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dei quali, però, riconoscendo il Redentore, si converte e

si salva(3).

Anche

s.

Martino

al ladrone,

che

lo minaccia

con

la scure alzata sul capo, resiste imperterrito, solo

commosso

dal pensiero della

dannazione

del latro, il quale è pre-sto convertito(4) ; cosi nella vita di s. Ilarione, scritta

da

s.

Gerolamo,

e in altri capitoli delle Fz/? dei Padri,

si legge lo stesso racconto(5). Gli eremiti riescono

sem-pre

a destare il

rimorso

nel cuore dei ladroni,

che (non

e'è bisognodidirlo!) diventanofrati perfetti.

Ancora

s.

Mar-tino è bastonato

a sangue da

ufficiali del fisco,

che benis-simo possono

essere paragonati

a

briganti; egli offre il tergo ai loro flagelli,

cadendo

poi sul suolo quasi

esa-nime

(6). Si fa strada nella

leggenda

l'idea,

che con

la mitezza si giunge più presto

a

far

mutar

vita ai reprobi(7);

ed

ecco, nel raccontodiGregorio I, il servo di Dio, Isacco,

che

ai ladri del

suo povero

orticello offre, egli stesso, di

(i) Fior. ed. Cesari (Verona 1822) N. 12; Actus B. Francisci (ed. Sabatier) N. 12 e Vita fr. Mass.inAnalectafrane.

IIL

I15-6;

cfr.Migne,

XVIII,

949, 951,984.Perl'avarizia deifrati: Caes.IV, 68, 72.

(2) Math.

XXVII,

44; Ioa.

XIX,

18; Marc.

XV,

27.

(3) Lue.

XXIII,

32, 39-45.

(4) Sttl^. Sev. V. Mart. e. 5;

CV.

116.

(5) V. S. Hilar. e. 12 (Op. Ver. 1735 H-- i/^ 18). Mignc,

LXXIII,

934, 974. Macario aiuta il ladro ad carricandtitn lecose rubate; edun altro corre a darealladro unsacco,dimenticatonella rapina; ib. 793. Cfr. Vetta?it.Forttm.in

MG.

SS.antiquiss. IV,2;

59 (Vita s. Amant.)

(6) Stilp. Sever. Dial. I (II, 3);

CV.

183.

(7) Migne,

XXI,

415, 416, 421.

52

dare ciò

che

vogliono,

mostrando

il

danno

el' inutilitàdella

mala

azione(i); eLibertino

monaco

ai ladridel suo asino

consegna anche

la frusta,

perchè abbiano

qualiter hoc

m-mentum

mutare{2).

Dal cenno

dei ladroni della

prima

vita la tarda

leg-genda

francescana, arricchita di'reminiscenze dotte e più

forti, trae finalmenteilracconto

che

sitrova nello Speculum perfectionis{^, negliAc/us

B.

Francisciet sociorum eius(j:^ e

liei Fioretti(5). Così

com'è (meno

la visione del ladrone convertito,

che

si collega

ad

altre fonti) (6), la bella pa-gina, che. il Sabatier disse

un commento

del capitolo settimo della vecchia Regola, e ripetuta, in linguaggio poe-tico, nella fiaba leggiadra del

lupo

di

Gubbio

(7),

non

l'ha

(i) Dial. III^ 14: Nolite

malum

facere, sed quoties de horto aliquid vultìs, ad horti aditum venite, tranquille petite,

cum

benedi-cti.one percipite, et a furtipravitate. cessate. Quos statina, collectis oleribus, onustari fecit. - Nessuno può negare al racconto quel tal sapore francescano, che trae così spesso giù di strada chinon guarda

al di del Santo d'Assisi; o meglio al di di quelli, che hanno voluto ornarlo di questi miracoli.

(2) Dial. I, 2.

(3) Ed. Sabatier, (1898) 126 N. 66.

(4) Ed. Sabatier, (1902) 97 N. 29.

(5) Ed. Cesari, N. 26.

(6) Il ponte, sotto cui corre il fiumeinfernale, è nella visione del soldato: Greg.

M.

Dial. IV, 36; le ali, che'spuntano al frate,

sirammentanonella visione dell'eremitaGiovanni : Migne,

LXXIII,

983 (V, 17): Et facta est vox ad ecs ex alia parte litoris, dicens:

accipite alas igneasetvenite adme.

Et

duo quidemexeisacceperunt.

alas et volaveruntad aliud litus, unde facta est vox. Tertius vero remansit et flebat et clamabat fortiter. Postea vero datae sunt sibi alaesednonigneae, sed infirmae et debiles, etc. Per la visio Fatili, si legga la nota del Nevati, Attraverso il medio evo, 1905;

98-99.

(7)

La

quale, come vedremo nell'appendice, ha pureun'altra e principale significazione.

.

53

scritta' frate

Leone, ma Giacomo

di Vitry(i).

Erra

il Sa-batier nell'interpretazione moraledel racconto.

