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non può, né comandare, né chiedere pietà per i miseri

Il

movimento comunale

rappresenta l'eresia politica, cioè il distacco cosciente dalla costituzione generale dello Stato; il

movimento

religioso,

che

è sostanzialmente ere-tico, si svolge parallelo all'altro; le

due tendenze

si con-""

fondono, fino

ad un

certo punto, per trovare

un

rimedio materiale e

morale

all'intollerabile disordine.

Ecco perchè

l'eresia

ha

tanta vitalità dal secolo

undecimo

in poi,

ed un

carattere così particolare in Italia.

Là dove

il fremito delle libertà cittadine

non ha

la stessa forza

che

in Italia,

r

eresia trova il suo

appoggio

in altre circostanzesociali e politiche,

che non

è difficile discernere, negli

avvenimenti

più grandiosi.del secolo decimoterzo.

Questo

secolo

preparava non

lietevicende alla Chiesa:

i disastri delle crociate e delle contese fra lo Stato e la Chiesa,

durante

i regni di Filippodi Svevia, di

Ottone IV,

di Federico II, di Luigi

IX

di Francia; 1'esacerbazione delle guerre cittadine

dovute

alla politica astuta del sire

Svevo;

la ripresa vigorosa della politica

temporale

della' sede

romana,

per la costituzione definitiva degli Stati ec-clesiastici, contro l'impero, le città libere, le signorie

del-l'Italia centrale.

E

quasiciò

non

fosse bastato,iltestamento di

Costanza

imperatrice dava,in

mano

alpontefice,

durante

la

minore

età delfiglio, l'Italiameridionale. Sottoil

cumolo

di tanti e così gravi negozi,

non

è

arduo

il

comprendere come

la Chiesa, per

un momento, temesse

d'essere

so-praffatta dall'eresia vittoriosa.

Non a

torto, il nostro Cesario di Heisterbach,

che

at-traverso il velo misticamente leggiadro delle

sue

visioni,

21 lascia scorgere

anche

le cose di questo

mondo, come

in realtà sono,

pone,

fra gli avvenimenti principali deitempi,

i grandi successi dell'eresia albigese.

La

quale,

secondo

lui, conquistate quasi mille città,

senza

la parola d'

Inno-cenzo ni

e la

spada

di

Simone

di Monforte,

avrebbe do-minato

tutta

r Europa

(i).

La

strage degli Albigesi

non

fu

dunque

inutile: l' in-quisizione dell'eretica pravità,

mercè

il braccio secolare e le zelanti cure dei frati predicatori e della sbirraglia inqui-sitoriale, spense, direbbe

un

secentista, col ferro e col fuoco,

i più terribili focolari d' infezione (2).

Più

tardi, un'

aura

di scetticismo,

attenuando

l'ardore della

propaganda e

della fede,

rendeva meno

aspra l'opera della politica

pa-pale. L'

eroismo

del martirio, nel trecento,

non

fu più la.

risposta

solennemente

grandiosa allecrociate, d'ogni giorno e d' ogni ora, contro 1'eresia; lo

scherno

e il riso succe-dettero alle lagrime e al sangue.

E l'anima

italiana uscì

da

quelle

prove con

doti novelle: la serena indifferenza e

r

ironia gioiosa,

che

brillano inmolte

pagine

di

Giovanni Boccaccio

e di

Franco

Sacchetti.

Ma torniamo un pochino

indietro. L'eresia

non

fu

com-battuta soltanto in

campo

aperto,

come

il

nemico perenne

della Cristianità; si tentò

anche

di far rientrare,

con un

po' di

buon

volere,

qualche

setta

meno

intransigente

'

nel-l'ortodossia,

con

dolcezza, in gran parte sincera:

ricor-diamo Valdo, Durando

di

Huesca, Bernardo Primo

e soci.

Arte

e sentimento religiosi, coltivati delicatamente

da

(i) V, 21.

(2) Decr. Grec^.

IX; V

5, 7, 13

=

Conc. Lat. IV. e. 3.

Hin-schìzis.Y § 259. Perlalegislazione laica: Ficker, inMitth. desInst.

fur oesterr. Geschichtsforsch.

L

2. (1880):DiegesetzlicheEinfuhrung der Todesstrafe f. Ketz, 179 segg. Kohler, Das Strafr. der itaU Statuten^ 1897; 596 segg. Legislaz. imperiale:

MG.

Leges II, 252, 282, 287, 326; Const, Regni Sic.

L

i.

22

un

certo quale rinascimentoletterario,

che

èil preludio

del-l'umanesimo,

furonogli alleati piìi innocenti,

ma non meno

efficaci, della repressione ortodossa.

E

questo

un puntò

oscuro, e credo

anche

trascuratissimo, della storia

del-l'

epoca

(i). L'ispirazione apocalittica dell'abate Gioac-chino

non

è l'unico frutto della sincera

commozione

di tante

anime

devote all'ortodossia, scevra però d'impurità ver2:o2:nose: un'intera letteratura ritorna alle vecchiefonti mistiche e popolaridella

Chiesa

antica: le Vitedei

Padri

[2),

le

opere

di Sulpicio Severo, di Gregorio

Magno,

di

Gre-goriodi

Tours,

perfinol'enciclopedia

dogmatica

agostiniana, le pagine

commoventi

di s,

Ambrogio,

le collazioni

mona-stiche di Cassiano, rivivono nei trattati, nelle fiabe, nelle visioni, sotto

una

veste, direi, piìisimpaticae

meno

rigida-mente

ascetica.

Quel che

esce

da

codeste imitazioni

ha una doppia

Jia-tura: è

un

lavoroletterario, il qualedell'arte

ha

la vaghezza, l'incanto,

ed

iltenue

umorismo, che

dallaserenitàdell'arte stessa deriva;

ma

nell'intento rivela, tuttavia,

uno scopo

più pratico e attuale:

quello di diffondere

popolarmente, per

via di miracoli, dinovelle piissimé, diesempi, le

buone

idee

da opporre

ai maligni sentimenti, ispirati dalle eresie,

o

suggeriti dalleimpressioni tristissime di tutto ciò

che

sa di Chiesa o di chiostro.

Appartengono ad un

tal

genere

letterario i

sermoni

di

Giacomo

di Vitrj, iracconti di

Ce-sario di

Heisterbach

e, lo

possiamo

dir subito,

una

parte

non

piccola della leggenda francescana.

(1) Si vegganole duememorie sull'argomento: Hcniréau,

Mém.

sur les recits d'apparition dans le moyen-àge;

Mém.

de l'Inst. nat.

de France

XXVIII,

2 (1876) 238 segg. e Schònòach in Sit:.ungs-ber. der k,

Ak.

"Wien, Bd. 139, i segg.

(2) Su questo libro, Pretischen, Palladius und Rufinus; Bòitr.

zur Quellenkunde des alt. Monchtums, 1897; 205 segg. Kurtz, I S 102.

2;^

Se

il predicatore vuole

combattere

le dottrine eretiche ostilial

sacramento

dell'Eucarestia, ladiscussioneteologica sulla transustanziazione

non

gli

darebbe modo

'che di an-noiare inutilmente gli uditori;

ma un

miracolo, sul tipo di quello

famoso

di Bolsena, desta subito meraviglia e at-tenzione, qualora sia narrato

con

garbo(i).

Volevano

gli

eretici

e lo

vedremo

fra

poco — che Gesù

fosse stato