita Ephr. e. I; Migne,LXXIII,
980(V, 17 N. 6).Cfr. Greg.M.
InEzech.Hom. L
6, n. 4: Aliternamque
olet flos uvae,quiamagna
estvirtusetopiniopraedicatorum, quae debriant mentes audientium.(2) Stùtter, Johann, v. Vicenza,und die ital. Fridensbewegung, im Jahre 1233 (1891), i segg.
(3) I Vita 36, 73, 75.
(4) Vita B.Aegidii, in Acta SS. T. Ili Apr. 232: Cur vis ire ad scholas?
Summa
totius scientiae est timere et amareDeum.
(5) Jacques de Vitry, Exempla N. 26; Charth.Paris. I N.25;
a. 1217.
59
stino, nel credereraccolta tutta
l'umana
scienza, inun
unico precettod'amore
(i). Se,come
i fatti attestano,ben
piùche un
alito eretico suscita e tiene desta la foga oratoria del Santo, questicome
alla violenzaeterodossaaveva
toltol'asprezza battagliera, nella stessa guisa,