Non

sitratta

didaresoltanto

un esempio

pratico della

Regola: ^Qm'cumque ad

eos venerint, amicusvel adversarius,

fur

vel

latro,

benigne recipiaturf>, bensì di provare

che

più facilmente si ottiene

con r esempio

e la dolcezza,

che con

la severità, la con-versione dei peccatori: la rubrica dello Speculum è esat-tissima.

Confrontando

le parole di

Giacomo con

i

due

rac-conti francescani, si è costretti

a

confessare

che

la figura dell'abate, il quale arditamente si presenta al

pessimo

la-drone, è

molto

più viva e gagliarda che. quella di

Fran-cesco.

Le

varianti degli Achis e dello Speculum,

messe

in-sieme,

ne mostrano

l'indiscutibile derivazione dall'esempio del prelato francese (2).

Dai

ladroni

Tomaso

passaai lebbrosi. L'

amante

santo dell'umiltà si volge

a

servire i lebbrosi, lepiaghedei quali egli deterge pietosamente.

E

di essi

anche

si ricorda nel testamento(3).

Codestiinfelici

hanno

lasciato, nelle

memorie

dei tempi, più

d'un segno

delle loro incomparabili miserie: dall'una parte, la

durezza

spietata delle leggi

umane,

o

disumane

(4); dall'altra, il sublimarsi della

compassione,

quasi eccelso

(i)Exempl.(ed. CraneJlS. 68 (29-30); perladiffusione iilteriore della leggenda^ sivegganolenote (non sempre complete) del Crane,

164-S.

(2) Exempl. N. 68. Nell'appendice, si troveranno trascrittiitre racconti.,secondo il testo di Giacomo di Vitry., degli Actiis e dello Speculum.

(3) I Vita 17, 103.

(4.) Levit.XIII, 44;Edict. regisRoth.e.176;Capitol.a. 789ecc.

Pertile, Storia del dir. it., II Ediz. Ili, 259.

Pel periodo comunale ricordo, per tutti, gli statiiti antichi di Padova ed. Gloria N. 479 e di Pisa, ed. Bonaini, I, 37.

Anche

la Chiesatiene lontaniilebbrosi:Stat. a. 1204,in Martèìie et Dziraiid, Nov. Thes. IV, 12.99. Conc. Lat. Ili: Mansi,

XXII,

330 e. 23.

54

trionfo della pietà.

Gesù, che

è il dolore fatto persona, si trasformanel

malato

orribile:chiserve questo, serve

Gesù

(r).

Chiunque muove

peril sentiero della santitàha, nella

com-pagnia del lebbroso,

una guida

sicura.

Fra

il ribrezzo universale, s.

Martino

bacia e. benedice

un malato

dalla faccia

orrendamente

corrosa(2). .Se il

mondo

vile evita il contagio(3), la carità lo sfida.

Ai

lebbrosi gli eroi della misericordia recano l'unico raggio

d'amore.

S.

Francesco non

poteva

rimanere

lontano

da

quel convito di grazia.

Anche Gesù

incontra e

sana

il

lebbroso, e l'acqua stessa del

Giordano

deterge peccato e infermità(4),

perchè

nella lebbra è figurato

anche

la

ma-lattia dell'anima(5).

Non

è difficile imaginare che, nella leggenda france-scana, la figura del lebbroso è disegnata

con

tocchi pos-senti (6):

ma

già altrove, la.pietà per quei malati èdescritta

con

tinte

anche

più fiere.

Un

vescovo francese è arrestato lungo il

suo cammino da un

lebbroso,

che

invoca

mise-(i) Cacs. Vili, 29 segg. (Strange II, 104 segg.)Jacques de Vitry, Esempla N. ()\, 95. Vita s. Barn. Clar. II, 5, 3.

(2) Sid:p. Sev. Vita Mart. e. 18;

CV.

127.-(3) Essi stessi costittxiscono lapersona giiirìdica dell'ospizio elle li accoglie; cfr. per esempio, MittarellijAna.Camald. IV, 167 n. 98 a 1188; concessione di terreni voòis-vestrisque sticcessoribus lepre ino7-bo laborantibtis. Questoèunfatto,più cheuna concezione giuridica: Gierke, Das deutsche Genossenschaftsrecht, III,168 segg.

(4) Greg. Tur. In gloria martyrum e. 18: MG-." Hist. SS.

merov. I, 499. Vita s. Radeg. ib. Auct. antiquiss. IV, 2; Vc-nant. Fortun. 43.

(5) Eresia e peccato: Greg.

M.

Moral. Ili in e. 4 Job; n. 58;

Beda,ìi\Migne,XCIII,390-1(Spuria);yac^.deFz'ifrj)',N.259: leprosis id est demonibus. S. P. Davi. Op. I, 32; Sermo 14.

(6)

Non

mi riescono chiarissimele parole, a questo proposito, del Boicrnet,St. Francois. Étude sociale et medicale 1893, 67segg.

Le rencontre d'tm lepreux, atix environs d'Assise,

f

ut

V

hegire

du

fls de Beriiardone et de Pica, le

moment

oi'i sa destine'e se noua.

55